aneurisma cerebrale

Aneurisma cerebrale

L’aneurisma cerebrale è una condizione potenzialmente pericolosa causata da un vaso sanguigno nel cervello che si dilata e si indebolisce. Può verificarsi in qualsiasi parte del cervello.

Le conseguenze possono essere gravi, come emorragie cerebrali e ictus. Fortunatamente però esistono diversi trattamenti per prevenirle, nell’articolo di oggi vedremo insieme le cause e i metodi di trattamento possibili.

Classificazione di aneurisma

Gli aneurismi possono essere distinti in base alla forma e alle dimensioni.

Per quanto riguarda la forma, possono essere:

  • sacciformi: a forma di sacco;
  • fusiformi: allungati;
  • cirsoidei: molto rari e caratterizzati da rigonfiamenti e restringimenti ciclici;
  • cilindrici: quando riguardano tutta l’arteria e non solo un piccolo tratto;
  • navicolari: a forma di nave.

Per quanto riguarda le dimensioni, si classificano in:

  • piccoli: se inferiori a 7 mm, e solitamente hanno un basso rischio di rottura;
  • grandi: se superiori ai 7 mm, e possono avere un elevato rischio di rottura.

Gli aneurismi superiori ai 25mm solitamente richiedono un trattamento tempestivo.

banner acqua idrogenata desktop

 

Quanto è frequente l’aneurisma cerebrale? Epidemiologia

Si tratta di una condizione relativamente comune. Si stima che la sua prevalenza sia di circa l’1-5% della popolazione mentre l’incidenza, che rappresenta il numero di nuovi casi diagnosticati ogni anno, è stimata tra 1,5 e 8 casi per 100.000 persone all’anno.

Nell’analisi epidemiologica si è inoltre riscontrata una differenziazione in base ad alcuni fattori, come:

  • storia familiare: se un membro della famiglia ha avuto un aneurisma cerebrale, il rischio di svilupparne uno aumenta.
  • Sesso: colpisce più le donne degli uomini, con un rapporto di circa 3:2.
  • Età: può verificarsi a qualsiasi età, ma è più comune tra i 40 e i 60 anni.

 

Quali sono le cause dell’aneurisma cerebrale? Eziologia

aneurisma cerebrale

Non esiste una causa unica e definitiva che ne spieghi completamente lo sviluppo, ma ci sono diversi fattori che sono stati associati alla sua formazione poiché incidono sulla salute dei vasi sanguigni e possono indebolirli.

Tra i principali:

  • fattori genetici: sono state identificate alcune mutazioni genetiche che predispongono all’aneurisma cerebrale, come nel caso della sindrome di Ehlers-Danlos e della sindrome di Marfan.
  • Malattie connettivali: alcune malattie del tessuto connettivo possono aumentare il rischio di svilupparlo, come la neurofibromatosi di tipo 1.
  • Ipertensione arteriosa: può contribuire alla formazione e alla rottura di un aneurisma cerebrale, esercitando una tensione eccessiva sulle pareti dei vasi sanguigni.
  • Traumi cranici: lesioni traumatiche al cranio possono danneggiare i vasi sanguigni cerebrali.
  • Abuso di sostanze: l’uso cronico eccessivo di alcol e droghe, in particolare cocaina, è una componente di rischio.
  • Stili di vita poco salutari: l’obesità, il fumo e una dieta poco salutare possono contribuire all’insorgenza di malattie cardiovascolari, compresi gli aneurismi cerebrali. Questi fattori possono infatti influenzare negativamente la salute dei vasi sanguigni.

Questi fattori di rischio possono interagire tra loro e con altri fattori: la comprensione completa delle cause è ancora oggetto di ricerca scientifica e ci sono molti aspetti che richiedono ulteriori studi.

 

Quali sintomi provoca un aneurisma cerebrale? Sintomatologia

È possibile avere un aneurisma cerebrale senza esserne a conoscenza, poiché spesso non causa sintomi fino a quando non si verificano complicazioni.

Nei casi in cui si sperimentano sintomi i più comuni sono:

  • Cefalea improvvisa e intensa: una delle manifestazioni più comuni è un forte mal di testa improvviso, spesso descritto come “la peggiore emicrania della vita”.
  • Dolore o disagio agli occhi: alcune persone possono avvertire dolore o disagio nella regione oculare, spesso descritto come dolore retro orbitale. Possono sperimentare una sensazione di pressione o pulsazione nella zona degli occhi.
  • Problemi visivi: come visione doppia, offuscata, diminuzione dell’acutezza visiva o sensibilità alla luce. Questi sintomi possono verificarsi a causa della pressione esercitata dall’aneurisma sui nervi ottici o sulle strutture visive del cervello.
  • Rigonfiamento delle pupille: può influenzare i nervi cranici responsabili della dilatazione delle pupille. Di conseguenza può verificarsi una dilatazione anormale o un rigonfiamento di una o entrambe le pupille.

Quando un aneurisma cerebrale si rompe può causare una grave emorragia cerebrale, nota come emorragia subaracnoidea, che può portare a gravi conseguenze e richiedere un intervento medico d’urgenza. Questa rottura improvvisa provoca sintomi gravi e immediati, tra cui:

  • dolore improvviso e acuto alla testa
  • nausea e vomito
  • stato di incoscienza
  • rigidità dei muscoli del collo
  • sensibilità alla luce o fonofobia (sensibilità al rumore)
  • convulsioni.

 

Diagnosi di aneurisma cerebrale

La diagnosi avviene solitamente all’interno di una visita neurologica a seguito di un’anamnesi e di alcuni esami che possano confermarla.

 

Anamnesi

L’anamnesi consiste nella raccolta di informazioni che riguardano la storia clinica del paziente, tra le quali:

  • Sintomi attuali: inclusa la presenza di cefalea improvvisa e intensa, problemi visivi, dolore agli occhi, nausea, vomito o altri sintomi correlati.
  • Storia medica pregressa: compresi eventuali problemi di salute precedenti, malattie croniche o condizioni predisponenti come l’ipertensione arteriosa, malattie del tessuto connettivo o una storia di trauma cranico.
  • Storia familiare: eventuali casi di aneurismi o emorragie cerebrali in famiglia.
  • Farmaci e allergie: informazioni dettagliate sui farmaci che il paziente sta assumendo attualmente ed eventuali allergie farmacologiche.
  • Storia di fumo e uso di alcol: poiché questi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare un aneurisma cerebrale.
  • Eventi precedenti: il medico può chiedere al paziente se ha avuto episodi di cefalea intensa o emorragia cerebrale in passato, che potrebbero essere indicativi di un aneurisma cerebrale non riconosciuto.
  • Esami diagnostici precedenti: sarà importante valutare se il paziente ha eseguito esami di imaging cerebrale, come una risonanza magnetica o una tomografia computerizzata e se è stata riscontrata la presenza di un aneurisma cerebrale.

 

Esame obiettivo

L’esame obiettivo è orientato alla ricerca di segni e sintomi associati all’aneurisma o alle sue complicanze. Ecco alcuni esami che possono essere richiesti:

  • Esame neurologico: può includere la valutazione di aspetti come la forza muscolare, la coordinazione, la sensibilità, i riflessi e il tono muscolare. Eventuali deficit neurologici, come debolezza, alterazioni della sensibilità o difficoltà nella coordinazione, possono fornire indicazioni sulla posizione o la dimensione dell’aneurisma.
  • Valutazione del sistema visivo: sarà importante esaminare la vista del paziente, inclusa l’acutezza visiva, il campo visivo e la presenza di eventuali anomalie, anche con l’aiuto di un oculista.
  • Esame dei nervi cranici: i nervi cranici sono i nervi che emergono dal cervello e controllano funzioni come la vista, l’udito, l’olfatto e il movimento dei muscoli facciali. Il medico può valutarne la funzione per identificare eventuali alterazioni che potrebbero suggerire la presenza di un aneurisma.
  • Esame della pressione arteriosa: poiché l’ipertensione è un fattore di rischio noto per la formazione e la rottura di un aneurisma cerebrale.
  • Segni di rottura dell’aneurisma: se si sospetta che si sia rotto e abbia causato un’emorragia subaracnoidea, il medico può valutare la rigidità del collo, i segni di irritazione delle meningi (come la resistenza al flessione del collo), e la ricerca di segni di alterazione dello stato di coscienza o di segni neurologici focali.

 

Esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio possono essere utili per la diagnosi e la valutazione di un aneurisma cerebrale. Tra i più utilizzati:

  • Emocromo completo: può rilevare anomalie nelle cellule del sangue, come una conta piastrinica bassa o un aumento dei globuli bianchi, che potrebbero indicare una rottura dell’aneurisma cerebrale.
  • Test di coagulazione: test come il tempo di protrombina (PT) e il tempo di tromboplastina parziale attivata (PTT) possono essere utili per valutare il rischio di sanguinamento o trombosi.
  • Esami biochimici: possono includere la misurazione degli elettroliti, come sodio, potassio e calcio, nonché dei marcatori di danno cerebrale, come la proteina S-100B o la lattato deidrogenasi (LDH).

 

Esami strumentali

Gli esami strumentali possono aiutare nell’accertare la diagnosi. Tra i più utilizzati:

  • Imaging cerebrale non invasivo: la risonanza magnetica (RM) e la tomografia computerizzata (TC) possono fornire immagini dettagliate delle strutture cerebrali, consentendo la visualizzazione diretta dell’aneurisma e l’analisi delle sue caratteristiche, come la dimensione, la forma e la posizione.
  • Angiografia cerebrale: è un esame più invasivo che prevede l’inserimento di un catetere attraverso un’arteria per iniettare un mezzo di contrasto. Questo permette di visualizzare i vasi sanguigni cerebrali con maggiore precisione e di identificare l’aneurisma.
  • Angiografia a risonanza magnetica: è una tecnica non invasiva che utilizza la risonanza magnetica per ottenere immagini dei vasi sanguigni cerebrali.
  • Ecografia transcranica: è una tecnica non invasiva che utilizza ultrasuoni per visualizzare i vasi sanguigni cerebrali. Può essere utilizzata per valutare il flusso sanguigno e individuare eventuali anomalie, come stenosi o dilatazioni dei vasi.
  • Ecodoppler transcranico: è una variante dell’ecografia transcranica che consente di valutare il flusso sanguigno cerebrale e la velocità del flusso attraverso i vasi sanguigni. Può essere utilizzata per valutare il flusso sanguigno attorno a un aneurisma cerebrale e per rilevare eventuali anomalie.
  • Angio-TC e angio-RM: questi esami combinano le immagini ottenute dalla TC o dalla RM con l’uso di mezzi di contrasto per visualizzare in modo dettagliato i vasi sanguigni cerebrali. Possono essere utilizzati per identificare l’aneurisma e valutare la sua morfologia.

 

Diagnosi differenziale di aneurisma cerebrale

La diagnosi differenziale implica l’esclusione di altre condizioni che possono manifestarsi con sintomi simili, come:

  • Emicrania: può causare forti cefalee, spesso unilaterali, accompagnate da nausea, sensibilità alla luce (fotofobia) e al suono (fonofobia).
  • Emorragia intracranica spontanea: può manifestarsi con sintomi simili ma può essere causata da altre condizioni, come l’ictus emorragico o lesioni traumatiche.
  • Tumore cerebrale: alcuni tumori cerebrali possono presentarsi con sintomi come cefalea, disturbi visivi e deficit neurologici. Gli esami di imaging possono aiutare a distinguere tra le due condizioni.
  • Malformazione arterovenosa: sono anomalie dei vasi sanguigni cerebrali in cui le arterie e le vene sono collegate direttamente senza passare attraverso i capillari. Possono presentarsi con sintomi simili a quelli di un aneurisma cerebrale e possono richiedere un’angiografia o una risonanza magnetica per la diagnosi differenziale.
  • Nevralgia del trigemino: è una condizione caratterizzata da dolori lancinanti intensi al viso. Sebbene i sintomi possano sovrapporsi a quelli di un aneurisma, questa è una condizione benigna.
  • Mal di testa primario: ci sono diversi tipi di mal di testa primari, come la cefalea tensiva e la cefalea a grappolo, che possono causare sintomi simili a quelli dell’aneurisma cerebrale. La valutazione accurata della storia clinica, dei sintomi e dei fattori di rischio può aiutare a distinguere tra le diverse patologie.

 

Trattamento dell’aneurisma cerebrale

Il trattamento dell’aneurisma cerebrale dipende da diversi fattori, tra cui:

  • le dimensioni dell’aneurisma
  • la posizione
  • la presenza di sintomi
  • la storia medica del paziente.

Vediamo i trattamenti più utilizzati.

 

Monitoraggio

Il monitoraggio è utile per gli aneurismi cerebrali:

  • di piccole dimensioni (inferiori a 5-7 mm di diametro)
  • stabili
  • asintomatici
  • in una posizione che li rende meno suscettibili alla rottura.

Questo approccio prevede l’osservazione regolare dell’aneurisma attraverso esami di imaging periodici (annuali o ogni 2-5 anni), al fine di rilevare eventuali cambiamenti nel tempo.

Durante il monitoraggio i principali fattori che vengono presi in considerazione sono:

  • le dimensioni
  • la morfologia
  • la presenza di coaguli o trombi
  • l’eventuale presenza di fattori di rischio che possono influenzare la rottura.

Se si rileva un cambiamento significativo nelle dimensioni dell’aneurisma o compaiono sintomi correlati, può essere necessario rivalutare la strategia di trattamento e considerare una cura attiva, come la chirurgia clip o l’embolizzazione endovascolare.

 

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica si concentra principalmente sulla gestione dei fattori di rischio, al fine di ridurre la possibilità di rottura dell’aneurisma e prevenire complicanze. Tra questi:

  • Controllo dell’ipertensione arteriosa: i farmaci antipertensivi comuni includono ACE-inibitori, diuretici, beta-bloccanti e calcio-antagonisti.
  • Gestione del colesterolo elevato: in questo caso i farmaci ipolipidemizzanti, come le statine, possono essere prescritti per ridurre i livelli di colesterolo LDL (“colesterolo cattivo”) e controllare i livelli lipidici nel sangue.
  • Terapia antiaggregante piastrinica: i farmaci antiaggreganti piastrinici, come l’aspirina e il clopidogrel, riducono la tendenza delle piastrine a formare coaguli e possono aiutare a prevenire la formazione di trombi all’interno dell’aneurisma.
  • Controllo del diabete: se un paziente ha il diabete, il controllo della glicemia con la terapia insulinica o farmaci antidiabetici è raccomandato per ridurre il rischio di complicanze vascolari.

 

Chirurgia clip

La chirurgia clip, conosciuta anche come clipping dell’aneurisma cerebrale, è un intervento chirurgico invasivo. Vediamo come avviene.

  • Preparazione preoperatoria: vengono eseguiti esami preoperatori, inclusi esami di imaging per valutare le dimensioni, la forma e la posizione dell’aneurisma cerebrale. Queste informazioni consentono al chirurgo di pianificare l’intervento in modo ottimale.
  • Anestesia: il paziente viene sottoposto a anestesia generale. Un anestesista lo monitorerà costantemente per garantire la sicurezza e il benessere durante l’intervento.
  • Accesso chirurgico: il chirurgo eseguirà un’incisione nel cuoio capelluto per esporre l’area interessata. La dimensione e la posizione dell’incisione possono variare.
  • Applicazione della clip: una volta che l’aneurisma cerebrale è visibile, il chirurgo utilizzerà una clip metallica, in titanio o in altri materiali biocompatibili, per interrompere il flusso sanguigno all’interno dello stesso.
  • Verifica dell’esclusione dell’aneurisma: dopo aver applicato la clip si verificherà l’esclusione completa dell’aneurisma dal flusso sanguigno utilizzando metodi di controllo intraoperatorio, come l’angiografia a raggi X.
  • Chiusura dell’incisione: si procederà alla chiusura dell’incisione nel cuoio capelluto con punti di sutura o adesivi chirurgici.
  • Monitoraggio postoperatorio: dopo l’intervento il paziente verrà trasferito in un’unità di terapia intensiva o in un reparto specializzato per il monitoraggio postoperatorio, per controllare il recupero e gestire eventuali complicanze.

 

Embolizzazione endovascolare

L’embolizzazione endovascolare, nota anche come coiling, è una procedura minimamente invasiva. Vediamola insieme.

  • Preparazione pre-procedura: si possono eseguire esami di imaging per valutare le dimensioni, la forma e la posizione e potrebbe essere necessaria una angiografia cerebrale per fornire una mappatura precisa dei vasi sanguigni cerebrali e dell’aneurisma.
  • Anestesia: il paziente viene sottoposto a sedazione o anestesia generale a seconda delle circostanze specifiche.
  • Accesso endovascolare: attraverso un’arteria nella regione inguinale o al polso si può ottenere l’accesso al sito. Un catetere flessibile viene quindi guidato attraverso l’arteria fino all’aneurisma cerebrale utilizzando tecniche di imaging in tempo reale, come la fluoroscopia.
  • Posizionamento delle spirali: raggiunto l’aneurisma, il chirurgo introduce delle spirali metalliche (coils) attraverso il catetere e le posiziona all’interno dell’aneurisma. Le spirali hanno una forma a molla e favoriscono la formazione di un coagulo di sangue: ciò riduce il flusso sanguigno all’interno dell’aneurisma e previene la rottura.
  • Controllo intraoperatorio: durante la procedura, l’angiografia cerebrale può essere utilizzata per valutare l’efficacia del trattamento. Le immagini dei vasi sanguigni cerebrali vengono ottenute in tempo reale, consentendo al chirurgo di osservare la distribuzione delle spirali all’interno dell’aneurisma e di apportare eventuali modifiche o aggiustamenti necessari.
  • Chiusura del sito di accesso: dopo aver completato l’embolizzazione endovascolare, il catetere viene ritirato e il sito di accesso viene chiuso con punti di sutura o dispositivi di chiusura specializzati.
  • Monitoraggio post-procedura: il paziente viene monitorato da personale medico specializzato per valutare il recupero e gestire eventuali complicanze. Il periodo di recupero varia a seconda delle condizioni specifiche del paziente, ma in genere la permanenza in ospedale è più breve rispetto alla chirurgia tradizionale.

 

Trattamento endovascolare con stent

Il trattamento endovascolare con stent è un’opzione terapeutica per il trattamento degli aneurismi cerebrali che coinvolgono vasi sanguigni di grandi dimensioni o presentano caratteristiche anatomiche complesse.

  • Preparazione pre-procedura: anche in questo caso prima del trattamento solitamente si eseguono esami di imaging per valutare le dimensioni, la forma e la posizione dell’aneurisma cerebrale.
  • Anestesia: il paziente viene sottoposto a sedazione o anestesia generale a seconda delle circostanze specifiche.
  • Accesso endovascolare: si ottiene attraverso un’arteria periferica, solitamente l’arteria femorale nell’inguine. Un catetere flessibile viene quindi guidato attraverso l’arteria fino all’aneurisma cerebrale utilizzando tecniche di imaging in tempo reale.
  • Posizionamento dello stent: raggiunto l’aneurisma, si posiziona uno stent, che è un dispositivo tubolare metallico a maglia fine. Lo stent viene inserito attraverso il catetere e viene espanso all’interno del vaso sanguigno, stabilizzandosi contro le pareti. Questo crea una struttura di supporto che previene il collasso del vaso e ne facilita la guarigione.
  • Controllo intraoperatorio: durante la procedura si può usare l’angiografia cerebrale per valutare l’efficacia del trattamento. Ciò consente di ottenere le immagini dei vasi sanguigni cerebrali in tempo reale, in modo da permettere al chirurgo di valutare il posizionamento dello stent e l’esclusione dell’aneurisma dal flusso sanguigno.
  • Chiusura del sito di accesso: dopo aver completato il trattamento il catetere viene ritirato e il sito di accesso viene chiuso con punti di sutura o dispositivi di chiusura specializzati.
  • Monitoraggio post-procedura: il paziente viene monitorato da personale medico specializzato per valutare il recupero e gestire eventuali complicanze. La durata del periodo di recupero varia a seconda delle condizioni specifiche del paziente, ma in genere la permanenza in ospedale è più breve rispetto alla chirurgia tradizionale.

 

Aneurisma cerebrale: cosa è necessario ricordare?

L’aneurisma cerebrale è dunque una condizione seria che può richiedere un trattamento tempestivo ed efficace.

Non c’è una spiegazione chiara a ciò che lo causa, ma esistono diversi fattori di rischio che sono stati associati alla sua formazione. Tra questi ricordiamo alcune malattie genetiche e connettivali, ipertensione arteriosa, traumi cranici e uno stile di vita poco sano, che potrebbe anche includere l’abuso di alcool e droghe.

Spesso non causa sintomi se non nel momento di rottura, quando può provocare una emorragia subaracnoidea. In alcuni pazienti potrebbe però provocare sintomi anche prima della rottura e in questo caso i più comuni sono: cefalea improvvisa e intensa, dolore e disagio agli occhi e problemi visivi.

La diagnosi avviene solitamente all’interno di una visita neurologica a seguito di un’anamnesi e di alcuni esami che possano confermarla, in particolare tramite esami di imaging che possono rintracciare l’aneurisma e la sua morfologia.

Tra i trattamenti possibili ci sono quelli chirurgici, come la chirurgia clip, che offre una soluzione duratura attraverso l’applicazione di una clip metallica per isolare l’aneurisma dal flusso sanguigno, o l’embolizzazione endovascolare, una soluzione meno invasiva. Altro trattamento chirurgico possibile è il trattamento endovascolare con stent, un’opzione terapeutica per il trattamento degli aneurismi cerebrali che coinvolgono vasi sanguigni di grandi dimensioni o presentano caratteristiche anatomiche complesse.

In alcuni casi è possibile basti un monitoraggio regolare e la terapia farmacologica per gestire le condizioni che possono aumentare il rischio di rottura. La scelta del trattamento dipende dalle caratteristiche specifiche dell’aneurisma e dalle condizioni del paziente.