Fibrillazione atriale, malattie cardiache, aritmie cardiache, cardiologia

Fibrillazione atriale

Indice

La fibrillazione atriale – spesso abbreviata con la sigla FA – è una aritmia cardiaca caratterizzata da un’attività elettrica disorganizzata dell’atrio, la camera superiore del cuore. In condizioni normali il cuore batte in modo regolare e coordinato, ma in caso di fibrillazione atriale gli impulsi elettrici che controllano il battito diventano disorganizzati, causando l’irregolarità del ritmo, responsabile di alterazione del quadro elettrico e dei sintomi del paziente.

In questo articolo ne analizzeremo le cause principali e i sintomi più comuni, vedendo infine quali terapie sono previste per il trattamento di questo disturbo cardiaco.

Fibrillazione atriale: quanto è frequente nella popolazione?

La fibrillazione atriale è una delle aritmie cardiache più comuni al mondo e colpisce circa il 2-3% della popolazione mondiale. L’incidenza aumenta con l’età ed è leggermente più alta negli uomini rispetto alle donne.

Questa patologia è associata ad un aumento del rischio di insufficienza cardiacae mortalità e può avere un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente. Si tratta di una delle principali cause di ictus, soprattutto tra gli anziani.

Alcuni fattori di rischio per lo sviluppo di questa condizione includono:

  • età avanzata;
  • ipertensione;
  • malattia coronarica;
  • cardiomiopatia;
  • diabete;
  • obesità;
  • sindrome dell’apnea del sonno;
  • abuso di alcol;
  • fumo.

La fibrillazione atriale è una malattia cronica che richiede un attento monitoraggio e un adeguato trattamento per ridurre il rischio di complicanze cardiovascolari. È fondamentale una prevenzione primaria che si concentri sulla gestione dei fattori di rischio attraverso uno stile di vita sano, l’esercizio fisico regolare e una dieta equilibrata.

banner acqua idrogenata desktop

Nell’eventualità in cui questa patologia sia già insorta, è possibile applicare misure di prevenzione secondaria. In questo caso bisogna concentrarsi sulla gestione degli eventi aritmici attraverso farmaci, cardioversione, ablazione o interventi chirurgici.

Come mai accade la fibrillazione atriale? Fisiopatologia

La fisiopatologia della fibrillazione atriale vede spesso un fattore determinante comune: l’aumento delle dimensioni dell’atrio destro o sinistro, o entrambi. Un atrio aumentato di dimensioni è più incline allo sviluppo della fibrillazione, perchè il segnale elettrico deve percorrere una distanza maggiore per raggiungere tutto l’atrio. Se questa distanza è molto ampia, può accadere che il segnale non faccia in tempo a raggiungere tutte le fibre dell’atrio prima che si inneschi un ulteriore segnale.

Il fenomeno del rientro come causa della fibrillazione atriale

Così si determina il fenomeno del “rientro”, cioè il fatto che siano presenti nell’atrio più diversi segnali elettrici, per cui mentre alcune cellule atriali sono in contrazione altre sono in rilasciamento. La mancanza di coordinamento nella contrazione di tutte le cellule determina una contrazione inefficace.

Conseguenze emodinamiche della fibrillazione atriale

In questo modo l’atrio non si contrae in maniera sincrona e non si attiva l’effetto di pompa dell’atrio nei confronti del sangue al suo interno. Così la pompa cardiaca nel suo complesso perde di efficacia, fino ad un 20% del suo potenziale. La conseguenza è che le persone con fibrillazione atriale hanno un cuore che pompa il sangue con meno forza e in risposta a sforzi ha una riserva inferiore. Questo comporta un maggiore affaticamento e una minore capacità di rispondere all’aumento delle necessità dell’organismo.

Le cause della fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale può essere il risultato di una combinazione di concause. La maggior parte di esse riguarda l’aumento di dimensione degli atri, che determina l’aritmia con il meccanismo fisiopatologico riportato sopra, oppure fenomeni di tipo elettrico che inducano delle modifiche o difficoltà nel segnale elettrico. Vediamo le principali:

  • Malattie cardiovascolari: la fibrillazione atriale è spesso associata a malattie cardiovascolari come l’ipertensione arteriosa, la malattia coronarica, la cardiomiopatia e la valvulopatia: ciascuna di esse determina una maggiore difficoltà del cuore a pompare il sangue e di conseguenza possono contribuire all’allargamento dell’atrio in dimensioni, che a sua volta è un maggiore determinante della fibrillazione atriale.
  • Fattori genetici: alcune mutazioni genetiche possono influenzare la struttura e la funzione del cuore.
  • Malattie metaboliche: il diabete, l’obesità e l’apnea notturna costituiscono fattori di rischio.
  • Alcolismo: l’abuso di alcol può causare disfunzioni cardiache.
  • Disturbi della tiroide: come l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo.
  • Malattie polmonari: anche la presenza di malattie polmonari, come l’insufficienza respiratoria cronica e l’embolia polmonare, che determinano costituisce un fattore di rischio perchè esse determinano una maggiore difficoltà del ventricolo destro a pompare il sangue verso il circolo polmonare, con un conseguente aumento di dimensioni dell’atrio destro e maggiore probabilità di indurre la fibrillazione dell’atrio.
  • Infezioni: ad esempio, alcune infezioni come la polmonite e le infezioni del tratto urinario.
  • Stimolanti: come il consumo di caffeina, tabacco e droghe, perchè inducono una maggiore eccitabilità cardiaca.
  • Interventi chirurgici: la fibrillazione atriale può essere una complicanza di alcuni interventi chirurgici, in particolare di quelli che coinvolgono il cuore o il torace.
  • Invecchiamento: è un fattore di rischio, poiché il cuore subisce cambiamenti strutturali e funzionali con l’età.

Sintomatologia della fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale può essere asintomatica in alcuni pazienti, mentre in altri può presentarsi con sintomi significativi che influiscono sulla qualità della vita.

Possono essere intermittenti o persistenti, e includono:

  • Palpitazioni: il sintomo più comune della fibrillazione; sono caratterizzate da un battito cardiaco veloce, irregolare o saltatorio.
  • Mancanza di respiro: può manifestarsi durante l’attività fisica o a riposo.
  • Affaticamento: può essere causato da un’attività cardiaca inefficace e influire sulla capacità di svolgere azioni quotidiane.
  • Dolore al petto: sintomo frequente dell’aritmia; può essere associato anche ad altre condizioni cardiache.
  • Svenimenti: detti anche lipotimie, possono essere causati da una diminuzione del flusso sanguigno al cervello a causa della rapida e irregolare attività cardiaca.
  • Aumento della necessità di urinare: la fibrillazione atriale può causare un aumento della necessità di urinare, soprattutto durante la notte.
  • Ansia: può essere causata dai sintomi fisici dell’aritmia e dall’incertezza riguardo alla propria salute.

Diagnosi di fibrillazione atriale

L'esordio della fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale di solito compare in modo improvviso e inaspettato.

La diagnosi si formula in due modi: o il paziente presenta sintomi e si reca a fare un controllo, durante il quale essa emerge, oppure accade che possa essere repertata in modo casuale, durante un semplice elettrocardiogramma eseguito per altro motivo.

Questo dipende dalla frequenza cardiaca con cui esordisce la fibrillazione atriale. A volte se inizia con una frequenza cardiaca normale può non essere percepita, mentre se esordisce con una frequenza elevata, una tachiaritmia, allora è più probabile che essa si associ a sintomi e che il paziente sia portato a fare un controllo che la evidenzia.

Il cardiologo è il professionista che si occupa della fibrillazione atriale

Di norma la fibrillazione atriale può essere scoperta dal medico di famiglia o da un altro medico. Una volta diagnosticata preliminarmente, occorre procedere ad una visita cardiologica, per determinare quali sono le cause che la hanno prodotta e valutare poi il miglior trattamento. 

Le fasi della visita cardiologica prevedono un’anamnesi seguita poi dall’esame obiettivo e gli esami di laboratorio e diagnostici per individuare eventuali complicanze associate all’aritmia.

Anamnesi

L’anamnesi è un’importante fase della diagnosi di questa condizione e comprende una valutazione completa della storia medica del paziente. Durante l’anamnesi, il cardiologo chiederà informazioni dettagliate sulle condizioni di salute del paziente, sia attuali che passate:

  • Sintomi: il paziente dovrà descrivere i sintomi che sta sperimentando e fornire informazioni sulle circostanze in cui si sono verificati, ad esempio durante l’attività fisica o a riposo.
  • Storia medica: il medico chiederà informazioni dettagliate sulla storia medica del paziente, comprese patologie cardiache pregresse e altre condizioni mediche, come il diabete o malattie polmonari.
  • Storia familiare: il paziente dovrà riferire informazioni sulla storia familiare per individuare possibili fattori di rischio genetici per l’aritmia.
  • Farmaci: è importante che il paziente informi il medico su quali farmaci sta assumendo, compresi farmaci prescritti, integratori e farmaci da banco.
  • Alcol e droghe: il medico chiederà informazioni sull’abuso di alcol o droghe, poiché costituiscono un fattore di rischio per la salute del cuore.
  • Stile di vita: il paziente dovrà riferire al medico le proprie abitudini alimentari, l’attività fisica praticata e l’eventuale consumo di tabacco.

Esame obiettivo

L’esame obiettivo per la fibrillazione atriale riguarda la valutazione fisica dettagliata del paziente attraverso le seguenti analisi:

  • Pressione arteriosa: per valutare la presenza di ipertensione.
  • Frequenza cardiaca: per verificare la presenza di un battito cardiaco irregolare o veloce.
  • Auscultazione cardiaca: il medico ascolta i suoni del cuore con uno stetoscopio per individuare possibili anomalie, come rumori aggiunti.
  • Auscultazione polmonare: sempre attraverso lo stetoscopio, il medico ascolterà eventuali crepitii durante la respirazione.
  • Esame fisico: viene eseguito un esame fisico completo per valutare la presenza di segni di insufficienza cardiaca o di altre condizioni mediche che possono essere associate alla fibrillazione atriale.

Esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio per la fibrillazione atriale sono utili per valutare la presenza di eventuali anomalie e condizioni mediche che possono essere associate all’aritmia. Di seguito sono riportati alcuni i principali esami di laboratorio utilizzati:

  • Emocromo completo (CBC): un esame del sangue che valuta il numero e la forma dei globuli rossi, dei globuli bianchi e delle piastrine, per identificare eventuali anomalie come l’anemia.
  • Elettroliti: sostanze chimiche presenti nel sangue che aiutano a regolare l’equilibrio dei fluidi nel corpo. Gli esami possono aiutare a valutare la presenza di eventuali squilibri elettrolitici.
  • Funzionalità renale: per valutare la presenza di eventuali anomalie dei reni.
  • Funzionalità epatica: ad esempio, il dosaggio delle transaminasi, per valutare la funzionalità del fegato.
  • Test della funzionalità tiroidea: come il dosaggio degli ormoni tiroidei.
  • Test di coagulazione del sangue: come il dosaggio del tempo di protrombina (PT) e del tempo di tromboplastina parziale attivata (aPTT), per valutare la coagulazione del sangue.

Esami strumentali

Gli esami strumentali sono utilizzati per confermare la diagnosi, valutare la gravità della condizione e identificare eventuali anomalie strutturali del cuore.

Di seguito sono riportati alcuni dei principali:

Fibrillazione atriale, malattie cardiache, aritmie cardiache, cardiologia
  • Elettrocardiogramma (ECG): misura l’attività elettrica del cuore tramite degli elettrodi posizionati sul petto, sugli arti e sulle gambe del paziente. Consente di evidenziare la fibrillazione atriale, che si mostra come assenza di onde P nel tracciato elettrocardiografico.
  • Ecodoppler cardiaco: utilizza onde sonore ad alta frequenza per produrre immagini del cuore e delle valvole cardiache. Può aiutare a identificare eventuali anomalie strutturali del cuore legate alla malattia, come ad esempio la dilatazione atriale.
  • Monitoraggio Holter: registra l’attività elettrica del cuore per un periodo prolungato di tempo, di solito 24-48 ore. Può aiutare a diagnosticare la fibrillazione atriale se i sintomi non si verificano durante l’ECG.
  • Test da sforzo: valuta la risposta del cuore all’esercizio fisico. Durante il test, il paziente cammina su un tapis roulant o pedala su una cyclette mentre la sua attività cardiaca viene monitorata.
  • Cardioversione: utilizza un impulso elettrico per ripristinare il ritmo cardiaco normale. Questo procedimento può essere utilizzato per trattare la fibrillazione atriale grave e resistente al trattamento.

Diagnosi differenziale della fibrillazione atriale

La diagnosi differenziale per la fibrillazione atriale prevede il confronto con una serie di condizioni che possono causare sintomi simili. Le principali sono:

  • Tachicardia sinusale: un’accelerazione del battito cardiaco causata da un aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico. Può essere causata da una varietà di fattori, come lo stress, l’ansia o l’esercizio fisico, e può causare sintomi simili alla fibrillazione atriale, come palpitazioni e dispnea.
  • Flutter atriale: una condizione in cui gli atri del cuore si contraggono in modo rapido e disordinato; può causare palpitazioni e dispnea.
  • Blocco atrioventricolare: il segnale elettrico tra gli atri e i ventricoli del cuore viene interrotto o rallentato; causa svenimenti e stanchezza.
  • Cardiomiopatia: il muscolo cardiaco diventa anormalmente ispessito, dilatato o rigido; provoca dispnea e svenimenti.
  • Insufficienza cardiaca: il cuore non è in grado di pompare abbastanza sangue per soddisfare le esigenze del corpo; si associa a dispnea e stanchezza.

Terapie per la fibrillazione atriale

La fibrillazione atriale può essere trattata con terapie più o meno invasive a seconda della gravità dei sintomi sperimentati dal paziente.

Nei casi più gravi, si può ricorrere a un trattamento combinato per scongiurare qualsiasi tipo di complicanza o aggravamento della condizione.

Terapia farmacologica

La terapia farmacologica per la fibrillazione atriale comprende una varietà di farmaci utilizzati per ridurre la frequenza e la durata degli episodi di aritmia e indurre una anticoagulazione del sangue che impedisca la formazione di trombi. I più comunemente utilizzati sono:

  • Beta-bloccanti: rallentano la frequenza cardiaca e riducono la pressione sanguigna. Possono essere utilizzati per ridurre la frequenza degli episodi di fibrillazione atriale e migliorare i sintomi associati ad essa, come la dispnea e la fatica.
  • Calcio-antagonisti: rilassano i vasi sanguigni e riducono la pressione arteriosa.
  • Farmaci antiaritmici: agiscono sulla conduzione elettrica del cuore per ripristinare il ritmo cardiaco normale.
  • Anticoagulanti: prevengono la formazione di coaguli di sangue nel cuore e nelle arterie. Sono importanti per prevenire ictus e altre complicanze.

Cardioversione elettrica

La cardioversione elettrica è un procedura che utilizza un impulso elettrico per ripristinare il ritmo cardiaco normale. È la procedura di scelta per i pazienti con fibrillazione atriale di durata prolungata o resistenti al trattamento farmacologico.

Durante la cardioversione elettrica, il paziente viene sedato e posizionato su un lettino. Un dispositivo a impulsi elettrici, chiamato defibrillatore, viene applicato al torace del paziente. L’impulso elettrico viene somministrato al cuore attraverso le piastre del defibrillatore, provocando una breve interruzione del battito cardiaco e consentendo al sistema di conduzione del cuore di riavviarsi e ripristinare il ritmo.

La cardioversione elettrica può essere eseguita in modo ambulatoriale o in ospedale, comunque in sedazione profonda poichè l’impulso elettrico è doloroso. Il paziente deve essere monitorato da un medico specializzato in cardiologia durante e dopo la procedura per prevenire eventuali complicanze.

È una procedura generalmente sicura, ma può causare alcuni effetti collaterali, come dolore al petto, nausea, vertigini e sensazione di stordimento. In rari casi, può causare gravi complicanze, come ictus, aritmie cardiache o danni al cuore.

Ablazione con catetere

L’ablazione con catetere è un intervento chirurgico minimamente invasivo che viene utilizzato per trattare la fibrillazione atriale in pazienti che non hanno ottenuto una risposta adeguata alla terapia farmacologica. L’obiettivo della procedura è di distruggere le aree anomale del cuore responsabili della fibrillazione, riducendo così la frequenza e la durata degli episodi.

Durante l’ablazione, un sottile tubo flessibile chiamato catetere viene inserito in una vena dell’inguine o del collo e fatto avanzare fino al cuore. Una volta che il catetere raggiunge il cuore, l’operatore utilizza tecniche specifiche per distruggere le aree che causano l’aritmia, tra cui l’ablazione con radiofrequenza e l’ablazione con criogenesi.

Viene eseguita sotto anestesia locale con sedazione cosciente, sedazione profonda o anestesia generale e richiede un ricovero ospedaliero di uno o due giorni.

È un intervento ben tollerato, ma può causare alcuni effetti collaterali, come dolore al petto, sanguinamento, gonfiore o infezione nel sito di inserzione del catetere. In rari casi, può causare ictus, aritmie cardiache o danni al cuore.

Pacemaker

Il pacemaker è un dispositivo medico impiantabile che viene utilizzato per trattare la fibrillazione atriale nei pazienti con bradicardia o disturbi del sistema di conduzione elettrica del cuore.

È costituito da un generatore di impulsi elettrici che vengono inviati al cuore tramite l’uso di uno o più elettrodi inseriti in esso. Tramite questi impulsi, il dispositivo controlla la frequenza cardiaca e mantiene un ritmo costante.

L’impianto di un pacemaker è un intervento chirurgico relativamente semplice che viene eseguito in anestesia locale con sedazione cosciente, sedazione profonda o, più raramente, in anestesia generale . Il dispositivo viene impiantato sotto la pelle del paziente (generalmente nella zona del petto) e gli elettrodi vengono inseriti attraverso una vena del collo o dell’inguine e fatti avanzare fino al cuore.

Dopo l’impianto, il paziente deve essere monitorato regolarmente dal medico per assicurarsi che il dispositivo funzioni correttamente e per rilevare eventuali complicanze. Il pacemaker può durare molti anni prima di dover essere sostituito. Occorre eseguire una sostituzione periodica delle batterie.

L’impianto può causare alcuni effetti collaterali, come dolore al sito di impianto, gonfiore, ematomi o infezione. In rari casi, possono anche verificarsi aritmie cardiache o danni al cuore.

Chirurgia

La chirurgia per la fibrillazione atriale viene eseguita solo in casi selezionati e quando altre opzioni di trattamento non sono efficaci. L’intervento più comune è la procedura di Maze, un’operazione che serve a prevenire anomalie che causano l’aritmia.

Durante la procedura di Maze, il chirurgo pratica una serie di incisioni nel tessuto cardiaco per creare cicatrici che impediscono la propagazione dei segnali elettrici anomali. Le incisioni possono essere fatte con un bisturi chirurgico, con un dispositivo laser o con un dispositivo ad alta frequenza. La procedura richiede un periodo di recupero di alcune settimane e il paziente deve essere monitorato costantemente.

È riservata ai pazienti con sintomi gravi e invalidanti che non hanno ottenuto una risposta adeguata alla terapia farmacologica o all’ablazione con catetere. La scelta di sottoporvisi o meno dipenderà dalla gravità dei sintomi della fibrillazione atriale e dalle condizioni mediche preesistenti.

Fibrillazione atriale: cosa ricordare

La fibrillazione atriale è un’aritmia cardiaca risultante da una combinazione di fattori che possono aver influito sul corretto funzionamento dell’attività elettrica del cuore.

Può manifestarsi con una serie di sintomi che comprendono dolore al petto, palpitazioni, affanno, svenimenti, ansia.

È una delle aritmie cardiache più comuni, ma può essere scongiurata grazie a misure di prevenzione molto semplici, come l’adozione di uno stile di vita sano e frequenti controlli da medici specializzati.