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Telemedicina ai tempi del COVID

Telemedicina ai tempi del COVID

In un mondo in cui il distanziamento sociale è ormai importante, siamo alla continua ricerca di mezzi e buone abitudini per metterlo in pratica al meglio. In questo, le soluzioni tecnologiche rivestono un ruolo cruciale.

Qualche settimana fa vi abbiamo già presentato alcune idee e prospettive per quanto riguarda il futuro della professione di medico, con particolare riferimento all’attività ambulatoriale. In questo articolo vogliamo invece parlare un po’ più diffusamente delle potenzialità e dei limiti della telemedicina.

 

Cos’è la telemedicina?

La telemedicina è l’insieme delle tecniche mediche ed informatiche che permettono di seguire un paziente a distanza, cercando al tempo stesso di ridurre l’afflusso in ambulatori e ospedali.

La telemedicina si esegue preferibilmente nell’ambulatorio del medico – quando sono necessari esami specifici – o presso l’abitazione del paziente, e si rivolge principalmente a persone che presentano sintomi “semplici” come quelli influenzali e simili. Inoltre è particolarmente indicata per pazienti affetti da patologie croniche, tutte quelle persone che necessitano di essere monitorate nel tempo.
Questi pazienti hanno già una diagnosi, e possono essere seguiti a distanza tramite videochiamate che consentono l’acquisizione nel tempo di altri dati utili.

Il ricorso alla telemedicina consente di eseguire ad esempio elettrocardiogrammi, spirometrie ed esami del fondo oculare evitando al paziente spostamenti. Tramite videochiamate successive, è possibile commentare gli esiti e seguire il decorso della patologia.

Il medico può inoltre avvalersi di specialisti, condividendo file ed esiti con essi in modo da avere una diagnosi più completa senza necessità di spostamenti.

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Perché da oggi è importante metterla in atto?

L’emergenza COVID ha rilevato che una significativa parte dei contagi è legata all’ambiente ospedaliero. Per questo, la telemedicina potrebbe essere molto utile oggi perché permetterebbe di trattare i pazienti con sintomatologia lieve o moderata direttamente da casa.
Poter rimanere al sicuro tra le mura di casa evita infatti il rischio di esposizione al virus per contatto con altri pazienti infetti.
La telemedicina può essere usata per effettuare visite precoci in cui il medico esegue un’anamnesi, osservando direttamente eventuali segni di difficoltà respiratoria. L’approccio è particolarmente utile se consideriamo tutti quei soggetti che presentano già altre malattie, o che sono anziane e quindi esposte a maggior rischio.

Questa modalità, tra l’altro, espone ad un rischio minore anche lo stesso personale sanitario.

 

Dati a supporto: pazienti con diabete e progetto CReG

Studi sul diabete

L’utilizzo della telemedicina si è rivelato utile in caso di pazienti affetti da diabete di tipo 2, che sono stati sottoposti a monitoraggio telefonico da casa. Lo studio (2) è stato condotto in Polonia su 86 pazienti anziani, con un’età media di 72 anni e in presenza di ulteriori patologie. Non dovendo recarsi nelle strutture sanitarie, sono stati esposti ad un minor rischio di contrarre il virus innanzitutto, come già anticipato. Ma non finisce qui.

L’assistenza fornita era volta a monitorare i livelli glicemici e lo stato emotivo dei soggetti. Per via telefonica i pazienti erano quindi sottoposti ad interviste relative sia alle condizioni cliniche sia ad ansia e depressione.

A 22 di queste persone fu cambiata leggermente la terapia glicemica, con successo, e nessuno di loro presentò alcun sintomo COVID durante questa modalità di trattamento.

Per quanto riguarda la loro situazione emotiva, il discorso si fa un po’ più complesso. Molti di questi anziani hanno riferito di sentirsi ansiosi nei confronti della situazione pandemica, e questa condizione si è tradotta anche in una maggiore difficoltà nel controllo della glicemia rispetto a coloro che invece si sentivano più tranquilli. In particolare, quasi tutti coloro che vivevano soli presentavano sintomi depressivi o di paura ed ansia.

Dal momento che iperglicemia e diabete possono portare ad una maggiore incidenza di infezioni, poter evitare di uscire di casa per recarsi a visite in ambienti ospedalieri e ad alto rischio è sicuramente un grande risultato.

 

Precedenti esperimenti di telemedicina

Mario Sorlini, medico presidente della cooperativa IML – Iniziativa Medica Lombarda – ha di recente raccontato in un’intervista l’esperienza portata a termine con successo solo pochi anni fa.

Nel progetto CReG di Regione Lombardia, la sua cooperativa ha avviato una sperimentazione eseguendo circa 10 mila elettrocardiogrammi e oltre 1.500 spirometrie in questa modalità. Coloro che si sottoposero a questo trattamento innovativo furono molto soddisfatti.


I pazienti trattati erano affetti da diverse malattie croniche come ipertensione, diabete, patologie cardiache e polmonari. Ognuno di loro aveva una cura personalizzata ed effettuavano periodicamente determinati esami. Venne fatto anche un’altra sperimentazione, che ha coinvolto 200 pazienti con condizioni più complesse e che richiedevano maggiori attenzioni. A questi fu fornito un kit contenente le attrezzature necessarie per eseguire da casa alcuni esami, come elettrocardiogramma, misuratore di pressione e di glucosio, etc.
Il risultato fu molto positivo: una volta superate le difficoltà iniziali, i pazienti prendevano confidenza con gli strumenti ed erano in grado di eseguire le analisi in autonomia, caricando i risultati su portali online da cui il medico poteva leggerli ed eventualmente inviarli ad altri specialisti.

 

Le istruzioni dell’Istituto Superiore di Sanità

Circa un mese fa l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato il rapporto “Indicazioni ad interim per servizi assistenziali di telemedicina durante l’emergenza sanitaria Covid-19“.

Nel documento ci sono tutte le indicazioni per rendere agevole il servizio di telemedicina per la nostra nazione, con particolare attenzione ai casi di sospetto COVID e ai pazienti con malattie croniche o rare.

Sono messe per iscritto tutte le istruzioni per rendere ottimale la visita e anche gli strumenti digitali da usare per assicurare al paziente il rispetto della privacy secondo la GDPR vigenti, almeno dal lato degli operatori sanitari. Nel documento che abbiamo inserito tramite link, ci sono tutti i dettagli per chi volesse approfondire.

 

Telemedicina nel post-COVID

Per via del rischio sanitario in cui possiamo imbatterci recandoci presso le strutture sanitarie, è bene dunque predisporre un terreno fertile per la telemedicina. Non sappiamo quanto tempo occorrerà per tornare alla vita cui eravamo abituati, e nel frattempo la cosa più saggia sembra essere quella di creare le condizioni per una “nuova normalità”. Quello che abbiamo visto in questi mesi fa ben sperare: gli strumenti ci sono, la predisposizione da parte di personale sanitario e pazienti anche, e i risultati ottenuti finora sono molto positivi.

 

I limiti da affrontare

Ci sono comunque dei limiti che andranno considerati, come le modalità e le questioni giuridiche e legali, che col tempo dovranno essere approfondite adeguatamente.

Gli operatori sanitari dovranno cercare di superare queste barriere educando i pazienti, facendo loro comprendere che la telemedicina può essere un’alternativa sicura ed efficace in questo contesto.
Una grande sfida sarà anche quella di impostare sistemi operativi in grado di effettuare videochiamate in modalità accessibili e comprensibili per tutti. 

 

Una visione comune: la richiesta delle associazioni dei pazienti

Data la necessità di aumentare l’efficienza di questo nuovo modo di condurre le visite mediche, una lunga lista di associazioni di pazienti con malattie cronache e rare ha firmato un comunicato stampa il 28 aprile 2020. Il documento è rivolto al Presidente Conte ed al Ministro della Salute Speranza, e chiede di ridisegnare il sistema sanitario nazionale con nuove linee guida che permettano a medici e pazienti di accedervi con maggiore facilità di esecuzione.

Questa pandemia potrebbe essere l’occasione per impostare una telemedicina efficace e che possa diventare un mezzo utile anche per il futuro.

 

La Redazione di Med4Care

 

Bibliografia:

  1. Portnoy J, Waller M, RN, BSN, MBA, Elliot T. Telemedicine in the Era of COVID-19.  J Allergy Clin Immunol Pract, 2020 Mar 24.
  2. The COVID-19 pandemic: the use of telemedicine in elderly patients with type 2 diabetes. Polish archives of internal medicine. Edyta Fatyga, Sylwia Dzięgielewska-Gęsiak, Aleksander Wierzgoń, Dorota Stołtny, Małgorzata Muc-Wierzgoń
  3. https://www.bergamonews.it/2020/04/18/telemedicina-e-cure-a-distanza-covid-ci-fa-capire-che-serve-una-svolta/366733/

 

Per approfondire: