Alitosi, alito cattivo

Alitosi o alito cattivo: cause e rimedi

Alitosi o alito cattivo: quali sono le cause e i rimedi

Che cos’è l’alitosi

L’alitosi è una condizione in cui il paziente emette un alito “cattivo” dalla propria bocca, che viene percepito come sgradevole dalle altre persone.

Molto spesso questo sintomo non è riconosciuto dal paziente, il quale ne viene informato per puro caso dal proprio medico di medicina generale o dal dentista.

Questa condizione può creare un serio problema sociale per il paziente il quale tenta in tutti i modi di definire la causa dell’alitosi e di trovarne dei rimedi efficaci. [1]

 

Quanto è frequente l’alitosi?

L’alitosi è una condizione che manca di precisi standard oggettivi per essere definita a pieno e pertanto è difficile stabilirne la frequenza.

Alcuni studi epidemiologici in cui i pazienti si sono iscritti volontariamente hanno mostrato una prevalenza addirittura stimata intorno al 50%, interessando dunque un soggetto ogni due.

Altri studi si sono invece concentrati nel rilevare l’impatto dell’alitosi nella sanità pubblica, facendo emergere come questa condizione sia una delle cause più frequenti di visita odontoiatrica dopo la carie dentale. [1]

banner acqua idrogenata desktop

 

Classificazione dell’alitosi

L’alitosi può essere distinta in:

  • Alitosi reale, in cui vi è l’evidenza che il paziente emetta un odore effettivamente sgradevole dalla propria bocca, spesso a causa di patologie
  • Alitosi immaginaria, nella quale il paziente è convinto di produrre un alito cattivo dalla bocca ma ciò non è comprovato dal medico o da esami specifici.

Spesso l’alitosi immaginaria è imputabile a stati di ansia in pazienti insicuri, i quali sono convinti che varie parti del proprio corpo emettano in continuazione cattivo odore.

 

Eziologia dell’alitosi: perché l’alito diventa cattivo?

L’alitosi reale è determinata nella maggior parte dei casi da un’alterazione a livello della cavità orale mentre, in situazioni più rare, possono essere presenti cause di origine extra-orale.

Cause orali di alitosi

Quasi il 90% dei casi di alitosi può essere ricercato in malattie della cavità orale, come le gengiviti e le alterazioni del parodonto, prima fra tutte la parodontite.

La carie dentale e gli avvallamenti presenti tra un dente e l’altro si prestano invece all’accumulo di detriti alimentari che, con il passare del tempo, si degradano emettendo cattivo odore.

Cause orali di alitosi più rare sono infine rappresentate dai tumori che possono colpire la lingua, le ghiandole salivari o i tessuti molli delle guance.

Cause extra-orali di alitosi

Le cause extra-orali di alitosi possono avere:

  • Origine gastrointestinale, spesso per via della malattia da reflusso gastrico, ulcera peptica o ernia iatale. Anche un’ostruzione alta dell’intestino o un carcinoma allo stomaco possono potenzialmente produrre alitosi.
  • Origine respiratoria. Molte specie di batteri che popolano le vie respiratorie possono determinare la comparsa di alito cattivo, come nel caso dello Streptococcus Pyogenes e dello Pseudomonas Aeruginosa.
  • Origine farmacologica. Vari farmaci, tra cui il paracetamolo o i bifosfonati per la cura dell’osteoporosi, causano un persistente cattivo odore esalato dalla bocca.
  • Origine sistemica o metabolica. Il diabete mellito non trattato conferisce all’alito un caratteristico odore simile all’acetone. Allo stesso modo altre condizioni come l’insufficienza epatica o l’insufficienza renale alterano in maniera significativa l’odore emesso dalla bocca. [1]

 

Come si sviluppa l’alito cattivo? Fisiopatologia

Le sostanze responsabili del cattivo odore dell’alito sono composti chimici contenenti zolfo, come il dimetilsolfuro e il metilmercaptano.

Il pH della cavità orale e i batteri che la popolano sono in larga parte coinvolti nella genesi dell’alitosi, dal momento che degradano alcuni amminoacidi formando composti contenenti zolfo, sicuramente maleodoranti.

Il consumo di aglio e di cipolla alimenta l’alito cattivo in quanto entrambe queste piante sprigionano molecole contenenti zolfo, che permangono a lungo dopo averle digerite. [1]

 

Valutazione iniziale dell’alitosi

Nella valutazione iniziale dell’alitosi deve essere condotta un’anamnesi attenta da parte del medico di medicina generale, o dallo specialista otorinolaringoiatra, o dallo specialista gastroenterologo, durante la visita gastroenterologica.

Anche l’odontoiatra può indagare sulle cause dell’alitosi e il questionario da somministrare al paziente comprende domande del tipo:

  • Hai dei vizi particolari come fumo e alcol?
  • Come rispetti la tua igiene orale?
  • Hai sofferto di recente di malattie respiratorie?
  • Hai sofferto o soffri di malattie del sistema digerente?
  • Oltre all’alitosi percepisci altri sintomi concomitanti, come il bruciore allo stomaco o la tosse?

Dopo aver sottoposto il questionario e aver indagato sullo stato di salute generale del paziente, il medico può cominciare a orientare la propria diagnosi sull’origine dell’alitosi: se intra-orale o extra-orale.

In entrambi i casi viene eseguito un esame obiettivo della cavità orale oppure del sistema respiratorio e del sistema digerente alla ricerca di segni di infiammazione, di infezione o di accrescimento dei tessuti. [1],[2]

 

Diagnosi dell’alitosi

La valutazione iniziale del medico serve già a discriminare tra una condizione di alitosi effettiva e una pseudoalitosi, nella quale il paziente non soffre effettivamente di alito maleodorante.

Nel caso in cui l’alitosi sia diagnosticata in modo conclamato possono essere adoperati vari esami strumentali per comprendere meglio la qualità dell’alito emesso, come:

  • Gas cromatografia. Questo esame analizza la percentuale dei composti solforati emessi con l’alito rilevandone anche tracce minime. Attualmente viene impiegato solo a scopi di ricerca essendo un’indagine molto costosa.
  • Tecnica della ninidrina. Questa procedura è di facile esecuzione e va a ricercare tracce di ammine e poliammine, responsabili del cattivo odore.
  • Monitoraggio dell’ammoniaca. Tramite una rilevatore collegato alla cavità orale del paziente viene monitorata la concentrazione di ammoniaca prodotta, soprattutto in stati presunti di insufficienza epatica o di insufficienza renale.
  • Esofagogastroduodenoscopia. Questa tecnica viene utilizzata solo quando si sospetta la presenza di una patologia esofagea, gastrica o duodenale che possa causare l’alito maleodorante. [1]

 

Trattamenti e rimedi per l’alito cattivo

Come detto, le cause intra-orali di alito cattivo rappresentano la fonte principale di alitosi e si può intervenire migliorando l’igiene dentale attraverso vari metodi:

  • Liberazione del biofilm linguale. Il biofilm è una patina che viene a formarsi sulla lingua ad opera di batteri e altri microrganismi che fermentano i detriti alimentari intrappolati nella cavità orale. Utilizzando a dovere lo spazzolino, il filo interdentale e un raschietto si riesce a sbrigliare con efficacia il biofilm.
  • Utilizzo di collutori appositi. Risciacquare la bocca con soluzioni antibatteriche a base di clorexidina, zinco o triclosan può sicuramente migliorare lo stato dell’igiene orale e ridurre il cattivo odore.
  • Le tecniche di prevenzione servono a insegnare al paziente di evitare alimenti potenzialmente in grado di produrre alitosi, come l’alcol, le spezie, l’aglio e la cipolla.

Le cause extra-orali di alitosi, come la malattia da reflusso gastroesofageo, vanno invece trattate a seconda dell’alterazione alla base, ricorrendo nel caso agli antibiotici o alla chirurgia. [1],[2]

 

Conclusioni

L’alitosi è una condizione medica che richiede il giusto grado di approfondimento e di intervento in quanto può radicalmente modificare la vita quotidiana del paziente, che spesso si isola o prova disagio nelle situazioni sociali.

Fortunatamente, nella maggior parte dei casi, l’alitosi è causata da un’igiene orale precaria, la quale può essere migliorata chiedendo consiglio al proprio odontoiatra e utilizzando al meglio lo spazzolino e il filo interdentale.

Dott. Marco De Nardin

Se ti è piaciuto questo articolo e vuoi rimanere aggiornato sulle nostre prossime pubblicazioni clicca qui per iscriverti alla nostra newsletter.

Fonti e note:

[1] Tungare S, Zafar N, Paranjpe AG. Halitosis. In: StatPearls [Internet]. Treasure Island (FL): StatPearls Publishing; 2022

[2] Aylıkcı BU, Colak H. Halitosis: From diagnosis to management. J Nat Sci Biol Med. 2013 Jan;4(1):14-23.