catetere vescicale

Il catetere vescicale

Indice

In questo articolo scopriremo che cos’è il catetere vescicale, per quali motivi viene impiegato e quali sono i rischi associati al suo utilizzo.

Ripassiamo l’anatomia dell’apparato urinario

Per apparato urinario si intende l’insieme di tutte le strutture corporee che collaborano per eliminare i rifiuti metabolici tramite l’urina. La produzione dell’urina comincia dai reni, i quali filtrano il sangue dalle sostanze solubili di scarto. L’urina si riversa quindi negli ureteri e raggiunge la vescica, la quale funge da punto di raccolta. In condizioni normali, superati circa i 200 mL di urina in vescica si avverte lo stimolo di urinare, per cui tre muscoli coordinati permetteranno che il liquido si riversi nell’ultimo dotto dell’apparato urinario, l’uretra, per essere escreto all’esterno.

1) Vena renale 2) Aorta 3) Rene destro 4) Rene sinistro 5) Uretra 6) Vescica urinaria 7) Uretere 8) Vena renale 9) Arteria renale

Che cos’è un catetere vescicale?

Il catetere vescicale è un tubo flessibile in materiale di vario tipo (lattice, silicone o poliuretano) che viene inserito all’interno della vescica del paziente per fini diagnostici o terapeutici. L’inserimento di un catetere vescicale viene detto cateterismo vescicale, ed è una pratica clinica di routine che viene di solito eseguita da un medico o da un infermiere.

1) Utero 2) Vescica 3) Catetere 4) Vagina 5) Retto 6) Uretra 7) Sinfisi pubica 8) Testicolo 9) Prostata

Esistono diversi tipi di cateteri vescicali che vengono distinti a seconda della maniera in cui sono posizionati in vescica. I cateteri uretrali vengono inseriti appunto passando all’interno dell’uretra, il canale da cui normalmente fuoriesce l’urina, fino a raggiungere la vescica. In alternativa il catetere può essere inserito chirurgicamente all’interno della vescica eseguendo un’incisione sopra il pube. In questo caso il catetere è detto sovrapubico e la procedura di inserimento consiste in una cistostomia.

1) Parete addominale 2) Vescica 3) Catetere sovrapubico

I cateteri si distinguono anche a seconda del lasso di tempo in cui questi debbano restare posizionati. Il catetere vescicale a breve termine viene inserito solo temporaneamente e rimosso una volta che la vescica è stata svuotata. Il catetere vescicale a lungo termine invece viene mantenuto in posizione per diversi giorni o settimane. Pertanto è dotato di un palloncino all’estremità inserita che viene gonfiato una volta all’interno della vescica, per evitare che si sfili. Così può permanere in sede per un tempo maggiore.

Quando è necessario utilizzare un catetere? Indicazioni

Il caso più comune in cui viene impiegato il catetere vescicale si verifica quando il paziente ha difficoltà ad urinare. Infatti, il catetere può essere utile in caso di ritenzione urinaria, cioè quando il paziente non è in grado di svuotare completamente la vescica in maniera autosufficiente. Questa situazione si verifica comunemente, per esempio quando il flusso di urina viene ostruito, come durante prostatiti e cistiti. In altri casi il paziente potrebbe essere diventato incontinente, non riuscendo a trattenere l’urina. Il catetere diventa quindi necessario per riacquisire il controllo sullo svuotamento della propria vescica. Ancora, il paziente potrebbe aver subito un danno neurologico che ha colpito la capacità di svuotare la vescica.

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Anche dopo un’anestesia ci può essere un blocco vescicale che determina una ritenzione di urina che si tratta con il posizionamento di un catetere urinario. E’ più frequente nel caso dell’anestesia spinale, meno dopo anestesia generale.

È inoltre molto comune che venga eseguito il cateterismo vescicale per svuotare la vescica prima di un’operazione chirurgica di natura ginecologica o urologica. Anche quando si prevede di utilizzare l’anestesia epidurale, per esempio durante il parto, viene svuotata la vescica tramite catetere.

Un altro utilizzo del catetere vescicale avviene per i pazienti in cui si debba monitorare la diuresi, cioè segnare con attenzione la quantità di urina in uscita, come per esempio nei pazienti critici, con scompenso cardiaco o insufficienza respiratoria, o quelli ricoverati in terapia intensiva.

Il catetere può essere infine uno strumento utile per eseguire alcuni test diagnostici. È il caso degli esami urodinamici, cioè delle indagini che studiano le fasi di riempimento e svuotamento della vescica e dell’uretra. Inoltre, il catetere può essere utilizzato per inserire del liquido nella vescica, per esempio un agente di contrasto per eseguire degli esami radiografici (cistografia), o agenti chemioterapici in caso di tumore.

Struttura e tipologie di catetere vescicale

Tipologie di catetere vescicale

Esistono tre tipi di catetere vescicale:

  1. Catetere vescicale esterno, detto anche uro-condom, posizionato nei pazienti maschi al di sopra del pene, generalmente più confortevole e con ridotta possibilità di sviluppare infezioni;
  2. Catetere vescicale interno, che può essere sia uretrale che sovrapubico;
  3. A breve termine, il tipo di catetere vescicale usato per il cateterismo estemporaneo, non ideato per rimanere lungo tempo in vescica.

