Realtà e visione: linee guida e orientamenti per la gestione dell’emergenza COVID

Suggeriamo in questo articolo lungo ed approfondito, per “esperti del settore”, quelle che saranno le linee guida e gli orientamenti per la gestione dell’emergenza COVID dal punto di vista psicologico e sulla base dei quali daremo corso ai nostri interventi pratici di suggerimenti e consigli per tutti.

 

La nostra società e la gestione dello stress

Viviamo in una società moderna ed evoluta, in continua accelerazione, in cui lo stress psico-fisico si manifesta in costante evoluzione e mutamento nelle forme e nell’intensità; società nella quale si impone una velocità che non corrisponde alla necessità umana di un fisiologico ritmo di vita, naturale e sostenibile.

Grava sulla persona, di conseguenza, il rischio costante di un burnout sul piano fisico e mentale che può provocare un abbassamento significativo delle naturali difese.

Si predispone in tal modo un’apertura all’irruzione di improvvisi fattori destrutturanti che possono attaccare i fragili ed instabili equilibri della persona, che continuamente vive in movimento e tensione sia sul piano fisico che emotivo; a tale fenomeno si può accompagnare, quale costante, una diffusa predisposizione, in tale contesto, allo sviluppo di sintomi legati a forme ansiose e somatizzate.

 

L’analisi della situazione di emergenza Coronavirus

Premesso questo, vediamo in prospettiva quanto sta accadendo. La situazione, infatti, è in rapida evoluzione come la diffusione stessa del virus Covid-19.

La vita fino a pochi giorni fa sembrava voler seguire forzatamente dei ritmi normali, regolata da parziali misure individuali di prevenzione imposte per contenere la diffusione dell’epidemia.

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Ad ora la situazione è in rapida trasformazione; al fine di garantire livelli uniformi di sicurezza sul piano sanitario si è proceduto a limitare in modo significativo la possibilità di movimento a livello generale, il che ha prodotto ricadute dirette sugli Stili di Vita e sulla Qualità di Vita percepita dai singoli e dalla comunità nazionale stessa.

La situazione vista all’interno degli ospedali rivela dimensioni di emergenza sanitaria ancora più rilevanti e critiche in termini di gestione e sostenibilità dei servizi.

Ora la diagnosi di Covid-19 positivo correlata a sintomatologia importante impone di separare la persona dal suo contesto di vita, allontanandola in modo rapido dalla sua rassicurante dimensione affettiva, relazionale, lavorativa, per proiettarla in un contesto ospedaliero in piena emergenza, alta complessità e ad alto impatto, sia per i pazienti che per i sanitari impegnati nel prestare le cure necessarie ai ricoverati; il tutto in concomitanza con un’epidemia ad ora in pieno progresso a livello internazionale.

 

La reazione all’emergenza

Cosa accade alla persona che vede la sua libertà di movimento significativamente limitata e sorvegliata? Quali le conseguenze per chi deve restare a casa in attesa che l’epidemia sia meglio controllata. Quali le prospettive dei familiari e di chi è ricoverato in ospedale in cura intensiva?

Si presentano in merito variegate categorie di esperienze che si susseguono rapide ed inaspettate, la cui evoluzione non mostra una soluzione certa e definitiva, data la natura eccezionale ed inattesa degli eventi in corso.

La prima reazione nelle persone è uno shock, un senso di stupore e smarrimento, che in modo progressivo può evolvere in un quadro complesso di risposte sintomatiche.

Ne può conseguire un improvviso stress reattivo correlato ad un sovraccarico emotivo che, a seconda dei casi, può rivelarsi traumatico, determinando, quale effetto, variabili intensità di disturbo; da un persistente stato di allerta (AROUSAL) ad un senso di ansia, angoscia, disperazione, panico generalizzato a cui possono conseguire, anche, variegate forme di scompenso sul piano psichico, correlate ad un’evoluzione talora importante e persistente. Si possono manifestare anche forme di sofferenza somatizzata sul piano fisico dotata di manifestazioni sintomatiche talora mutevoli.

 

Come intervenire?

L’intento di fornire assistenza diretta in tali condizioni pone quale primo obiettivo quello di facilitare nella persona la stabilizzazione psicologica nella percezione di se stessa, nelle sue relazioni interpersonali, nel rapporto con il contesto sanitario e delle correlate dimensioni di supporto sociale.

