Peso e protesi totali dell'anca, indice di massa corporea, artroplastica dell'anca

Il peso del paziente può influire nel lungo termine sulla funzionalità delle protesi totali d’anca innestate?

Indice

Gli autori di questo studio hanno cercato di verificare se il peso del paziente possa influire sulla funzionalità a lungo termine delle protesi totali d’anca innestate dopo l’artroplastica. Scopriamolo insieme.

Obesità, peso del paziente ed esito a lungo termine delle protesi totali dell'anca

L’artroplastica dell’anca è un intervento chirurgico in cui si provvede a sostituire componenti ossee o cartilaginee danneggiate dell’articolazione dell’anca con protesi biocompatibili, ripristinandone la funzionalità articolatoria.

Attualmente più di un milione di interventi di artroplastica sono stati effettuati a livello mondiale e si stima che questa cifra sia destinata a raddoppiare nei prossimi decenni, a causa dell’avanzare dell’età media e del dilagare dell’obesità.

L’indicazione più frequente per la sostituzione protesica d’anca è rappresentata dall’artrosi dell’anca sintomatica, una condizione progressivamente degenerativa dell’articolazione, la quale diventa sempre più rigida, provocando dolore e impedendo al paziente la corretta deambulazione.

Una delle cause che maggiormente predispone a uno stato artrosico dell’anca consiste nell’obesità del paziente, con un BMI associato maggiore di 30 kg/m².

Mentre è acclarato che l’obesità abbia come conseguenze maggiori difficoltà perioperatorie, un aumento dei tempi di degenza postoperatoria e un rischio maggiore di reintervento, non è ben compreso come essa impatti sull’esito a lungo termine dell’artroplastica d’anca.

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In particolar modo mancano ancora studi su larga scala che facciano chiarezza su quali fattori (obesità o peso del paziente) influiscano sulla resa clinica della sostituzione protesica d’anca. In altri termini: un paziente alto ma non obeso può esercitare più stress meccanico sull’impianto protesico rispetto a un paziente più basso ma obeso?

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Studio osservazionale retrospettivo.
  • Luogo: Australia.
  • Tipo di pazienti: Soggetti sottoposti a procedura di artroplastica totale d’anca.

Scopo dello studio: la variazione del BMI e il peso del paziente alterano l'efficacia delle protesi totali d'anca a lungo termine?

Questo interessante studio ha confrontato per la prima volta l‘impatto che esercita il peso del paziente rispetto al suo BMI sulla funzionalità a lungo termine delle protesi totali d’anca innestate dopo artroplastica, attendendo un periodo di follow-up di almeno 10 anni.

Progettazione e risultati

La presente analisi retrospettiva ha preso in esame quasi 850 pazienti, tutti sottoposti a operazione di artroplastica totale d’anca in un centro australiano, in un periodo di riferimento di 10 anni.

Dallo studio sono stati esclusi tutti i pazienti per i quali non è stato registrato il peso e/o l’altezza al momento del ricovero. Durante l’intero periodo di follow-up sono stati rilevati con costanza peso e altezza del paziente, nonché valutazioni sul dolore percepito e la percentuale di reinterventi chirurgici.

I risultati dello studio retrospettivo, dopo follow-up compiuti a 1, 5 e 10 anni dall’intervento, hanno messo in luce che:

  • quasi l’8% del totale dei pazienti si è sottoposto a un intervento di revisione protesica dell’anca entro i 10 anni del periodo di follow-up dopo l’artroplastica.
  • Il grado di disabilità dell’articolazione dell’anca, espresso in termini di dolore e funzionalità nelle attività quotidiane per mezzo dell’Harris Hip Score (HHS)¹, è risultato significativamente diminuito nei pazienti con obesità di classe 2 e di classe 3, dopo 1 anno dall’intervento.
  • L’Harris Hip Score non ha registrato sostanziali alterazioni quando i pazienti sono stati analizzati a 1, 5 e 10 anni in base al proprio BMI e in base alla propria categoria di peso.

Conclusioni: il peso del paziente non sembrerebbe influire sulla funzionalità delle protesi totali d'anca

L’obesità è un parametro che senza dubbio aumenta il tasso di complicanze perioperatorie legate all’intervento di artroplastica dell’anca e che, al contempo, ne favorisce un aumento dei tempi di degenza. A 1 anno dal follow-up è risultato inoltre che l’obesità grave (e dunque un aumento marcato del BMI) abbia favorito abbassamenti dell’indice di Harris (HHS).

Sebbene il peso e il BMI siano due valori tra loro intimamente connessi, non è ancora stabilito con certezza se è solo il peso a influire sulla funzionalità a lungo termine (almeno 10 anni) postoperatoria.

Il presente studio ha dimostrato che gli indici di disabilità dell’anca, misurati con l’HHS, non hanno risentito, a 10 anni dall’intervento, né dei valori di peso dei pazienti né dei loro BMI.

Bibliografia: fonti e note

ARTICOLO ORIGINALE: Robertson TS, Callary SA, Costi K et al. The effect of weight compared to BMI on patient reported outcomes at long term follow up of primary total hip arthroplasty. Journal of Orthopaedics. 2023;41:14–22.

[1] Pivec R, Johnson AJ, Mears SC et al. Hip arthroplasty. The Lancet. 2012;380(9855):1768–77.

Nota 1. L’Harris Hip Score (HHS) è un sistema di valutazione utilizzato per valutare la funzione dell’anca e il grado di dolore in pazienti affetti da malattie dell’anca o sottoposti a interventi chirurgici all’anca, come ad esempio la sostituzione protesica dell’anca. Il punteggio HHS è basato su una serie di domande e test che valutano vari aspetti dell’anca, tra cui il dolore, la deambulazione, la mobilità, la forza muscolare e l’indipendenza nelle attività quotidiane. Il sistema di punteggio assegna un determinato score a ciascuna categoria, e poi i punteggi sono sommati per ottenerne uno complessivo. Il punteggio HHS può variare da 0 a 100, dove un punteggio più alto indica una migliore funzione dell’anca e un minor grado di dolore.