cancro alla prostata

Tumore alla prostata

Il tumore alla prostata

 

La prostata è un piccola ghiandola, della grandezza di una noce, appartenente all’apparato genitale maschile; è posizionata vicino alla vescica, circonda l’uretra e produce una parte del liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione.  

Tumore alla prostata

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Il tumore alla prostata è uno dei tumori più comuni nel genere maschile, con circa 36 mila casi annui in Italia. Fortunatamente, nonostante l’alta incidenza, nella maggior parte dei casi non ha prognosi infausta. Dati recenti infatti indicano una bassa mortalità e un alto tasso di sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, soprattutto per via della possibilità di effettuare una diagnosi molto precoce e quindi un rapido intervento per bloccarne la progressione. 

 

Qual è la causa del tumore alla prostata? Eziologia

Non si ha una vera e propria causa, in realtà, ma in tale patologia è bene considerare i fattori di rischio che rendono la persona maggiormente ‘a rischio di sviluppare’ il tumore; ciò permette un maggior controllo dei possibili casi e una diagnosi precoce.   

Tra i principali fattori di rischio per il cancro alla prostata vi è l’età per cui sono estremamente importanti controlli periodici dopo i 50 anni d’età. Con l’invecchiamento, infatti, la dimensione della prostata può aumentare: una prostata ingrossata può bloccare il flusso dell’urina dalla vescica e causare vari problemi, anche di tipo sessuale.

Questa condizione è chiamata ipertrofia prostatica benigna (IPB) e, anche se non rappresenta una progressione maligna, è un problema che va approfondito e, a volte, affrontato tramite chirurgia. Recentemente, infatti, è stata anche dimostrata una maggiore propensione allo sviluppo di tumori alla prostata in soggetti affetti frequentemente da prostatite, per cui è sempre necessario tenere maggiormente sotto controllo la situazione anche in caso di problemi di natura non maligna.  

Anche la predisposizione genetica è un fattore assolutamente da valutare, in particolare in caso di fratello o padre affetto da tumore prostatico, in quanto è stato dimostrato un rischio 2-3 volte maggiore di sviluppare la stessa patologia. Anche la presenza di mutazioni in geni come BRCA1 e BRCA2, già coinvolti nell’insorgenza di altro tipo di tumore come il tumore del colon non poliposico ereditario (HNPCC), possono aumentare il rischio di cancro alla prostata.  

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Infine è importantissimo considerare lo stile di vita che si conduce. Fumo, dieta ricca di grassi saturi o di carne rossa e obesità sono stati dimostrati essere fortemente associati a un maggior rischio di sviluppare tumore della prostata.  

Nonostante non sia ancora chiaro il motivo, anche l’etnia sembra essere un fattore di rischio; è stato infatti dimostrato che persone di razza afroamericana sviluppano maggiormente tumore alla prostata con, tra l’atro, più alto rischio di aggressività del tumore stesso. 

 

Quali sono i sintomi del cancro alla prostata?  

Nelle fasi iniziali il tumore alla prostata è totalmente asintomatico, solamente i controlli di routine (esplorazione rettale e analisi dei valori dell’Antigene Prostatico Specifico-PSA), da effettuare periodicamente dopo i 50 anni d’età, infatti permettono una diagnosi precoce.  

Con l’aumentare di volume della ghiandola prostatica (sia in caso di ipertrofia benigna che tumore prostatico) i sintomi possono essere di vario tipo. I più comuni sono: difficoltà ad urinare, dolore nella minzione o necessità di urinare spesso, sangue nelle urine o nello sperma, incontinenza e disfunzione erettile.  In caso di tumore avanzato la presenza di dolore ai fianchi, alla schiena, al torace o in altri distretti potrebbe essere segno di coinvolgimento anche di quelle parti del corpo nello sviluppo della neoplasia. 

    

Come si fa diagnosi certa?  

Nel tumore alla prostata è fondamentale la prevenzione, per cui è importantissimo effettuare i test di screening periodici dai 50 anni d’età dell’uomo, anticipandoli a 40 anni se si ha familiarità per tale patologia. 

Tumore alla prostata - L'importanza della prevenzione

 

I test di screening principali sono: esplorazione rettale e l’analisi dei valori del PSA (valore che risulta alterato 9 volte su 10 in caso di presenza di tumore).  

Se i test di screening risultano dubbi è necessario effettuate un’ ecografia (che può essere sia di tipo classico che transrettale), una risonanza magnetica multiparametrica (test completamente indolore e non invasivo) ed eventualmente una biopsia, che verrà effettuata in anestesia locale a conferma della diagnosi.  

In caso di tumore alla prostata è importante determinare il grado e lo stadio del tumore, che indicano rispettivamente l’aggressività e la diffusione tumorale.  

Per definire la diffusione tumorale si effettueranno esami di diagnostica per immagini come la TC (Tomografia Computerizzata) o la risonanza magnetica, mentre si effettua una scintigrafia ossea per verificare la presenza di eventuali metastasi allo scheletro.  

 

Tumore alla prostata - Risonanza magnetica

 

Il grado di Gleason per determinare l’aggressività del cancro alla prostata

Mediante il tessuto prelevato dalla biopsia, invece, si definisce il grado di Gleason che studia l’aspetto delle ghiandole tumorali e la similitudine con le ghiandole normali. I tumori con grado di Gleason minore o uguale a 6 sono considerati di basso grado, quelli con 7 di grado intermedio, mentre quelli tra 8 e 10 di alto grado. Questi ultimi hanno un maggior rischio di progredire e diffondersi in altri organi. 

Stadiazione del tumore alla prostata: il sistema TNM

Per definire invece lo stadio al tumore si utilizza in genere il sistema TNM dove

  • T indica la dimensione del tumore,
  • N lo stato dei linfonodi (si dà un valore 0 o 1 in base alla presenza/assenza di cellule tumorali nel linfonodo) e
  • M la presenza di metastasi (M: 0 se assenti, 1 se presenti). 

La valutazione complessiva del valore del PSA, il grado di Gleason e il TNM permette di determinare tre classi di rischio: basso, intermedio e alto che saranno trattati in modo diverso.  

 

Quali sono i trattamenti utilizzati in caso di tumore alla prostata?  

Il tumore alla prostata è, solitamente, un tumore non troppo aggressivo per cui se valutato di basso rischio spesso si può decidere di non intervenire bensì di monitorare più frequentemente l’andamento della crescita tumorale mediante i programmi di screening. 

Se, al contrario, è necessario intervenire, le principali terapie sono l’intervento chirurgico e la radioterapia. Per quanto riguarda la chirurgia spesso la scelta ricade sulla prostatectomia radicale che consiste nella rimozione dell’intera ghiandola prostatica e dei linfonodi della regione vicina al tumore. Tale intervento è curativo se il tumore risulta confinato nella prostata e può essere effettuato sia in modo classico (prostatectomia radicale retro-pubica aperta) che per via robotica.  

La radioterapia invece può sostituire la prostatectomia radicale in caso di tumori a basso rischio oppure può essere associata all’intervento chirurgico in casi di stadi tumorali più avanzati.  

Sempre in caso di tumore a basso rischio, per non intervenire su tutta la ghiandola prostatica, negli ultimi anni si è sviluppato l’uso della terapia focale centrata sull’intervenire direttamente sul tumore. 

Poiché la crescita del tumore prostatico può dipendere anche dagli ormoni sessuali maschili, spesso nel trattamento di tale tumore viene utilizzata l’ormonoterapia o deprivazione androgenica. Tale terapia riduce i livelli di testosterone ma ha forti effetti collaterali come calo del desiderio sessuale, impotenza, vampate, aumento di peso, osteoporosi, perdita di massa muscolare e stanchezza. 

Per i pazienti con carcinoma prostatico in stadio avanzato è invece disponibile la chemioterapia, anch’essa associata all’uso dell’ormonoterapia, particolarmente adatta in pazienti cha hanno un elevato carico di metastasi a distanza. 

Questi trattamenti sono comunque associabili tra di loro in caso di tumori complessi da trattare. 

 

Ma è possibile prevenire il tumore alla prostata?  

La prevenzione attiva è possibile in tantissime patologie e in questo caso è principalmente legata a uno stile di vita sano associato a costante attività fisica. La corretta dieta, il peso normale e l’assunzione di vitamine naturali mediante frutta e verdura migliora in generale la salute influenzando quindi lo sviluppo di disturbi oncologici; recentemente è stato inoltre dimostrato che il fumo di sigaretta aumenta il rischio di sviluppare tumore alla prostata. 

Inoltre ricordiamo sempre che la principale prevenzione attiva si esplica mediante controlli periodici di routine (da effettuare dopo una determinata soglia d’età anche se non si ha alcun disturbo evidente) che permettono, eventualmente, una precoce diagnosi e terapia. 

 

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Fonti e note:

  1.  Tumore della prostata; AIRC  
  2. Prostate cancer;  Mayo clinic
  3. Prostate Cancer: Stages and Grades; Cancer.net