Rottura protesi mammaria e arto dominante

La rottura della protesi mammaria è più frequente nel lato dell’arto dominante?

Indice

L’arto dominante rappresenta un fattore di rischio per la rottura della protesi mammaria dello stesso lato? Scopriamolo insieme in questo studio.

Rottura della protesi mammaria: il possibile ruolo dell'arto dominante

Le protesi mammarie sono dispositivi ampiamente utilizzati nell’ambito della chirurgia estetica e ricostruttiva, e vengono impiegate principalmente per:

  • aumentare le dimensioni del seno (mastoplastica additiva);
  • modificare la forma delle mammelle;
  • ricostruire il seno (in genere dopo una mastectomia1).

Attualmente circa il 90% delle protesi mammarie impiantate sono costituite da gel di silicone. Sebbene questi dispositivi costituiscano un’importante risorsa, in grado di migliorare la vita di migliaia di donne, a volte possono andare incontro a rottura.

I meccanismi che determinano la rottura della protesi mammaria non sono stati ancora del tutto chiariti. Ciononostante si ritiene che nella maggior parte dei casi vi siano delle forze meccaniche ripetitive che danneggiano e logorano la struttura della protesi. Inoltre con il passare degli anni, il rischio che si verifichi una rottura protesica tende ad aumentare.

Un gruppo di ricercatori ha cercato di stabilire se, tra i possibili fattori di rischio, possa essere inclusa anche la lateralità dell’arto superiore dominante.

Approfondimento: mastoplastica additiva

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La mastoplastica additiva è un intervento chirurgico che viene consigliato quando si ha un seno piuttosto piccolo o poco sviluppato, ma anche quando la paziente ha subìto uno svuotamento del seno.

Questi sono alcuni tra i più comuni motivi estetici che spingono la paziente a sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva. Questo tipo di inestetismi molto spesso sono tali da condizionare gravemente la qualità della vita, in particolar modo da un punto di vista psicologico.

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: studio di coorte retrospettivo.
  • Tipo di pazienti: pazienti sottoposte a rimozione o sostituzione elettiva della protesi mammaria di silicone.

Scopo dello studio: l'arto dominante è un fattore di rischio per la rottura della protesi mammaria?

L’obiettivo principale degli autori di questo studio è stato quello di stabilire il ruolo del braccio dominante nell’insorgenza di una rottura protesica. Alla base di tale ipotesi vi è l’idea che la maggiore sollecitazione meccanica, associata al movimento dell’arto dominante, possa rappresentare un importante fattore di rischio.

Progettazione dello studio

Per poter realizzare questo studio sono state selezionate 154 pazienti che, per ragioni puramente estetiche, hanno deciso di sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva e che hanno subito una rottura protesica monolaterale.

Pertanto i ricercatori hanno raccolto informazioni su:

  • lateralità dell’arto dominante (destro o sinistro);
  • lateralità della rottura della protesi mammaria;
  • età delle pazienti e delle protesi.

Risultati dello studio

I risultati dello studio hanno evidenziato che:

  • delle 133 pazienti con un arto destro dominante, 77 hanno riscontrato una rottura della protesi mammaria destra (58%).
  • Delle 21 pazienti con un arto sinistro dominante, 14 hanno riscontrato una rottura della protesi mammaria sinistra (67%).

Conclusioni

La ricerca ha confermato, attraverso l’analisi dei dati ottenuti, l’ipotesi secondo cui il braccio dominante giochi un ruolo fondamentale nella rottura della protesi mammaria. Infatti il movimento ciclico dello stesso arto predispone la protesi omolaterale ad una sollecitazione meccanica più ingente e ciò, nel lungo periodo, può causare un danneggiamento irrimediabile del dispositivo.

Bibliografia: fonti e note

ARTICOLO ORIGINALE: Hadad E., Sualhi I., Lagarda C., et al. Silicone breast implant rupture is more prevalent in the dominant limb side: A retrospective cohort study. February 20, 2023.

Nota 1. La mastectomia consiste nell’asportazione chirurgica della mammella. Tale intervento diviene essenziale nel trattamento dei tumori maligni che affliggono l’organo.