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I parametri vitali

Indice

Cosa sono i parametri vitali?

I parametri vitali sono segni oggettivi, misurabili, necessari per le funzioni fisiologiche di un organismo vivente. Questi parametri sono definiti “vitali” in quanto la loro misurazione è fondamentale per ogni valutazione clinica iniziale del paziente, dell’evoluzione della patologia che lo riguarda e forniscono dati necessari per la prognosi.

La rilevazione rapida di tali dati permette di valutare repentinamente alterazioni in ambito cardiopolmonare e di conseguenza determinare il livello assistenziale che il paziente necessita (1).

Quali sono i parametri vitali?

I parametri vitali comprendono tradizionalmente:

  1. Temperatura corporea
  2. Frequenza o Battito cardiaco
  3. Pressione arteriosa
  4. Frequenza respiratoria

Vi sono molti altri parametri utili per la determinazione dello stato clinico del paziente, variabili in accordo alla patologia che si sta attualmente studiando, che causa quindi un’alterazione fisiologica nel paziente.

La temperatura corporea

La temperatura è una variabile complessa, non lineare e influenzabile da diversi fattori, tra essi vi sono la sede di misurazione, il momento del giorno, periodo dell’anno, nel caso delle donne vi possono essere anche alterazioni dovute al ciclo mestruale. Il range di norma della temperatura è variabile tra 36,5°C e 37,5°C. (1)

La misurazione della temperatura corporea

La temperatura corporea può essere misurata in diverse sedi, che comprendono ascellare, rettale, orale e timpanica tramite termometri elettronici o infrarossi. Ogni sede presenta dei vantaggi e degli svantaggi e un range di temperatura diverso. (1) La misurazione più utilizzata in ambito clinico è quella svolta in sede timpanica, questa può essere influenzata dalla presenza di cerume oltre che dall’utilizzo di una tecnica non appropriata. (2)

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Approfondimento: la temperatura corporea

La temperatura corporea è il valore, espresso in gradi (centigradi o fahrenheit), di temperatura che possiede il corpo umano.Esso è molto importante, tanto che in semeiotica medica esso è considerato uno dei 4 parametri vitali principali, assieme a frequenza cardiaca, frequenza del respiro e pressione arteriosa.

Il battito cardiaco

Indica la frequenza con la quale avviene la contrazione del cuore, che permette l’uscita del sangue dallo stesso per immetterlo nel torrente circolatorio.

cuore

Questo parametro permette di reperire dati fondamentali sulla funzionalità cardiaca, che comprendono la frequenza, il ritmo, il volume e l’ampiezza del battito. Il range di norma è variabile tra 60 e 100 battiti per minuto (BPM), nell’adulto. Nel neonato e nel bambino tali valori sono maggiori.

È di fondamentale importanza capire la regolarità o l’irregolarità del battito, in quanto possono essere segni clinici di patologie cardiache quali flutter atriale o fibrillazione atriale. (1)

La misurazione del battito cardiaco

Il battito cardiaco viene misurato ponendo le dita a livello di determinati siti corporei, che permettono di rilevare il battito attraverso la palpazione delle arterie. Tali sedi di misurazione comprendono le arterie a livello del radio, l’ulna, a livello brachiale, femorale, postero tibiale, pedidia e a livello carotideo.

Polso carotideo
Polso ascellare
Tibiale posteriore
Polso brachiale
palpazione polso radiale
Polso radiale
Polso temporale
Polso pedidio
Polso femorale

È inoltre possibile rilevare il battito cardiaco attraverso l’uso del fonendoscopio, ponendo la membrana dello strumento a livello del quinto spazio intercostale, rilevando in tal modo il polso apicale tramite auscultazione.
Attraverso la palpazione è possibile ottenere diversi dati, oltre alla frequenza cardiaca, relativi alla funzionalità fisiologica del cuore e più in generale del sistema cardiocircolatorio. (1)

Il battito dovrebbe essere valutato per almeno 30 o 60 secondi, solo 60 secondi in caso di battito irregolare. Nel caso in cui a livello di palpazione vi fossero difficoltà nella rilevazione secondarie a una frequenza eccessivamente
elevata, è indicata la misurazione a livello apicale. (2)

Approfondimento: la frequenza cardiaca

La frequenza cardiaca è uno dei principali parametri vitali dell’organismo. Con questo termine vengono indicati il numero di battiti effettuati dal cuore nell’arco di un minuto, che si misurano appunto in battiti per minuto o BPM.

La frequenza respiratoria

Rileva il numero di atti respiratori in un minuto. Normalmente il range è variabile tra 12 e 20 atti al minuto.

È inoltre possibile valutare la profondità del respiro e delle sue variazioni patologiche, che prevedono per esempio i respiri cronici, quali Biot, Kussmaul e Cheyne-Stokes. (1) La frequenza respiratoria non dovrebbe essere indicativa, da sola, di un deterioramento dello stato fisiologico; inoltre specie nei bambini non è un parametro sufficientemente affidabile per essere predittivo dello stato clinico del paziente. (2)

La misurazione della frequenza respiratoria

La rilevazione della frequenza respiratoria viene misurata osservando l’escursione toracica durante l’atto respiratorio. Il numero di escursioni nell’arco di un minuto determina il parametro, tale valore è l’unico volontariamente alterabile dal paziente (trattenendo il fiato o effettuando respiri più o meno lunghi), è pertanto indicato non rivelare al paziente che si sta eseguendo la misurazione, in modo da non alterare il parametro. (1) Il corretto metodo di misurazione della frequenza respiratoria prevede la misurazione di tale parametro per un tempo non inferiore ai 60 secondi, in quanto rilevazioni per un periodo minore possono dare risultati altamente diversi rispetto al metodo di misurazione citato. (2)

Approfondimento: la frequenza respiratoria

La frequenza respiratoria è uno dei parametri vitali.In particolare, questo parametro indica il numero di atti respiratori nell’arco di un minuto. Tale valore è variabile in base all’età del soggetto, dovuto alle necessità metaboliche dell’organismo che differiscono in accordo alla crescita e alle necessità del corpo.

La pressione arteriosa

La pressione arteriosa è un parametro vitale che indica lo stato emodinamico del paziente. I valori che vengono riportati corrispondono alla sistole e alla diastole cardiaca, ossia il momento della contrazione del ventricolo sinistro per l’espulsione del sangue dal cuore al torrente circolatorio e il momento del nuovo riempimento della camera cardiaca, ossia quando le camere cardiache si riempiono nuovamente di sangue.
Il valore misurato per la sistole viene indicato come pressione massima, mentre quello della diastole come pressione minima. È importante saper valutare anche la pressione media, che fornisce importanti informazioni relativamente alla perfusione d’organo nel corpo del paziente.

Tale parametro è fortemente influenzato da variabili interpersonali ed extra-personali; tra le prime possono essere elencati per esempio stati d’ansia, agitazione, recente attività sportiva, patologie a livello del cuore o del torrente circolatorio, nel secondo gruppo possiamo annoverare l’assunzione di caffeina, di farmaci vasodilatatori o vasocostrittori, assunzione di sostanze calmanti o eccitanti, ecc. La presenza di una vescica piena può aumentare il valore misurato di 10 mmHg, così come avere una discussione con il paziente; il fatto che gli arti inferiori non siano supportati (paziente seduto) portano a un ulteriore aumento di circa 6 mmHg.

Le variabili sono quindi diverse e difficilmente controllabili dal personale che esegue la rilevazione. (1)

La misurazione della pressione arteriosa

La pressione arteriosa viene rilevata generalmente attraverso uno strumento detto sfigmomanometro, che può essere analogico o digitale. Nel primo caso sarà necessario avvalersi di un fonendoscopio per valutare la pressione minima e massima, infatti tali valori corrispondono a dei suoni udibili mediante questo strumento detti toni di Korotkoff. Utilizzando uno sfigmomanometro analogico, il primo tono corrisponde
alla pressione sistolica, mentre l’ultimo tono (o meglio l’assenza dell’ultimo tono) corrisponde alla pressione diastolica. Vi sono inoltre altre forme di misurazione di tale parametro, per esempio la pressione arteriosa cruenta, che viene rilevata mediante il posizionamento di un catetere vascolare a livello dell’arteria radiale e permette una valutazione più precisa di questo valore. (1)

Come già detto, la misurazione di questo parametro risente altamente di interferenze sia esterne che interne, è pertanto indicato utilizzare un metodo standard di misurazione, riducendo in tal modo il rischio di errore di misurazione; la sede preferibile è stata individuata negli arti superiori. La misurazione andrebbe fatta idealmente a livello del cuore, con paziente sdraiato, inoltre rispetto alla singola misurazione vi è una maggiore incidenza relativa al trend pressorio del paziente. (2)

Approfondimento: la pressione arteriosa

La pressione arteriosa è un parametro vitale che permette di valutare le condizioni generali del paziente, in particolare il suo “stato emodinamico”

Altri parametri vitali?

Durante gli anni vi sono stati diverse discussioni a livello accademico e pratico relativamente alla possibilità di considerare altri parametri del paziente come importanti e quindi “vitali”.

Sono infatti diversi i parametri che possono rendersi necessari per la cura e la valutazione dello stato clinico del paziente, certamente non tutti possono essere riportati ad ogni caso, essendo particolarmente specifici, e pertanto non di necessaria e immediata rilevazione da parte dell’operatore, che attraverso la rilevazione dei parametri vitali permette di avere già un idea di base sul problema del paziente o perlomeno è in grado di rilevare con una maggiore precisione l’organo o il processo disfunzionale che ha portato l’alterazione dei parametri.

Il dolore come quinto parametro vitale?

Tra i parametri maggiormente rilevati è stato suggerito dalla comunità scientifica che il quinto parametro vitale dovesse corrispondere al dolore. Il dolore è chiaramente un evento che tutti provano, tale evento viene accentuato nel momento di un danno fisico o psichico alla persona, inoltre tale parametro può andare a influire, alterandoli, tutti gli altri parametri. È pertanto comune l’individuazione del quinto parametro nel dolore.

Tale evento ha però, come per la pressione, delle interferenze notevoli dovute a elementi prevalentemente intrapersonali, ogni persona reagisce in modo diverso al dolore, pertanto non è un segno valutabile meccanicamente, bensì un sintomo. Ciò nondimeno, tale sintomo può essere valutato mediante l’uso di apposite scale, più o meno specifiche e più o meno rapide, che permettono al clinico di operare scelte consapevoli per la riduzione della sintomatologia dolorosa e conseguentemente, il miglioramento dello stato clinico e del comfort del paziente stesso. (1,2)

Un sesto parametro vitale?

In un recente articolo del Journal of Diabetes Science and Technology, si fa menzione a come, durante la pandemia del COVID-19, le cure si siano spostate verso un livello tecnologico maggiormente avanzato, non solo per i clinici ma anche per i pazienti. Nell’articolo viene esplorato come la gestione dei pazienti possa essere migliorata attraverso l’uso della tecnologia, in particolare riferimento a sistemi di telemedicina e assistenza remota al paziente. Su questa base gli autori ritengono che, oltre ai parametri vitali finora citati, sia necessario inserire la connettività dei pazienti, o meglio, il loro livello di educazione e di formazione in tale ambito, come sesto parametro vitale. (3)
Personalmente, ritengo affascinante tale evento.

Sicuramente la telemedicina e l’innovazione tecnologica permettono una migliore presa in carico del paziente, oltre a migliorare i risultati e a fornire in modo rapido, sicuro e certo informazioni che possono essere fondamentali per l’operatore che va ad agire per il benessere del paziente. Nonostante questa premessa, ritengo sia prematuro identificare l’abilità nella connessione digitale come sesto parametro vitale, anche se è indubbio che man mano che vi sarà il progredire del tempo, i pazienti stessi saranno maggiormente formati a livello tecnologico, pertanto vi saranno certamente ulteriori studi in futuro in grado di fornire maggiori dettagli su questa tipologia di parametro.

Bibliografia: fonti e note

  1. Vital Sign Assessment – Amit Sapra; Ahmad Malik ; Priyanka Bhandari. NCBI Bookshelf. A service of the National Library of Medicine, National Institutes of Health, 2021
  2. Vital signs – Craig Lockwood, Tiffany Conroy-Hiller and Tamara Page, MNSc Centre for Evidencebased Nursing South Australia (a collaborating centre of the Joanna Briggs Institute) and University of Adelaide, Adelaide, South Australia, Australia; JBI reports; 2004
  3. Digital Connectivity: The Sixth Vital Sign – David C. Klonoff, Trisha Shang, Jennifer Y. Zhang, Eda Cengiz, Chhavi Mehta and David Kerr; Journal of Diabetes Science and Technology 1–6, 2021