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I test diagnostici: la terza tappa verso la diagnosi

I Test diagnostici o strumentali: la terza tappa verso la diagnosi

Una volta affrontate le prime due fasi del percorso che conduce un paziente alla Diagnosi della propria problematica, ovvero l’Anamnesi e l’Esame Obiettivo, spesso vi è necessità di ulteriori accertamenti.

Essi prevedono l’utilizzo di test o esami che richiedano l’ausilio di macchinari o del laboratorio, nell’intenzione di fornire risposte oggettive e più facilmente classificabili.

Spesso grazie ad una buona anamnesi e ad un esame obiettivo accurato il medico è in grado di orientarsi verso una diagnosi o un gruppo di diagnosi. È con i test diagnostici che si ottiene la conferma della o delle ipotesi diagnostiche formulate dopo la prima valutazione.

 

Cosa significa “Test diagnostico”?

All’interno della grande categoria dei “test diagnostici” si raggruppano quegli esami che aiutano il medico ad orientarsi con maggior precisione verso la diagnosi definitiva.

In genere i test diagnostici sono in grado di discriminare tra diverse malattie che presentano sintomi piuttosto simili, aiutando il medico a districarsi tra le sottocategorie diagnostiche altrimenti non individuate con precisione.

Ad esempio, una Risonanza Magnetica (RMN) eseguita su una persona con dolore alla schiena può permettere di capire se si tratta di una ernia discale o di una frattura alla vertebra, nonostante la sintomatologia sia molto simile.

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Per un approfondimento sull’affidabilità dei test diagnostici, e per le definizioni di accuratezza, sensibilità e specificità, valore predittivo e curva ROC rimandiamo agli articoli dedicati: Affidabilità di un test diagnostico, Sensibilità e Specificità di un Test DiagnosticoValore predittivo di un test diagnostico, Curva ROC (Receiver Operating Characteristic): applicazione ai test diagnostici.

 

Classificazione dei test diagnostici: tipologie di test diagnostico

Suddividiamo i test diagnostici per praticità in differenti categorie.

 

Test clinici

I test o segni clinici sono quelli che si svolgono sul malato direttamente durante la visita medica.

 

Test di diagnostica per immagini (o Diagnostica radiologica)

Prevede l’utilizzo di macchinari capaci di sfruttare le onde (elettromagnetiche, sonore) o le particelle cariche per fornire un’immagine dell’area del corpo interessata. Tale diagnostica dipende dal mezzo fisico utilizzato per ottenere l’immagine, individuabile in tre macro-categorie:

  1. Radiologia: utilizza i raggi X, come la radiografia convenzionale, o la TAC;
  2. Ecografia: sfrutta gli ultrasuoni;
  3. Risonanza Magnetica (RMN): fa uso di un fenomeno fisico definito “risonanza dei nuclei atomici”;
  4. Angiografia, con l’utilizzo di un mezzo di contrasto idrosolubile iniettato in vena per osservare i vasi;

 

Medicina di laboratorio: i test o analisi di laboratorio

  1. Diagnostica microbiologica: viene studiato il materiale proveniente dal paziente alla ricerca della presenza di microorganismi patogeni
  2. Diagnostica biochimica: riguarda le componenti biochimiche analizzabili da un prelievo di sangue o di campione in generale, sempre avvalendosi del Laboratorio Analisi.

 

Test funzionali

I test diagnostici funzionali sono delle prove che vengono messe in atto per verificare il corretto funzionamento di un organo o apparato.

 

Test anatomo-patologici

Un’ulteriore branca diagnostica è l’anatomia patologica che si occupa di svolgere ricerche sui tessuti prelevati dai soggetti, per identificare le lesioni tipiche delle varie malattie, con gli esami citologici, e gli esami istologici e le autopsie diagnostiche.

Esempi di test diagnostici più comuni

  • Emocromo: il più comune test a cui tutti siamo stati sottoposti, consiste in un prelievo di una modesta quantità di sangue poi inviata al Laboratorio Analisi, dalla quale si può verificare la concentrazione di globuli rossi, globuli bianchi, delle piastrine, etc.
  • ECG (Elettrocardiogramma): strumento che, tramite l’applicazione di elettrodi indolori su alcune parti dell’addome, è in grado di registrare i segnali elettrici emessi dal cuore;
  • Prick test: test diagnostico per le allergie, consiste nell’applicazione sulla cute (generalmente dell’avambraccio) di una goccia della sostanza di cui si sospetta allergia, naturalmente diluita. Se sulla pelle vi è una risposta (comparsa di piccole bolle o rossore) dopo circa 15-30 minuti il risultato è considerato positivo e si indaga sull’allergia a quella sostanza;
  • Urinocoltura: è un esame microbiologico che va a ricercare microrganismi presenti nelle urine, prelevandone un campione, spesso in associazione a sospetto d’infiammazioni delle vie urinarie.
  • RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) grazie a potenti campi magnetici (non dannosi e non pericolosi per le dosi utilizzate sul paziente) posizionati attorno al corpo o ad alcune specifiche parti è possibile costruire l’immagine dell’interno del corpo. Riproduce, in poche parole, l’anatomia del corpo in 3D, così da poterne individuare le anomalie.
  • Il test diagnostico per il Coronavirus Covid-19 è un esame di laboratorio che amplifica una determinata sequenza di acidi nucleici virali per verificare la presenza del SARS-CoV2 nel campione prelevato.

 

I test diagnostici sono pericolosi?

È un quesito che vale potenzialmente per tutti i test diagnostici ma molto di più per la diagnostica per immagini, in particolare quella radiologica. Essa utilizza infatti radiazioni elettromagnetiche o particelle cariche per colpire le strutture del corpo e costruire l’immagine sulla base della risposta ottenuta.

Il rischio di esposizione ai raggi X è oggi estremamente basso grazie all’utilizzo di una tecnologia molto avanzata e che spesso “scherma” (ovvero protegge) le parti più sensibili. Questo implica che, pur essendo noti i possibili danni causati dalle radiazioni, questi siano pressoché inesistenti per coloro che devono effettuare saltuariamente una simile tipologia di test.

L’esposizione richiesta affinché l’organismo subisca conseguenze è altissima, ben superiore alla dose a cui si è sottoposti per una RX o una TAC nel corso della vita – di seguito un grafico che mette a confronto la dose di radiazione di alcuni degli esami più comuni: il rischio è infatti dose-dipendente, dunque maggiore è la dose di radiazioni a cui il corpo è sottoposto, maggiore è il rischio di sviluppare conseguenze sgradevoli.

 

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Qual è l’impatto economico dei test diagnostici?

I test diagnostici aumentano nel tempo in quantità, disponibilità e accuratezza. La quantità di esami diagnostici richiesti per una diagnosi su un malato aumenta nel tempo perché tutti vogliono diagnosi sempre più accurate. Gli ammalati, i magistrati e di conseguenza i medici, che oggi non possono più fermarsi, per una corretta diagnosi, all’impressione clinica e ad esami operatore-dipendenti, ma necessitano delle conferme oggettive dei test. Le conferme diagnostiche ottenute con molteplici test diagnostici aumentano la ridondanza degli elementi a disposizione e i conseguenti costi per il sistema sanitario.

 

Conclusione

I test diagnostici sono la terza tappa sul cammino della diagnosi perché sono esami di conferma delle ipotesi diagnostiche formulate con l’anamnesi e l’esame obiettivo.

La loro efficacia ed efficienza nel fornire le risposte giuste per ottenere una diagnosi corretta è in diretta relazione con le altre due tappe del percorso diagnostico.

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

Bibliografia:

 

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