Dimensioni del catetere vescicale

I cateteri vescicali si distinguono per diversi parametri quali:

  • diametro (misurato in French, o Fr, che corrisponde a 0,33 mm)
  • lunghezza: in genere per gli uomini si utilizza di 40-45 cm, mentre per le donne attorno a 20-26 cm. Per i bambini i cateteri vescicali pediatrici variano da 30 a 31 cm indipendentemente dal sesso.
  • materiali: ne esistono in lattice, in silicone, in PVC.

Il palloncino di ancoraggio

I cateteri che devono rimanere in sede possiedono un palloncino che ne permette l’ancoraggio in vescica. In accordo con il produttore la quantità di soluzione per fissare il dispositivo è variabile, ma generalmente sono necessari 5 ml per i cateteri pediatrici, 10 ml per i cateteri di uso comune e 30 ml per i cateteri di uso post-operatorio.

E’ importante gonfiare il palloncino utilizzando acqua sterile. Recenti studi hanno dimostrato come l’uso di aria, acqua non sterile o soluzione fisiologica non sia appropriato per ragioni diverse. In particolare la soluzione fisiologica, a contatto col materiale di cui è costituito il catetere, può cristallizzare rendendo così difficoltoso lo svuotamento del palloncino e potenzialmente la rimozione del dispositivo. (3)

Tipologie di catetere vescicale interno:

catetere vescicale nelaton mercier couvelaire tiemann conicolivare foley dufour pezzer-malecot

A livello di catetere vescicale interno esistono diverse tipologie, con indicazioni diverse al posizionamento, fermo restando le indicazioni generali sopra riportate.

La scelta di un tipo di catetere rispetto ad un altro spetta al medico, che sulla base delle necessità clinica del paziente disporrà il posizionamento del catetere, oppure provvederà a posizionarlo personalmente.

Alcuni cateteri vescicali interni presentano più di una via di ingresso-uscita: questo permette di svolgere un’irrigazione continua della vescica senza dover staccare il sistema di raccolta, così mantenendo la sterilità del circuito creato e riducendo i rischi infettivi.

Catetere vescicale di Nelaton

E’ un catetere vescicale che presenta un’estremità prossimale arrtondata e rettilinea, è dotato di 1 o 2 fori di drenaggio contrapposti.

Catetere vescicale di Mercier

E’ un catetere vescicale semirigido con punta arrotondata, inclinata di 30-45° per favorire l’ingresso nell’uretra membranosa o prostatica.

Catetere vescicale di Couvelaire

E’ un catetere vescicale semirigido, indicato in caso di emorragia vescicale; presenta un’estremità con un foro a “becco di flauto” e 2 fori laterali, che favoriscono il deflusso dell’urina mista al sangue

Catetere vescicale di Tiemann

E’ un catetere vescicale semirigido, con un’estremità conica e angolata a 30°

Catetere vescicale conicolivare

E’ un catetere vescicale semirigido, con un’estremità ad oliva

Catetere vescicale di Foley

E’ il catetere vescicale più comunemente utilizzato nei presidi ospedalieri e a domicilio, molle. Presenta due fori contrapposti e simmetrici; la sua flessibilità ed elasticità assicura maggiore confort rispetto agli altri cateteri.

Catetere vescicale di Dufour

E’ un catetere vescicale semirigido, a tre vie, per il lavaggio vescicale. Presenta un’estremità ricurva di 30° a becco di flauto e 2 fori laterali contrapposti.

Catetere vescicale di Pezzer/Malecot

Sono dei cateteri vescicali in gomma, autostatici, ormai in disuso. Venivano introdotti nell’uretra con un mandrino di metallo (sonda scanalata).

Complicazioni dell’utilizzo di un catetere vescicale

Seppur ampiamente utilizzato, il cateterismo vescicale comporta dei rischi per il paziente. L’inserimento del catetere all’interno dell’uretra può provocare dei fastidi o dei dolori, nonché dei piccoli traumi ai tessuti interessati, per cui l’inserimento è spesso abbinato all’uso di gel anestetici.

La conseguenza più comune del cateterismo vescicale è però lo sviluppo di un’infezione delle vie urinarie, specialmente quando il catetere viene mantenuto in sede per lungo tempo. Infatti, normalmente la vescica viene svuotata con regolarità, ed il flusso in uscita previene la stasi di urina e l’ascesa di microbi dal tubo uretrale. Anche il palloncino utilizzato per mantenere il catetere in sede comporta spesso la comparsa di infezioni croniche della base della vescica, dove ristagnerebbero circa 10-100 mL di urina.

La questione delle infezioni urinarie non è assolutamente da sottovalutare. Si stima infatti che le infezioni associate all’utilizzo di catetere siano circa il 70% delle infezioni urinarie nosocomiali e che siano responsabili per circa 131 milioni di dollari annui di spesa sanitaria negli Stati Uniti. I batteri che più comunemente causano le infezioni sono Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae, due patogeni considerati pericolosi poiché sono diventati resistenti a molti antibiotici, rendendo sempre più difficile trovare il farmaco giusto per la cura del paziente.

Infine, i cateteri possono causare altri problemi come spasmi della vescica simili a crampi, perdite o ostruzioni.

1) Vescica 2) Uretra 3) e 4) Batteri

Bibliografia: fonti e note