L’alimentazione consapevole come strategia sanitaria

L’alimentazione consapevole come strategia sanitaria

 

“Signora, che cosa mangia di solito?”

E’ una domanda che pongo sempre ai pazienti che vengono ad una visita medica e che li lascia spesso perplessi. Perchè si aspettano che un medico in generale si occupi solo di quello che loro pensano riguardi la sua sfera di “competenza”, in base alla specializzazione. In realtà quello che uno mangia, indipendentemente dal fatto che abbia o meno delle condizioni “patologiche”, condiziona fortemente le altre parti dell’organismo. Se mangi qualcosa che non “ti fa bene”, lo stomaco o il colon possono esserne condizionati, e a loro volta condizionare la postura stessa della persona e molti altri aspetti di salute in generale.

Inte(g)razione tra medicina e nutrizione

Il medico si deve informare sul regime alimentare dei pazienti che sta visitando, e non limitarsi ad analizzare solo un particolare dell’individuo che ha davanti, ma si impegna a valutarlo sotto tutti i punti di vista. Quando noi medici spieghiamo i motivi che ci spingono a fare delle domande aggiuntive i nostri pazienti capiscono che stiamo valutandoli in modo “globale” e, dopo il primo stupore iniziale, sono molto più rassicurati di farsi seguire da qualcuno che li valuta nel loro assieme, anzichè in modo settoriale.

Queste situazioni già ci inducono a comprendere come nella pratica vi sia una stretta interazione tra medicina, salute e alimentazione. Ma in che modo l’alimentazione influenza la salute del nostro organismo?

 

Alimenti come farmaci?

Tutto ciò che introduciamo nel nostro organismo influenza il nostro corpo. Che si tratti di un’adeguata o meno quantità di acqua, categorie di alimenti (es. carboidrati, grassi o proteine) o singolo alimento, ogni sostanza che introduciamo in eccesso o in carenza crea dei problemi. Addirittura l’alimento più semplice, l’acqua stessa, se introdotta in quantità troppo scarsa o troppo abbondante rispetto al fabbisogno del momento può portare a gravi conseguenze come la “disidratazione” o “intossicazione acuta da acqua”, che nei casi peggiori possono dare serie conseguenze fino alla morte.

Il fabbisogno nutrizionale dell’individuo cambia durante le fasi della vita, come ad esempio nella crescita, o in corso di specifiche situazioni, come negli atleti, nelle donne in gravidanza, nell’anziano o nel malato di qualche patologia.

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Noi di Med4Care, che ci occupiamo di informazione e prevenzione, sappiamo bene che la prima forma di trattamento sanitario è un’adeguata alimentazione. Tutti noi in generale abbiamo la percezione di cosa sia un’alimentazione francamente “sbagliata”: sappiamo che non è opportuno digiunare oppure mangiare in eccesso per periodi di tempo eccessivi, come pure mangiare sempre e solo un alimento porta inevitabilmente a carenze di altri e a cattiva nutrizione. Viene dunque da domandarsi: esiste l’alimentazione “perfetta”? La risposta è senza dubbio no, perchè la dieta deve essere adeguata alle necessità nutrizionali dell’individuo in quello specifico momento e/o alle condizioni fisiopatologiche e/o alle sue malattie. Quello che va bene per una persona può non andare bene per l’altra, o anche nello stesso individuo il cambiamento dello stile di vita porta a modifiche dei fabbisogni.

 

Esistono istituzioni che si occupano di alimentazione?

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, o FAO (Food and Agriculture Organization) ha sede in Italia, a Roma! È un’agenzia specializzata che nasce con l’intento di ridurre la fame e la malnutrizione a livello globale, di migliorare le condizioni di vita delle popolazioni rurali, di analizzare, raccogliere, approfondire e divulgare nozioni riguardanti agricoltura e alimentazione e prevenire i rischi sviluppando norme di produzione e di igiene degli alimenti.

 

Perchè essere informati oggi nell’alimentazione?

  • In una società piena di “guru” e “falsi miti”, nella quale si ricerca ciò che è facile e veloce, spesso ci dimentichiamo che la natura deve fare il suo corso.
  • Perchè non siamo più in grado di riconoscere il senso di fame: mangiamo perchè gli orari e le abitudini ce lo impongono, mangiamo per noia, mangiamo per rabbia, non “mangiamo per stare insieme” ma “stiamo insieme per mangiare”.
  • Spesso ciò che arriva fra le nostre mani non è altro che il prodotto finito, e tanti bambini rischiano di non sapere mai come cresce il grano o di che colore sono le pannocchie mature.
  • Perchè se tutti ci impegnassimo a fare scelte alimentari più consapevoli potremmo migliorare la vita di molte persone, oltre che la nostra.
  • Perché la salute dovrebbe essere sempre al primo posto, e così la conoscenza di tutto ciò che è il mezzo per raggiungerla.

 

Dott. Marco De Nardin

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