Trauma infantile e rabbia da adulti, depressione, ansia, adulti rabbiosi

Esperienze di trauma infantile e rabbia da adulti: un’analisi oltre la depressione e l’ansia

Indice

In questo studio si mette in evidenza come il trauma infantile possa essere legato alla rabbia da adulti.

Trauma infantile e rabbia da adulti

Il trauma infantile si associa a gravi conseguenze per la salute mentale che possono protrarsi fino all’età adulta. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo definisce come:

tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emotivo, di abuso sessuale, di trascuratezza o di trattamento negligente o di sfruttamento commerciale o di altro tipo, che comportano un danno effettivo o potenziale alla salute, alla sopravvivenza, allo sviluppo o alla dignità del bambino nel contesto di una relazione di responsabilità, di fiducia o di potere.

Nei soli Paesi Bassi fino a 1 bambino su 4 ha riferito di aver subito una qualche forma di maltrattamento. La prevalenza è probabilmente sottostimata a causa della paura e della segretezza.

L’impatto sostanziale del trauma infantile si riflette sulla sua associazione con l’elevata prevalenza di disturbi depressivi e d’ansia nell’età adulta. Sebbene siano molteplici i fattori alla base della psicopatologia nel contesto dei vissuti traumatici, la regolazione delle emozioni si presenta come un meccanismo chiave.

Una scarsa regolazione delle emozioni può essere una conseguenza:

  • della mancanza di sensibilità e reattività dei genitori agli stati emotivi dei figli,
  • di una scarsa autoregolazione genitoriale.

Il bambino acquisisce una maggiore consapevolezza dello stato emotivo del genitore. Ciò può portare a una più rapida percezione della minaccia in età adulta e a sviluppare un sistema di difesa più “pronto” a rispondere, abbassando la soglia di manifestazione della rabbia. Inoltre, essendo esposti alla rabbia incontrollata dei caregiver, i bambini maltrattati sono esposti al rischio di diventare violenti.

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Al fine di identificare i fattori che predicono il manifestare la rabbia, è importante distinguere tra l‘esperienza soggettiva e l’espressione fisica, ma anche tra:

  • rabbia di stato
  • rabbia di tratto e aggressività, utile per determinare se un costrutto è piuttosto costante o fluttua nel tempo.

Ad esempio soggetti delinquenti di sesso maschile con una storia di abuso emotivo o sessuale hanno quasi il doppio delle probabilità di avere un’elevata rabbia di tratto. Una storia di abuso fisico invece si associa a un aumento del 27% della rabbia di tratto nella popolazione generale. Pertanto le ricerche suggeriscono che il trauma infantile è correlato alla rabbia da adulti.

Caratteristiche dello studio

  • Tipo di studio: Studio di coorte prospettico
  • Luogo: Olanda
  • Tipo di pazienti: Soggetti adulti di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Lo studio ha incluso partecipanti con disturbi depressivi e d’ansia in atto o in fase di remissione, disturbi depressivi e d’ansia in comorbilità e individui senza disturbi psichiatrici (controlli sani).

Scopo dello studio: esiste una relazione tra il trauma infantile e il provare rabbia da adulti?

Il fine è stato quello di indagare:

  • La relazione tra traumi infantili e costrutti di rabbia da adulti.
  • Quali tipi di trauma infantile predominano nel predire la rabbia.

Progettazione dello studio

I dati analizzati provengono dal Netherlands Study of Depression and Anxiety (NESDA), uno studio di coorte prospettico tutt’ora in corso (1). In totale il NESDA ha coinvolto 2271 partecipanti.

La raccolta dei dati di base ha avuto luogo tra il 2004 e il 2007 e il follow-up di 4 anni tra il 2008 e il 2011.

Sono stati esclusi dallo studio coloro che presentavano un’altra diagnosi primaria (ad esempio disturbo psicotico, grave disturbo da abuso di sostanze, disturbo bipolare o ossessivo-compulsivo) o un’insufficiente padronanza della lingua.

La rabbia è stata operazionalizzata come:

Nello specifico il trauma infantile è stato valutato con un’intervista semistrutturata (2), la Childhood Trauma Interview (CTI). Inoltre i ricercatori hanno misurato il fenomeno a 4 anni di follow-up con i seguenti strumenti:

  • la Spielberger Trait Anger Subscale (STAS) (3);
  • il questionario sugli attacchi di rabbia (4);
  • il cluster B dei disturbi della personalità secondo il Personality Disorder Questionnaire 4 (PDQ-4) (5).

Risultati

Il trauma infantile ha mostrato un’associazione dose-risposta con tutti i costrutti di rabbia. Nello specifico:

  • Il neglect emotivo, l’abuso psicologico e fisico risultano associati a tutti i costrutti di rabbia, indipendentemente dalla depressione o dall’ansia.
  • L’abuso sessuale e gli eventi vissuti durante il periodo infantile sono stati associati ad aspetti del carattere legati alla rabbia, riscontrati insieme a tratti di personalità borderline e a tratti di personalità antisociale.

I punti di forza di questo studio sono stati:

  • L’inclusione di un gran numero di partecipanti.
  • Aver valutato tutti i domini del trauma e degli eventi di vita infantili con un‘intervista strutturata, considerata il “gold standard”.
  • La valutazione dei dati relativi al trauma e alla rabbia a distanza di 4 anni l’uno dall’altro per ridurre la possibilità di una causalità inversa, in quanto la rabbia attuale può influenzare la valutazione delle esperienze infantili.

Conclusioni

La ricerca presentata ha messo in evidenza come i traumi infantili siano legati alla rabbia in età adulta, oltre a causare ansia e depressione.

Il trauma infantile ha anche ripercussioni sulla relazione terapeutica, per cui potrebbe essere indicato un trattamento incentrato su modelli relazionali. Uno di questi approcci di provata efficacia è la terapia analitica cognitiva (CAT), che combina la terapia psicodinamica e la psicologia cognitiva. Inoltre stanno emergendo evidenze per le terapie che includono le arti creative, progettate specificamente per rendere tollerabili e sicure le emozioni inconsce attraverso la comunicazione non verbale.

Per quanto riguarda la farmacoterapia, gli antidepressivi si sono rivelati efficaci nel trattamento della rabbia, sebbene alcuni studi indichino che tali farmaci siano meno efficaci nei pazienti depressi con una storia di trauma infantile rispetto a coloro che non li hanno subiti.

L’aver valutato solo una volta gli esiti della rabbia rappresenta una delle limitazioni dello studio. Inoltre, non potendo distinguere tra effetti ambientali ed ereditari, non è stato possibile trarre conclusioni definitive sulla causalità del trauma infantile nell’insorgenza e nello sviluppo della rabbia da adulti.

In conclusione si auspica che interventi personalizzati – tanto rivolti all’elaborazione del trauma infantile, quanto alla rabbia stessa – possano aiutare a migliorare le relazioni primarie insoddisfacenti e a prevenire i comportamenti violenti.

Bibliografia: fonti e note

ARTICOLO ORIGINALE: De Bles N, Putz L, Rius-Ottenheim N, Van Hemert A, Giltay E. Childhood trauma and anger in adults with and without depressive and anxiety disorders. Eur Psychiatry. 2022 Sep 1;65(Suppl 1): S258.

Nota 1. Il NESDA è stato progettato con l’obiettivo di determinare i fattori psicologici, sociali, biologici e genetici che influenzano lo sviluppo e la prognosi a lungo termine di ansia e depressione.

