Vertigine: senso di rotazione o avvitamento

Vertigine: tipologie, sintomi e trattamento

Indice

Occorre essere molto cauti nel delineare la vertigine in quanto tale, rispetto a tutta un’altra serie di sintomi che un paziente denomina comunque come vertigine in un gergo colloquiale, ma che si discosta dalla sua definizione medica.

Condizioni che le assomigliano, ovvero sensazioni di instabilità, astenia, depressione, debolezza e in generale forme aspecifiche che il paziente può erroneamente denominare ‘vertigine’, di fatto non costituiscono disturbi dell’apparato vestibolare (1), il vero protagonista della vertigine.

Cos’è una vera vertigine?

Con il termine “vertigine” si intende un senso di rotazione o avvitamento, dunque la vera vertigine presenta un carattere rotatorio, che può essere: 

  • Oggettivo: la persona affetta riferisce di vedere “la stanza che gira intorno” con un dato verso, il quale può orientare sul lato leso del vestibolo (ad esempio se il paziente dice che la stanza gira in senso orario, poiché l’immagine/la percezione del campo visivo è incrociata rispetto alla proiezione sulla corteccia, si può dedurre che in realtà l’occhio giri in senso antiorario). 
  • Soggettivo: la persona affetta riferisce di percepire la stanza ferma, ma presenta una sensazione soggettiva di ruotare e di girarsi (è come se si avvitasse attorno a se stessa). 

 Tutte le altre condizioni che il paziente può denominare come vertigine in realtà sono delle pseudovertigini, come: 

  • Sensazione di instabilità 
  • Mancamento 
  • Svenimento 
  • Annebbiamento della vista 
  • Disturbo della motilità oculare che dà una confusione visiva, come un principio di diplopia 
  • Fenomeni di assenze 

La pseudovertigine risulta priva del carattere rotatorio e pertanto quasi mai ascrivibile ad una disfunzione vestibolare.

Tipologie di vertigine

  • Vertigine periferica: si manifesta con un’importante sintomatologia rotatoria, caratterizzata da una sensazione di malessere e da una sindrome neurovegetativa altrettanto importante con sudorazione profusa, nausea, episodi di vomito, necessità di trovare una postura adeguata per non avvertire la vertigine. Tale problematica riguarda il recettore o il sistema vestibolare (canali, utricolo, sacculo) oppure il nervo vestibolare (come ad esempio una nevrite del vestibolo, una labirintite). In genere tali condizioni risultano abbastanza benigne. È una patologia di competenza del medico otorino, che valuterà cause ed entità durante una visita otorinolaringoiatrica.

Esempio: vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB), la quale è una patologia legata al distacco di uno di questi otoliti dalla cupola gelatinosa dell’utricolo e del sacculo e che quindi provoca un’alterazione dell’endolinfa dalla parte interessata da tale distacco, dando luogo ad un “mismatch” tra la stimolazione vestibolare di un lato rispetto a quella del lato opposto. 

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  • Vertigine centrale, più spesso è attribuita ad una malattia neurologica: sul piano sintomatico essa risulta molto più lieve e subdola, mai così francamente fastidiosa come la periferica. Inoltre quasi mai appare con una manifestazione drammatica, ma a volte può sottendere patologie più importanti, quali patologie tumorali, vascolari, infiammatorie, sclerosi multipla. 

Generalmente questa vertigine è legata a lesioni del sistema di connessione del vestibolo/dei nuclei vestibolari alle altre strutture del SNC e può accompagnarsi anche ad altri segni o sintomi centrali. 

E’ una patologia di competenza del neurologo che ne valuterà le cause durante una visita neurologica. 

Eccezione!

Una possibile eccezione a questa suddivisione è rappresentata dalla sindrome cerebellare acuta: il nervo vestibolare proietta direttamente al cervelletto (alla corteccia cerebellare), quindi in presenza di una lesione cerebellare possiamo avere una sintomatologia importante come quella periferica (pur essendo comunque all’interno del SNC).

Sintomatologia delle vertigini

Le manifestazioni più comuni di vertigine sono: 

  • Vertigini spontanee persistenti. Le cause più frequenti di vertigini spontanee persistenti sono le otomastoiditi (2), la neurite o neuronite vestibolare (3), il trauma sul labirinto, l’infarto del bulbo laterale, che riceve le fibre del nervo vestibolare per i nuclei vestibolari, e l’infarto cerebellare.
  • Attacchi ricorrenti di vertigini. Le cause più frequenti di attacchi ricorrenti di vertigine sono delle patologie perlopiù di pertinenza dell’otorino, quali:
    • Sindrome di Ménière: legata ad un’alterazione della composizione dell’endolinfa
    • Sindrome di Cogan: disturbo autoimmune che riguarda l’orecchio interno
    • Fistola perilinfatica: condizione nella quale entrano in contatto diretto la perilinfa e l’endolinfa, dunque cambiano le rispettive composizioni (in particolar modo cambia la composizione dell’endolinfa di un lato rispetto al lato opposto, dando informazioni di tipo contrastante al SNC e generando così la vertigine) 
    • Attacchi di emicrania 
    • Epilessia del lobo temporale, che si manifesta come crisi epilettiche notturne o diurne 
  • Vertigine posizionale. Si suddivide in: 
    • Vertigine posizionale parossistica  benigna: è legata all’attivazione eccitatoria delle vie vestibolari scatenata da cambiamenti di posizione (4), quindi uno stato di eccitazione/inibizione che non corrisponde allo stato di inibizione/eccitazione del vestibolo opposto, che genera alla fine una vertigine e, in parole povere, un contrasto tra la nostra percezione del corpo nello spazio e la reale posizione dello stesso. 
    • Vertigini posizionali centrali: generano da un’incapacità del SNC per difetti/lesioni a compensare l’informazione che proviene dalla periferia sul movimento e sulla posizione del nostro capo rispetto all’ambiente. Vi è una sorta di latenza nel fornire le informazioni al SNC legata alla lesioni di strutture centrali.

In particolar modo, possiamo avere delle vertigini centrali:

  1. Nelle atrofie spinocerebellari (quindi con un coinvolgimento del cervelletto)  
  2. Nella sclerosi multipla (comporta un coinvolgimento del cervelletto, del midollo spinale, dei nuclei del tronco encefalico) 
  3. Nella malformazione di Arnold-Chiari di tipo I, la quale risulta una malformazione legata al rapporto del cervelletto rispetto al forame magno e rispetto al tronco encefalico 
  4. Nei tumori del tronco dell’encefalo e del cervelletto.

Diagnosi di vertigine

Viene effettuata dopo un’attenta anamnesi da parte del medico, e tramite alcune manovre o test atti a identificare l’origine della patologia: 

  • Test audiologici, dell’udito 
  • Test per l’individuazione del nistagmo (5) (videonistagmografia)
  • Esame posturografico, per valutare l’equilibrio del paziente 

La diagnosi viene generalmente supportata anche da esami di diagnostica per immagini, come la TAC e la risonanza magnetica RMN.

Terapia

La terapia consigliata in caso di vertigini comprende:

  • Antibiotici, in caso di origine batterica della problematica (es. labirintite batterica) 
  • Riabilitazione vestibolare: esercizi che aiutino il cervello ad abituarsi, adattarsi alle vertigini, e dunque a sopportarle meglio 
  • Antiemetici/antistaminici in caso di sintomi molto forti e fastidiosi 

Nella maggioranza dei casi, comunque, vi è guarigione spontanea nel giro di qualche settimana o mese.

Bibliografia: fonti e note

  1. Breve inciso sull’Apparato vestibolare: l’apparato vestibolare si trova nell’orecchio interno insieme alla coclea ed occupa una cavità scolpita nell’osso temporale. Le strutture maggiori dell’apparato vestibolare sono i tre canali semicircolari, il sacculo e l’utricolo. I meccanocettori, ovvero i sensori che rilevano gli stimoli, sono rappresentati dalle cellule cigliate. 
  2. È un’infezione dell’orecchio medio a carico delle cellule mastoidee [Enciclopedia Britannica] 
  3. Nota anche come labirintite, è un’infiammazione del nervo vestibolare che causa forte sensazione rotatoria, di vertigine [Enciclopedia Britannica] 
  4. In particolare, i precipitati di calcio invece che stare adesi alla membrana gelatinosa si muovono liberamente nel canale semicircolare e quindi all’interno dell’endolinfa, cambiando il peso specifico della stessa e la composizione rispetto all’endolinfa controlaterale e dando luogo a tale informazione errata . 
  5. Movimenti ritmici e involontari dell’occhio – Web Archive – Nistagmo spontaneo Centrale