AI fine di favorire un più efficace controllo del Pensiero, sul piano cognitivo, è essenziale fornire alla persona, un’informazione sanitaria diretta, dotata di un linguaggio personalizzato, semplice ed esaustivo, scientificamente corretta; seguita da una consulenza clinica mirata, a seconda dei casi, a contenere la possibile tendenza, nell’interessato, a produrre un pensiero irrazionale e pervasivo; relato alla possibile presenza di sintomi a sfondo ossessivo; a cui può accompagnarsi uno stato di allerta costante (ipervigillanza) ed una eccessiva preoccupazione per la propria sicurezza e salute e/o per quella degli altri.

A seguire, al fine di favorire un più efficace controllo delle emozioni, possiamo porre in essere interventi di Debriefing (a cura di professionisti della salute mentale) per comprendere e gestire emozioni intense, relate forme di stress situazionale; per aiutare la persona ad identificare strategie efficaci per fronteggiare i fattori di tensione cercando forme di aiuto fra i pari nelle medesime condizioni.

Possiamo porre in essere interventi di Defusing per offrire una rapida possibilità di sostegno, rassicurazione ed informazione ad un numero elevato di persone; che possa prevedere un eventuale invio ai Servizi Sociali o di Salute Mentale per gli individui e le famiglie a rischio per problemi psicologici sul lungo periodo.

 

Comportamenti pratici suggeriti per la gestione dell’emergenza COVID (che verranno ripresi punto per punto nelle prossime uscite):

Astenersi dalla sfida aperta al virus

Non si può pensare di combatte un nemico invisibile con il rifiuto o con modalità approssimative o leggere nell’approccio al problema; questo richiama alla cautela in specie per coloro che, per ora, sono asintomatici che possono presumere di essere inattaccabili da parte del virus (e vivere un senso di ingiustificata onnipotenza) o innocui e di conseguenza abbassare i livelli di attenzione rispetto alla propria persona, all’ambiente di vita e/o di appartenenza, esponendo se stessi e/o gli altri alla possibilità di diffondere il contagio.

Modulare al ribasso stili di vita e di consumo

Questo prevede una compressione significativa dell’esposizione pubblica ed una riduzione della gamma di abitudini e gratificazioni in precedenza ritenute normali e dovute. Si rende necessario superare la fase iniziale di opposizione nei confronti di limiti imposti per motivi sanitari a cui fa seguito uno sconvolgimento improvviso delle personali abitudini di vita. Rimodulare il comportamento secondo le esigenze attuali significa comprendere le necessità di impegnarsi in modo consapevole per preservare condizioni di sicurezza sanitaria per tutti. Alla persona è dato il compito non solo psicologico, ma soprattutto civile di limitarsi in modo significativo ed immediato rispetto al suo naturale bisogno di libertà di movimento, anche se tale comportamento può risultare frustrante. La maturità e l’equilibrio psicologico della persona si possono meglio mostrare in condizioni di reale disagio e difficoltà; tale impegno è reso più accettabile data la natura transitoria del provvedimento.

Realizzare forme di socialità virtuale

L’utilizzo di social, telefono, videochiamate, chat, e-mail, e uso dei media in genere, può aiutare a mantenere un adeguato contatto con le persone importanti ed emotivamente più significative, evitando il senso di solitudine e/o di abbandono, specialmente per le persone anziane o a ridotta mobilità.

Selezionare le priorità di base

Scegliere solo quanto è indispensabile per la vita quotidiana, familiare, sociale; questo può risultare un evoluto esercizio di problem solving. Fare tutto non è un esigenza. Inoltre, risulta utile dilazionare nel tempo le azioni da compiere, specialmente se in presenza di segnali generici affaticamento o di malessere sia fisico che mentale.

 

Conclusioni

Quanto possa durare questo stato di emergenza è da valutare. Vediamo, invece, come si renda sempre più necessario un processo di resilienza per meglio far fronte, resistere, integrare, ricostruire e riorganizzare in modo positivo la propria vita.

Ravvisiamo come si renda sempre più necessario agire in modo attivo per proteggere l’integrità personale e la stima di sé; per trovare ad ogni costo, soluzioni efficaci nonostante le possibili condizioni di vita attuali avverse. Significa porre al centro la persona con le sue potenzialità reali o residue, con il desiderio dl andare oltre i problemi sanitari che frenano la condizione attuale. Si pone, pertanto, la persona quale responsabile intelligente, diretto ed attivo del cambiamento finalizzato a produrre l’adattamento necessario alla sua sopravvivenza nell’immediato e nel suo necessario sviluppo per il futuro.

 

Dr. Lionello Tabaglio
Psicologo clinico Psicoterapeuta
Formatore