Procalcitonina, esami di laboratorio

Procalcitonina

PROCALCITONINA: COS’È, A COSA SERVE E VALORI NORMALI

 

Che cos’è la procalcitonina

La procalcitonina è un marker biologico che viene misurato nel sangue per ricercare una grave infezione batterica in atto nell’organismo.

Questa molecola è un indice di laboratorio molto affidabile nel predire con tempestività l’evoluzione di un quadro clinico verso la risposta infiammatoria sistemica (SIRS) e la sepsi. [1]

 

Introduzione della procalcitonina nella pratica clinica

La procalcitonina è stata riconosciuta per la prima volta nella prima metà degli anni ’80 come precursore dell’ormone calcitonina.

Solo nel 1993 però si è dimostrata un’importante associazione tra i livelli di procalcitonina nel sangue e la presenza di un’infezione batterica in atto, infatti:

  • la procalcitonina si eleva quando l’infezione batterica è particolarmente grave
  • non subisce alterazioni se l’infezione è di natura virale
  • diminuisce in seguito a terapie antibiotiche mirate. [2]

 

A cosa serve misurare la procalcitonina nel sangue?

La procalcitonina è un indice diagnostico di sepsi e serve a monitorare nel tempo l’evoluzione di un quadro clinico delicato o a testare l’efficacia di una terapia antibiotica in un paziente infettato.

La sepsi è una condizione clinica potenzialmente fatale nella quale dei microrganismi patogeni si riversano nel sangue a partire da un focolaio primario di infezione.

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Questa condizione determina una risposta infiammatoria sistemica ingente da parte dell’organismo ospite che può danneggiare le funzionalità di uno o più organi, provocando tachicardia, febbre, iper-ventilazione e leucocitosi.

Per questo motivo il dosaggio della procalcitonina nel sangue permette al medico di cominciare con anticipo la terapia appropriata in un paziente ad alto rischio di sepsi nonché di seguire l’efficacia della terapia stessa, una volta somministrata.

La misurazione della procalcitonina viene usualmente associata al dosaggio di altri marcatori di flogosi come VES e PCR, soprattutto in seguito a processi estesi di danneggiamento tissutale, come per un trauma. [1],[2],[3]

 

Fisiopatologia della procalcitonina

La procalcitonina è un piccolo peptide, costituito da 116 amminoacidi, e viene sintetizzato nelle cellule C della tiroide, che si localizzano tra un follicolo e l’altro.

Una volta sintetizzata viene poi convertita in calcitonina, la quale è ipocalcemizzante perché riduce la concentrazione ematica di calcio.

La procalcitonina ha una concentrazione molto bassa in condizioni fisiologiche. Essa può aumentare fino a 100-1000 volte in seguito alla stimolazione da parte di endotossine batteriche o di citochine infiammatorie primarie.

In alcuni tessuti extratiroidei, come il fegato, l’intestino e il polmone, la stimolazione infiammatoria determina una produzione aggiuntiva di procalcitonina, in aggiunta alla quantità basale elaborata dalle cellule C tiroidee.

Un aspetto interessante è che la presenza di un’infezione virale nell’organismo non influenza la produzione di procalcitonina.

Quest’ultima considerazione rende conto della specificità della procalcitonina per le infezioni di natura batterica e non per quelle virali, risultando fondamentale nell’orientarsi nella diagnosi eziologica di un’infezione ancora non identificata. [2]

 

Interpretazione dei valori di procalcitonina

La procalcitonina aumenta la sua concentrazione nel sangue dopo circa 3 ore da un’infezione batterica iniziale, elevandosi costantemente fino a 12 ore dopo l’infezione.

L’emivita di questa molecola è abbastanza labile, dal momento che, se non è continuamente prodotta, la sua concentrazione diminuisce già del 50% nell’arco delle 24 ore.

 

Valori normali e cut-off della procalcitonina

Generalmente il valore normale della procalcitonina nel sangue è inferiore agli 0,05 ng/mL, tramite analisi condotta su un normale campione di sangue venoso.

I livelli di questo marker cominciano ad assumere significatività clinica quando sono compresi tra 0,1 e 0,5 ng/mL, stabilendo vari cut-off oltre i quali è opportuno somministrare una terapia appropriata per il rischio di sepsi.

A seconda del tipo di infezione si adottano vari livelli di allerta della concentrazione di procalcitonina, intervenendo con una terapia antibiotica diretta contro l’agente patogeno.

I livelli di procalcitonina devono essere ripetuti ogni 6-24 ore in assenza di remissione spontanea dei sintomi, al fine di valutare se la copertura con i farmaci antibiotici risulti adeguata o meno.

 

Fattori di interferenza

I livelli nel sangue possono elevarsi anche in seguito a condizioni non infettive, come:

  • traumi, ustioni o carcinomi e nei pazienti con cirrosi epatica.
  • nelle patologie croniche del rene, rendendo difficile prevedere se vi sia una concomitante infezione batterica in atto.

In questi casi è sempre opportuno che il medico esamini a dovere il quadro clinico del paziente e la sua anamnesi patologica, al fine di determinare eventuali fattori di interferenza. [1],[2],[3]

 

Conclusioni

La procalcitonina è un marker biologico assai utile perché la diagnosi precoce di un’infezione batterica può condurre a una diminuzione significativa della mortalità e della morbilità nei pazienti.

Infatti la diagnosi tempestiva dell’infezione permette ai medici di avviare per tempo la terapia antibiotica opportuna, scongiurando così anche la somministrazione eccessiva e impropria di farmaci.

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

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Fonti e note:

[1] Wilson D, Pietrini P. Manuale di tecniche diagnostiche ed esami di laboratorio. Milano: McGraw-Hill; 2008.

[2] Cleland DA, Eranki AP. Procalcitonin. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022

[3] Schuetz P, Albrich W, Mueller B. Procalcitonin for diagnosis of infection and guide to antibiotic decisions: past, present and future. BMC Med. 2011 Sep 22;9:107.