IVG Interruzione Volontaria di Gravidanza

Aborto volontario o Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG)

Indice

L’interruzione volontaria di gravidanza (IVG), comunemente nota come aborto, è un intervento medico finalizzato a terminare una gestazione elettivamente. In molti Paesi è legale ed è un diritto garantito alle donne in base al principio di autodeterminazione. Può essere effettuata per diverse ragioni, tra cui problemi di salute materna, patologie fetali o semplicemente per scelta personale della donna.

Può essere praticata attraverso diversi metodi, a seconda della longevità della gravidanza e delle preferenze della gestante. I metodi disponibili includono l’aborto farmacologico e l’aborto chirurgico. Nel primo caso è previsto l’uso di farmaci per indurre l’espulsione del feto, mentre il secondo necessita di un intervento chirurgico per rimuoverlo dall’utero.

Quanto è frequente l'IVG?

La frequenza al ricorso questo tipo di intervento è influenzata dalla legislazione e dalla cultura di ciascun Paese. In molti Stati infatti è legalizzato e disponibile per le donne che ne hanno bisogno, mentre in altri è illegale o soggetto a restrizioni. Tuttavia in generale si possono individuare alcune tendenze epidemiologiche comuni.

Le stime dell’OMS indicano che circa il 25% delle gravidanze nel mondo si conclude con un aborto spontaneo o un’interruzione volontaria. Tuttavia le statistiche sulla prevalenza della seconda ipotesi possono variare notevolmente, a seconda della disponibilità dei servizi di aborto, delle restrizioni legislative e dei fattori culturali e socio-economici.

In alcune nazioni l’IVG è disponibile su richiesta della donna in base al principio di autodeterminazione e senza restrizioni, mentre in altre è praticabile solo in presenza di specifiche condizioni, come il potenziale pericolo per la salute della donna o di gravidanza dovuta a violenza sessuale. In alcune invece è completamente illegale e le donne possono essere perseguite penalmente nel caso in cui tentino di ricorrere a tale procedura.

Inoltre i tassi di aborto volontario possono variare anche a seconda dell’età e dello status socio-economico della donna. Di norma le donne più giovani o con minori risorse economiche hanno maggiori probabilità di poterlo praticare rispetto a quelle più anziane e con maggiori disponibilità.

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Infine esiste un’influenza sul numero di IVG anche dalla presenza di pianificazione familiare e di educazione sessuale. In molti Paesi l’accesso a questi due servizi può ridurre i tassi di gravidanza non pianificata e di conseguenza quelli di IVG.

Perché si sceglie l'interruzione di gravidanza?

Le cause che conducono a questa scelta possono essere molteplici e variano a seconda della situazione individuale della donna. In linea generale possono essere suddivise in due categorie principali: cause mediche e cause personali.

  • Le cause mediche includono quelle situazioni in cui la gravidanza rappresenta un rischio per la salute della donna o del feto, ad esempio in presenza di patologie materno-fetali gravi. Altre cause mediche possono includere anomalie uterine o problemi legati all’assunzione di farmaci teratogeni durante la gestazione.
  • Le cause personali invece riguardano quelle situazioni in cui la donna sceglie di interrompere la gravidanza per ragioni individuali o sociali. Ad esempio può scegliere di abortire per motivi economici, relazionali o per il desiderio di non diventare madre in quel dato momento della sua vita.

Tecniche di IVG

La procedura può essere effettuata attraverso diverse tecniche, suddivise in due categorie principali: l’aborto farmacologico e l’aborto chirurgico.

Aborto farmacologico

L’aborto farmacologico è una tecnica che prevede l’uso di farmaci. Questo metodo può essere utilizzato entro le prime 9 settimane di gestazione e viene eseguito sotto la supervisione di un medico.

Prevede l’utilizzo e la combinazione di due farmaci:

  • mifepristone: un farmaco che agisce bloccando l’azione del progesterone, necessario per mantenere attiva la gravidanza. In assenza di questo ormone l’embrione non può sopravvivere e dunque muore. Il farmaco viene assunto per via orale sotto la supervisione del medico, di solito all’interno di una clinica o di un ospedale.
  • misoprostolo: dopo 24-48 ore dall’assunzione del mifepristone, la donna deve assumere il misoprostolo, che provoca le contrazioni utili a espellere l’embrione e il tessuto dell’utero. Può essere assunto per via orale o vaginale. Dopo l’assunzione del misoprostolo, la donna può iniziare a sperimentare crampi addominali e sanguinamento vaginale, potenzialmente somigliante ad una mestruazione abbondante e durare da alcuni giorni a diverse settimane. Potrebbe anche avere effetti collaterali quali nausea, vomito, febbre e brividi.

In alcuni casi l’aborto farmacologico potrebbe non funzionare, rendendo necessari ulteriori interventi medici per interrompere la gravidanza. L’aborto farmacologico è generalmente considerato un’opzione sicura ed efficace, tuttavia, come qualsiasi procedura medica, può comportare rischi e complicanze. Possono inoltre verificarsi problematiche quali emorragie, infezioni o incompleta espulsione dell’embrione.

Aborto chirurgico

L’aborto chirurgico prevede un intervento per rimuovere il feto dall’utero. Questa tecnica può essere utilizzata entro le prime 12-14 settimane di gravidanza e viene eseguita sotto anestesia generale o locale.

Ci sono due tipi principali di aborto chirurgico: l’aspirazione manuale endouterina e la dilatazione e raschiamento.

L'aspirazione manuale endouterina

Prevede l’uso di uno strumento a vuoto per rimuovere l’embrione e il tessuto dell’utero. Dopo aver somministrato l’anestesia, il medico inserisce uno speculum per aprire le pareti vaginali. Quindi viene inserito lo strumento a vuoto attraverso la vagina e il collo dell’utero per rimuovere l’embrione e il tessuto. La procedura richiede solitamente dai 5 ai 10 minuti.

Il raschiamento

Prevede la dilatazione del collo dell’utero e la rimozione dell’embrione e del tessuto dell’utero con strumenti chirurgici. Dopo aver somministrato l’anestesia, il medico dilata il collo dell’utero con uno strumento speciale e quindi rimuove l’embrione e il tessuto. La procedura generalmente impiega circa 10-20 minuti.

Dopo l’aborto chirurgico, la donna può riportare alcuni sintomi come crampi addominali, sanguinamento vaginale, nausea e vomito. In alcuni casi possono verificarsi anche infezioni o complicanze.

Quali sono i possibili sintomi dopo un aborto?

Ogni donna può avere un’esperienza diversa dopo un aborto e i sintomi possono variare a seconda della tecnica utilizzata, della durata della gravidanza e di altri fattori individuali.

In caso di aborto farmacologico

I sintomi possono variare da donna a donna, sono generalmente temporanei e scompaiono entro pochi giorni. Tra i più comuni abbiamo:

  • Crampi addominali: possono avvenire dopo l’assunzione del misoprostolo, in quanto provoca le contrazioni per espellere l’embrione e il tessuto dell’utero. I crampi possono essere intensi e durare da alcune ore a diversi giorni.
  • Sanguinamento vaginale: può essere simile ad una mestruazione abbondante. Può iniziare poco dopo l’assunzione del secondo farmaco e può durare da alcuni giorni a diverse settimane.
  • Nausea e vomito: in alcuni casi si possono manifestare nausea e vomito dopo l’assunzione dei farmaci. Questi sintomi di solito durano solo poche ore e possono essere alleviati con farmaci antiemetici.
  • Diarrea: è un effetto collaterale comune del misoprostolo e può verificarsi poco dopo l’assunzione del farmaco.
  • Mal di testa: alcune pazienti possono riportare cefalea dopo l’assunzione dei farmaci.
  • Febbre e brividi: possono essere un sintomo di infezione.

In caso di aborto chirurgico

Dopo un aborto chirurgico, la donna può sperimentare alcuni sintomi come:

  • Crampi addominali: sono comuni dopo l’interruzione volontaria di gravidanza chirurgica. Possono essere dolorosi e durare da alcuni giorni a diverse settimane.
  • Sanguinamento vaginale: può durare da alcuni giorni a diverse settimane. Può essere simile a una mestruazione abbondante o essere più pesante del normale.
  • Nausea e vomito: alcune donne possono riportare nausea e vomito. Questi sintomi di solito scompaiono entro poche ore o giorni.
  • Affaticamento: la fatica è un sintomo comune e può durare per alcune settimane.
  • Cambiamenti di umore: alcuni studi hanno evidenziato che le donne possono sperimentare cambiamenti di umore dopo l’aborto chirurgico.

Questi sintomi sono generalmente temporanei e scompaiono entro pochi giorni o settimane. Tuttavia in alcuni casi possono verificarsi complicanze come infezioni, emorragie, danni all’utero o rimozione incompleta dell’embrione e del tessuto dell’utero. Inoltre la donna può avere una perdita di sangue e crampi più intensi se l’aborto chirurgico viene eseguito dopo le prime 12-14 settimane di gravidanza.

Fattori individuali che influenzano i sintomi dopo un aborto

I sintomi comunque possono variare da donna a donna e dipendono anche da una serie di aspetti come:

  • l’età
  • lo stato di salute generale
  • la durata della gravidanza
  • presenza di eventuali complicanze
  • il supporto sociale disponibile.

Ad esempio le donne più giovani o quelle che hanno avuto una gravidanza indesiderata possono sperimentare maggiore ansia o stress dopo un aborto. Inoltre le donne che hanno avuto esperienze traumatiche o difficoltà emotive in passato possono essere maggiormente a rischio di sviluppare sintomi psicologici dopo la procedura.

Altri fattori individuali che possono influenzare i sintomi in seguito all’aborto possono includere la posizione geografica e l’accessibilità ai servizi sanitari. Ad esempio le donne che vivono in aree remote o che hanno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari possono avere maggiori problemi nel gestire i sintomi o le eventuali complicanze postume.

Inoltre il supporto sociale può svolgere un ruolo importante in questa fase. Le donne che ricevono un valido sostegno da parte di amici, familiari o professionisti sanitari sviluppano una maggiore capacità di gestire i sintomi e di affrontare le eventuali complicanze.

Aspetti emotivi e psicologici dopo interruzione volontaria di gravidanza

L’interruzione volontaria di gravidanza può essere una decisione difficile e traumatica per molte donne, per questo motivo gli aspetti emotivi e psicologici sono molto importanti.

In primo luogo molte pazienti possono provare sentimenti di tristezza, disperazione o senso di perdita dopo un aborto, anche se la gravidanza non era pianificata o desiderata. Questi stati d’animo possono essere intensi e durare per un certo periodo di tempo, influenzando il benessere emotivo della donna e la sua capacità di svolgere le normali attività nel quotidiano.

Inoltre alcune donne possono provare colpa, vergogna o senso di fallimento. Queste sensazioni possono essere accentuate se la donna si sente giudicata o stigmatizzata dalla società o da persone a cui si rivolge per ricevere supporto, come amici o familiari.

Le donne che si sottopongono a un IVG possono avere difficoltà nel prendere decisioni future riguardo alla gravidanza o alla contraccezione. Potrebbero sentirsi confuse o incerte riguardo alla loro capacità di gestire altre eventuali gravidanze o sviluppare timori riguardo alla propria fertilità.

Infine alcuni studi hanno mostrato che le donne che si sottopongono a un’aborto volontario possono avere un maggiore rischio di sviluppare depressione, ansia e stress post-traumatico rispetto alle altre. Tuttavia è importante sottolineare che la maggior parte di coloro che si sottopongono a un IVG non sviluppa problemi di salute mentale a lungo termine.

Per affrontare questi aspetti emotivi e psicologici, le donne possono avere bisogno di supporto da parte di amici, familiari o professionisti sanitari. La consulenza pre e post procedura può essere di grande aiuto per le donne che cercano un sostegno mentale e può aiutare a prevenire o gestire eventuali sintomi.

Inoltre molte organizzazioni offrono servizi di supporto, come gruppi di sostegno, counseling e linee di assistenza telefonica.

Terapia di supporto per IVG

Consulenza prima o dopo l'interruzione volontaria di gravidanza

Può essere di grande aiuto per le donne che cercano supporto emotivo o psicologico durante il processo e nel prendere decisioni informate sulla loro gravidanza. Può essere fornita da un professionista sanitario, come un medico, un’infermiera o un consulente, e può includere un’analisi della situazione della donna, tra cui l’età gestazionale, le opzioni di trattamento disponibili e le conseguenze dell’aborto.

Durante la consulenza pre-IVG, il professionista sanitario può anche fornire informazioni sulla procedura, sui possibili effetti collaterali e sui rischi associati alla tecnica scelta. Inoltre può essere offerto un supporto emotivo per gestire i sentimenti di tristezza, colpa o stress legati alla decisione di interrompere la gravidanza.

La consulenza post-IVG può essere altrettanto importante per aiutare le donne a gestire gli stati emotivi e a prevenire eventuali problemi di salute mentale a lungo termine. Si fornisce un supporto emotivo per gestire i sentimenti di tristezza, colpa o stress dopo l’intervento, nonché informazioni sui possibili effetti collaterali e sui sintomi da monitorare.

Inoltre questo tipo di consulenza può anche aiutare le donne a prendere decisioni future riguardo alla gravidanza o alla contraccezione. Possono essere fornite informazioni sui metodi di protezione più efficaci e su come utilizzarli in modo corretto, ma anche sulle opzioni di sostegno disponibili in caso di eventuale gravidanza non pianificata o non desiderata.

Supporto sociale

Il supporto di amici, familiari e partner può essere di grande aiuto per le donne che si sottopongono ad un’interruzione volontaria di gravidanza.

Il supporto sociale può assumere diverse forme, tra cui:

  • Condivisione di esperienze: molte donne che si sottopongono a una interruzione di gravidanza tendono a sentirsi sole, e il supporto da parte di amici, familiari o partner può rivelarsi di grande aiuto. La condivisione di esperienze con altre persone che hanno vissuto una situazione simile può essere utile a ridurre i sentimenti di isolamento e a fornire un senso di appartenenza.
  • Assistenza pratica: coloro che effettuano un aborto volontario durante la fase di recupero possono avere difficoltà a gestire le attività quotidiane, come la cura personale e della casa o lo svolgimento del proprio lavoro. Il supporto sociale può servire a compiere queste azioni e ad alleviare lo stress.
  • Supporto emotivo: può aiutare a gestire i sentimenti difficili associati all’aborto, come la tristezza, la colpa o lo stress. Questo tipo di vicinanza può includere l’ascolto, il conforto o la fornitura di feedback positivi.
  • Accettazione e sostegno: possono alleviare i sentimenti di vergogna o di stigmatizzazione. Questo approccio può fornire un senso di normalità e conforto durante un momento difficile.

Gruppi di sostegno

I gruppi di sostegno dedicati alle donne che si sottopongono a un’interruzione volontaria di gravidanza forniscono un ambiente sicuro e protetto per discutere di preoccupazioni e problemi. Rappresentano un’importante fonte di supporto emotivo e di informazioni per le donne che stanno attraversando questo periodo delicato.

Possono essere istituiti da organizzazioni senza scopo di lucro, centri di assistenza sanitaria, psicologi o altri professionisti sanitari. I gruppi sono composti da altre donne che si sono sottoposte a un IVG o da professionisti sanitari esperti in grado di fornire nozioni circa la procedura e sui possibili effetti collaterali.

Si possono trovare su facebook, telegram e altri social network.

I gruppi di sostegno possono offrire vari benefici, tra cui:

  • Supporto emotivo: mettono a disposizione un ambiente protetto e privo di giudizi in cui le donne possono parlare liberamente dei loro sentimenti e delle loro preoccupazioni. Questo tipo di supporto può aiutare a ridurre i sentimenti di isolamento e solitudine.
  • Condivisione di esperienze: parlare con altre donne che hanno vissuto una situazione simile può fornire un senso di appartenenza e normalità, favorendo l’accettazione e allontanando la sensazione di isolamento.
  • Informazioni sulla procedura: i gruppi di sostegno possono spiegare ogni dettaglio sulla procedura, sui possibili effetti collaterali e sui sintomi da monitorare. Questo tipo di informazioni può aiutare le donne a prendere decisioni consapevoli sulla loro gravidanza e a comprenderne meglio le conseguenze.
  • Consigli sulla contraccezione: i gruppi di sostegno possono educare sulla contraccezione efficace e sui metodi contraccettivi disponibili, aiutando le donne a prevenire una futura gravidanza non pianificata o non desiderata.

Prevenzione

La prevenzione per l’interruzione di gravidanza può essere raggiunta attraverso diverse strategie, che possono essere suddivise in due categorie principali: prevenzione primaria e prevenzione secondaria.

Prevenzione primaria

La prevenzione primaria mira a prevenire le gravidanze non pianificate o non desiderate attraverso l’educazione sessuale, l’uso di metodi contraccettivi e l’accesso a servizi di pianificazione familiare.

  • Educazione sessuale: può essere fornita ai giovani nelle scuole o presso altre istituzioni e mira ad aiutarli a comprendere il loro corpo, i loro diritti sessuali e a promuovere comportamenti intimi sicuri e consapevoli. L’obiettivo è quello di aiutare i ragazzi ad acquisire conoscenze e competenze per fare scelte consapevoli riguardo alla loro salute sessuale e riproduttiva.
  • Uso di metodi contraccettivi: come la pillola anticoncezionale, il preservativo o il dispositivo intrauterino, può aiutare a prevenire le gravidanze non pianificate o non desiderate. È importante che le donne e i loro partner siano consapevoli delle diverse opzioni di contraccezione disponibili e scelgano il metodo più adatto alle loro esigenze.
  • Accesso a servizi di pianificazione familiare. Questo accesso è volto ad aiutare le donne a scegliere il metodo contraccettivo più in linea con le loro esigenze e a ricevere consulenza sulla contraccezione. I servizi di pianificazione familiare possono includere la consulenza sulla contraccezione, la prescrizione di metodi contraccettivi e la fornitura di servizi di screening delle malattie sessualmente trasmissibili.
  • Altre strategie di prevenzione primaria: possono includere la promozione di comportamenti sessuali sicuri e responsabili, il sostegno alle donne in situazioni di violenza sessuale o domestica e la promozione di accesso ai servizi di salute riproduttiva in aree rurali o con scarsità di servizi sanitari.

Prevenzione secondaria

La prevenzione secondaria mira a prevenire le complicanze associate all’IVG, e prevede alcune strategie fondamentali:

  • Accesso a servizi di aborto sicuri: è fondamentale per prevenire le complicanze e garantire la sicurezza della donna. Gli aborti non sicuri sono tra le principali cause di mortalità materna in tutto il mondo, e possono portare a conseguenze come emorragie, infezioni e lesioni uterine.
  • Screening delle malattie sessualmente trasmissibili: può aiutare a prevenire le complicanze associate alle infezioni sessualmente trasmissibili, responsabili di potenziali problemi di salute a lungo termine come l’infertilità, l’infiammazione pelvica e la malattia infiammatoria pelvica.
  • Supporto emotivo: mira ad aiutare le donne a gestire le emozioni e le preoccupazioni relative alla procedura, riducendo il rischio di complicanze psicologiche. Può essere fornito da un professionista della salute mentale o da un gruppo di sostegno.
  • Accesso a servizi di follow-up: Dopo una IVG, le donne dovrebbero avere accesso a servizi di follow-up per valutare la loro salute e garantire che non vi siano complicanze. Possono includere un esame fisico, uno screening delle malattie sessualmente trasmissibili e una consulenza sulla contraccezione.
  • Altre strategie di prevenzione secondaria: può includere la promozione di stili di vita sani, come l’esercizio fisico regolare e una dieta equilibrata. Le donne dovrebbero anche evitare di fumare e di assumere alcolici durante la gravidanza, poiché queste abitudini possono aumentare il rischio di complicanze.