Magnetoterapia, terapie fisiche, terapie ortopediche

La magnetoterapia: terapia con le onde elettromagnetiche

La magnetoterapia è la terapia fisica con il più alto tasso di pubblicazioni e di successi terapeutici nel mondo ortopedico, anche rispetto alle terapie fisiche di ultima generazione.

Sebbene sia una delle prime terapie fisiche adottate, esplica ancora oggi e con successo la sua capacità rigenerativa sui tessuti ad alta impedenza (tendini, legamenti ed ossa), purché sia utilizzata nel modo corretto.

In questo articolo approfondiremo quindi la magnetoterapia e i suoi utilizzi.

 

Come funziona la magnetoterapia?

La terapia è erogata da alcuni solenoidi, ossia placche rigide che una volta applicate sulla parte da trattare erogano direttamente le frequenze elettriche producendo, in base alle frequenze emesse, un campo magnetico in grado di indurre:

  • la rigenerazione tissutale,
  • o un effetto antidolorifico.

 

La carica elettrica delle cellule

Il tessuto osseo, i tendini e i legamenti sono formati da cellule, come tutti i nostri tessuti.

Ogni cellula è dotata di una sua carica elettrica che è il risultato della differenza di un potenziale elettrofisiologico che si trova sia dentro che fuori la cellula stessa. Questo potenziale, in una condizione di equilibrio, oscilla tra i 60 e i 75 mV, con leggere variazioni da cellula a cellula.

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Questo equilibrio elettrico (omeostasi elettrica), consente il corretto funzionamento cellulare.

Durante un evento infiammatorio la cellula perde carica elettrica e diminuisce questo potenziale: ciò non le consente di svolgere al meglio le sue funzioni biologiche di respirazione e riparazione tissutale ed entra in sofferenza.

Una sofferenza cronica produce poi cronicità nell’infiammazione, dolore e limitazione della funzionalità.

 

La magnetoterapia come riparatore elettrofisiologico

Questa terapia, mediante le sue cariche elettromagnetiche, agisce proprio come ripolarizzatore di membrana nei tessuti lesi ed infiammati, ristabilendo la normale differenza di potenziale delle cellule e consentendo loro di riparare il danno.

La magnetoterapia agisce quindi come un potente riparatore elettrofisiologico:

  • riduce i tempi di guarigione di una frattura,
  • stimola lo scambio cellulare,
  • migliora l’ossigenazione e il nutrimento dei tessuti lesi,
  • riduce l’infiammazione e il conseguente edema,
  • ripristina il fisiologico funzionamento del tessuto osseo.

 

Frequenze ed erogazioni della magnetoterapia

Le frequenze elettriche utilizzate in magnetoterapia sono di 2 tipologie: basse e alte.

Le basse generano campi elettromagnetici grazie a frequenze che oscillano tra i 10 e i 200 Hz, utilizzate per stimolare la rigenerazione tissutale. Si tratta di una terapia lenta, che esplica il suo effetto riparatore nei tessuti ad alta impedenza attraverso molte ore di erogazione. È perciò adatta per condizioni morbose, croniche e complesse del sistema osseo e necessita di un’applicazione che va dalle 4 alle 8 ore.

In questo caso sarebbe opportuno effettuarla a domicilio adottando materassini da porre sotto le lenzuola per poterla erogare durante la notte. Per un effetto curativo è inoltre necessario sottoporsi a sedute giornaliere per almeno 2-3 mesi.

Le alte frequenze o radiofrequenze, nell’ordine da 18 a 900 Mhz, vengono utilizzate per il loro effetto analgesico e antinfiammatorio, per questo sono erogate per circa 40 minuti. Al contrario delle basse frequenze, queste non hanno effetto riparativo diretto sul tessuto.

È possibile fruire dell’effetto antalgico dato dall’utilizzo della magnetoterapia ad alta frequenza mediante due tipi di erogazioni: statica e pulsata.

  • Nella terapia magnetica statica le revisioni sistematiche non hanno riscontrato molti concreti benefici sulla gestione del dolore osseo cronico (1) come ad esempio il dolore dato dall’artrosi e artrite reumatoide (2). È quindi adatta al dolore acuto.
  • L’effetto antalgico della terapia elettromagnetica pulsata sulle patologie croniche è significativamente positivo, poiché è stato riscontrato che può alleviare il dolore cronico migliorando la vascolarità e il riequilibrio cellulare, come ad esempio il dolore nell’artrosi del ginocchio (3).

 

Magnetoterapia a bassa frequenza

Ricordiamo però che i campi elettromagnetici a bassa frequenza sono quelli più adatti per la riparazione tissutale, poiché accelerano la formazione del callo osseo nelle fratture e nelle sindromi algodistrofiche.

In questo caso le documentazioni scientifiche sui miglioramenti sono acclarate e ben consolidate; questo fa sì che la magnetoterapia a bassa frequenza sia la più indicata nel trattamento rigenerativo e riparativo dei tessuti ad alta densità di impedenza.

È la più indicata anche nella stimolazione e incremento dei processi di equilibrio cellulare delle cellule deputate:

  • alla crescita del tessuto osseo (osteoblasti), e
  • alla distruzione ossea (osteoclasti),

come nel caso dell’osteoporosi (4), in cui la produzione di cellule che distruggono il tessuto osseo (osteoclasti) è eccessiva.

Proprio per questo motivo è lo strumento elettivo nella rigenerazione ossea.

Le patologie trattate con successo dalla magnetoterapia a bassa frequenza sono:

  • algodistrofia (sindrome di Sudek),
  • artrite deformante,
  • artrite settica,
  • artrosi,
  • condropatie,
  • costo condrite,
  • discopatie degenerative,
  • distorsioni di II e III°,
  • fratture,
  • mal consolidamento osseo,
  • osteocondriti,
  • osteonecrosi,
  • osteopenia,
  • osteoporosi,
  • periostiti,
  • protrusioni,
  • ritardo formazione callo osseo,
  • spondilite anchilosante,
  • spondilosi,
  • sterno condrite,
  • sindromi dolorose ossee ed articolari,
  • sindromi dolorose per deformità della colonna.

Ricordiamo che i portatori di pacemaker non possono effettuare magnetoterapia.

 

Magnetoterapia in breve

La magnetoterapia è una terapia fisica con alto tasso di successi, utilizzata sia per il suo effetto riparatore sui tessuti che per il suo effetto analgesico. Agisce infatti come ripolarizzatore di membrana, aiutando le cellule a riparare i danni, in particolare nei tessuti ad alta impedenza.

Può essere utilizzata sia a basse frequenze che ad alte frequenze, con scopi diversi, ed è consolidato il suo successo nel trattare una serie di patologie.

 

Fonti

  1. Kroeling P, Gross A, Graham N, et al: Electrotherapy for neck pain
  2. Pittler MH, Brown EM, Ernst E: Static magnets for reducing pain: systematic review and meta-analysis of randomized trials
  3. Chen L, Duan X, Xing F, et al: Effects of pulsed electromagnetic field therapy on pain, stiffness and physical function in patients with knee osteoarthritis: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials
  4. Wang R, Wu H, Yang Y, Song M: Effects of electromagnetic fields on osteoporosis: a systematic literature review