Scialorrea cause cure trattamenti

La scialorrea: cause, cure e trattamenti

 

LA SCIALORREA: scopriamo l’eccesso di salivazione

 

Che cos’è la scialorrea

La scialorrea, o salivazione eccessiva, è una condizione clinica nella quale si constata un esagerato aumento di produzione di saliva nella cavità orale ed è sinonimo anche di ptialismo.
La scialorrea è comune nella prima infanzia. Inizia ad essere considerato anormale a partire dai quattro anni di età, ed è spesso correlato all’incapacità, da parte del cavo orale, di eliminare la sovraproduzione di saliva; in alternativa, questa condizione può essere secondaria a disturbi neurologici gravi come ad esempio la Malattia di Parkinson.

 

Il ruolo della saliva: funzione e produzione da parte delle ghiandole salivari

La saliva è il liquido che viene elaborato, prodotto e secreto dalle ghiandole salivari, rappresentate prevalentemente dalle parotidi, dalle ghiandole sottomandibolari e dalle ghiandole sottolinguali.

La composizione chimica della saliva varia a seconda del tipo di secrezione effettuata dalla ghiandola ma, in ogni caso, essa è costituita per il 98.5% da acqua e, in misura minore, da alcuni ioni, proteine ed enzimi.

Alcuni enzimi contenuti nel liquido salivare, come l’amilasi e la lipasi, contribuiscono a cominciare la digestione degli alimenti, mentre altri enzimi come il lisozima e la perossidasi esercitano un’azione difensiva e antimicrobica.

Recentemente è stata anche appurata l’importanza che riveste la lattoferrina, naturalmente contenuta nella saliva, nel riuscire a legare, trattenere e inibire l’aggressione di diversi patogeni, in particolar modo i virus.

Nel complesso le ghiandole salivari secernono una quantità di saliva al giorno compresa tra 800 millilitri e 1800 millilitri e assolvono a svariate funzioni all’interno della cavità orale, tra cui provvedere a tamponare il pH endobuccale, contrastare l’azione dei patogeni e trasportare gli ioni in tutta la cavità.

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La secrezione della saliva è controllata dall’azione del sistema nervoso autonomo (branca parasimpatica), attraverso il nucleo salivatorio superiore e il nucleo salivatorio inferiore, ed è stimolata in seguito a stimoli gustativi, tattili, odorosi od oressici. [1]

 

Quanto è frequente? Epidemiologia della scialorrea

La scialorrea, intesa come sbavatura dagli angoli della bocca, è un fenomeno piuttosto comune nei primi due anni di età, manifestandosi come entità isolata o periodica.

Scialorrea bambini

Nei bambini, superati i quattro anni di età, la persistenza di una salivazione eccessiva è, nella maggior parte dei casi, imputabile a una forma di danno cerebrale.

Negli adulti la scialorrea è un fenomeno di assai comune riscontro nella malattia di Parkinson dove arriva a colpire l’80 % dei pazienti, mentre può essere analogamente osservata nei pazienti schizofrenici in terapia cronica con farmaci antidepressivi, in  almeno un terzo dei casi. [2]

 

Cause della salivazione eccessiva: eziologia della scialorrea

La salivazione eccessiva può essere causata da un eccesso primario di produzione della saliva da parte delle ghiandole salivari oppure dall’incapacità, da parte del sistema orofaringeo, di provvedere a un’ottimale deglutizione.

Poiché la secrezione salivare è regolata da segnali nervosi che conducono l’impulso alle ghiandole salivari di contrarsi e di secernere la saliva, una dissinergia nella contrazione può portare a deficit di secrezione o a deficit di deglutizione.

 

Scialorrea da eccesso di salivazione

A volte la persistenza di particolari stimoli, come l’immissione nel cavo orale di oggetti lisci, frequente nei bambini, può portare a un eccesso di produzione della saliva nel tentativo di lubrificare la cavità orale.

Anche alcuni farmaci che potenziano l’attività del sistema nervoso parasimpatico, ossia farmaci ad azione colinergica, elicitano la stimolazione e la produzione di saliva da parte delle varie ghiandole salivari. [2],[3]

 

Scialorrea da deficit di deglutizione

Se alcuni muscoli involontari della faringe non ricevono in maniera opportuna il segnale di contrarsi, la saliva tende ad accumularsi nella cavità orale senza poter essere deglutita, con il pericolo di soffocamento delle vie aeree superiori.

Alcuni farmaci antipsicotici, come la clozapina e l’olanzapina, nonché alcune benzodiazepine, agiscono provocando sonnolenza e torpore generale rallentando anche la deglutizione, portando al conseguente ristagno di saliva nella cavità orale.

Negli adulti, oltre a fattori minori di natura posturale e di malocclusione dentaria, una delle cause più comuni di scialorrea è rappresentata dalla degenerazione dei segnali nervosi indotta dall’ictus e dalla Malattia di Parkinson. Nel Parkinson la scialorrea si manifesta spesso come estrusione di bava dagli angoli labiali, sia a riposo che sforzando l’eloquio ed è determinata dall’incapacità di questi pazienti di deglutire in maniera ottimale, per cui la saliva tende a scivolare via dalla bocca.

 

Infine diverse classi di farmaci possono agire sui segnali nervosi che recano l’impulso di contrarsi alle ghiandole salivari, determinandone un’ipersecrezione salivare o, al contrario, il problema opposto, noto come iposalivazione o xerostomia.

 

Valutazione e diagnosi della scialorrea

Visita per scialorrea

La corretta valutazione della produzione eccessiva di saliva e la ricerca delle cause che la determinano sono in genere demandate al medico specialista otorinolaringoiatra o al chirurgo maxillo- facciale.

L’anamnesi riveste un’importanza notevole: dopo aver indagato sullo stato di salute generale e sui farmaci assunti in caso di terapie, il medico procede ad effettuare al paziente delle domande per inquadrare al meglio la sua condizione.

In genere, vengono effettuate domande del tipo:

  • Ti sembra che la quantità di saliva nella tua bocca sia eccessiva, o, al contrario, ridotta?
  • Hai difficoltà a ingerire un cibo solido o liquido?
  • Hai maggiori difficoltà nel deglutire un cibo in particolare?
  • La tua salivazione aumenta in momenti specifici durante la giornata, magari in corrispondenza di un’emozione?

Una volta esaurita la fase anamnestica, si passa all’esame obiettivo, dove il medico esamina e ispeziona la cavità orale, con lo scopo di ricercare eventuali deformazioni, traumi o ostruzioni a carico delle varie ghiandole salivari; qualora lo ritenesse opportuno, è anche possibile valutare la funzione di ogni singola ghiandola salivare maggiore, ricorrendo a dei particolari cateteri molto sottili, che valutano il salivary flow rate.

Oltre agli esami del sangue, che vengono prescritti di routine per indagare sullo stato generale del paziente, spesso viene condotta un’analisi chimico-fisica e microbiologica del liquido salivare, alla ricerca di specifiche alterazioni o infezioni da parte di batteri che possono aver colonizzato il cavo orale.

In altri casi, ovvero quando la scialorrea è secondaria a deficit neurologici acclarati, come la malattia di Parkinson, l’eccesso di saliva è tempestivamente diagnosticato come conseguenza diretta della storia naturale di quella patologia. [2]

 

Cure e trattamenti per la scialorrea

Cure scialorrea

I trattamenti a disposizione per la cura della scialorrea possono essere inizialmente di natura conservativa e sono gestiti da un gruppo di logopedisti, terapisti occupazionali e neurologi, e si basano sulla corretta educazione posturale dei muscoli della cavità orale o su tecniche di biofeedback.

Più spesso alcuni farmaci sono comunemente impiegati per l’attenuazione della produzione esuberante di saliva, e agiscono contrastando l’impulso del sistema nervoso parasimpatico, come la scopolamina e il glicopirrolato.

Anche l’iniezione di neurotossina botulinica di tipo A si è dimostrata efficace nel ridurre e controllare il meccanismo di salivazione ma gli effetti riscontrati sono di natura passeggera e necessitano di essere ripetuti nel tempo.

Il trattamento che si dimostra maggiormente risolutivo nella cura e nella correzione della scialorrea è rappresentato però dall’intervento chirurgico, che può escindere direttamente le ghiandole salivari, legarne i dotti che ne trasportano il liquido o reindirizzare il liquido stesso in una posizione anatomica più opportuna. [2],[3]

 

Conclusioni

La scialorrea può essere primaria o secondaria ad affezioni di natura neurologica e muscolare del sistema oro-facciale.

Indipendentemente dalla causa, la salivazione eccessiva determina una serie di complicazioni fisiche e di discomfort sociale per il paziente, tra cui il forte stigma sociale e l’imbarazzo a condurre una vita relazionale soddisfacente.

Fortunatamente l’eccesso di salivazione può essere validamente controllato da terapie conservative che da terapie farmacologiche e, nei casi più complessi, anche da interventi chirurgici risolutivi, che attenuano o annullano del tutto la ritenzione salivare.

 

Fonti e note:

[1] Hall J, Hall M, Hall J. Guyton and Hall textbook of medical physiology. Philadelphia, PA: Elsevier; 2021.

[2] Lakraj AA, Moghimi N, Jabbari B. Sialorrhea: anatomy, pathophysiology and treatment with emphasis on the role of botulinum toxins. Toxins (Basel). 2013 May 21;5(5):1010-31.

[3] Hockstein NG, Samadi DS, Gendron K, et al.  Sialorrhea: a management challenge. Am Fam Physician. 2004 Jun 1;69(11):2628-34.