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Si possono riutilizzare le mascherine N95?

Si possono riutilizzare le mascherine N95?

In questo articolo vedremo come l’utilizzo prolungato delle mascherine, in particolare le N95, o il riutilizzarle quando queste scarseggiano, esponga le persone ad un rischio maggiore di contagio.

 

Le mascherine N95: DPI essenziali

Le mascherine N95 o FFP2 sono dei dispositivi di protezione individuale (DPI) obbligatori per tutto il personale sanitario quando viene a contatto con soggetti ad alto rischio di essere malati di COVID-19.

In situazioni normali queste mascherine sono da considerarsi monouso, cioè andrebbero sostituite dopo che l’operatore è stato in contatto con un paziente. Tuttavia, la situazione di emergenza causata dalla pandemia di COVID-19 ha portato ad una carenza di rifornimenti di mascherine, costringendo i lavoratori sanitari a protrarre l’utilizzo delle N95. 

Significa quindi che il personale sanitario fa un uso prolungato della mascherina, incontrando più pazienti con la stessa, senza sostituirla, o la conserva e la riutilizza in un secondo momento.

 

Quali sono le conseguenze del riutilizzare le mascherine?

Questo utilizzo “anomalo” delle mascherine N95 è stato adottato in molti paesi che si sono trovati con una carenza di risorse e ha sicuramente avuto un importante effetto sulla sicurezza degli operatori. Tuttavia, fino ad ora ci sono pochi studi che hanno misurato l’aumento del rischio di contagio in condizioni di utilizzo prolungato.

Uno studio (1) dell’Università della California, San Francisco (UCSF), ha voluto misurare il rischio di riutilizzare le mascherine direttamente sul personale clinico. Gli studiosi hanno quindi arruolato un campione di 68 lavoratori del pronto soccorso dell’ospedale durante il turno di lavoro per verificare direttamente se le mascherine (ri)utilizzate fossero funzionali. Per ogni persona sono stati raccolti tutti i dati necessari come le caratteristiche del viso, il tipo di maschera (a forma di becco o coppa), il numero di turni di utilizzo della maschera e il numero di volte che è stata reindossata. La verifica avviene tramite un veloce esame standard chiamato fit test.

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Il fit test per la valutazione dell’efficacia delle maschere n95

Un fit test è un semplice esame volto a verificare la buona aderenza della mascherina al viso dell’operatore. Durante l’esame viene chiesto all’operatore (che si è messo autonomamente la mascherina) di indossare un casco all’interno del quale viene spruzzata una sostanza amara:

  • Se l’operatore non avverte nessun cambiamento vuol dire che la mascherina funziona correttamente.
  • Se l’operatore sente un gusto amaro significa che la mascherina non ha protetto il naso e la bocca dall’ambiente esterno.

In quest’ultimo caso il fit test non è superato e all’operatore viene chiesto di indossare una nuova mascherina.

 

I risultati dello studio

Delle 68 persone arruolate nello studio, circa una su tre non ha superato il fit test. In particolare, i ricercatori hanno riscontrato che gli operatori che indossavano mascherine a forma di becco fallivano il test più spesso di quelli che indossavano le mascherine a forma di coppa. Per quanto riguarda queste ultime mascherine, il rischio di fallimento del test era associato al fatto di metterle e rimetterle più volte, piuttosto che al fatto di indossarle per molte ore.

 

Per quanto riguarda i rischi per l’utilizzo prolungato, non ve ne sono di specifici. Spesso le mascherine sono costituite di tessuto che tende a sfilacciarsi con l’utilizzo, per cui può determinare prurito e fastidio generale. Tuttavia questo non inficia l’efficacia della maschera a livello di blocco del droplet nè determina un rischio di altro tipo.

 

Conclusioni

L’utilizzo delle mascherine è uno dei metodi preventivi più efficaci per evitare il contagio del personale sanitario. È quindi indispensabile approfondire gli studi sulla sicurezza delle mascherine in condizioni di emergenza che obbligano ad un utilizzo prolungato. I ricercatori non hanno misurato direttamente quanto il fatto di non superare il fit test sia correlato con una maggiore probabilità di contagiarsi. Tuttavia, questo studio evidenzia che l’utilizzo di mascherine a forma di coppa sarebbe da preferire quando possibile, almeno fino a che maggiori informazioni non saranno disponibili.

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

 

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Fonti:

 

Per approfondire: