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Storia della sarcopenia

Indice

In questo articolo affronteremo, tramite un excursus storico-scientifico che ha inizio nel 2400 a.C. e arriva ai giorni nostri, la storia della sarcopenia e dell’importanza dell’attività fisica per l’uomo.

Sarcopenia: una storia di muscoli

«Mens sana in corpore sano.»

La frase è di Decimo Giunio Giovenale, pretore e retore romano, nato ad Aquino tra il 50 ed il 60 d.C e morto a Roma nel 127 d.C. Testualmente recita: «Orandum est ut sit mens sana in corpore sano» (Satire, X, 356), che significa: «Bisogna pregare affinché ci sia una mente sana in un corpo sano».

L’attività fisica è sempre stata presente nella vita dell’uomo: prima come necessità di sopravvivenza, quando era cacciatore e raccoglitore, poi come agricoltore o uomo di guerra.

Dunque l’uomo per prepararsi, che fosse per necessità o diletto, faceva dell’attività fisica qualcosa di assolutamente “normale” nella propria vita.

L'attività fisica nella storia

Esistono testimonianze risalenti già all’Antico Egitto sull’attività fisica.

Mastaba di Ptah-Hotep e Akhet-Hotep, antico egitto, storia della sarcopenia
Dalla mastaba di Ptah-Hotep e Akhet-Hotep Fonte: egyptsites

In particolare, nella necropoli di Saqquara, nella Mastaba D-64, dove sono sepolti Ptah-Hotep e il figlio Akhet-Hotep. Ptah-Hotep era un visir della quinta dinastia, divenuto famoso per le sue massime.  Siamo circa nel 2400 a.C.

Tra le raffigurazioni rinvenute in questa tomba monumentale, troviamo delle scene rappresentanti un combattimento corpo a corpo tra sei coppie di lottatori. Tra questi, uno porta il nome di Akhet-Hotep, e ciò fa presumere che rappresenti proprio il figlio del visir mentre si confronta con un altro ragazzo.

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Giochi nella mastaba di Ptah-Hotep, Antico Egitto, mastaba, attività fisica, sarcopenia
Scene di lotta dalla mastaba di Ptah-Hotep Fonte: mediterraneoantico

Questa testimonianza fa pensare che l’attività fisica fosse già praticata, a quei tempi, tra i ceti alti della società e tenuta in grande considerazione.

Per quanto riguarda il mondo greco, nell’Iliade troviamo la prima descrizione di gare atletiche.

Si tratta dei giochi a conclusione del rito funebre per la morte di Patroclo e, in questo caso, hanno un significato simbolico. Infatti, tramite gare che racchiudevano le attività più svariate, si voleva in qualche modo reclamare la vita perduta.

I muscoli: qual è il loro ruolo?

Ma cosa fanno i muscoli?

  • ci fanno muovere;
  • ci procurano dolore, come quello dato dai trigger point;
  • sono anche un organo endocrino.

Così come il tessuto adiposo produce le adipochine, il muscolo produce un numero significativo di mediatori chimici con funzioni specifiche, chiamate miochine, tra cui:

  • Miostatina: che limita la crescita muscolare;
  • Follistatina: che inibisce la miostatina;
  • Irisina: aumenta il grasso bruno e stimola la termogenesi;
  • Baiba: (acido ß – aminoisobutirrico), anche questo aumenta il grasso bruno e stimola la termogenesi;
  • Meteorina: migliora il metabolismo del glucosio e la termogenesi;
  • BDNF: fattore neurotrofico cerebrale;
  • IGF1: insulin-like growth factor (fattore di crescita insulino-simile);
  • Decorina: guardiano della matrice;
  • Musclina: aiuta nel controllo glicemico, composizione corporea e alla capacità cardiorespiratoria;
  • Fattore LIF: (Leukemia Inhibitory Factor) embriogenesi, sviluppo neurale e metabolismo osso;
  • Fattore SPARC: (Secreted Protein Acidic and Rich in Cysteine) proteina secreta acida e ricca in cisteina;
  • FGF-21: (Fibroblast growth factor 21);
  • Apelina: migliora la sensibilità all’insulina nel tessuto muscolare;
  • VEGF: fattore di crescita endoteliale vascolare;
  • Oncostatin M (OSM): antinfiammatorio;
  • IL-4: regolatore chiave dell’immunità umorale e adattiva;
  • IL-6: inibisce il TNF Alfa;
  • IL-8: Chemiotassi;
  • IL-10: antinfiammatoria;
  • IL-15; favorisce la sopravvivenza dei globuli bianchi;
  • IL 1-RA: favorisce la risposta immunitaria;
  • ed inoltre rilasciano endorfine e cannabinoidi.

Non dimenticando sia il loro ruolo metabolico che la loro partecipazione alle emozioni.

Cos’è dunque la sarcopenia e come si sviluppa la storia della sua scoperta?

Storia della sarcopenia

La perdita di massa muscolare si definisce sarcopenia (dal greco sarx- carne e  πενια – perdita) e risulta nella perdita progressiva delle funzioni meccaniche, metaboliche, endocrine ed emozionali connesse ai muscoli. [1]

Nel 2010 il gruppo di lavoro europeo sulla sarcopenia EWGSOP (The European Working Group on Sarcopenia in Older People) ne pubblica la definizione e promuove i progressi nell’identificazione e nella cura delle persone con questa condizione. Questo segna una tappa fondamentale della storia della sarcopenia.

Il report pubblicato si intitola «Sarcopenia: European consensus on definition and diagnosis: Report of the European Working Group on Sarcopenia in Older People»[2], e ha riunito il lavoro di medici e ricercatori dai maggiori atenei europei.

All’inizio del 2018, il gruppo si riunisce di nuovo con il nome di EWGSOP2 per aggiornare la definizione originale, al fine di riportare le evidenze scientifiche e cliniche venute alla luce nell’arco dell’ultimo decennio.

Viene così pubblicato un report dal nome «Sarcopenia: revised European consensus on definition and diagnosis», [3] contenente i risultati aggiornati e ciò segna un altro passaggio importante all’interno della storia della sarcopenia.

La sarcopenia è quindi un progressivo e generalizzato disturbo del muscolo scheletrico associato ad una maggiore probabilità di esiti avversi tra cui cadute, fratture, disabilità fisica e morte.

Nella curva di Kaplan-Meier, in una comparazione di pazienti con sarcopenia, obesità sarcopenica, miosteatosi e senza anomalie muscolari, le possibilità di sopravvivenza sono rispettivamente:

  • A sei mesi, del 72%, 69%, 72%, 91%;
  • A un anno, del 62%, 59%, 68% e 85%.

Altri studi sulla sarcopenia

È interessante notare che esiste un’associazione positiva tra il peso alla nascita e la forza muscolare che viene mantenuta attraverso il corso della vita, come evidenziato in uno studio del 2012. [4]

In generale la massa muscolare, così come la forza, aumentano fino all’età adulta, per poi mantenersi stabile con la mezza età e, infine, diminuire gradualmente con il progressivo invecchiamento. Fino ai 40 anni circa si notano livelli più elevati negli uomini che nelle donne. Dopo i 50 anni, si assiste ad una perdita progressiva di massa muscolare e di forza.

La sarcopenia è stata inoltre ampiamente collegata all’esercizio fisico. Diversi studi [5] hanno infatti messo in evidenza come i fattori genetici e di stile di vita possono sì accelerare l’indebolimento muscolare e la progressione verso la limitazione funzionale e la disabilità, ma l’alimentazione e l’attività fisica possono aiutare a rallentare e invertire questa tendenza.

Pertanto, per prevenire o ritardare la sarcopenia, sarebbe consigliabile massimizzare i muscoli durante la giovinezza e ridurre al minimo la perdita con il passare degli anni.

Conclusioni

La sarcopenia è dunque una patologia che riguarda una parte fondamentale del nostro organismo e che, di conseguenza, affonda le sue radici storiche negli albori dell’esistenza umana, grazie al suo indissolubile legame con l’attività fisica.

Per conoscere di più riguardo questa malattia, le cause e i trattamenti possibili, puoi leggere questo articolo!

Approfondimento: Sarcopenia

La sarcopenia è una condizione caratterizzata dalla perdita di massa muscolare e della sua funzione, dovuta al naturale invecchiamento. Non provoca alcun tipo di dolore, ma può portare a una ridotta capacità di svolgere le attività quotidiane e a un aumento del rischio di cadute e fratture ossee.

È associata a un aumento della mortalità e della disabilità e può avere un impatto negativo sulla qualità della vita e sulla salute mentale.