Ossigenoterapia e BPCO

L’ossigenoterapia domiciliare è efficace nei pazienti con BPCO?

Indice

L’ossigenoterapia domiciliare, a lungo termine e notturna, può essere efficace per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO)?

BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) e ossigenoterapia domiciliare

La BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è uno stato di infiammazione cronica delle vie aeree, con manifestazioni differenti a seconda dello stadio di gravità della malattia.

I sintomi di questa patologia sono rappresentati per lo più da tosse e dispnea e la diagnosi è confermata con la spirometria.

La diagnosi della BPCO, oltre che a definirne lo stadio e la gravità, è utile anche per prevenire la progressione della malattia nel tempo e attenuare i sintomi riportati.

La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO)

La BPCO, o broncopneumopatia cronica ostruttiva, è una malattia prevenibile e trattabile che colpisce i bronchi caratterizzata da sintomi respiratori e dalla limitazione del flusso aereo. Rappresenta la quarta causa di morte nel mondo, ma si prevede che alla fine del 2020 salirà al terzo posto nella triste classifica delle malattie più diffuse.

banner acqua idrogenata desktop

Attualmente la terapia della BPCO viene a dipendere dalla gravità dei sintomi ma si basa spesso sulla somministrazione di farmaci bronco-dilatatori, cortisonici e ossigenoterapia, che riduce la difficoltà respiratoria. [1]

L’ossigenoterapia può essere applicata a lungo termine (OTLT), ovvero somministrata per almeno 15 ore/giorno oppure può essere anche notturna, nei casi di scompenso cardiaco grave e insufficienza respiratoria severa. [2]

La OTLT migliora notevolmente la sopravvivenza nei pazienti affetti da BPCO con ipossiemia severa¹ ma non è noto se sortisca degli effetti positivi anche nei casi di ipossiemia moderata. [3]

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Meta-analisi e revisione sistematica della letteratura.
  • Luogo: Vari database di informazione medica, tra cui MEDLINE e Web of Science².
  • Tipo di pazienti: Pazienti affetti da BPCO con ipossiemia moderata diurna e/o con episodi di desaturazione notturna.

Scopo dello studio: l'ossigenoterapia domiciliare migliora la qualità di vita dei pazienti con BPCO?

Gli autori dello studio hanno voluto testare l’efficacia dell’ossigenoterapia domiciliare a lungo termine e notturna nei pazienti affetti da BPCO con ipossiemia lieve o moderata.

Risultati

La meta-analisi, che raggruppava all’inizio oltre 2000 studi, si è conclusa con la scelta stringente di soli 6 studi controllati randomizzati, idonei per la ricerca.

I risultati della revisione sistematica della letteratura hanno indicato che la somministrazione di ossigenoterapia notturna a lungo termine nei pazienti con BPCO e ipossiemia moderata non apporta evidenti effetti benefici né aumenta la sopravvivenza media dei pazienti a 3 anni dalla terapia.

Conclusioni

Attualmente non vi sono dati significativi a supporto della somministrazione di ossigeno domiciliare a lungo termine nei pazienti con BPCO e ipossiemia lieve-moderata.

Fonti e note

ARTICOLO ORIGINALE: Lacasse Y, Casaburi R, Sliwinski P et al. Home oxygen for moderate hypoxaemia in chronic obstructive pulmonary disease: A systematic review and meta-analysis. The Lancet Respiratory Medicine. 2022;10(11):1029–37.

[1] Istituto Superiore di Sanità. Broncopneumopatia cronica ostruttiva. EpiCentro-L’epidemiologia per la sanità pubblica.

[2] Bettoncelli G, Bianchi L, Corda L et al. L’ossigeno terapia a lungo termine: il contributo di Brescia Pneumologica. Rivista Società Italiana di Medicina Generale. 2014.

[3] Cranston JM, Crockett A, Moss J et al. Domiciliary oxygen for chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database of Systematic Reviews 2005, Issue 4. Art. No.: CD001744.

Nota 1. L’ipossiemia, ovvero la condizione in cui la pressione parziale di ossigeno si abbassa nel sangue arterioso, è definita severa quando cala al di sotto del valore pressorio di 55 mmHg.

Nota 2. I database consultati per questa meta-analisi sono stati: MEDLINE, Embase, Cochrane Central Register of Controlled Trials, CINHAL e Web of Science.