#iorestoacasa, sempre e comunque

#iorestoacasa, sempre e comunque

Molti hanno teorizzato che le nostre vite, la nostra privacy avrebbero subito fortissime limitazioni con l’esponenziale sviluppo della tecnologia a partire da internet.
È accaduto invece l’imponderabile: un piccolo virus ci ha messi di fronte alle nostre fragilità, costringendoci a rivedere le nostre priorità e i nostri stili di vita.
Personalmente avevo deciso di organizzarmi per restare a casa ben prima dell’adozione delle misure restrittive da parte del nostro Governo. Mi era bastato leggere l’articolo comparso qui su Med4Care in data 23 febbraio 2020 per capire a quale scenario stavamo andando incontro.

Stravolgendo le mie abitudini, ho ricreato così il mio ufficio a casa, dove lavoro oramai da diversi giorni.
Agli inizi non è stato facile, lo ammetto, essendo abituata a spostarmi, spesso con i mezzi pubblici, e non solo per motivi di lavoro. Ho cercato però di organizzarmi al meglio, per tempo, ed oggi esco solo se strettamente necessario, avendo cura di portare sempre con me il modulo di auto-dichiarazione, in caso di controllo da parte delle Forze dell’ordine.
Con il dilagare del Coronavirus restare a casa non è più una scelta dettata dalla prudenza, rimessa alla coscienza e al senso civico di ciascuno di noi.
Il DPCM del 9 marzo 2020, noto con l’hastag #iorestoacasa, ha imposto l’obbligo in tutta Italia di restare a casa tranne per i casi di: comprovate esigenze di lavoro, situazioni di necessità, motivi di salute, rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Non basta però trovarsi in una di queste situazioni per uscire da casa in modo legittimo: è necessario “certificare” una di queste condizioni con un’autodichiarazione, secondo il modulo (format) di autodichiarazione che sostituisce tutti i precedenti modelli e di cui si parla di continuo. Ma perché suscita così tanto interesse?
Secondo la nuova “autodichiarazione”, ciascuno di noi in caso di spostamento deve certificare, assumendosi le responsabilità (anche penali):
• di trovarsi in una delle condizioni lecite per cui è possibile uscire di casa (esigenze lavorative, motivi di salute, stato di necessità o rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza;
• “di non essere sottoposto alla misura della quarantena e di non essere risultato positivo al COVID – 19 di cui all’art. 1 comma 1 lettera c) del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020”.

La condizione essenziale per muoversi “legalmente” è duplice: non essere sottoposto a quarantena e non essere risultato positivo al Coronavirus.
Siamo di fronte a una regola di cautela, e conseguentemente, a una precisa scelta del Legislatore.
Ad oggi si è collocati in quarantena o perché positivi al tampone del COVID-19 (dopo averne accusato i sintomi) o perché si è stati a contatto con soggetti positivi al COVID-19. In quest’ultimo caso le autorità eseguono il tampone e ordinano la quarantena (presso la propria abitazione, di solito). Qualora il tampone risulti positivo NON SI DEVE ASSOLUTAMENTE USCIRE DA CASA, essendosi verificate le due condizioni di cui al modulo di autodichiarazione: positivi al tampone + quarantena.

I tempi di risposta al tampone però non sono di solito immediati. Oggi le strutture sanitarie abilitate a ricevere i tamponi e ad eseguire tutti i test sono oberate di lavoro. Quindi può accadere facilmente che tra il momento in cui una persona viene posta in quarantena a casa e il momento in cui viene a conoscenza dell’esito del proprio tampone, possa trascorrere anche qualche giorno.

Allora la domanda è (ed è quella che ha generato maggiore confusione):

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in attesa dell’esito del tampone, se sono in quarantena, posso uscire da casa nei casi previsti dalla legge oppure no?

Di fronte a questa evenienza (quarantena e situazione di incertezza legata all’esito del tampone il quale ci dirà se siamo positivi o negativi al virus) il Governo ha scelto di privilegiare il bene collettivo della salute pubblica, rispetto alla libertà di movimento del singolo cittadino.
In altri termini, se è ancora ignota la risposta al tampone e sono in quarantena, non potendo io oggettivamente dichiarare (secondo il modulo di autodichiarazione) di “non essere risultato al test del COVID-19” – perché sono in attesa degli esisti del test – NON DEVO USCIRE. Solo quando avrò ricevuto comunicazione degli esiti del tampone allora:
– se positivo, essendo in quarantena, avrò il divieto assoluto di muovermi da casa (anche se ricorrono una delle quattro motivazioni riportate le modulo);
– se negativo, invece, potrò uscire (sempreché ricorrano le condizioni previste dall’autodichiarazione).

Quindi, ricapitoliamo. Se sono in quarantena (perché sono entrato in contatto con probabili soggetti infetti da Corona virus) e sono in attesa di sapere i risultati del test (che mi dirà se sono positivo o negativo al Corona virus), ho il divieto assoluto di uscire da casa e non potrò farlo nemmeno se ho esigenze lavorative, motivi di salute o necessità di altro tipo.
Naturalmente, se non sono in quarantena e non ho fatto il tampone, potrò uscire da casa ma solo al ricorrere di una delle esigenze previste dal modulo.

Trasgredire le disposizioni del Decreto #iorestoacasa può costare caro.

Si rischia la denuncia per “inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità” prevista dall’art. 650 c.p., punibile con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a 206 euro.
È ancora dibattuta la possibilità di formulare imputazioni per reati più gravi, quali ad esempio, quello di falsa attestazione a un pubblico ufficiale (condanna da uno a sei anni di reclusione), ma non è da escludersi un inasprimento delle sanzioni, nel caso in cui le attuali misure di contenimento continuino a essere violate.

Anche se nulla sarà più come prima, ciascuno di noi può fare la propria parte.
Credo proprio che un piccolo sacrificio oggi ne valga assolutamente la pena, considerato che la posta in gioco è molto alta.
Si tratta di tutelare la nostra salute, un bene giuridico che fino ad oggi ha avuto la massima rilevanza costituzionale.
Spero che continui ad esserlo negli anni a venire.

 

Avv. Bianca Fiorenzano
Founder – Medico Protetto (www.medicoprotetto.net)

 

Per approfondire: