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Cura della fimosi, ultime evidenze: meglio circoncisione o plastica?

La fimosi è una condizione in cui il prepuzio, la pelle che copre il glande ovvero la parte terminale del pene, è troppo stretto e non può essere ritratto facilmente. Attualmente qual è la migliore opzione di cura per la fimosi? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Cura della fimosi: storia della circoncisione e ultime evidenze

Nell’antichità la circoncisione era l’intervento più diffuso, l’unico di cui si fa menzione nella Bibbia. Inizialmente nata in Egitto come un rituale di mutilazione riservato al clero, si diffuse successivamente tra la popolazione con possibili finalità igieniche. Questa usanza fu adottata anche da altri popoli, inclusi Ebrei, Greci e Romani.

Sebbene la circoncisione offrisse vantaggi igienici, comportava lo scoprimento del glande, considerato imbarazzante poiché ritenuto la sola parte del corpo indecente da non esibire pubblicamente. Nell’antica Grecia e successivamente a Roma, gli atleti praticavano esibizioni nude e per evitare la retrazione del prepuzio, utilizzavano l’infibulazione inserendo un anello all’interno. Questo causò disagio agli atleti ebrei circoncisi, poiché non avevano mezzi per coprire il glande se non una sorta di pinza temporanea pronta a cadere in ogni momento.

Sebbene la circoncisione fosse originariamente utilizzata per condizioni come lesioni infiammatorie e tumori del prepuzio, le sue indicazioni terapeutiche si sono notevolmente ridotte. Tuttavia in alcuni paesi la pratica persiste per motivi rituali e tradizionali, talvolta eseguita su neonati senza anestesia. Anche nel mondo occidentale la circoncisione è ampiamente praticata oggi. Continua ad essere il trattamento più comune per varie forme di fimosi, congenite e acquisite, ma l’asportazione del prepuzio può ancora causare problemi psicologici e disagi di diverso tipo.

Fimosi nei bambini e negli adulti

Nella maggior parte dei casi, circa il 90% dei bambini, il prepuzio diventa retrattile attorno all’età di 3 anni, consentendo al glande di essere scoperto. Quindi l’incapacità di far arretrare la sottile membrana che copre l’estremità del pene prima di questa fase non rappresenta una condizione patologica e non richiede alcun intervento specifico.

Dopo i 3 anni il pediatra potrebbe suggerire l’uso di creme eudermiche che la madre può delicatamente applicare per agevolare il movimento della pelle e la pulizia dell’area, prevenendo l’accumulo di secrezioni che potrebbero causare irritazioni. Tuttavia è fondamentale evitare manovre brusche, anche se talvolta i pediatri potrebbero essere tentati di farle. Queste manovre non solo possono essere dolorose per il bambino, ma possono anche provocare lacerazioni che aggravano la situazione, portando a cicatrici che causano un restringimento dell’orifizio prepuziale e quindi alla comparsa di una fimosi, che inizialmente non era presente.

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Nei casi degli adulti la correzione è consigliata non appena viene diagnosticata la condizione, per prevenire il peggioramento di infiammazioni e irritazioni causate dalla difficoltà nel mantenere una corretta igiene locale. Le complicazioni durante i rapporti sessuali possono avere un impatto negativo sull’equilibrio psicologico della persona nel tempo, causando notevoli disagi.

Plastica del prepuzio per la cura della fimosi

Fino a questo momento, la circoncisione è stata la scelta principale per trattare la fimosi, ma questa pratica non dovrebbe più essere considerata come prima opzione. La natura ha fornito una protezione naturale al glande sotto forma di un sottile strato di pelle, che ne preserva la morbidezza e la sensibilità, prevenendo eventuali irritazioni. È quindi evidente l’importanza di mantenere questa copertura. Conservare questa integrità del prepuzio non solo ha vantaggi funzionali, ma preserva anche la forma della parte interessata, evitando impatti negativi sullo sviluppo psicologico del bambino. L’età ideale per il trattamento della fimosi congenita è all’inizio della scolarizzazione, ma in casi gravi che causano difficoltà urinarie, l’intervento può essere eseguito anche prima.

Attualmente quindi la scelta terapeutica si orienta verso approcci conservativi che prevedono una plastica cutanea per allargare l’apertura del prepuzio, mantenendolo però intatto. Questo intervento manterrà coperto il glande quando è a riposo e risulterà praticamente invisibile la cicatrice. La procedura consiste nel prelevare due lembi di pelle dalla parte esterna del prepuzio, incrociandoli per allargare l’apertura. Spesso insieme all’allargamento dell’apertura prepuziale viene eseguito anche l’allungamento del frenulo, la sottile membrana che collega il prepuzio all’apice del glande. I punti utilizzati per chiudere le incisioni si riassorbono da soli, non richiedendo rimozione.

È possibile eseguire l’intervento con anestesia locale, applicando una crema anestetica. Negli adulti questa procedura di solito non presenta problemi, mentre nei bambini più sensibili o riluttanti, l’anestesista contribuisce per garantire che l’intervento avvenga senza particolari fastidi. Tuttavia quando si interviene su bambini molto piccoli, spesso è necessaria un’anestesia generale.

Nel periodo successivo all’intervento, è consigliabile mantenere mobile la zona trattata, utilizzando creme lenitive per facilitare lo scorrimento del prepuzio. Per gli adulti la ripresa dell’attività sessuale è solitamente possibile dopo circa due settimane.