L'anamnesi medica: l'inizio della diagnosi

L’anamnesi medica: l’inizio della diagnosi

L’anamnesi medica: l’inizio della diagnosi.

L’anamnesi medica è l’inizio di un cammino che porta alla diagnosi di patologia, insieme all’esame obiettivo e agli esami strumentali.

 

Cosa significa la parola Anamnesi?

Questa parola difficile con cui vogliamo familiarizzare deriva dal greco ἀνάμνησις, “ricordo”, inteso come evocazione di una reminiscenza. Nella filosofia di Platone, il termine indica un concetto secondo cui la conoscenza vera si fonda sul ricordo (anamnesi) delle idee conosciute dall’anima in una propria esistenza, quindi dalla propria esperienza passata.

 

Anamnesi: la prima tappa di un percorso diagnostico

L’anamnesi, o “storia clinica” del paziente, è la prima tappa del percorso diagnostico. Quando una persona ha un problema di salute, come ad esempio un sintomo come la febbre, decide di contattare il medico per una valutazione. Il medico inizia quindi un percorso diagnostico che ha come prima tappa appunto la raccolta della storia clinica del paziente, l'”anamnesi”.

 

L’anamnesi costituisce il 50% della diagnosi, parola dei miei maestri

L’anamnesi è costituita da tutta una serie di quesiti volti a conoscere al meglio tutti gli eventi e i problemi della storia passata e presente del paziente. I miei maestri dell’esame di semeiotica e medicina interna, il prof. Girolami e il prof. Federspil, raccontavano a noi giovani studenti di medicina che l’anamnesi costituisce addirittura il 50% della diagnosi! Quando li sentivo dire così, mi sembravano un tantino esagerati. Ma ora, che alle nozioni si è aggiunta l’esperienza clinica, devo ammettere che avevano davvero ragione!

 

Lo scopo dell’anamnesi

L’obiettivo dell’anamnesi è raccogliere tutte le informazioni relative al paziente che possano risultare utili al fine di creare un’inquadramento globale dell’individuo e del suo problema attuale, per consentire di elaborare già una serie di ipotesi diagnostiche da verificare poi con dei test di conferma, obiettivi, radiologici o laboratoristici.

 

Come si svolge l’anamnesi

L’anamnesi “classica” si svolge con un colloquio personale tra medico e paziente. Esso avviene per tutto il tempo necessario ad ottenere le informazioni, in un luogo silenzioso ed appartato, in modo da mettere il paziente nelle migliori condizioni possibili per esprimersi al meglio.

banner acqua idrogenata desktop

L’anamnesi spazia con le domande su tutti gli aspetti della vita dell’individuo. Per comodità la suddividiamo nelle tradizionali aree: Anamnesi familiare, Anamnesi fisiologica e Anamnesi patologica, remota e prossima.

 

La storia famigliare

Nella storia famigliare, o anamnesi famigliare, viene considerato lo stato di salute o le malattie che hanno riguardato gli altri componenti della famiglia di sangue dell’individuo.

Generalmente, ci si sofferma sulle cause che hanno portato a morte altri familiari, o eventuali malattie ereditarie per capire se ci sono delle situazioni in famiglia che possano spiegare determinati sintomi del soggetto.

Un esempio è la storia di malattie cardiovascolari in famiglia che ci aiuta a valutare il rischio del soggetto in esame di avere anch’egli un problema cardiovascolare, presente o futuro. Talvolta la sola anamnesi familiare è sufficiente a fare una diagnosi di malattia, poiché molte sono a trasmissione genetica (dipendono, quindi, da una trasmissione da genitori a figli). Un’accurata raccolta di informazioni può indirizzare il sospetto diagnostico in una direzione precisa da confermare con i test.

 

La storia generale del paziente

L’anamnesi fisiologica comprende tutte le informazioni riguardanti le abitudini del paziente. Il luogo di residenza, lo stile di vita, il tipo di lavoro svolto, le sue abitudini generali, comportamenti ricorrenti. Anche l’abitudine al fumo o la forte esposizione ad esso, l’inquinamento, l’alimentazione, la qualità del sonno, la regolarità dell’alvo sono importanti. Tutto è utile per scovare, all’interno della vita e delle abitudini del paziente, elementi correlati al suo stato attuale di salute.

Un esempio classico in tal caso è costituito dal paziente che si presenta con febbre e alterazione della funzione del fegato. Il clinico esperto, chiedendo informazioni sullo stile di vita o i viaggi svolti, può identificare dei comportamenti a rischio (per esempio la professione di pescatore) che suggeriscono un’infezione da Leptospira. Recuperare questa informazione può diventare fondamentale per scegliere la terapia più appropriata in attesa che altri esami siano disponibili.

 

La storia delle malattie, remote e attuali

L’anamnesi patologica remota indaga tutte le malattie pregresse del soggetto (compresi i ricoveri in ospedale e gli interventi chirurgici), eventuali problematiche insorte alla nascita o nei periodi della vita più delicati (parto, allattamento, dentizione, pubertà nel caso dei bambini).

 

L’importanza della comunicazione e del dialogo nell’anamnesi

Da quello che abbiamo spiegato finora si comprende come per ottenere la migliore anamnesi possibile occorrono tempo, energia, dialogo e interesse reciproco. È fondamentale creare un buon livello di collaborazione tra il medico e il paziente. In particolare occorre che la persona sia a proprio agio, in un ambiente consono, in modo da risultare il più esaustiva possibile nel comunicare al medico anche quei dettagli, pur sempre legati ai sintomi manifestati, che avrebbe ritenuto inutili. Questo perché più precise sono le informazioni riferite, più alte sono le possibilità di una diagnosi accurata. Un buon dialogo diventa proficuo per entrambi, poiché l’interesse reciproco dei soggetti coinvolti è raggiungere la migliore diagnosi e quindi la migliore terapia per la salute del paziente.

L’analisi del medico, durante il colloquio, deve essere critica: non si limita ad una semplice elencazione dei sintomi e dei fatti riferiti dal paziente, ma necessita di una rielaborazione ed attenzione che sappia cogliere oltre la semplice apparenza.

Più in generale, riguardo il problema attuale, le tipiche domande che vengono poste possono essere riassunte con 4 delle cosiddette “5 W”:

  • What: “cosa” il paziente sente, che tipo di malessere;
  • Where: “dove” è presente il malessere, in quale parte del corpo se è possibile specificarla;
  • When: “quando” è insorta la problematica, a livello cronologico;
  • How: “come” si è manifestato il malessere, se in seguito a qualche movimento o evento;

 

L’anamnesi nel paziente non cosciente

Quello appena descritto è quanto accade quando il soggetto è cosciente, adulto ed in grado di esprimersi.

Ma quando il paziente non è in grado di avere una buona comunicazione (un neonato, un soggetto affetto da patologie psichiatriche gravi, uno straniero che non parli la stessa lingua del medico, ecc.) come si procede? Si fa la cosiddetta eteroanamnesi, ovvero alle domande del medico deve rispondere il familiare più prossimo ed affidabile al paziente – un genitore per il figlio neonato, un figlio per un genitore anziano.

 

Conclusione

L’anamnesi medica consente di raccogliere tutte le informazioni riguardo la famiglia, le abitudini, le malattie del soggetto. La ricchezza delle informazioni raccolte permette di indirizzare con maggiore efficacia il processo diagnostico.

L’anamnesi medica è proprio l’inizio della diagnosi, che poi viene approfondita in due ulteriori tappe: l’esame obiettivo e il test diagnostico.

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi rimanere aggiornato sulle nostre prossime pubblicazioni clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter.

 

Fonti: