Astenopia, la stanchezza oculare

Astenopia: la stanchezza oculare

Astenopia: la stanchezza oculare

 

L’astenopia, o stanchezza oculare, è un disturbo visivo causato dall’uso eccessivo e prolungato della componente muscolare, estrinseca ed intrinseca, dell’occhio. In genere questa condizione si verifica con maggiore frequenza nei videoterminalisti, ovvero quei soggetti che trascorrono molte ore dinanzi ad un videoterminale (monitor, tablet o smartphone).

L’impiego di apparecchi digitali rappresenta la principale causa della stanchezza oculare; tuttavia esistono anche altri fattori in grado di determinare l’insorgenza di tale disturbo visivo. Ad esempio, sottoporsi a lunghe sessioni di guida o di lettura può facilitare la comparsa della sintomatologia associata all’astenopia. In alcuni casi, però, l’affaticamento oculare può essere causato da alterazioni patologiche a carico degli occhi.

 

Cenni di anatomia dell’occhio

La corretta espressione della funzione visiva dell’occhio è strettamente correlata alla presenza di un’efficiente muscolatura. Infatti i muscoli del bulbo oculare oltre a garantire i movimenti dell’organo all’interno della cavità orbitaria sono anche coinvolti in alcuni processi che riguardano direttamente la funzione visiva.

I muscoli dell’occhio possono essere suddivisi in due categorie distinte. Nel dettaglio:

  • Muscolatura estrinseca: è formata da 6 muscoli che aderiscono alla sclera (ovvero la porzione biancastra della tonaca fibrosa del bulbo). La contrazione di queste strutture, regolata dai nervi oculomotore, trocleare ed abducente, offre al bulbo la possibilità di muoversi all’interno dell’orbita. Appartengono a questa categoria: 4 muscoli retti (superiore, inferiore, mediale e laterale) e 2 muscoli obliqui (superiore e inferiore);
  • Muscolatura intrinseca: è rappresentata da 3 muscoli collocati all’interno del bulbo oculare. I muscoli costrittore e dilatatore dell’iride regolano le dimensioni della pupilla; il muscolo ciliare, invece, regola la curvatura del cristallino, aumentandone la convergenza.

 

Il ruolo della muscolatura intrinseca dell’occhio

Le attività dei muscoli intrinseci dell’occhio sono controllate dal sistema nervoso autonomo parasimpatico ed ortosimpatico. Pertanto la contrazione di questa frazione muscolare del bulbo risulta del tutto indipendente dalla volontà dell’individuo. Dunque il sistema nervoso autonomo opera un’azione di controllo costante sui muscoli intriseci in base agli stimoli provenienti dall’ambiente esterno al fine di garantire una corretta funzionalità visiva.

La regolazione delle dimensioni della pupilla rappresenta un ottimo esempio per comprendere la raffinatezza del controllo nervoso autonomo sui muscoli intrinseci dell’occhio. La pupilla è un orifizio di forma circolare, situato nella porzione centrale dell’iride, responsabile dell’ingresso delle onde luminose all’interno del bulbo oculare. Il sistema nervoso autonomo regola le dimensioni della pupilla nei seguenti modi:

banner acqua idrogenata desktop
  • In presenza di eccessive fonti luminose: si attiva il sistema nervoso parasimpatico che riduce il diametro pupillare stimolando la contrazione del muscolo costrittore dell’iride. Tale processo, detto miosi, ha l’obiettivo di ridurre l’ingresso di luce e ottimizzare la capacità visiva;
  • In assenza di sufficienti fonti luminose: si attiva il sistema nervoso ortosimpatico che aumenta le dimensioni della pupilla inducendo la contrazione del muscolo dilatatore del’iride e così facilita l’ingresso dei raggi luminosi. Questo processo è definito midriasi.

Il muscolo ciliare è coinvolto in un’altra funzione autonoma dell’occhio: l’accomodazione. L’accomodazione consiste in un cambiamento del grado di curvatura del cristallino operato dalla contrazione del muscolo ciliare. Mediante tale riflesso, il cristallino aumenta il potere diottrico dell’occhio, facilitando la messa a fuoco degli oggetti posti in vicinanza.

 

Quali sono le cause? Eziologia della stanchezza oculare

Astenopia, stanchezza oculare

L’astenopia è un disturbo visivo caratterizzato da un offuscamento e da un indebolimento della vista. Nella maggior parte dei casi l’affaticamento oculare è riconducibile all’uso prolungato ed eccessivo della muscolatura del bulbo oculare.

L’incremento del lavoro di contrazione dei muscoli intrinseci ed estrinseci dell’occhio si verifica soprattutto per i seguenti motivi:

  • Impiego di apparecchi elettronici per lunghi intervalli di tempo
  • Esposizione prolungata a fonti luminose
  • Intensa attività di lettura
  • Guida su lunghe distanze

Tuttavia, in alcun casi, la stanchezza oculare può essere correlata alla presenza di affezioni di natura oftalmologica. Ad esempio, alcuni vizi di rifrazione (o refrazione), alterando il processo di messa a fuoco dell’immagine sulla retina, necessitano di una maggiore compensazione accomodativa da parte dell’occhio. I più importanti difetti di rifrazione associati alla comparsa dell’astenopia sono:

  • Ipermetropia
  • Astigmatismo
  • Presbiopia

Altre patologie a carico dell’occhio capaci di determinare l’astenopia sono:

  • Maculopatie e retinopatie
  • Congiuntivite cronica
  • Retinoblastoma
  • Cheratocono
  • Ambliopia
  • Strabismo
  • Sindrome dell’occhio secco (sindrome di Sjogren)

 

Sintomi associati all’astenopia

L’astenopia è spesso accompagnata da altri sintomi che possono acuire le difficoltà ed il malessere visivo avvertito dal paziente. I principali sintomi, associati alla stanchezza oculare, sono:

  • Lacrimazione
  • Secchezza oculare
  • Sensazione di corpo estraneo nell’occhio
  • Fotofobia
  • Mal di testa

 

Valutazione e diagnosi della stanchezza oculare

Le forme di astenopia secondarie all’uso prolungato della muscolatura bulbare tendono usualmente a regredire spontaneamente con il riposo e la sospensione temporanea delle attività che coinvolgono la vista. Al contrario, qualora vi fosse una persistenza del quadro sintomatologico, è opportuno richiedere la valutazione di uno specialista.

Il medico oculista, una volta effettuata l’anamnesi, si occupa dell’esame obiettivo e strumentale dell’occhio che consente di valutare lo stato di salute dell’organo mediante l’impiego di apposite apparecchiature. Ad esempio, con l’oftalmoscopio si esegue l’esame del fondo oculare, attraverso cui è possibile studiare la retina e le strutture annesse (disco ottico, macula, fovea, vasi sanguigni), individuando eventuali alterazioni.

Nel corso della visita oculistica il medico compie anche una valutazione dell’acuità visiva, sottoponendo il paziente alla lettura delle le tavole ottotipiche; tale procedura, coadiuvata dalla somministrazione di altri test, offre allo specialista la possibilità di diagnosticare un ipotetico vizio di rifrazione.

Al termine della visita, una volta riscontrato il disturbo oftalmologico responsabile della comparsa della stanchezza, l’oculista potrà fornire le indicazioni terapeutiche per contrastare tale disturbo visivo.

Visita oculistica, oculista

 

Le complicazioni

I videoterminalisti tendono a sviluppare più facilmente l’astenopia a causa della luce blu prodotta dagli schermi dei tablet, smartphone e PC. La luce blu rappresenta una frazione di onde elettromagnetiche dello spettro visibile comprese nell’intervallo di 380 e 500 nm. I dispositivi elettronici, al fine di migliorare la visibilità degli schermi, emettono grandi quantità di luce blu che, sfortunatamente, risultano dannose per la salute degli occhi.

L’esposizione alla luce blu nel lungo periodo può causare le seguenti complicazioni:

  • Retinopatia
  • Degenerazione maculare legata all’età
  • Cataratta

Per questo motivo le lenti per occhiali più moderne e sofisticate hanno un filtro specifico per la luce blu, molto adatto a chi trascorre buona parte della propria giornata davanti ad un terminale elettronico.

 

Rimedi e cure per la stanchezza oculare

Per attenuare i sintomi associati alla stanchezza oculare è spesso sufficiente interrompere le attività che causano un incremento della contrazione dei muscoli bulbari (lettura, guida, uso di dispositivi elettronici) e riposare gli occhi per qualche minuto.

Invece in presenza di affezioni oftalmologiche concomitanti il paziente deve attenersi alle specifiche indicazioni terapeutiche suggerite dal medico oculista.

Per prevenire l’insorgenza dei sintomi dell’affaticamento oculare è possibile adottare dei piccoli accorgimenti. Ad esempio:

  • Ridurre l’intensità dell’illuminazione degli apparecchi elettronici;
  • Concedersi delle pause frequenti e regolari;
  • Lubrificare ed idratare l’occhio con lacrime artificiali;
  • Limitare l’uso giornaliero dei dispositivi tecnologici.

 

Conclusioni

L’astenopia, o stanchezza oculare, è un disturbo della vista associato principalmente all’uso prolungato della componente muscolare intrinseca ed estrinseca dell’occhio. I videoterminalisti, ovvero i lavoratori che svolgono la propria mansione con il supporto di apparecchi elettronici, sono i soggetti più colpiti da tale affezione.

La stanchezza oculare può essere una condizione secondaria a malattie oftalmologiche o a vizi di refrazione. Per la diagnosi della malattia responsabile della comparsa dell’astenopia è necessario sottoporsi ad una visita oculistica. Nel corso della visita lo specialista, oltre a valutare lo stato di salute delle strutture oculari, si occupa dello studio delle capacità funzionali della vista.

Generalmente per le forme più lievi di stanchezza oculare è sufficiente riposare gli occhi per ottenere una rapida attenuazione dei sintomi. Inoltre, per ridurre l’incidenza dell’astenopia, può essere utile effettuare delle correzioni al proprio stile di vita quotidiano.

Med4Care Marco De Nardin

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi rimanere aggiornato sulle nostre prossime pubblicazioni clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter.

Fonti e note: