Eritritolo e rischio di infarto e trombosi, dolcificante

L’eritritolo come dolcificante potrebbe aumentare il rischio di infarto e trombosi?

Indice

Questo studio sembrerebbe fornire la prova di una connessione tra l’uso dell’eritritolo e i fenotipi rilevanti per alcune malattie cardiovascolari, come infarto e trombosi.

Eritritolo e complicanze cardiovascolari: infarto e trombosi

Gli ultimi decenni hanno visto l’introduzione di dolcificanti artificiali nella catena alimentare per ridurre l’apporto di zuccheri e calorie, in conseguenza alla crescente epidemia di obesità in tutto il mondo.

Ai pazienti affetti da malattie metaboliche, tra cui il diabete di tipo 2 e l’obesità, si consiglia spesso l’uso di dolcificanti artificiali al posto dello zucchero per migliorare il controllo glicemico e favorire la perdita di peso.

Al contempo vi sono evidenze epidemiologiche che mettono in relazione il consumo di dolcificanti artificiali a esiti cardio-metabolici avversi, come:

  • l’aumento di peso,
  • l’insulino-resistenza,
  • il diabete,
  • le malattie cardiovascolari.

Sebbene le agenzie di regolamentazione li considerino generalmente sicuri, tutt’ora non esistono studi clinici randomizzati che esaminino la sicurezza a lungo termine del consumo di dolcificanti artificiali, tra cui spiccano l’aspartame, il sucralosio e l’eritritolo.

Tra questi l’eritritolo è un alcool zuccherino a 4 atomi di carbonio (un poliolio), comunemente utilizzato come sostituto dello zucchero.

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È naturalmente presente in basse quantità nella frutta e nella verdura. Se aggiunto negli alimenti trasformati, raggiunge però livelli 1000 volte superiori a quelli endogeni a causa della minore dolcezza rispetto al saccarosio. Ad esempio può raggiungere fino al 60% del peso dell’alimento in alcune creme o prodotti di pasticceria.

Al momento dell’ingestione, l’eritritolo viene scarsamente metabolizzato e per lo più escreto nelle urine. Ha così assunto i connotati sia come dolcificante “a zero calorie” o “non nutritivo”, sia come dolcificante “naturale”: ciò ha portato alla sua rapida popolarità.

I primi studi hanno lasciato intendere potenziali benefici, tra cui il potenziale antiossidante e il miglioramento della funzionalità endoteliale su modelli animali con diabete. Ma non esiste ancora un esame dettagliato della relazione tra eritritolo e complicanze cardiovascolari e aterotrombotiche.

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Studio di coorte.
  • Luogo: Stati Uniti d’America, Europa.
  • Tipo di pazienti: 1157 soggetti per la coorte di riferimento, 2149 soggetti per la coorte di validazione Americana e 833 soggetti per la coorte di validazione Europea.

Scopo dello studio: c'è una relazione tra l'uso dell'eritritolo e il rischio di infarto e trombosi?

Il fine degli autori del presente studio è stato di:

  • indagare dal punto di vista quantitativo la relazione tra livelli plasmatici di eritritolo ed eventi cardiovascolari avversi maggiori (M.A.C.E. = morte, infarto del miocardio e ictus cerebrale) incidenti in coorti di validazione statunitensi ed europee.
  • Esaminare l’impatto dell’eritritolo sulla funzione piastrinica nell’uomo, ai livelli osservati dopo l’ingestione di una bevanda dolcificata in maniera artificiale, e sul potenziale di trombosi in vivo su modelli animali con lesioni arteriose.

Progettazione e risultati

Sono stati dapprima eseguiti studi di metabolomica in una coorte (n = 1.157) composta da pazienti sottoposti a valutazione diagnostica cardiaca elettiva con dati di esito longitudinali a 3 anni.

Tra le componenti del plasma che sono state associate a eventi cardiovascolari avversi maggiori, sono stati identificati diversi polioli comunemente utilizzati come dolcificanti artificiali.

Eritritolo

Tra questi, con una prevalenza in rapida crescita negli alimenti trasformati e “keto”, l’eritritolo è tra le prime molecole candidate associate agli eventi avversi cardiovascolari maggiori.

I risultati dello studio dimostrano dunque che:

  • i livelli circolanti di eritritolo sono associati al rischio incidentale di eventi cardiovascolari avversi. Ciò avviene indipendentemente dai tradizionali fattori di rischio degli stessi in entrambe le coorti di pazienti.
  • Quando i livelli plasmatici di eritritolo sono elevati, si rilevano tassi più alti di formazione di coaguli e un maggiore potenziale di trombosi in seguito a lesioni arteriose.
  • Dopo l’ingestione di un alimento dolcificato artificialmente che contiene eritritolo, i livelli plasmatici di questo poliolio rimangono elevati per alcuni giorni, ben al di sopra della soglia necessaria, per aumentare la reattività piastrinica stimolo-dipendente.

Conclusioni

Questo studio sull’eritritolo fornisce la prova di una connessione causale sottostante tra l’eritritolo e i fenotipi rilevanti per le malattie cardiovascolari. Tuttavia occorre mettere in evidenza una varietà di limitazioni e cautele per l’interpretazione.

Anzitutto è necessario indagare la traducibilità dei risultati nella popolazione generale. Questo perché i pazienti delle coorti osservazionali sono stati reclutati in centri caratterizzati da un’elevata prevalenza di malattie cardiovascolari.

Inoltre sono necessari ulteriori studi di sicurezza che esaminino gli effetti a lungo termine dei dolcificanti artificiali in generale, e dell’eritritolo in particolare, sul rischio di infarto e ictus, in particolare nei pazienti a maggior rischio di malattie cardiovascolari.  Un’ulteriore limitazione degli studi clinici osservazionali è che, per loro stessa concezione, possono solo dimostrare l’associazione e non la causalità.

Questa ricerca suggerisce quindi la necessità di studi futuri che indaghino l’impatto dell’eritritolo e dei dolcificanti artificiali sulla salute, con un’adeguata durata del follow-up per ottenere esiti clinicamente rilevanti. Infatti, in seguito all’assunzione dell’eritritolo con gli alimenti, può verificarsi un periodo prolungato di potenziale aumento del rischio trombotico.

Ciò è preoccupante, dato che proprio i soggetti per i quali i dolcificanti artificiali sono commercializzati, sono quelli tipicamente a maggior rischio di disordini cardiaci. Tra questi i pazienti con diabete, obesità, storia di malattie cardiovascolari e funzione renale compromessa.

Bibliografia: fonti e note

ARTICOLO ORIGINALE: Marco Witkowski, et al., The artificial sweetener erythritol and cardiovascular event risk, Nat Med. 2023 Mar;29(3):710-718.