Dolore a urinare o stranguria, dolore a fare la pipì

Dolore a urinare: cause sintomi e soluzioni per la stranguria

Indice

La stranguria è un disturbo della diuresi in cui si assiste all’emissione di urina in volumi minimi o a gocce, accompagnata da dolore lancinante in zona sovrapubica o uretrale.

Originariamente, il termine stava a designare, sin dall’antica Grecia, il passaggio dell’urina attraverso il meato uretrale esterno sotto forma di gocce, fenomeno noto come dribbling urinario.

Oggigiorno, è invece noto che l’emissione di urina a gocce è conseguente al fatto che si genera dolore mentre si urina, spesso a causa di un’ostruzione, e dunque la minzione risulta rallentata, con la produzione di piccoli volumi o gocce di urina. [1],[2]

Aspetti epidemiologici della stranguria

Allo stato attuale, non è possibile determinare in maniera accurata l’incidenza su vasta scala della stranguria, riferendosi con ciò allo specifico sintomo riportato come dolore percepito durante la minzione.

Tuttavia, secondo le stime dell’American Academy of Family Phisicians, circa il 3 % degli adulti sopra i 40 anni manifesta, almeno per un episodio, la disuria, la quale viene descritta come generica difficoltà a urinare, con annesso bruciore o dolore. [3]

Eziologia della stranguria: perché si avverte dolore mentre si urina?

La stranguria è un sintomo generico di molte affezioni che possono bersagliare le vie urinarie, e rientra sia nei LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms) di natura irritativa che nei LUTS di natura ostruttiva.

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In molti casi, tale disturbo della diuresi può emergere in seguito all’irritazione di un tratto delle vie urinarie, stimolato durante la fase di riempimento  della vescica.

Tra le cause dei disturbi minzionali irritativi che possono condurre alla manifestazione della stranguria figurano:

Cause infettive

L’infezione delle vie urinarie (IVU) può colpire indistintamente sia le porzioni più alte del tratto urinario, come il bacinetto renale e gli ureteri, sia le porzioni più basse, come l’uretra.

Nella maggior parte dei casi, le IVU sono sostenute dall’azione di un solo patogeno, quasi sempre rappresentato dall’Escherichia Coli uropatogeno (UPEC); è stato dimostrato che questo batterio riesce a indurre, tramite l’azione del lipopolisaccaride (LPS), la liberazione di sostanze ad azione nocicettive, responsabili della percezione del dolore, avvertita prima o durante la minzione.

Le IVU si identificano spesso nell’infezione acuta della vescica, o cistite, la quale prevede diversi meccanismi di insorgenza, come la cistite interstiziale, la cistite attinica causata dalla radioterapia e la cistite provocata dall’uso insistito dei farmaci.

Cause infiammatorie non infettive

Altre condizioni, non necessariamente infettive, sono in grado di mettere in atto o di perpetuare una risposta infiammatoria, la quale, tramite il rilascio di mediatori algogeni, rende poi conto della percezione del dolore avvertita in fase minzionale.

Tra queste cause vi sono affezioni di natura neoplastica, come il carcinoma della prostata o il carcinoma uroteliale della vescica e le calcolosi delle vie urinarie, che possono colpire sia il distretto pielo-ureterale che la regione cisto-uretrale.

Cause ostruttive

Molte condizioni possono generare un’ostruzione passeggera o permanente a carico di qualsiasi punto delle vie urinarie, innescando il ristagno dell’urina e una conseguente reazione infiammatoria.

Tra queste condizioni si citano l’Iperplasia Prostatica Benigna nei soggetti maschi adulti e la stenosi uretrale e la malattia del collo della vescica in entrambi i sessi.

Cause neurologiche

Più raramente, affezioni di ordine neurologico possono determinare un’instabilità e uno stato di iper-attività del muscolo detrusore della vescica, originando dolore a inizio minzione e nella fase di svuotamento. [1],[4]

Sintomi associati alla stranguria

Generalmente, la stranguria può associarsi alla concomitante presenza di LUTS di tipo irritativo, come:

  • Tenesmo vescicale, con sensazione impellente di urinare accompagnata da dolore sovrapubico;
  • Nicturia, con emissione frequente di urina durante la notte;
  • Pollachiuria, con l’emissione di volumi di urina esigui e frequenti;
  • Urgenza minzionale, con desiderio imperioso di voler urinare.

Allo stesso modo, la stranguria può talora essere associata a LUTS di natura ostruttiva, come:

  • Gocciolamento post-minzionale, o terminale, che prevede l’emissione di urina a gocce dopo la fine della minzione;
  • Mitto ipovalido, con flusso minzionale scarso o intermittente;
  • Esitazione minzionale, con ritardo nell’iniziare la minzione;
  • Sensazione di svuotamento incompleto della vescica, dove si avverte che parte dell’urina permane trattenuta in vescica. [1]

Valutazione e diagnosi della stranguria

Il paziente che accusa stranguria può essere sottoposto ai seguenti esami clinici, di laboratorio o strumentali, con il fine di risalire con maggiore precisione al fattore scatenante la sensazione dolorosa avvertita in fase di minzione.

Visita urologica con anamnesi ed esame obiettivo

Inizialmente, il paziente con stranguria intrattiene un colloquio con il medico specialista della materia, ossia con il medico urologo, al quale riferisce le notizie circa il suo stato di salute generale e l’eventuale presenza di malattie acute o croniche in atto, curate o meno da farmaci.

Successivamente, il medico tenta di indagare circa la causa della stranguria, eventualmente riconducendola a un’infezione delle vie urinarie in atto; a questo scopo, potrebbe chiedere al paziente se ha avuto episodi febbrili di recente, facendo caso all’eventuale presenza di leucocituria o piuria, vale a dire di urina biancastra a causa dei globuli bianchi o di pus all’interno.

Mentre quest’ultimo aspetto è poi chiarito con l’effettuazione dell’esame chimico-fisico e microscopico delle urine, il medico prosegue la visita con l’esame obiettivo, ispezionando e palpando la regione infero-addominale e la regione pelvica, alla ricerca di tumefazioni e zone di dolorabilità.

Alla fine della visita, il medico prescrive al paziente l’effettuazione di vari esami di approfondimento.

Esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio più comunemente prescritti sono:

  • Esami del sangue, con particolare riferimento alla formula leucocitaria e alla creatinina sierica;
  • Esame chimico-fisico e microscopico delle urine, con riguardo speciale alla presenza di leucociti, pus, sangue (ematuria) nel campione e alla positività per l’esterasi leucocitaria, oltre che alla cilindruria;
  • Urinocoltura con antibiogramma, per identificare l’eventuale batterio patogeno responsabile dell’infezione e il principio farmacologico più idoneo per eradicarlo.

Esami strumentali

Soprattutto quando si ritiene verosimile la presenza di una lesione ostruttiva a carico delle vie urinarie, possono essere somministrati al paziente i seguenti esami:

  • Ecografia sovrapubica, per studiare le pareti vescicali, un’eventuale poliposi e quantificare la presenza del lobo medio della prostata in vescica;
  • Ecografia trans-rettale, per studiare al meglio le dimensioni della prostata;
  • Uroflussimetria, per determinare un possibile quadro di ostruzione cervico-uretrale;
  • Cistoscopia, dove si procede alla visione endoscopica dell’uretra e della vescica, alla ricerca di possibili stenosi, processi flogistici ed ostruzioni. [1]

Trattamento e terapie per la stranguria

Il trattamento e le terapie adoperate per la stranguria non sono univoche ma dipendono dal substrato eziologico che ha determinato la condizione patologica, la quale è la fonte del dolore esperito durante la minzione.

Oltre al ricorso ai farmaci anti-infiammatori FANS come ibuprofene e ketorolac, si tratta la patologia in base al suo meccanismo eziologico, utilizzando inibitori dell’aromatasi in caso di Iperplasia Prostatica Benigna oppure anti-muscarinici in caso di vescica iper-attiva.

Quando invece alla base della manifestazione dolorosa minzionale siano riconosciute cause malformative di visceri componenti il tratto urinario, si agisce in genere per via chirurgica, che è spesso un trattamento drastico ma definitivo. [1]

Conclusioni

La stranguria è un disturbo della diuresi invalidante per il paziente che lo esperisce, in quanto l’urina viene emessa a gocce e in volumi ridotti, proprio a causa del sopraggiungere di un dolore lancinante durante la minzione.

Indagare a fondo la causa della stranguria, specie se permanente, è di primaria importanza per il medico urologo, in quanto il sintomo non è necessariamente la spia di un’infezione delle vie urinarie, potendo celarvisi dietro altre condizioni più severe, come il carcinoma della prostata o della vescica.

Bibliografia: fonti e note