sicurezza del paziente in sala operatoria

Sicurezza del paziente in sala operatoria: la checklist

La sicurezza del paziente in sala operatoria

La sicurezza in sala operatoria è data per scontata. La sala operatoria deve essere un luogo sicuro in cui le procedure si svolgono in modo preciso e sicuro. Ma come si raggiunge questo risultato?

 

La necessità di sicurezza in sala operatoria

Nell’Ottobre 2009 Ministero della salute e Politiche Sociali pubblicano il manuale per la sicurezza in sala operatoria, adottando le raccomandazioni e la check list elaborate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’ambito del programma “Safe Surgery Safe Lives”. (1)

L’obiettivo delle procedure di sicurezza consiste nell’eseguire la procedura corretta sul paziente corretto e sottoporre a costante verifica l’attività che man mano ci si accinge a svolgere. E’ molto simile ai controlli che si svolgono dentro la cabina di un aereo prima di decollare.

L’errata identificazione dei pazienti o del sito è un evento avverso poco frequente ma, qualora si verificasse, può provocare gravi danni al paziente e compromettere la fiducia che questi ultimi come singolo e come società hanno nei confronti del sistema sanitario.

Così è necessario svolgere le procedure di sicurezza ad ogni intervento, in modo sistematico, alla presenza di tutto il personale.

Per fare in modo che la verifica delle procedure di sicurezza sia svolta in modo standardizzato è nata la CHECK-LIST di sala operatoria, una sequenza di attività da verificare in modo che nulla di importante sia potenzialmente dimenticato.

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La check list per la sicurezza del paziente in sala operatoria

Sulla base delle raccomandazioni “ Guidelines for Surgery” l’OMS ha costruito una check-list contenente 19 voci, come metodo operativo per aumentare e mantenere gli standard di sicurezza raccomandati per prevenire la mortalità e le complicanze post-operatorie.
Il Ministero della Salute ha adattato la check-list alla nostra realtà nazionale, aggiungendo un ventesimo punto, riguardante il controllo del piano per la profilassi del tromboembolismo venoso.

La checklist include 3 fasi:

  • Sign in
  • Time out
  • Sign out

 

Prima fase della check-list operatoria: Sign In

La prima fase della check-list operatoria inizia all’arrivo del paziente in sala operatoria: l’operatore che lo accoglie inizia la verifica delle seguenti condizioni:

  1. Presentazione dell’equipe, ciascuno con il proprio nome e funzione (2);
  2. Conferma di:
    1. identità del paziente, chiedendo nome cognome data di nascita, controllando in contemporanea il braccialetto identificativo (3) e i documenti presenti. Qualora non fosse possibile interpellare il paziente deve valere la regola del genitore per i minori e dell’amministratore di sostegno per gli altri, o chi detiene il diritto
    2. sede di esecuzione dell’intervento (esempio intervento alla spalla);
    3. procedura chirurgica da eseguire;
    4. firma dei consensi chirurgico ed anestesiologico;
  3. Conferma lato e pregresso segno del sito di intervento, oppure la sua non applicabilità;
  4. Verifica completezza dei controlli per la sicurezza dell’anestesia;
  5. Posizionamento del monitoraggio multi parametrico di tutti i parametri vitali;
  6. Identificazione eventuali allergie;
  7. Valutazione eventuale difficoltà di gestione delle vie aeree o rischio di aspirazione, monitorando se la strumentazione per una gestione eventuale via aerea difficile sia presente e funzionante;
  8. Identificazione, in base all’intervento, del rischio di perdita ematica ≥500ml negli adulti o 7 ml/kg nei bimbi, confermando la necessità della presenza di un accesso venoso adeguato come calibro e che i fluidi e/o emocomponenti, se necessari, siano disponibili.

L’operatore che svolge questi controlli al termine appone data, ora e firma.

 

Seconda fase della check-list operatoria: Time out

sicurezza del paziente in sala operatoria

Si esegue dopo l’induzione dell’anestesia e prima dell’incisione, per confermare ancora una volta che i diversi controlli siano stati eseguiti.

  1. Conferma dell’identità del paziente, sede di intervento, procedura e corretto posizionamento da parte di chirurgo, anestesista e infermiere.
  2. Identificazione delle criticita’ chirurgiche con nota su durata intervento, rischio perdita sangue
  3. Specificita’ anestesiologiche con nota su conferma scala ASA e specificità del paziente
  4. Criticita’ infermieristiche con verifica sterilità, conteggio strumenti, aghi taglienti, controllo dispositivi e altro
  5. Somministrazione della profilassi antibiotica negli ultimi 60 minuti, se necessario;
  6. Visualizzazione delle immagini diagnostiche
  7. Eventuali cambi di equipe

L’operatore che svolge questi controlli al termine appone data, ora e firma.

 

Terza fase della check-list operatoria: Sign out

La terza fase della check-list operatoria è quella di “Sign-out”: si esegue durante, o immediatamente dopo, la chiusura della ferita chirurgica e prima che il paziente abbandoni la sala operatoria; solitamente questa fase la esegue l’infermiere di sala.

  1. Conferma nome della procedura eseguita e sua registrazione;
  2. Conferma conteggio finale del materiale chirurgico: garze, aghi, bisturi e altro;
  3. Controllo e conferma corretta etichettatura di eventuali campioni chirurgici o biologici (presenza di contenitori e relative richieste per l’analisi dei campioni con identificativo del paziente e descrizione del campione);
  4. Eventuali problemi all’uso di dispositivi medici;
  5. Revisione degli aspetti importanti della gestione dell’assistenza post-operatoria e del dolore post-operatorio da parte di chirurgo, anestesista e infermiere;
  6. Piano per la profilassi del tromboembolismo post-operatorio
  7. Piano per la terapia antalgica contro il dolore post-operatorio

Anche quest’ultima fase necessita di data, ora e firma.

 

Il coordinamento e il controllo dell’esecuzione della check-list operatoria

I coordinatori della check-list nelle varie fasi variano a seconda delle specifiche procedure in ogni sala operatoria. Nella mia realtà, nel servizio di anestesia dell’ospedale di San Donà di Piave, sono l’infermiere di anestesia per le prime due fasi e quello di sala per l’ultima fase.

 

Conclusione: l’utilità della check-list per la sicurezza delle procedure in sala operatoria

Dal 2008 tutti gli ospedali che hanno conseguito l’accreditamento all’eccellenza secondo la metodologia Joint Commission International sono tenuti al rispetto degli obiettivi internazionali per la sicurezza del Paziente, compreso i sistemi di sicurezza per le attività di sala operatoria come la check-list operatoria. Il suo corretto utilizzo contribuisce alla riduzione significativa delle problematiche relative ad errori banali ed evitabili.

 

Dott. ssa Suela Laba, infermiera

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Fonti e note:

  1. Safe Surgery Safe Lives –  World Health Organization
  2. La presentazione reciproca dei vari componenti dell’equipe operatoria sembrava fino a qualche anno fa una trovata all’anglosassone, dato che tutti i dipendenti dell’ospedale si conoscevano da lungo tempo. Invece oggigiorno la maggiore fluidità dell’equipe operatoria, per la presenza sempre più diffusa di liberi professionisti e di tirocinanti, ha evidenziato la necessità di una presentazione reciproca iniziale, per identificare ruoli e competenze di ciascuno durante l’atto operatorio.
  3. A ciascun paziente, al momento dell’ingresso, viene posto un braccialetto di riconoscimento con: nome, cognome, data di nascita, reparto, codice nosologico, data d’ingresso e un bar code.
    Il doppio identificativo del paziente permette di evitare possibili errori all’omonimia o scambi di persona, che possono accadere usando un unico identificativo.