Stati Uniti: risultati dei test sierologici per Covid-19

Riportiamo qui i primi risultati dei test sierologici per il Covid-19 condotti negli Stati Uniti.

 

I dati dei test anticorpali Covid-19 negli Stati Uniti raccolti finora

Nella Contea di Santa Clara il 3 e 4 aprile 3330 volontari hanno effettuato un’indagine sierologica. Lo studio, condotto dall’Università di Stanford, ha stimato la percentuale di positivi al test anticorpale tra il 2.49% e il 4.16% (1).

Un altro studio condotto a Los Angeles su 863 adulti stima la presenza di anticorpi contro il Coronavirus nel 4.1% dei partecipanti (2).

Più recentemente gli scienziati hanno applicato i test anticorpali nei confronti di 6237 impiegati, giocatori inclusi, della Major League Baseball: solo lo 0,7% è risultato positivo (3).

 

Limiti dei test sierologici

I limiti dei test sierologici sono suggeriti dalla difficoltà di standardizzare un metodo preciso: ogni specifica misurazione avviene con test differenti, per cui le metodiche potenzialmente non sono sovrapponibili. Inoltre spesso le indagini sono relative a campioni specifici e non necessariamente riflettono la totalità della popolazione. Tenuto comunque conto di questi limiti, ciò che abbiamo è l’unico metodo per poter determinare la diffusione del contatto con il Coronavirus, e quindi la mortalità, nelle categorie sottoposte a indagine.

 

Quale significato attribuire ai primi risultati dei test sierologici per il Covid-19 negli Stati Uniti?

I dati raccolti finora sembrano indicare una diffusione non trascurabile del Covid-19 nella popolazione. Facendo una media pesata dei dati dei singoli campioni nei confronti della popolazione generale, possiamo stimare che circa l’1.9% della popolazione potrebbe essere stato a contatto con il Coronavirus, producendo anticorpi.

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Di conseguenza, estrapolando il dato all’intera popolazione generale, potremmo affermare che la mortalità, dall’attuale 5.9% potrebbe scendere all’1.3%.

Quale poi possa essere la reale immunità determinata dagli anticorpi stessi, non lo sappiamo ancora. Occorreranno ulteriori test, ancora più diffusi nella popolazione, per poter finalmente determinare se questa risposta anticorpale è efficace e/o duratura nel tempo.

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

 

Fonti: