N-acetilcisteina e fibrosi polmonare Long Covid

N-acetilcisteina e fibrosi polmonare nel Long-COVID-19

Indice

La N-acetilcisteina può aiutare a curare la fibrosi polmonare nei pazienti che hanno avuto il COVID?

La fibrosi polmonare rappresenta uno dei fenomeni più frequenti nel periodo di convalescenza dal COVID-19 respiratorio in virtù del quale il tessuto funzionale del polmone viene gradualmente sostituito da un tessuto connettivo con funzione vicariante¹.

Secondo le ultime ricerche in merito² la fibrosi polmonare post-COVID-19 può regredire con il tempo, piuttosto che evolvere verso gli stadi finali della malattia.

La N-acetilcisteina (NAC) è una molecola con forti poteri anti-ossidanti e sembra avere un ruolo nella protezione del parenchima polmonare dall’effetto destruente scatenato dal SARS-CoV-2.

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Studio scientifico di revisione della letteratura.
  • Luogo: Database PubMed/MEDLINE.
  • Tipo di pazienti: Soggetti che hanno sviluppato una fibrosi polmonare in seguito al COVID-19.

Scopo dello studio: la NAC è utile nella fibrosi polmonare post-COVID-19?

In questo studio di revisione gli autori hanno preso in esame tutti gli studi più recenti inerenti l’utilizzo della NAC per trattare la fibrosi polmonare conseguente al COVID-19, cercando di trarne delle deduzioni significative.

Risultati: la NAC contribuisce a riparare la fibrosi polmonare dopo il COVID-19

I risultati emersi da questa indagine sistematica della letteratura hanno messo in luce che la N-acetilcisteina potrebbe svolgere un ruolo importante nel prevenire le conseguenze più deleterie della fibrosi polmonare causata dal COVID-19.

La N-acetilcisteina è infatti una molecola capace di rigenerare il potere anti-ossidante del glutatione, la principale sostanza ad azione anti-ossidante prodotta dall’organismo.

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Durante la riparazione del parenchima polmonare danneggiato dall’azione citopatica del virus particolari sostanze, denominate citochine, contribuiscono da un lato a combattere l’infezione e dall’altro a riparare indirettamente i tessuti danneggiati.

Le citochine inducono tuttavia il rilascio di sostanze ad elevata capacità ossidante, capaci di distruggere in maniera significativa le cellule polmonari.

La NAC, di concerto con altre molecole anti-ossidanti, contrasta il perpetuarsi delle azioni radicaliche sostenute dalle molecole ossidanti e scongiura che il tessuto vada incontro a danni ancora più estesi. [1]

Conclusioni

La N-acetilcisteina è un pro-farmaco somministrabile facilmente, ben tollerato dall’organismo e capace di rigenerare le scorte di molecole anti-ossidanti dell’organismo.

Vari studi stanno dimostrando come questa sostanza possa svolgere un ruolo importante nell’evitare che gli strascichi infiammatori causati dal SARS-CoV-2 possano causare danni ancora più gravi alle cellule colpite.

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Bibliografia: fonti e note

ARTICOLO ORIGINALE: Micheletto C, Izquierdo JL, Avdeev SN et al. N-acetylcysteine as a therapeutic approach to post-covid-19 pulmonary fibrosis adjunctive treatment [Internet]. Eur Rev Med Pharmacol Sci 2022; 26 (13): 4872-4880

[1] Pedre B, Barayeu U, Ezeriņa D et al. The mechanism of action of N-acetylcysteine (NAC): The emerging role of H2S and sulfane sulfur species. Pharmacol Ther. 2021 Dec;228:107916.

Nota 1. Il processo di fibrosi polmonare assume un significato biologico equivalente a quello di fibrosi in generale, valido ad esempio sia per la fibrosi epatica che per la fibrosi renale. Quando parte di un tessuto parenchimatoso viene distrutta dall’azione di un microrganismo, di una tossina o per altre cause e il danno è grave o ripetuto nel tempo, quel tessuto viene rimpiazzato da tralci di tessuto connettivo, che non ha le funzioni del parenchima ma sostituisce meccanicamente il tessuto mancante.

Nota 2. Gran parte delle ricerche in merito alle sequele patologiche determinate dal COVID-19 sono svolte in seno al progetto RECOVER (REsearching COVid to Enhance Recovery).