Il Coronavirus nel mondo: le Filippine

L’epidemia di Coronavirus è diventata una pandemia e colpisce tutte le nazioni. Ciascuno stato risponde in modo diverso con misure dedicate e ognuno si comporta in modo differente.

Facciamo una panoramica di quello che succede anche nelle altre nazioni in modo da confrontare gli eventi con i nostri.

Oggi vedremo cosa accade nelle Filippine. La maggior parte delle informazioni ci vengono per via diretta da persone che vivono in quel paese. Anche due delle nostre collaboratrici vivono lì, la nostra illustratrice, Isabella e la nostra videomaker Heinrich.

 

La situazione sanitaria prima del Coronavirus

Nelle Filippine ci sono 106 milioni di abitanti, quasi 2 volte l’Italia. La sanità è privata, significa che quando si ha un problema bisogna pagare per avere delle cure. Chi si ammala di cancro o non viene curato o deve fare un prestito in banca a livello personale o da parte di qualcuno dei suoi familiari. I posti letto in terapia intensiva sono circa 1000, cioè 1/10 di quelli italiani.

 

Le dotazioni anti-Coronavirus

I primi casi nelle Filippine risalgono a gennaio quando, dai voli provenienti da Wuhan, furono intercettate persone con la febbre. Ad esse vennero fatti dei tamponi faringei, per i quali però nelle Filippine non era presente il test. I campioni venivano inviati in Australia per essere processati e l’esito veniva comunicato in 3-5 giorni.

 

I casi nelle Filippine

Come negli altri paesi, dopo una prima attenzione al problema, i controlli si sono allentati, mentre probabilmente il paese veniva visitato da persone asintomatiche provenienti dalla Cina. Ricordiamo che la prima fonte di turismo nelle Filippine è la Cina e che nei cinema i film sono in inglese, sottotitolati in cinese.

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Così, proprio come in Italia, il virus si è diffuso con i soggetti asintomatici provenienti con gli aerei dalla Cina. Dopo 20 giorni i soggetti asintomatici ne avevano contagiati altri 3-4, e via così, nel totale nascondimento. Quando hanno cominciato a uscire i dati italiani, nelle Filippine hanno cominciato ad immaginare che potesse accadere anche lì, ma era ormai troppo tardi.

Riguardo i dati nelle Filippine, non potremo mai avere dati reali. La situazione ufficiale attuale si trova in questo link, tuttavia non c’è da fidarsi di questi dati ufficiali, per due motivazioni:

  • non ci sono sufficienti tamponi, solo una minima parte rispetto al fabbisogno;
  • molte persone non avranno accesso agli ospedali perché non se lo possono permettere e purtroppo moriranno in casa come è accaduto in Italia. Già una famiglia si è appellata al presidente per chiedere un aiuto, quando il conto dell’ospedale per curare il loro congiunto ha raggiunto la cifra di 28.000 euro che, per il potere di acquisto nelle Filippine, equivalgono a circa 150.000 euro in Italia.

 

Le decisioni del parlamento

La politica è ben consapevole della situazione. Lo scorso 22 marzo il congresso ha votato pieni poteri al presidente delle Filippine. Questo gli consente di esercitare poteri molto più ampi di quanto stabilito usualmente dalla Costituzione, fino all’applicazione della legge marziale. Nel frattempo è stata adottata la strategia del lockdown come negli altri paesi.

 

Il lockdown

Nelle Filippine le misure di limitazione degli spostamenti hanno visto il blocco totale del trasporto pubblico, che in quei paesi avviene prevalentemente con piccoli autobus privati.

Gli autisti ora non hanno più alcun introito, perché venivano generalmente remunerati in base alle corse svolte, mentre la popolazione che deve comunque svolgere l’attività di servizio pubblico, come per esempio il personale sanitario, che a volte non ha un altro mezzo di locomozione, specialmente gli infermieri, sono costretti a lunghissime camminate anche di 5 ore per raggiungere il loro luogo di lavoro ogni giorno.

Dato che molte attività produttive sono state bloccate o sono immediatamente fallite, anche per via delle mancate commesse dall’estero, molte persone hanno perso il lavoro. Di conseguenza la situazione è degenerata: si segnalano saccheggi da parte della popolazione nei confronti degli ospedali e dei supermercati. L’esercito è sceso in strada, a protezione dei luoghi strategici e di generi alimentari. Così il presidente delle Filippine, con pugno di ferro, ha dichiarato che farà sparare a chiunque verrà trovato fuori casa senza il permesso.

Purtroppo i permessi per uscire in tanti luoghi non ci sono ancora, così la popolazione è chiusa in casa e spesso molti, impreparati, stanno già soffrendo la fame.

Per rispondere a questa drammatica situazione tra le varie misure c’è stato un finanziamento una-tantum, da parte del governo, di 5000-8000 peso, per ogni nucleo familiare. Al cambio valgono 150 euro, con i quali devono affrontare tutta la quarantena. Tenuto conto del potere di acquisto, è come se noi in Italia dovessimo affrontare tutto il tempo in cui staremo a casa con solo 600 euro per 10 persone. Una goccia nel mare.

A questo popolo e in particolare ai nostri collaboratori che vivono lì e che stanno continuando a lavorare per noi, un grande abbraccio! Siamo con voi.

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin