Diarrea

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La diarrea: cause, tipologie e cure

La diarrea è un sintomo comune a molte malattie gastrointestinali e consiste nell’emissione frequente di feci poco formate e liquide durante la giornata.

Può presentarsi con un episodio acuto e limitato nel tempo, oppure con una manifestazione cronica che tende a protrarsi per settimane o addirittura per mesi, ed è spesso accompagnata da nausea, vomito e dolore addominale.

Si manifesta soprattutto a causa di infezioni o tossine contenute negli alimenti o, in alternativa può insorgere nel contesto di malattie non infettive, come nelle infiammazioni croniche dell’intestino. [1],[2]

Quanto è frequente? Epidemiologia della diarrea

La diarrea è sicuramente un sintomo assai comune nel mondo e si stima che più di un miliardo di soggetti abbia sofferto di uno o più episodi di diarrea, almeno una volta in un anno.

La prevalenza della diarrea nei paesi occidentali non è ben definita, anche se si calcola che è compresa tra il 3% e il 20% e assume un impatto significativamente minore rispetto ai Paesi in via di sviluppo, in cui la diarrea infettiva rimane una delle più frequenti cause di mortalità, soprattutto nei bambini con meno di cinque anni.

È anche importante sottolineare che la diarrea acuta impatta significativamente nella vita sociale, lavorativa ed economica di un Paese, in quanto causa numerose assenze dal lavoro e tante richieste di ospedalizzazione, con un onere finanziario non indifferente. [2]

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Meccanismo di insorgenza della diarrea: aspetti fisiopatogenetici

La diarrea è il risultato di una maggiore secrezione di acqua da parte dell’intestino, piuttosto evidente nei casi di diarrea osmotica sostenuti da un processo infettivo alla base.

Nella diarrea cronica, invece, le feci possono anche essere poltacee, dunque più formate, e presentare una componente di acidi grassi importante, come riscontrato nelle sindromi da malassorbimento e nelle pancreatiti croniche.

La maggior parte dei casi di diarrea acuta è imputabile all’infezione attiva di virus e batteri, e generalmente tendono ad auto-risolversi nel giro di poco tempo. Nei casi in cui la diarrea tende invece a peggiorare o a cronicizzare, devono essere presi in esame anche fattori eziologici non necessariamente infettivi, che abbiano portato l’intestino a secernere una maggiore quantità di liquidi.

In svariate condizioni gli episodi di diarrea acuta sono causati dall’azione patogena di un virus che penetra nelle cellule che compongono l’epitelio di rivestimento della mucosa intestinale, come i Rotavirus o i Norovirus; anche diversi ceppi batterici, come l’Escherichia Coli enterotossigena, possono rendersi responsabili dell’insorgenza di una diarrea non infiammatoria.

I vari patogeni che aggrediscono e si infiltrano nelle cellule dell’epitelio di rivestimento della mucosa intestinale riescono, con modalità differenti, a sovvertire la normale fisiologia della cellula e portare a un’alterazione della secrezione del riassorbimento di elettroliti; questa modulazione patologica porta poi all’instaurarsi della secrezione in eccesso di acqua, tipica della diarrea. [2],[3]

Tipologie di diarrea

Questo sintomo può essere innanzitutto distinto in:

  • diarrea acuta, la quale viene definita come l’emissione di feci liquide e poco formate più di tre volte al giorno per meno di due settimane;
  • diarrea cronica: si tratta della persistenza dello stesso sintomo che si protrae oltre 14 giorni.

Sulla base del meccanismo patogenetico di insorgenza, la diarrea si divide nelle seguenti categorie:

Diarrea non infiammatoria

La diarrea non infiammatoria è caratterizzata da un’alterazione della struttura e della funzionalità della mucosa intestinale, senza il riscontro di infiltrati infiammatori e di leucociti.

Le feci nella diarrea non infiammatoria sono molto acquose e non contengono leucociti e sono spesso causate da infezioni intestinali, come quelle prodotte dallo Staphylococcus aureus o dall’Escherichia Coli entero-tossigeno, oppure dai Rotavirus.

Diarrea infiammatoria

La diarrea infiammatoria è caratterizzata da una distruzione massiva della mucosa intestinale e da una evidente infiltrazione infiammatoria; le feci prodotte nel contesto di una diarrea infiammatoria sono leggermente più consistenti e presentano tralci di muco commisto a sangue, nonché una concentrazione elevata di leucociti.

La diarrea infiammatoria è sostenuta da batteri dotati di un potere patogeno destruente superiore a quello dei batteri precedentemente elencati, come la Salmonella typhi, il Campylobacter, l’Escherichia Coli entero-emorragico e il Clostridium difficile.

A sua volta la diarrea infiammatoria può essere distinta in diarrea ematica e diarrea non ematica a seconda che nell’esame delle feci si riscontri o meno la presenza di sangue; in genere alcuni ceppi di Shigella e di Yersinia sono caratterizzati dal costante riscontro di tracce di sangue nelle feci.

In base alla consistenza delle feci, la diarrea può anche essere distinta in:

  • Diarrea grassa, caratterizzata da feci poltacee e ricche di lipidi, tipica della celiachia e della pancreatite cronica;
  • La diarrea osmotica, o acquosa, tipica dell’intolleranza al lattosio e accompagnata da flatulenza e gonfiore intestinale;
  • Diarrea secretoria, tipica delle forme infettive di diarrea, caratterizzata dal riscontro di muco o sangue all’interno delle feci. [1],[2],[3],[4]

Valutazione iniziale della diarrea

La valutazione specialistica di un paziente che riferisce l’emissione frequente di feci liquide durante la giornata si svolge corso di una visita gastroenterologica, composta da una fase di scrupolosa anamnesi e dal successivo esame obiettivo del paziente.

Nei casi di sospetta diarrea l’anamnesi assume un ruolo fondamentale in quanto può orientare il medico verso la conoscenza di determinati fattori, come ad esempio un viaggio del paziente in località esotiche, che potrebbe accelerare il processo diagnostico.

A tale scopo, dopo che il paziente riferisce informazioni circa il suo stato generale e sulla presenza di malattie di cui soffre allo stato attuale o di cui ha sofferto in passato, le domande poste dal medico potrebbero vertere su:

  • Le caratteristiche delle feci emesse, comprendenti la consistenza, il colore, il volume e la frequenza delle scariche diarroiche;
  • La descrizione di sintomi intestinali associati, come nausea, vomito, febbre e dolore addominale;
  • Ingestione di cibi potenzialmente infetti, come cibi crudi o contaminati;
  • Esposizione all’acqua di piscine, ambienti marini o campeggi;
  • (nei bambini) L’esposizione all’asilo nido dove è molto frequente la proliferazione di batteri e virus responsabili di gastroenteriti;
  • Viaggi effettuati di recente o nelle ultime settimane;
  • Esposizione ad animali domestici o da stalla;
  • Utilizzo di antibiotici a uso cronico, corticosteroidi o ricovero in ambiente ospedaliero.

Esaurita la fase di anamnesi, il medico si concentra sull’esame obiettivo del paziente, ispezionando e palpando soprattutto la regione addominale, alla ricerca di eventuali segni di distensione addominale oppure di sofferenza pancreatica. [1],[2],[3]

Diagnosi della diarrea

La diagnosi precisa di diarrea deve prevedere che il paziente emetta feci poco formate e liquide con frequenza superiore alle tre scariche al giorno, e con un peso fecale complessivo giornaliero maggiore di 200 grammi; tale definizione serve a differenziare la diarrea da condizioni simili come disturbi proctologici o sindromi da intestino irritabile.

Tenendo conto che la maggior parte degli episodi di diarrea acuta tende a risolversi spontaneamente nel giro di pochi giorni, la valutazione diagnostica della diarrea deve proseguire nei casi di diarrea persistente o aggravata da altri fattori.

Nella fattispecie dopo il questionario anamnestico e la fase di obiettività addominale eseguita dal medico gastroenterologo o infettivologo, la ricerca diagnostica può proseguire con l’esame colturale delle feci: è sempre raccomandato nei pazienti immunocompromessi, con presenza di comorbidità oppure con forme di diarrea infiammatoria grave.

La coltura fecale, o coprocoltura, determina spesso la certezza di infezione da tre degli agenti eziologici più comuni di diarrea in tutto il mondo, ossia la Salmonella, il Campylobacter e la Shigella; qualora la coprocoltura per batteri risultasse negativa è possibile procedere a una coltura fecale per uova e parassiti, soprattutto quando il paziente racconta di viaggi effettuati di recente, o di esposizione all’acqua di piscina o di ambienti marini, potenzialmente contaminati.

Talvolta può essere effettuato un esame endoscopico in situazioni particolari, come nella diagnosi di infezione da Clostridium difficile ricercando le pseudomembrane, oppure nei casi di diagnosi dubbia tra malattia infiammatoria dell’intestino e diarrea infettiva. [1],[2],[3]

Gestione e trattamento della diarrea

Il trattamento della diarrea acuta prevede in genere le seguenti fasi:

Trattamento iniziale reidratante

Una delle complicanze più temibili della diarrea, soprattutto nei pazienti pediatrici, è rappresentata dalla disidratazione, secondaria all’ingente perdita di liquidi attraverso le feci.

Per ovviare alla disidratazione ai pazienti vengono somministrate delle apposite soluzioni orali che contengono acqua, sale e zucchero in determinate proporzioni, con il fine di ottenere una reidratazione in tempi celeri.

Si può assumere per reidratarsi in ambiente domestico una soluzione costituita da un litro d’acqua in cui si aggiunge un mezzo cucchiaino di sale, un mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio e quattro cucchiai di zucchero, sempre dietro la necessaria approvazione del medico.

Terapia antibiotica empirica

Poiché i risultati degli esami colturali delle feci non sono prodotti in tempi rapidi, spesso dopo l’effettuazione dell’esame viene avviata una terapia antibiotica su base empirica che ha il fine di contrastare, tramite dei farmaci a largo spettro, l’azione dei batteri più comunemente coinvolti nella genesi di diarree.

Terapia antinfettiva specifica

Nel caso di diarree infettive, una volta che viene isolato e riconosciuto l’agente eziologico, viene impostata una terapia segnatamente diretta contro quel determinato batterio, virus o parassita; ad esempio nel caso in cui venga riscontrata un’infezione da Entamoeba histolytica, può essere somministrato il metronidazolo, efficace contro i protozoi.

Nei casi di diarrea non infettiva, come nella diarrea grassa secondaria a pancreatite cronica, o nella diarrea osmotica da intolleranza al lattosio, la terapia è eziologica e diretta sulla causa scatenante dell’emissione liquida e frequente delle feci. [2],[3],[4],[5]

Complicazioni

Le complicazioni più comuni di una diarrea non trattata oppure di una diarrea che insorge in forma particolarmente grave sono rappresentate dalla disidratazione e dalla conseguente malnutrizione.

A seconda poi dello specifico ceppo patogeno che induce la comparsa di diarrea, possono presentarsi complicazioni come:

  • Batteriemia e meningite, dal Campylobacter;
  • Diarrea cronica, dal Clostridium difficile;
  • Colite emorragica, dall’Escherichia Coli enteroemorragico;
  • Febbre e convulsioni, dalla Salmonella typhi;
  • Ascesso epatico e perforazione del colon, da Entamoeba histolytica. [3]

Conclusioni

La diarrea è un sintomo molto frequente nella popolazione generale e che, per la maggior parte delle volte, tende ad autolimitarsi e a risolversi nel tempo.

Per prevenire l’insorgenza di diarrea può essere importante effettuare azioni preventive, come:

  • la cottura dei cibi
  • il consumo di acqua rigorosamente imbottigliata
  • evitare di entrare a contatto con fonti potenzialmente contaminate da batteri, virus e protozoi, rispettando sempre le norme igieniche.

Sebbene possa essere curata con successo in molte situazioni, la diarrea soprattutto in forma cronica può portare alla lunga a complicazioni severe, come la disidratazione e la malnutrizione.

Bibliografia: fonti e note

  • [1] Okolicsany L., Roncoroni L., Core Curriculum-Gastroenterologia. Mcgraw-Hill, 2011.
  • [2] Attardo T.M., Quarneti C., Menichella R., et al. La gestione del paziente con diarrea: razionale e obiettivi. Quaderni – Italian Journal of Medicine, a cura della FADOI. Volume 4, 2016.
  • [3] Nemeth V, Pfleghaar N. Diarrhea. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022
  • [4] Antinori S, Vullo V, Moroni M, et al. Manuale di malattie infettive. Milano: Edra; 2020.
  • [5] Barr W, Smith A. Acute diarrhea. Am Fam Physician. 2014 Feb 1;89(3):180-9.