anemia farmaci

I farmaci impiegati per l’anemia migliorano effettivamente il trasporto dell’ossigeno?

Indice

L’autore di questo recente studio sembra mettere in evidenza come alcuni farmaci per l’anemia potrebbero causare una diminuzione dell’ossigeno nei tessuti.

Farmaci per l'anemia e cessione dell'ossigeno nei tessuti

L’anemia è una condizione medica nella quale vi è un deficit di emoglobina all’interno dei globuli rossi, a causa di un ridotta quantità di emoglobina o della presenza di emoglobina non funzionale.

La minore concentrazione di emoglobina si riflette in una minore cessione di ossigeno ai vari tessuti dell’organismo e questo determina una serie di sintomi, come:

  • Affaticamento progressivo;
  • Difficoltà a concentrarsi;
  • Vertigini e capogiri;
  • Dispnea e respiro corto.

Secondo una stima dell’OMS, l’anemia deve essere considerata come un problema di salute medica globale, dal momento che affligge quasi il 50% dei bambini con età inferiore ai 5 anni e 4 donne su 10 durante la gravidanza. [1]

I trattamenti messi in atto per l’anemia sono diversi a seconda della causa che ha indotto l’anemia stessa, la quale origina spesso da carenze nutrizionali, quali il ridotto apporto di ferro o di vitamina B9 (folati).

Scopo dello studio: i farmaci per l'anemia migliorano effettivamente l'ossigenazione dei tessuti?

L’autore di questa disamina ha voluto indagare sull’effettivo razionale d’impiego di alcuni farmaci moderni utilizzati nel trattamento dell’anemia, valutando il supposto miglioramento dell’ossigenazione dei tessuti.

banner acqua idrogenata desktop

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Articolo di review e di commento.
  • Luogo: Stati Uniti.

Il punto della situazione

Premessa

Nei pazienti con anemia si osserva un aumento medio della concentrazione di 2,3-bifosfoglicerato (2,3-BPG), il quale è una molecola intermedia della via glicolitica, capace di modificare l’affinità dell’emoglobina per l’ossigeno.

Quando infatti la pressione dell’ossigeno a livello dei tessuti periferici dell’organismo si abbassa, il 2,3-BPG induce la diminuzione dell’affinità dell’ossigeno per l’emoglobina.

In questo modo l’emoglobina non trattiene saldamente l’ossigeno e può liberarlo nei tessuti, dove viene impiegato per le normali reazioni metaboliche.

Cosa accade nei soggetti anemici

I pazienti anemici presentano una capacità globale minore di legare l’ossigeno rispetto ai valori normali, soprattutto perché la massa eritrocitaria per qualche ragione è minore¹.

L’aumento di concentrazione del 2,3-BPG compensa parzialmente questo deficit, abbassando l’affinità per l’ossigeno dell’emoglobina e migliorando la cessione di questo nei tessuti.

Effetti non chiari di alcuni farmaci moderni contro l'anemia

L’autore di questa review prende in esame due dei farmaci spesso utilizzati nel trattamento di alcune forme di anemia: il voxelotor e il mitapivat².

Questi due farmaci, con meccanismi farmacodinamici differenti, permettono di ottenere un aumento medio della concentrazione di emoglobina nel sangue ma il prezzo da pagare è la conseguente diminuzione del 2,3-BPG.

Entrambi i farmaci infatti determinano, per forza di cose, un abbassamento dose-dipendente del 2,3-bifosfoglicerato, che, come detto in precedenza, è un’essenziale molecola compensatoria nei pazienti anemici.

Conclusione e riflessioni finali

Molto spesso nella pratica clinica i medici si lasciano guidare primariamente dai livelli di emoglobina in circolo nell’organismo per asseverare la gravità dell’anemia e per impostarne prontamente la relativa terapia.

Tuttavia bisognerebbe considerare che in alcune forme di anemia, il modesto rialzo della concentrazione di emoglobina indotto dai farmaci spesso è accompagnato da un’interazione negativa nella liberazione di ossigeno nei tessuti, causata da una riduzione del 2,3-BPG.

Taluni farmaci hanno come obiettivo primario l’aumento dell’affinità per l’ossigeno dell’emoglobina, ma questo cosa comporta a livello periferico? L’emoglobina trattiene più saldamente l’ossigeno e lo cede con più difficoltà ai vari tessuti, i quali possono sviluppare eventi ipossici.

Per questa ragione, poiché lo sviluppo di nuovi farmaci per l’anemia può rendersi molto oneroso, bisognerebbe comprendere in via preliminare accuratamente la fisiopatologia alla base della condizione e valutare la possibile insorgenza di interazioni negative.

Bibliografia: fonti e note

ARTICOLO ORIGINALE: Bunn HF. Oxygen delivery in the treatment of anemia.New England Journal of Medicine. 2022;387(25):2362–5.

[1] World Health Organization. Anemia. 2022

Nota 1. Infatti essendo ridotto il numero dei globuli rossi in circolo è di conseguenza minore la concentrazione dell’emoglobina e quindi la capacità di legare e trasportare ossigeno in circolo.

Nota 2. Il voxelotor è un farmaco impiegato nel trattamento dell’anemia falciforme che impedisce la polimerizzazione dell’emoglobina S e aumenta marcatamente l’affinità per l’ossigeno. Il mitapivat è invece utilizzato per il trattamento dell’anemia emolitica causata da deficit di PKA, dove genera una diminuzione dell’emolisi e una stabilizzazione dell’enzima mutato.