asma e corticosteroidi, asma bronchiale

Corticosteroidi orali per l’asma: qual è il rischio di morbilità e mortalità?

Indice

L’uso di corticosteroidi orali per il trattamento dell’asma aumenta la mortalità e il rischio di sviluppare altre malattie? Uno studio svedese ha provato a dare una risposta.

L'asma e il trattamento con corticosteroidi orali

L’asma è una malattia molto comune che si stima colpisca circa 339 milioni di persone in tutto il mondo.

Si tratta di una malattia eterogenea, caratterizzata da infiammazione cronica dei bronchi e da ostruzione bronchiale reversibile. Può presentare caratteristiche cliniche, fisiopatologiche e patogenetiche diverse. La sintomatologia include dispnea, respiro sibilante, tosse, sensazione di oppressione a livello del torace.

La gestione della malattia è in continua evoluzione e le opzioni terapeutiche disponibili, così come le linee guida internazionali, sono in costante aggiornamento.

In generale la maggior parte dei pazienti con asma ha una malattia lieve o moderata, che viene gestita piuttosto facilmente. Tuttavia in caso di asma grave la situazione si complica e la qualità della vita del paziente può risultare seriamente compromessa. L’utilizzo di corticosteroidi orali ad oggi è uno dei trattamenti più utilizzati per questa malattia.

Approfondimento: l'asma bronchiale

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L’asma è una malattia eterogenea, caratterizzata da infiammazione cronica dei bronchi e da ostruzione bronchiale reversibile: i bronchi da chiusi ed infiammati se trattati adeguatamente ritornano normali. Se non trattata, l’infiammazione può portare ad un rimodellamento cronico dei bronchi e quindi ad una ostruzione bronchiale fissa, ovvero non più reversibile (come la BPCO, Broncopneumopatia cronica ostruttiva).

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: studio di coorte prospettico, longitudinale e osservazionale [1].
  • Luogo: Svezia.
  • Tipo di pazienti: 217.993 pazienti con asma, tra i 12 e i 45 anni, impegnati in cure secondarie ambulatoriali, ospedaliere o che avessero richiesto un farmaco per malattia polmonare ostruttiva tra il 2007 e il 2014.

Scopo dello studio: indagare le complicanze associate all’uso regolare di corticosteroidi orali per l'asma

L’uso regolare di corticosteroidi orali è ad oggi uno dei trattamenti più comuni in caso di asma grave, sia a breve termine per le riacutizzazioni, sia a lungo termine per il controllo dell’asma stessa.

Può essere però associato a complicanze serie come:

L’impatto dell’uso regolare sulla mortalità e morbilità non risulta ancora approfondito a dovere: questo studio si è proposto quindi di valutare l’associazione tra uso regolare di corticosteroidi orali e il rischio di morbilità e mortalità.

Metodi d’indagine

Sulla base della dose media giornaliera di prednisolone o betametasone [2] assunta dai pazienti, sono state individuate tre categorie:
  • utilizzatori regolari (≥5 mg/die) corrispondenti all’1% del totale
  • utenti periodici (<5 mg/die) che ammontavano al 23% del totale
  • non utilizzatori (0 mg/die) corrispondenti al 76% del totale

Risultati dello studio: morbilità e mortalità (8) associate all'uso di corticosteroidi orali in caso di asma

Dopo aver analizzato i dati riguardanti l’utilizzo di corticosteroidi orali da parte dei pazienti nel follow-up [5], l’indagine ha messo in luce che:
  • Per gli utilizzatori periodici, lo studio ha rilevato una maggiore prevalenza di polmonite e poliposi nasali rispetto ai non utilizzatori.
  • Per gli utilizzatori regolari, si è notata una maggiore prevalenza di polipi nasali, glaucoma, cardiopatia ischemica, insufficienza cardiaca, neoplasie maligne e osteoporosi.

In particolare, ad esempio, il rischio di osteoporosi è risultato essere quasi sette volte maggiore per gli utilizzatori regolari di OCS e quasi due volte maggiore per utilizzatori periodici rispetto ai non utilizzatori. [6]

Per quanto riguarda la mortalità durante il follow-up è deceduto:

  • il 21% dei pazienti asmatici utilizzatori regolari di OCS
  • il 5% degli utilizzatori periodici
  • il 4% dei non utilizzatori.

Le cause di morte più comuni sono state malattie cardiovascolaricancro e patologie respiratorie. Tra le altre cause sono state riscontrate soprattutto demenza, morbo di Alzheimer, diabete e sepsi.

Gli utilizzatori regolari di corticosteroidi orali avevano un rischio di morte complessivamente maggiore rispetto ai non utilizzatori. [7]

Conclusioni

La terapia con corticosteroidi orali è ancora una parte sostanziale del trattamento dell’asma grave.

Un’ampia percentuale degli utilizzatori regolari considerati nello studio assumeva un dosaggio medio giornaliero (5,5 mg) che viene generalmente considerato un dosaggio basso e conforme alle linee guida.

Tuttavia gli autori sostengono che anche questo dosaggio risulta associato a un aumentato rischio di sviluppare altre malattie nonché a una maggiore mortalità per tutte le cause ma in particolare per malattie cardiovascolari.

Per questa ragione viene suggerito che sia più che opportuno ricercare altre opzioni di trattamento nei pazienti con asma grave.

Fonti e note

ARTICOLO ORIGINALE: Ekström, M, Nwaru, BI, Hasvold, P, Wiklund, F, Telg, G, Janson, C. Oral corticosteroid use, morbidity and mortality in asthma: A nationwide prospective cohort study in Sweden. Allergy. 2019; 74: 2181– 2190.

  1. I dati utilizzati nello studio provengono da tre registri sanitari nazionali svedesi: il registro nazionale dei pazienti (NPR), il registro dei farmaci prescritti e il registro delle cause di morte. I dati dei singoli pazienti sono stati poi collegati dal National Board of Health and Welfare svedese attraverso il numero univoco di previdenza sociale.
  2. Sono infatti gli OCS raccomandati dalle linee guida svedesi per il trattamento dell’asma.
  3. Diabete, osteoporosi, fratture, glaucoma, cardiopatia ischemica, ipertensione, condizioni psichiatriche, ipercolesterolemia e disturbi del sonno.
  4. I fattori di rischio per la mortalità sono stati analizzati utilizzando il modello di rischio proporzionale di Cox, tenendo conto dell’esposizione agli OCS, l’età, il sesso e la comorbidità (indice di Charlson). L’uso di OCS, i rischi di morbilità e mortalità per causa specifica sono stati analizzati utilizzando il modello di regressione a rischi competitivi di Fine-Gray.
  5. La dose media giornaliera di OCS durante il follow-up era di 5,5 mg nel gruppo degli utilizzatori regolari e 0,8 mg nel gruppo degli utilizzatori periodici. Durante il follow-up, l’1,3% dei non-utilizzatori e il 6,1% degli utilizzatori periodici sono diventati utilizzatori regolari. Tra gli utilizzatori regolari, invece, solo il 25,8% è diventato un utilizzatore periodico mentre il resto è rimasto tale.
  6. Il corrispondente rischio relativo di fratture era 2,46 [IC 95% 1,86-3,23] per gli utilizzatori regolari e 1,15 [IC 95% 1,00-1,31 per quelli periodici.
  7. Hazard ratio [HR] 1,34 (IC 95% 1,24-1,45, P <0,001).
  8. Nello specifico per morbilità sono state intese tutte complicanze correlate all’uso di OCS che si sono verificate durante il follow-up.[3] Per mortalità sono state considerate sia tutte le cause di morte avvenute durante il follow-up, sia mortalità specifica correlata a malattie delle vie respiratorie, alle malattie cardiovascolari, al cancro e altre. [4]