Sifilide

La Sifilide

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La sifilide è una malattia infettiva a trasmissione sessuale causata dal batterio Treponema pallidum.

Si tratta di una malattia potenzialmente molto pericolosa, poiché può causare danni irreversibili al sistema nervoso, cuore e altri organi se non curata e trattata correttamente. Per questo motivo la prevenzione rappresenta un elemento importante, dato che la sifilide può essere trattata con successo se diagnosticata in tempo.

Vediamo insieme in dettaglio quali sono le cause, sintomi e trattamento per questa patologia.

Quali sono le cause? Eziologia

La sifilide è causata dal batterio Treponema pallidum, che si diffonde attraverso il contatto sessuale con una persona infetta. La trasmissione avviene quando la cute o le mucose sane entrano in contatto con le lesioni cutanee o le ulcere genitali di una persona infetta durante il rapporto sessuale, anche anale e orale.

In alcuni casi la sifilide può essere trasmessa dalla madre infetta al feto durante la gravidanza, causando gravi problemi di salute per il bambino.

Inoltre, la sifilide può essere trasmessa attraverso il sangue infetto, ad esempio durante una trasfusione di sangue o l’utilizzo di siringhe non sterili.

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È importante notare che la sifilide può essere trasmessa anche da persone che non hanno sintomi visibili, il che rende importante la prevenzione attraverso l’utilizzo di pratiche sessuali sicure e la diagnosi precoce.

Come si instaura il danno all'organismo da parte del Treponema? Vediamo la fisiopatologia della sifilide

Una volta che il batterio responsabile della sifilide entra nell’organismo, si moltiplica e si diffonde nei tessuti. La prima reazione dell’organismo consiste in una forte risposta infiammatoria localizzata in una sede specifica (l’ulcera sifilitica).

Nel tempo, in mancanza di terapia, il batterio continua a diffondersi e la reazione infiammatoria dell’organismo diviene generalizzata, sviluppando i sintomi tipici della fase secondaria della malattia.

Successivamente, la diffusione generalizzata del batterio e della risposta infiammatoria causa danni a lungo termine diffusi anche in sedi molto distanti dal punto di infezione, coinvolgendo i vasi cardiaci e cerebrali e le articolazioni.

Vediamo più nel dettaglio le singole fasi sintomatologiche.

Sintomi della sifilide

La sifilide è una malattia a evoluzione progressiva che può causare sintomi diversi a seconda della fase in cui si trova. Solitamente, il suo decorso viene distinto in tre fasi.

Fase primaria: l'ulcera sifilitica

I primi sintomi della sifilide primaria compaiono circa 3 settimane dopo l’infezione. Solitamente, il primo segnale è l’insorgenza di una piccola ferita o ulcera, chiamata appunto ulcera sifilitica, che si trova di solito all’interno o all’esterno della vagina, del pene o del perineo. Nelle vicinanze di questa ferita possono in questo caso trovarsi anche dei linfonodi ingrossati.

L’ulcera sifilitica può perdurare da pochi giorni a diversi mesi; tuttavia, spesso ha una risoluzione spontanea, cioè significa che scompare da sola, anche se la persona è ancora infetta.

Fase secondaria: i sintomi della sifilide conclamata

La malattia passa alla sua seconda fase nel caso in cui non venga trattata tempestivamente e adeguatamente all’insorgere dei primi sintomi. La seconda fase può durare da poche settimane a diversi mesi, e causare sintomi come:

  • Eruzioni cutanee o macchie sulla pelle possono comparire ovunque sul corpo e possono essere accompagnate da prurito;
  • Febbre in genere di natura intermittente;
  • Dolore alle articolazioni accompagnato da gonfiore e rigidità articolare;
  • Debolezza muscolare spesso associata a perdita di peso;
  • Ingrandimento del fegato e della milza.

Durante il decorso della seconda fase, così come nella fase precedente, in un determinato momento potrebbe verificarsi la scomparsa dei sintomi, anche se la persona è ancora infetta.

Fase terziaria o tardiva: le complicanze della sifilide

La terza fase, nota anche come sifilide tardiva, si verifica quando la malattia non viene trattata adeguatamente durante le prime due fasi. Occorrono così gravi danni agli organi e alle articolazioni, potenzialmente letali per il paziente. I sintomi della terza fase includono:

  • Danno nervoso con problemi di memoria, debolezza muscolare e difficoltà di equilibrio;
  • Problemi oculari nella forma di infiammazioni oculari e problemi di vista;
  • Danno cardiovascolare dovuto a lesioni ai vasi sanguigni, comprese le arterie coronarie, che possono portare a un attacco di cuore o ictus;
  • Danno alle ossa e alle articolazioni che può determinare l’insorgenza di deformità ossee e dolore articolare.

Questa fase è difficile da trattare e può causare gravi complicazioni a lungo termine.

Specificità della sifilide nella donna incinta: quali i sintomi in gravidanza?

In generale, i sintomi della sifilide sono simili negli uomini e nelle donne. Tuttavia, le donne incinte con sifilide possono presentare alcune differenze rispetto agli uomini. Ad esempio:

  • La sifilide durante la gravidanza può causare gravi complicazioni per il feto, tra cui la morte fetale, danni al sistema nervoso centrale e parto prematuro;
  • Sintomi genitali come infiammazione delle grandi labbra e del clitoride, dolore durante i rapporti sessuali e perdite vaginali;
  • Infezioni secondarie: le donne con sifilide possono essere più suscettibili a sviluppare infezioni secondarie rispetto agli uomini.

Diagnosi di sifilide

Per valutare una possibile sifilide bisogna ricorrere al proprio medico di medicina generale oppure prenotare una visita sessuologica, che nel caso dei soggetti maschili si chiama anche visita andrologica e nel caso delle donne si chiama visita ginecologica.

I passaggi per la diagnosi di sifilide sono sempre rappresentati da un’accurata raccolta delle informazioni sulla storia del paziente e i suoi sintomi, seguiti da una visita e dalla prescrizione di esami specifici per la conferma diagnostica.

Anamnesi

Durante il primo colloquio il medico raccoglie le informazioni sul paziente e sulla sua storia medica. Solitamente, il medico cercherà di approfondire i sintomi per i quali il paziente giunge a visita, che potrebbero essere le lesioni cutanee tipiche della prima fase, chiamate ulcere sifilitiche, oppure i sintomi della seconda fase di malattia quali febbre, mal di testa, stanchezza o stanchezza oculare.

In un secondo tempo si indagherà la Storia medica per individuare la presenza di malattie sessualmente trasmissibili o altre malattie croniche generali.

Il medico poi potrebbe chiedere al paziente se ha effettuato test per le malattie sessualmente trasmissibili in precedenza e se sono state adeguatamente trattate.

Infine si valuterà la Storia sessuale, con le informazioni sulle relazioni sessuali del paziente, compreso il numero di partner sessuali, il tempo trascorso dall’ultimo rapporto sessuale e se sono stati utilizzati metodi di protezione durante tali rapporti.

L’anamnesi sarà utilizzata dal medico per determinare il rischio di sifilide e per decidere quale tipo di test è più indicato in base alle condizioni del caso. Inoltre, in questa fase è possibile identificare eventuali partner sessuali che potrebbero aver contratto la malattia e che dunque potrebbero aver bisogno di un trattamento.

Esame obiettivo

Durante la visita il medico esaminerà il corpo del paziente alla ricerca di segni o sintomi che possano ricondurre alla malattia. In questa fase, vengono effettuati:

  • Esame delle lesioni cutanee: il medico esaminerà attentamente le eventuali lesioni cutanee presenti sul corpo del paziente;
  • Valutazione dei linfonodi: vengono esaminati i linfonodi del paziente alla ricerca di eventuali gonfiori o infiammazioni;
  • Esame degli organi genitali, finalizzato all’identificazione di eventuali lesioni o gonfiori nella zona interessata;
  • Esame dei segni sistemici come la febbre o i problemi di visione.

In alcuni casi, il medico potrebbe ricorrere anche a un esame rettale o vaginale per identificare eventuali lesioni o infiammazioni.

L’esame obiettivo fornisce informazioni importanti sulle condizioni del paziente e aiuta il medico a determinare se il paziente ha bisogno di ulteriori test o di un trattamento. In caso di sospetto di sifilide, il medico raccomanderà per conferma dei test di laboratorio.

Esami di laboratorio per la diagnosi di sifilide

Gli esami strumentali aiutano a confermare la diagnosi e a determinare la gravità della malattia. Vediamo insieme alcuni degli esami strumentali comunemente utilizzati per la diagnosi della sifilide:

  • Test di diagnosi diretta: Questi test identificano direttamente il batterio responsabile della sifilide nel sangue, nelle lesioni cutanee o in altri campioni di tessuto. Il test più comune è la Microscopia in Campo Oscuro, che visualizza il batterio alla luce di microscopio ottico posta tangenzialmente rispetto al materiale da esaminare, in modo da poter vedere i microrganismi vivi muoversi all’interno del campo di visione, in particolare sulle gocce di sangue;
  • Test di laboratorio: o test sierologici, sono utilizzati per verificare la presenza di anticorpi contro il batterio responsabile della sifilide nel sangue. I test più comuni sono il
    • RPR (Rapid Plasma Reagin)
    • VDRL (Venereal Disease Research Laboratory), e
    • TPHA 
    • l’ELISA (Enzyme-Linked Immunosorbent Assay);

Esami strumentali per immagini per la conferma diagnostica della sifilide

Quando la malattia è giunta ad una fase avanzata, cioè nella seconda o terza fase, è utile procedere ad indagini generalizzate per ricercare la presenza dell’infiammazione in tutte le possibili sedi. E’ per questo motivo che il medico in questo caso prescrive indagini come le radiografie, alla ricerca di lesioni osteo-articolari, la TAC o la risonanza magnetica per determinare la gravità della malattia a livello degli altri distretti, come per esempio quelli vascolari cerebrali e cardiaci e per identificare eventuali complicazioni.

Diagnosi differenziale della sifilide

La diagnosi differenziale della sifilide è il processo attraverso il quale il medico esclude altre condizioni che potrebbero causare sintomi simili a quelli della sifilide. Questo processo è importante per garantire che la diagnosi sia corretta e che il paziente riceva il trattamento appropriato. Ecco alcune delle condizioni che il medico potrebbe prendere in considerazione durante la diagnosi differenziale della sifilide:

  • Herpes genitale;
  • Gonorrea;
  • Scabbia: La scabbia è un’altra condizione che può causare lesioni cutanee simili a quelle causate dalla sifilide. I sintomi della scabbia però includono anche prurito e macchie rosse sulla pelle;
  • Infezioni fungine: Le infezioni fungine come la candidosi possono causare lesioni cutanee simili a quelle causate dalla sifilide. Tuttavia, i sintomi delle infezioni fungine includono prurito, bruciore e perdite vaginali;
  • Lupus eritematoso sistemico (LES): Il LES è una condizione autoimmune che può causare lesioni cutanee simili a quelle causate dalla sifilide. Tra i sintomi del LES troviamo però anche stanchezza, febbre e dolori articolari.

Sifilide e Herpes genitale

La diagnosi differenziale tra sifilide e herpes genitale è importante perché i sintomi di queste due condizioni possono essere molto simili, ma richiedono trattamenti diversi.

SEGNI E SINTOMI: entrambe le malattie possono causare lesioni cutanee e altri sintomi come febbre, mal di testa, dolore articolare e linfonodi ingrossati.

ESAMI DI LABORATORIO: Gli esami di laboratorio danno la certezza di diagnosi, determinando con precisione di quale microrganismo si tratta. Ricordiamo:

  • Test sierologici: indagano sulla presenza di anticorpi contro l’herpes o la sifilide nel sangue. Ad esempio, il test VDRL (Venereal Disease Research Laboratory) e il test RPR (Rapid Plasma Reagin) sono utilizzati per diagnosticare la sifilide, mentre i test ELISA (Enzyme-Linked Immunosorbent Assay) e Western Blot sono più comunemente impiegati per diagnosticare l’herpes;
  • Test di PCR (Reazione a Catena della Polimerasi): analizza il DNA del virus dell’herpes o della sifilide presente nelle lesioni genitali per confermare la diagnosi;
  • Test di coltura: prevede la raccolta di campioni di tessuto dalle lesioni genitali e la coltura del virus in un ambiente controllato al fine di confermare la presenza di herpes o sifilide.

In alcuni casi, potrebbe essere necessario eseguire più di uno di questi test per confermare la diagnosi.

La diagnosi differenziale tra sifilide e herpes genitale richiede una combinazione di esami fisici, test del sangue e test delle lesioni per determinare la presenza del batterio o del virus. Il medico potrebbe anche valutare la possibilità di effettuare una biopsia della lesione a tale scopo.

Sifilide e gonorrea

SEGNI E SINTOMI: I sintomi della gonorrea comprendono secrezioni genitali anomale, dolore durante la minzione o il rapporto sessuale, mentre la sifilide può causare ulcere genitali, linfoadenopatia inguinale e rash cutaneo.

ESAMI DI LABORATORIO:
  • PCR (reazione a catena della polimerasi);
  • LA RIF (reazione immunologica flocculante);
  • la reazione alla LUE (Liquefazione Ureasi Enzimatica).

In alcuni rari casi può essere necessario un esame bioptico con esame istologico per differenziare tra i due disturbi.

Sifilide: qual è il trattamento?

Il trattamento si differenzia in base alla fase di sviluppo della sifilide. Distinguiamo quindi:

  • Sifilide primaria: in questa fase la malattia viene trattata con una singola dose di penicillina, un antibiotico che uccide il batterio responsabile della malattia. In caso di allergia alla penicillina, è possibile utilizzare altri antibiotici, come doxiciclina o azitromicina;
  • Sifilide secondaria: se la sifilide viene diagnostica quando è nella sua seconda fase, solitamente si ricorre a una serie di iniezioni di penicillina che durano da 10 a 14 giorni. In caso di allergia alla penicillina, in questo caso, è possibile utilizzare altri antibiotici, come doxiciclina o ceftriaxone;
  • Sifilide terziaria: quando la sifilide è nella sua fase più acuta, viene trattata con una serie di iniezioni di penicillina che durano da 14 a 28 giorni. In alcuni casi, può essere necessario un trattamento supplementare con altri antibiotici, come doxiciclina o ceftriaxone.

È importante che il trattamento venga effettuato sotto la supervisione di un medico e che venga realizzato per intero, anche se i sintomi scompaiono prima della fine del trattamento. Il batterio responsabile della sifilide può infatti persistere nel corpo anche dopo che i sintomi sono scomparsi, determinando il rischio di insorgenza di complicazioni più tardi.

Conclusioni

In conclusione, la sifilide è una malattia infettiva che può essere trasmessa attraverso il rapporto sessuale non protetto, da madre a figlio durante la gravidanza o l’allattamento e anche attraverso il contatto diretto con lesioni infette.

Può essere curata con un trattamento adeguato a base di penicillina o altri antibiotici: tuttavia, è importante che il trattamento venga effettuato in modo tempestivo e che venga completato per intero, anche nel caso in cui i sintomi spariscano prima della fine del trattamento.

La prevenzione della sifilide può essere effettuata utilizzando metodi di contraccezione, praticando il sesso sicuro ed effettuando regolari test per le malattie sessualmente trasmissibili. La diagnosi e il trattamento tempestivi sono cruciali per prevenire complicazioni e diffusione della malattia.

Bibliografia: fonti e note

Yaneth Citlalli Orbe-Orihuela et alia, Syphilis as Re-Emerging Disease, Antibiotic Resistance, and Vulnerable Population: Global Systematic Review and Meta-Analysis, 2022.