Nota 2. La CTI è composta da due sezioni. La prima consiste in diverse domande sugli eventi di vita dell’infanzia prima dei 16 anni, come la perdita e divorzio dei genitori o affidamento. A ogni evento è attribuito un punteggio di 0 (non si è verificato) o 1 (si è verificato). L’indice degli eventi della vita infantile varia da 0 a 2 (0: nessun evento della vita infantile; 1: un evento della vita infantile; 2: due o più eventi della vita infantile).

La seconda comprende l’indice dei traumi infantili. Si compone di quattro domande con risposta affermativa o negativa sull’esperienza di trascuratezza emotiva, abuso psicologico, fisico o sessuale prima dei 16 anni. In caso di risposta affermativa, i partecipanti hanno attribuito un punteggio da 1 (una volta) a 5 (molto spesso) e hanno indicato l’autore del reato. I punteggi sono stati categorizzati per calcolare un punteggio di frequenza che va da 0 a 2 (0: mai successo; 1: una volta o qualche volta; 2: regolarmente/molto spesso). Questi punteggi, combinati, fanno ottenere l’indice di trauma infantile. Si tratta della somma dei punteggi delle quattro domande che vanno da 0 a 8, dove un numero più alto corrisponde a una maggiore frequenza e a un maggior numero di tipi di trauma.

Nota 3. La rabbia di tratto è descritta come la propensione di una persona a provare sentimenti di rabbia. Si misura utilizzando un adattamento olandese della sottoscala della Spielberger State-Trait-Anger Scale (STAS), uno strumento self-report che include una subscala per la rabbia di tratto. Questa contiene 10 item a cui i partecipanti rispondono su una scala Likert a 4 punti che va da 1 (quasi mai) a 4 (quasi sempre). La scala è suddivisa in due categorie: la rabbia di tratto e la rabbia di stato. Restituisce due punteggi, ovvero “temperamento” (cioè la disposizione a provare rabbia; item 1, 2, 3, 5 e 6) e “reazione” (cioè la disposizione a esprimere rabbia soprattutto su provocazione; item 7, 8 e 10).

Nota 4. Gli attacchi di rabbia sono descritti come improvvisi scatti d’ira accompagnati da attivazione autonomica e sono vissuti come non caratteristici e inappropriati per la situazione. Per soddisfare la presenza di attacchi di rabbia in modo dicotomico è necessario che tutti i criteri del questionario siano soddisfatti in un periodo di 6 mesi: (1) irritabilità, (2) reazione eccessiva a piccoli fastidi, (3) rabbia e collera inappropriate rivolte ad altri, (4) incidenza di uno o più attacchi di rabbia nell’ultimo mese, (5) comparsa di almeno 4 delle 13 caratteristiche autonomiche e/o comportamentali seguenti in almeno uno degli attacchi: tachicardia, vampate di calore, senso di oppressione al petto, parestesia, vertigini, mancanza di respiro, sudorazione, tremore, panico, sensazione di perdere il controllo, sensazione di aggredire gli altri, aggressione fisica o verbale, lancio o distruzione di oggetti.

Nota 5. Una versione di 37 item del PDQ-4 è stata utilizzata per verificare la presenza di caratteristiche di personalità antisociale e borderline. Il questionario è composto da item dicotomici (“vero”/”falso”). 8 corrispondono ai tratti del disturbo borderline di personalità (“Ho difficoltà a controllare la mia rabbia o il mio temperamento”). Un item aggiuntivo misura l’impulsività (“Ho fatto cose d’impulso che avrebbero potuto mettermi nei guai”) e comprende sei sottovoci. 7 item corrispondono a tratti di disturbo antisociale di personalità (“Non mi importa se gli altri si fanno male, purché io ottenga ciò che voglio”). 15 item corrispondono a comportamenti antisociali prima dei 15 anni (“Ero considerato un bullo”). Nelle analisi attuali sono stati utilizzati i tratti del disturbo borderline di personalità (α = 0,75) e del disturbo antisociale di personalità (α = 0,57), con un cut-off per la presenza di questi tratti rispettivamente ≥5 e ≥3.