CORONAVIRUS: report sulla situazione cinese

Di recente la Cina ha elaborato un report sull’epidemia di Coronavirus, su come è stato affrontato e sulla situazione attuale.

Il Centro Cinese per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie ha recentemente pubblicato uno studio sui casi di SARS-CoVid-19 della Cina continentale in cui riassume i risultati chiave e le informazioni di questo delicato momento.

Vengono presi in considerazione 72314 casi, aggiornati all’11 febbraio 2020.

 

Diffusione e pericolosità

Come ormai molti avranno avuto modo di leggere, la mortalità di questo virus si posiziona sul 2.3%, contando 1023 morti su 44.672 casi confermati.

La maggior parte dei casi diagnosticati provengono dalla provincia di Hubei (il 75%), e l’86% di questi ultimi riportano di aver avuto contatti con la città di Wuhan per via di viaggi o incontri con persone del luogo.

L’81% dei casi totali sono stati classificati come “lievi”, con assenza di polmonite o con una forma lieve della stessa. D’altro canto, il 14% dei soggetti positivi al coronavirus si è presentato con una forma severa della malattia, ed il 5% in condizioni critiche. Questi ultimi presentano in genere sintomi quali insufficienza respiratoria, shock settico, disfunzioni o insufficienze multiple agli organi interni.

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Nessun caso di morte si è verificato nei soggetti di età uguale o inferiore a 9 anni, mentre nei malati di età compresa tra i 70 ed i 79 anni la mortalità si aggira intorno all’8%, fino ad un 14.8% per gli over 80.

SARS-CoVid-19 è cresciuto rapidissimamente, da una singola città ad un’intera nazione, in soli 30 giorni. La velocità con cui il virus si è diffuso ha colto di sorpresa il mondo intero, mentre i servizi di sanità pubblici e privati a Wuhan e nella provincia di Hubei raggiungevano la saturazione.

La curva epidemica riflette quello che potrebbe essere un mix di metodi di diffusione, in cui il primo è la trasmissione zoonotica – da animale a uomo – avvenuta al mercato di pesce Huanan di Wuhan, che poi è passato alla propagazione uomo-uomo.

 

Reazione all’epidemia: ieri ed oggi

Dal 2003, anno in cui la SARS venne ufficialmente debellata, il governo cinese ha evoluto di molto la sua capacità di risposta alle emergenze epidemiche. Gli sforzi sono evidenti, oggi, nel fronteggiare CoVid-19.

Per esempio, si consideri che nel 2002 la Cina comunicò alla WHO, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il verificarsi dell’epidemia solo dopo 300 casi confermati di contagio e 5 morti; quest’anno, dopo soli 27 casi e in assenza di decessi, il SARS-CoVid-19 è stato reso noto in data 3 gennaio 2020. Dal momento della sua uscita allo scoperto, la natura del nuovo virus è stata identificata in una sola settimana; la SARS, nel 2002, impiegò 2 mesi.

Anche le tempistiche di reazione durante l’epidemia da SARS-CoVid-19 sono state molto importanti. Il contagio è avvenuto poco prima delle vacanze per il nuovo anno lunare, la più grande ed importante festività dell’anno. Culturalmente, questo momento è associato al ritorno di studenti e lavoratori alle proprie case, per passare le vacanze con la propria famiglia. Naturalmente, questo significa viaggi di centinaia di migliaia di persone in lungo ed in largo per tutto il paese, coinvolgendo mezzi quali aerei, treni ed autobus.

Il governo aveva assoluto bisogno di muoversi molto in fretta.

La Cina si è focalizzata sul trovare una strategia che coinvolgesse il servizio di sanità pubblica, attraverso misure quali isolamento, quarantena, distanza sociale e contenimento delle comunità.

I pazienti identificati come positivi al virus sono stati immediatamente isolati nei reparti designati degli ospedali esistenti, mentre due nuovi ospedali sono stati rapidamente costruiti per isolare e prendersi cura del numero crescente dei casi a Wuhan e Hubei.

Le persone venute a contatto con soggetti positivi al SARS-CoVid-2019 sono state invitate all’autoquarantena a casa, o portati in strutture speciali di quarantena dove sono state monitorate.

Un’enorme quantità di attività collettive sono state cancellate, incluse le festività per l’anno nuovo, ed il traffico tra Wuhan e Hubei è stato fortemente limitato e monitorato. Tutti i trasporti sono stati successivamente limitati a livello nazionale.

In aggiunta, da 40 a 60 milioni di residenti di Wuhan e altre 15 cittadine della provincia di Hubei sono state oggetto di misure di contenimento della comunità.

Questo tipo di risposte è stato utilizzato con successo in passato, anche se non si è mai eseguito su una scala così estesa.

Ci sono state domande inerenti le azioni intraprese dal governo, e qualcuno si è chiesto se alcune di queste non infrangessero le libertà civili dei cittadini. D’altra parte, quando sul piatto c’è qualcosa di molto più grande, determinate scelte vanno fatte.

Una parte di popolazione è immunocompromessa, molti non sono infetti ma a rischio.

Il discorso è globale, per cui a volte a pagarne le conseguenze può essere il singolo.

Se questi approcci sono stati efficaci (in termini di riduzione delle infezioni e decessi evitati) o se questi potenziali benefici hanno superato i costi, ad esempio le ingenti perdite economiche, sarà oggetto di discussione per anni.

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

 

Bibliografia:

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