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Esami per la funzionalità epatica

La salute del fegato è cruciale per il benessere del corpo umano: gli esami per la funzionalità epatica sono strumenti fondamentali per valutare la salute e il corretto funzionamento di questo organo vitale.

Vengono effettuati attraverso una serie di test sul sangue che misurano enzimi, proteine e sostanze chimiche nel flusso sanguigno. La valutazione di indicatori come le transaminasi, la bilirubina, le proteine totali e altre sostanze fornisce informazioni preziose sulla salute del fegato e può aiutare a individuare precocemente eventuali disturbi o malattie epatiche ed eventualmente ipotizzare un intervento di protezione del fegato con sostanze in grado di aiutarlo a svolgere le sue funzioni.

Questo articolo esplorerà in dettaglio gli indicatori di funzionalità epatica e la loro importanza nel monitorare la salute del fegato.

 

Che cos’è il fegato?

fegato, organo per la disintossicazione dell'organismo, metabolismo degli alimenti

Il fegato è una voluminosa ghiandola localizzata nella cavità addominale, in corrispondenza dell’ipocondrio destro.

Gli epatociti, ovvero le cellule che costituiscono l’organo, si occupano della produzione di un vastissimo numero di molecole destinate sia alla secrezione esocrina che a quella endocrina. A causa di questa doppia natura funzionale il fegato è una “ghiandola anficrina”.

La presenza delle vie biliari garantisce la comunicazione tra il fegato e l’apparato digerente (precisamente con il duodeno dell’intestino tenue), essenziale per lo svolgimento delle funzioni esocrine. La fitta vascolarizzazione tissutale invece consente al fegato di esplicare agevolmente le sue attività endocrine.

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La complessità funzionale del fegato

Una compromissione del fegato può avere delle conseguenze su tutti i principali sistemi dell’organismo. La ragione di tale fenomeno risiede nella complessità funzionale dell’organo: attualmente si ritiene che il fegato sia coinvolto in oltre 500 funzioni differenti.

Le più importanti tra queste sono:

  • Metabolismo dei carboidrati: partecipa attivamente ai processi biochimici che riguardano il glucosio, il glicogeno e gli altri carboidrati.
  • Metabolismo dei lipidi: è responsabile della sintesi del colesterolo e dei trigliceridi.
  • Metabolismo delle proteine: risulta coinvolto nella demolizione e sintesi delle proteine. Inoltre rappresenta l’organo in cui si verifica la conversione dell’ammoniaca (derivante proprio dalla degradazione proteica) in urea.
  • Metabolismo dell’emoglobina: i suoi metaboliti vengono rilasciati nei succhi biliari.
  • Sintesi della bile: il fluido biliare è implicato nella digestione delle sostanze grasse e nell’espulsione di alcune molecole di scarto.
  • Produzione dei fattori di coagulazione: produce i fattori I (fibrinogeno), II (trombina), V, VII, IX, X, XI e le proteine C ed S.
  • Metabolismo di farmaci e sostanze tossiche: determina la degradazione di numerosi farmaci.
  • Deposito di numerose molecole: le più importanti sono la vitamina B12, il glicogeno, il ferro e il rame.

 

Esami per la funzionalità epatica: il dosaggio della bilirubina

Il dosaggio della concentrazione sierica della bilirubina è un test impiegato per la valutazione della funzionalità escretoria del fegato.

La bilirubina è un pigmento giallo-rossastro che origina dalla degradazione della frazione porfirinica (gruppo eme) dell’emoglobina:

  1. La capacità del sangue di trasportare ossigeno molecolare ai tessuti è riconducibile alla presenza di emoglobina all’interno dei globuli rossi.
  2. L’emolisi, il fisiologico processo che determina la distruzione degli eritrociti dopo circa 120 giorni, causa il rilascio nel sangue della cosiddetta bilirubina indiretta (o non coniugata) che viene trasportata al fegato mediante l’albumina.
  3. All’interno degli epatociti, una volta separata dall’albumina, forma un legame con l’acido glucuronico, diventando bilirubina diretta (o coniugata).
  4. La bilirubina coniugata viene riversata nella bile e raccolta all’interno della cistifellea.
  5. Attraverso le vie biliari giunge infine all’interno del lume del duodeno.

Nel corso del transito intestinale gli enzimi della flora batterica convertono la bilirubina diretta in urobilinogeno. Quest’ultimo è ulteriormente degradato in stercobilinogeno, il pigmento di scarto responsabile delle caratteristiche cromatiche delle feci.

Una parte dell’urobilinogeno però viene riassorbita dalla mucosa dell’intestino tenue e ricondotta, tramite il flusso sanguigno, all’interno degli epatociti dove può essere indirizzato verso due destini differenti:

  1. Formazione dell’urobilina: abbandona il fegato per raggiungere il rene, nel quale viene ossidato ad urobilina. Quest’ultima viene eliminata attraverso le urine.
  2. Formazione di stercobilina: torna nel lume intestinale mediante la bile. Prima di essere espulso con le feci, diviene stercobilina.

 

Cos’è la bilirubinemia?

La bilirubinemia è la quantità di bilirubina presente all’interno del sangue. Generalmente i valori ematici sono molto bassi poiché vi è un efficiente meccanismo di smaltimento. Dunque il riscontro di valori anomali può suggerire un’alterazione funzionale del fegato.

Le analisi di laboratorio permettono di distinguere e dosare:

  • Bilirubina diretta: i valori normali sono compresi tra 0,1 e 0,4 mg/dL.
  • Bilirubina indiretta: i valori normali sono compresi tra 0,1 a 1 mg/dL.
  • Bilirubina totale: i valori normali sono compresi tra 0,3 e 1 mg/dL.

La discriminazione tra le varie forme è fondamentale per individuare l’origine di un eventuale patologia. Nello specifico:

  • Aumento della bilirubina indiretta: si può verificare a seguito di carenze funzionali del fegato (cirrosi, epatite…) o di un incremento dell’attività emolitica.
  • Aumento della bilirubina diretta: è associato ad un deficit nel processo di secrezione biliare. Solitamente è correlato all’epatite, alla cirrosi, all’ostruzione intra-epatica, alla sindrome di Dubin-Johnson e alla calcolosi della colecisti (colica biliare).

Le anomalie nel metabolismo dell’emoglobina determinano l’insorgenza di un segno caratteristico: l’ittero. L’ittero è un reperto clinico aspecifico che si manifesta attraverso la pigmentazione giallastra della cute e delle mucose, riscontrabile all’esame obiettivo.

Da notare che spesso un aumento contestuale della bilirubina diretta ed indiretta non è riferibile ad una patologia, ma può essere dovuto ad una carenza enzimatica benigna, denominata sindrome di Gilbert.

 

Esami per la funzionalità epatica: il dosaggio delle proteine epatiche

Questi test misurano diverse proteine prodotte dal fegato stesso, in particolare vengono misurati i livelli di albumina e quelli delle proteine totali presenti nel sangue.

L’albumina è la proteina più abbondante nel sangue e nei soggetti sani occupa circa la metà del contenuto proteico totale del siero.

Funge da proteina trasportatrice poiché, grazie alla sua struttura chimica, è in grado di legare diverse molecole insolubili nel sangue (acidi grassi, ormoni, bilirubina…). Inoltre partecipando attivamente al mantenimento della pressione oncotica facilita gli scambi idrici tra i liquidi interstiziali e i capillari.

Per quanto riguarda i valori:

  • I valori normali di albuminemia sono compresi nell’intervallo di 3,5-5,5 g/dL.
  • La riduzione è riconducibile principalmente alla persistenza di patologie epatiche e renali.
  • La disidratazione (causata dal vomito, dalla diarrea o da specifiche malattie) al contrario può determinare un aumento dell’albuminemia.

Per valutare la funzionalità epatica è possibile anche ricorrere al dosaggio delle proteine totali del siero. In condizioni di normalità l’intervallo di riferimento per la proteinemia è compreso tra 6,5 e 8,3 g/dL.

 

Esami per la funzionalità epatica: il dosaggio degli enzimi epatici

Questi enzimi svolgono un ruolo vitale nei processi metabolici e possono fornire importanti informazioni sulla salute del fegato e eventuali disturbi o danni ad esso correlati.

Le transaminasi: indicatori di danno epatico

Tra questi troviamo le transaminasi, enzimi che catalizzano il trasferimento del gruppo amminico dagli amminoacidi agli α-chetoacidi (piruvato, ossaloacetato, α-chetoglutarato…). Questa reazione, chiamata transaminazione, risulta fondamentale per il corretto svolgimento del metabolismo dei carboidrati e degli amminoacidi.

La distruzione tissutale causata dall’insorgenza di una patologia acuta o dalla fase attiva di una malattia cronica porta al rapido rilascio degli enzimi nel siero. Pertanto in presenza di una di queste condizioni i valori ematici delle transaminasi aumentano notevolmente.

Ai fini dell’indagine cinica vengono dosate le seguenti transaminasi:

ALP e ɣ-GT: indicatori di colestasi

La colestasi, ovvero la riduzione del flusso della bile, è associata all’aumento delle concentrazioni sieriche di due enzimi epatici: la Gamma-Glutammiltranspeptidasi (o ɣ-GT) e la fosfatasi alcalina (ALP).

Nello specifico:

  • Gamma-Glutammil-Transpeptidasi (ɣ-GT): i valori normali sono compresi tra 2 e 30 U/L. L’aumento di questo enzima può indicare la presenza di un danno epatico senza però fornire ulteriori informazioni sull’origine. Essendo un indice aspecifico deve essere sempre accompagnato al dosaggio di altri elementi ematici (ALP, transaminasi, bilirubina…). In linea di massima i suoi valori registrano un notevole incremento nel corso di patologie epato-biliari, nella pancreatite acuta, nella cirrosi e nei tumori epatici primari e secondari.
  • Fosfatasi alcalina: i valori normali sono compresi tra 0 e 120 U/L. L’incremento della fosfatasi alcalina, associata a quello della ɣ-GT, è suggestivo di ostruzione intra-epatica delle vie biliari, colelitiasi e/o intossicazione da farmaci.

 

Esami per la funzionalità epatica: altri indici di funzionalità epatica

Per la diagnosi delle patologie epato-biliari il medico può ricorrere ad altri esami del sangue.

Ad esempio:

  • Il tempo di protrombina (PT): la protrombina (fattore II) è una proteina prodotta dal fegato che, trasformandosi in trombina, dà inizio alla catena di reazioni che portano alla formazione del coagulo di sangue. Il PT si misura in secondi, normalmente dura 11-13 s.
  • Lattato deidrogenasi (LDH): è un indice generale di danno cellulare. In presenza di una lesione responsabile della morte degli epatociti il livello sierico della LDH aumenta. I valori normali sono compresi tra 70 e 300 mU/mL.
  • 5’- nucleotidasi: è un enzima epatico che viene impiegato come indice generale di danno epato-biliare. In genere lo si effettua assieme alla fosfatasi alcalina in modo tale da poter distinguere le patologie epatiche da quelle ossee. I valori normali sono compresi tra 1 e 11 U/L.

 

Esami per la funzionalità epatica: in breve

Gli esami per la funzionalità epatica rappresentano un importante strumento di valutazione della salute del fegato.

In particolare verranno misurati, tramite esami del sangue, i livelli di bilirubina, delle proteine epatiche e degli enzimi epatici.

I livelli di bilirubina aiuteranno a valutare la funzione escretoria del fegato, quelli delle proteine possono aiutare a rintracciare la presenza di condizioni epatiche o di bassi livelli di idratazione. L’analisi di enzimi come ALT, AST, fosfatasi alcalina e altri può essere utile nella diagnosi e nel monitoraggio di condizioni quali epatiti, steatosi epatica, cirrosi, disturbi biliari e altri problemi epatici.

Tuttavia è essenziale considerare che i risultati  devono essere interpretati in combinazione con altri esami diagnostici, il quadro clinico del paziente e altri fattori di salute per una valutazione accurata.

Consultare un medico per la corretta interpretazione dei risultati è fondamentale per identificare precocemente eventuali problemi epatici e intraprendere azioni preventive mirate a preservare la salute del fegato nel lungo termine.

 

Fonti: