Varianti Covid-19

Le varianti del Coronavirus SARS-CoV-2 Covid-19

Le varianti del Coronavirus SARS-CoV-2 Covid-19

 

Che cosa sono le varianti di un virus?

Le varianti di un virus sono delle copie di virus molto simili all’originale ma che contengono piccoli cambiamenti nella struttura virale, detti anche “mutazioni”, che rendono la particella virale leggermente differente dalla struttura originale. Nel caso del Coronavirus le mutazioni che costituiscono una variante sono tutte le piccole differenze che discostano la particella virale dalla versione iniziale originale, quella per prima isolata a Wuhan.

 

Quanto sono estese le varianti di un virus?

Per quanto siano molto diverse nel loro comportamento biologico e clinico, le varianti si differenziano dalla versione originale per una componente piccolissima: meno dello 0,1% del materiale virale è mutato! Di tutto il materiale che costituisce il virus si possono riconoscere solo 15, massimo 20 differenze totali! Su un totale di migliaia e migliaia di aminoacidi. Ed una modifica apparentemente così insignificante può determinare un cambiamento nell’attività virale assolutamente significativo.

 

Come mai si creano le varianti di un virus?

In generale più un virus è diffuso e più possono determinarsi delle varianti. Come mai accade tutto ciò?

Nello specifico sembra essere la grande diffusione del virus, in aggiunta con la pressione selettiva dei farmaci o delle terapie, a determinare un aumento delle varianti. All’aumentare infatti della quantità di copie virali in circolazione aumenta anche la probabilità di errori nella copia del virus, che determinano le mutazioni.

Una serie di mutazioni ben precise definisce una “variante virale”.

 

Perché si diffondono le varianti di un virus, anziché l’originale?

Perché in natura chi ha un vantaggio competitivo tende ad essere favorito. In altre parole la variante ha una piccola modifica che rende la struttura modificata più efficiente in qualche azione rispetto alla struttura originaria.

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Per esempio la mutazione nello aminoacido 501 della proteina Spike (N501Y) determina un miglioramento del legame tra gli arpioni del virus e le nostre cellule bersaglio. Migliore il legame, più elevata la capacità del virus di penetrare nelle cellule del nostro corpo. Così la maggiore efficienza di legame creata dalla mutazione crea il vantaggio competitivo della variante rispetto alla forma originale del virus.

Le varianti più efficienti sono favorite nella riproduzione rispetto alle varianti originali. Per questo motivo si diffondono più facilmente e tendono man mano a soppiantare le forme originali del virus.

Anche la capacità di sfuggire alle terapie o ai vaccini rende la versione modificata, la variante, più efficiente rispetto all’originale: accade così per il virus dell’influenza, che muta ogni anno quel tanto che basta per sfuggire al vaccino dell’anno precedente e quindi, senza opportuni accorgimenti, come nuovi vaccini anti-influenzali ogni anno, replicarsi in modo più efficiente.

 

Classificazione delle varianti Covid-19

Classificazione delle varianti Covid-19 per ceppo virale

Un metodo per classificare le varianti Covid-19 è quello di valutare il ceppo, la famiglia genetica di assegnazione. I ceppi Covid-19 si suddividono in due branche principali, la A e la B. La maggior parte delle varianti pericolose fa parte del ceppo B.

 

Classificazione delle varianti Covid-19 per tipo di mutazioni

Un altro modo per classificare le varianti Covid-19 è riferirsi al tipo di mutazione principale che le accomuna.

Per esempio nel caso delle varianti inglese, sudafricana e brasiliana esse sono contraddistinte dalla mutazione N501Y, cioè la mutazione dell’aminoacido in posizione 501 nella proteina Spike della superficie virale. Questa mutazione conferisce una maggiore stabilità al legame della proteina Spike con il recettore cellulare che viene utilizzato dal virus per l’aggancio della cellula da attaccare.

Poi ciascuna delle varianti, oltre a quella segnalata ha altre mutazioni accessorie, tra 10 e 20 totali, che la caratterizzano ed identificano in modo definitivo.

 

Quali sono le varianti Covid-19 più note?

Varianti Covid-19

Le varianti del Coronavirus SARS-CoV-2 più note finora sono la variante inglese, la variante sudafricana e la variante brasiliana.

 

La variante inglese del Covid-19

La variante inglese si è sviluppata in Inghilterra nel dicembre 2020 e si è rapidamente diffusa in Inghilterra e in molti altri paesi.

 

La variante sudafricana del Covid-19

La variante sudafricana si è diffusa a partire da Città del Capo a tutto il mondo. È una variante più pericolosa di quella inglese, perché pare che sia in grado di sfuggire al plasma immune dei soggetti già infettati con la versione originale del Coronavirus di Wuhan. Pare che la variante sudafricana sia in grado di sfuggire anche ad alcuni vaccini, ma questo è ancora oggetto di studio. Ulteriori approfondimenti nel link:

 

Cosa possono determinare le varianti Covid-19?

Le varianti del Covid-19 possono avere delle mutazioni che inducono modifiche nella trasmissibilità, nell’efficacia dei farmaci o dei vaccini.

 

Aumento della trasmissibilità nelle varianti SARS-CoV-2 Covid-19

 

Riduzione di efficacia dei farmaci contro il Covid-19 nelle varianti SARS-CoV-2 Covid-19

È possibile che alcune varianti siano più resistenti ad alcuni farmaci antivirali, come per esempio il remdesivir. Tuttavia non vi sono ancora studi in proposito.

 

Riduzione di efficacia degli anticorpi monoclonali nelle varianti SARS-CoV-2 Covid-19

La variante sudafricana è in grado di sfuggire a molti anticorpi monoclonali (vedi lista completa nel link). Lo stesso dicasi per la variante inglese, di cui si trova la lista completa nel link. Non si conosce ancora con precisione quali anticorpi monoclonali invece siano efficaci sulla variante brasiliana, perché è stata scoperta molto recentemente e gli studi sono in corso.

 

Riduzione di efficacia del plasma iperimmune nelle varianti SARS-CoV-2 Covid-19

La variante inglese sembra sfuggire solo in parte all’efficacia del plasma iperimmune tratto da soggetti precedentemente infettati dalla variante classica del Covid-19. La variante sudafricana invece presenta una resistenza altissima al plasma iperimmune, tanto da risultare completamente inefficace.

 

Riduzione di efficacia dei vaccini nelle varianti SARS-CoV-2 Covid-19

La variante inglese è molto simile al virus originale riguardo il vaccino anti-Covid, a cui è sensibile. Invece la variante sudafricana sembra molto resistente al vaccino anti-Covid-19 per cui risulta una variante molto temibile e da isolare prontamente.

 

L’opinione dell’OMS sul rischio di varianti e vaccini

Il problema delle varianti virali è così percepito da parte della comunità scientifica che l’OMS ha addirittura consigliato di sospendere la somministrazione delle vaccinazioni nei paesi sviluppati per consentire un’equa distribuzione degli stessi anche nei paesi più svantaggiati. La motivazione di questa sorprendente uscita consiste nel fatto che le varianti più pericolose, come la sudafricana e la brasiliana, nascono proprio dove c’è una maggiore diffusione del virus.

 

Med4Care Marco De Nardin

Dott. Marco De Nardin

 

Per approfondire: