Vaccino per streptococco di gruppo B

Streptococco di gruppo B: perché è urgente un vaccino

L’OMS richiede un vaccino contro lo streptococco di Gruppo B

Talvolta nuovi studi possono correggere la percezione del peso globale di una malattia, inducendo le istituzioni sanitarie maggiori come l’Organizzazione Mondiale della Sanità a rivedere le proprie priorità.

È il caso delle infezioni causate dal batterio Streptococcus agalactiae, o Streptococco di Gruppo B (Group B Streptococcus, GBS) e del loro impatto sulla mortalità infantile globale. GBS è un batterio che può infettare le mamme ed essere trasmesso al feto durante la gravidanza, con conseguenze molto pericolose per il bambino, come morte o disabilità a lungo termine. 

Recenti studi hanno rivelato come GBS abbia un impatto globale molto più importante di quanto creduto prima. Nella sua comunicazione del 2 Novembre 2021, l’OMS quindi sensibilizza la comunità scientifica medica riguardo alla necessità urgente di sviluppare vaccini materni per proteggere l’infanzia di centinaia di migliaia di bambini e ridurre in maniera impattante la mortalità perinatale globale.  

 

Lo streptococco di gruppo B 

Streptococcus agalactie è comunemente chiamato streptococco di gruppo B (Group B Streptococcus, GBS) per la classificazione ideata dalla microbiologa Rebecca Lancefield a seconda dei diversi tipi di zuccheri presenti sulla superficie batterica. GBS, come molti altri batteri potenzialmente patogeni, si è evoluto con gli esseri umani e fa parte della normale flora microbica in maniera transiente o persistente. In particolare GBS si è specializzato per colonizzare delle nicchie ecologiche specifiche del corpo umano, come la mucosa vaginale e rettale della donna. 

Nonostante nella maggior parte dei casi non porti nessun sintomo alla mamma, purtroppo la colonizzazione da GBS è un prerequisito noto per causare delle infezioni batteriche invasive molto pericolose nel nascituro, come meningiti, polmoniti e infezioni diffuse (setticemia). 

 

Lo streptococco di Gruppo B nel mondo – Epidemiologia

Quanto è effettivamente comune GBS? 

banner acqua idrogenata desktop

Nel 2020 sono state eseguite nuove stime che rivelano come la prevalenza di questo batterio nel mondo e il suo impatto fossero sottostimati: infatti sappiamo oggi che circa il 15% delle donne in gravidanza in tutto il mondo, cioè quasi 20 milioni, presentano una colonizzazione di GBS nella vagina.

Questo batterio spesso non causa sintomi alla madre, che quindi non si accorge di essere portatrice. Il batterio invece è molto pericoloso per il bambino. L’infezione di GBS del tratto genitale della mamma può estendersi al bambino in utero durante la gravidanza, o infettare il bambino durante il parto quando nascendo viene a contatto con le secrezioni corporee materne. Le conseguenze sono terribili e hanno un forte impatto familiare e sociale: nascite di feti morti, nascite pretermine, o infezioni del nascituro che possono portare a morte o disabilità permanenti.  

 

La strategia di prevenzione

Al momento la strategia di prevenzione più attuata per difendere i bambini dall’infezione è

  1. L’esecuzione di uno screening della madre per capire se sia colonizzata da GBS
  2. L’esecuzione della profilassi antibiotica alla mamma, cioè la somministrazione di antibiotici come la penicillina alla madre durante il travaglio.

Nonostante queste misure la protezione non è sufficiente e il rischio infezione del bambino rimane molto alto. Inoltre bisogna ricordarsi che l’utilizzo diffuso della profilassi antibiotica può velocizzare lo sviluppo di resistenza da parte di GBS contro il medicinale usato. Purtroppo sono stati identificati ceppi di GBS resistenti alla penicillina, l’antibiotico di prima scelta per la profilassi, e si teme lo sviluppo di resistenza anche contro antibiotici di uso comune quali gentamicina, clinamicina ed eritromicina.  

I paesi più colpiti dalle conseguenze di GBS nei bambini sono sicuramente i paesi a basso e medio reddito, specialmente l’Africa Sub-Sahariana e l’Asia Orientale, dove queste misure preventive sono di difficile implementazione. In totale si stima che GBS causi la morte di 150.000 bambini all’anno tra feti e neonati morti, a cui si aggiungono mezzo milione di nascite premature e quindi a rischio, e bambini con disabilità neurologiche importanti. 

 

Lo streptococco di Gruppo B in Italia

I paesi ad alto reddito come il nostro non sono esenti dai pericoli di GBS. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) infatti riconosce che anche in Italia circa una donna gravida su quattro sia portatrice sana di GBS e quindi vada controllata per evitare di esporre il bambino a inutili rischi durante il parto. Il test per rilevare un’eventuale colonizzazione da GBS rientra nei Livelli essenziali di Assistenza per la Gazzetta Ufficiale. L’esame viene eseguito nel nono e ultimo mese di gravidanza, tra la 36° e la 37° settimana e consiste in un semplice prelievo di materiale sia vaginale che rettale con un cottonfioc. Questo poi verrà analizzato in laboratorio e, a seconda del risultato, verrà somministrata la profilassi antibiotica alla signora. 

 

La situazione dei vaccini contro GBS 

Sin dal 2015, l’OMS ha identificato come necessario lo sviluppo di un vaccino contro GBS destinato alle madri, per ridurre la mortalità perinatale.  

Al momento non esiste ancora un vaccino contro lo streptococco di Gruppo B e sforzi in questo senso continuano da più di 30 anni. L’OMS però descrive accuratamente nei suoi report le caratteristiche desiderabili del prodotto finale.

Il punto principale è vaccinare le donne incinte in modo che esse sviluppino anticorpi protettivi. Questi anticorpi preserveranno le stesse da potenziali malattie, oltre a passare anche al feto tramite la placenta, e al neonato tramite il latte materno. In questo modo la vaccinazione, tramite la mamma, arriva al bambino che riceve un preziosissimo patrimonio di anticorpi protettivi. 

La London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM), uno dei centri di ricerca più importanti per la salute globale, stima che se riuscissimo a vaccinare il 70% delle donne incinte, questo porterebbe ad evitare: 

  • 50.000 morti annuali imputabili a GBS
  • 170.000 nascite premature
  • Un recupero di costi di salute negli anni pari a 17 miliardi di dollari. 

 

elena boero

Dott.ssa Elena Boero, Biologa

 

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi rimanere aggiornato sulle nostre prossime pubblicazioni clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter.

 

Fonti e note: