visita dell'allergologo

La visita allergologica: cos’è e come si svolge

La visita allergologica

 

Che cos’è una visita allergologica

È una valutazione medica svolta dal medico allergologo che serve a identificare, diagnosticare o monitorare nel tempo eventuali disturbi di carattere allergologico.

 

Chi può svolgere una visita allergologica

A svolgere una visita allergologica è il medico allergologo, che è specialista in allergologia.

 

A cosa serve una visita allergologica?

La visita allergologica serve a valutare l’eventuale natura allergica dei sintomi del paziente, a prescrivere gli accertamenti allergologici utili per la diagnosi e a impostare una terapia.

 

Quando fare una visita allergologica? Di quali sintomi si occupa l’allergologo

Molti sintomi sono potenzialmente associati ad una causa allergica. È consigliabile prenotare una visita allergologica in presenza di uno o più di questi sintomi che si presentino in modo ricorrente:

  • prurito
  • bruciore o prurito agli occhi
  • difficoltà respiratorie, fino all’asma bronchiale
  • eczemi
  • eruzioni cutanee
  • orticaria
  • dermatite
  • rinite
  • naso chiuso
  • congiuntivite
  • congestione nasale/polipi
  • gonfiore del viso/delle labbra/della lingua
  • infiammazione della gola

Molti di questi sintomi sono piuttosto comuni. Se sono di recente comparsa la valutazione da parte di un medico è consigliabile, in particolare se i sintomi interferiscono con le attività quotidiane o riducono in qualche misura la qualità della vita del soggetto.

Lo scopo della visita allergologica in questo caso è verificare se uno dei sintomi presentati dal paziente è in relazione alla presenza di una forma allergica. Una volta accertata la natura allergica del sintomo, la visita procede con lo scopo di diagnosticare il tipo di allergia che colpisce il paziente e stabilire la relativa terapia.

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Di quali malattie si occupa un medico allergologo?

Malattie quali:

 

La valutazione dei sintomi: l’anamnesi nella visita allergologica

Nella prima parte della visita allergologica il medico allergologo valuta la storia clinica del paziente (anamnesi), durante la quale raccoglie il maggior numero di informazioni utili a determinare la diagnosi finale.

Nella visita allergologica in particolare è molto importante la raccolta delle informazioni, più che per visite specialistiche di altro tipo. Per la comprensione ottimale dei problemi allergici del paziente e delle loro interconnessioni è infatti fondamentale indagare tutti e quattro gli aspetti dell’anamnesi classica: l’anamnesi familiare, fisiologica, patologica remota e patologica prossima.

 

L’anamnesi patologica prossima nella visita allergologica

Per prima cosa si parte dall’analisi del problema acuto in atto, il motivo per cui si svolge la visita, che è in genere la comparsa di uno dei sintomi elencati più sopra,

Il colloquio inizia con la descrizione dei sintomi per i quali è stata prenotata la visita:

  • quando sono iniziati,
  • se sono sintomi saltuari o persistenti,
  • presenti solo in certi periodi dell’anno e
  • se si manifestano in circostanze specifiche, come ad esempio in presenza di animali, con un determinato alimento o dopo aver assunto un farmaco.

Maggiore è la quantità di informazioni che vengono raccolte in questa fase, maggiore è la probabilità di identificare quali sono i fattori scatenanti dell’allergia nell’individuo.

 

L’anamnesi fisiologica nella visita allergologica

Poi la raccolta delle informazioni si sposterà alle abitudini e stile di vita in generale:

  • alimentazione
  • consumo di alcool
  • vizio del fumo
  • eventuali farmaci assunti
  • livello di attività fisica

Poi verranno effettuate domande per comprendere se e quanto il paziente venga sistematicamente in contatto, durante la sua vita, con particolari sostanze che possano favorire la comparsa di un’allergia. In questo caso si valuta anche il contesto lavorativo, con tipologia di lavoro, spostamenti casa – lavoro e la loro modalità, eventuale contatto o utilizzo sul lavoro di sostanze specifiche.

 

L’anamnesi patologica remota nella visita allergologica

Nel contesto della valutazione anamnestica anche lo storico delle malattie dell’individuo ha un valore importante.

È importante conoscere se esistono altre malattie concomitanti, oltre al motivo della visita. Per esempio si valuta se il paziente ha problemi cutanei, tendenza allo sviluppo di asma bronchiale.

Anche la presenza di malattie croniche come l’ipertensione o il diabete sono molto importanti,

Occorre prendere nota con attenzione di tutti i farmaci assunti dalla persona, compresi eventuali integratori. Da un lato può essere presente un’allergia diretta a una sostanza chimica presente nel farmaco, dall’altro è possibile che alcuni farmaci tendano ad esacerbare la reazione allergica verso determinate sostanze.

 

L’anamnesi familiare nella visita allergologica

Durante la visita allergologica viene indagata con attenzione anche la storia familiare dell’individuo. È importante conoscere se altri familiari soffrono di malattie allergiche o simil-allergiche, per esempio di asma, pelle a tendenza atopica, malattie autoimmuni e altre malattie correlate ad una disregolazione del sistema immunitario.

Per questo motivo è bene che prima di una visita allergologica si prendano le informazioni sui propri familiari, se abbiano o meno malattie allergiche, con quali sintomi o reazioni si manifestino, verso quali prodotti o alimenti.

 

La visita vera e propria: l’esame obiettivo nella visita allergologica

La seconda parte della visita allergologica consiste nell’esecuzione dell’esame obiettivo. L’esame obiettivo in corso di visita allergologica prevede un parte generale e una parte specifica diretta all’approfondimento del motivo della visita.

 

Esame obiettivo generale nella visita allergologica

L’esame obiettivo generale si occupa di verificare lo stato dell’intero organismo: si esegue l’esame obiettivo del torace e dell’addome in particolare.

 

Esame obiettivo specifico per la visita allergologica

In particolare si focalizza agli organi che sono maggiormente interessati dai problemi di natura allergica, come la cute o l’apparato respiratorio. Se la visita è in relazione alla valutazione di alterazioni cutanee allora l’allergologo si concentra su di esse ed è importante, se possibile, fornire documentazione dell’evoluzione delle lesioni nel tempo, anche con immagini fotografiche della lesione prese nel tempo fino al giorno della valutazione, al momento della quale la situazione può essersi modificata in modo sostanziale rispetto al momento acuto.

 

Nel caso delle reazioni allergiche ai farmaci la diagnosi è più impegnativa perché prevede la somministrazione del farmaco in ambiente controllato, alla presenza di un medico rianimatore, per valutare la comparsa di reazione allergica al momento. In genere vengono effettuati in casi particolari proprio per l’impegno che questo tipo di test necessita.

 

Esami strumentali nella visita allergologica

Al termine della valutazione dell’anamnesi e dell’esame obiettivo l’allergologo prescrive una serie di test diagnostici ed esami strumentali a conferma dei sospetti diagnostici. Alcuni di essi possono essere eseguiti anche al momento della visita, altri vanno concordati in un secondo tempo o eseguiti in ambienti specialistici.

Tra le indagini diagnostiche generalmente prescritte durante la visita allergologica ricordiamo:

  • test allergologici cutanei (prick-test, prick by prick test, patch test)
  • esami sul sangue (Rast test o test di radio-allergo-assorbimento: consiste nella ricerca nel sangue di specifici anticorpi (le IgE, o immunoglobuline E) o Allergy explorer test
  • altre analisi specifiche da valutare caso per caso

 

Test allergologici cutanei durante visita allergologica: prick test

I prick test sono degli esami strumentali che utilizzano degli allergeni di sintesi e si utilizzano per le allergie alimentari ed ambientali. Il test consiste nella perforazione della cute con un ago per consentire la penetrazione dell’allergene. Il test risulta positivo se dopo 20 minuti si genera un ponfo rosso e caldo attorno al punto di inserzione.

 

Test allergologici cutanei durante visita allergologica: prick by prick test

I test allergologici cutanei detti “prick by prick” sono utilizzati nel caso delle allergie alimentari. Si basano sull’impiego diretto dell’alimento ritenuto allergizzante.

 

Test allergologici cutanei durante visita allergologica: patch test

I patch test, o test epicutanei a lettura ritardata, devono generalmente essere programmati in un incontro successivo alla prima visita.

I patch test allergologici si eseguono applicando l’allergene con dei cerotti direttamente sulla pelle.

L’allergologo applica una piccola quantità della sostanza da testare sulla cute e la copre poi con il cerotto da tenere per circa due giorni. La positività o meno al test si scopre quando il tessuto viene rimosso: si osserva se sono comparsi arrossamenti, screpolature o vescicole che sono indice di reazione abnorme alla sostanza testata.

Sono maggiormente adatti per la verifica di allergie nei confronti di profumi, conservanti o metalli.

 

Esami strumentali per la valutazione delle allergie

Le allergie nei confronti di determinate sostanze possono scatenare, oltre che reazioni cutanee, anche problematiche all’apparato respiratorio, con l’induzione di broncospasmo acuto o cronico tipico dell’asma bronchiale. In questi casi nella presenza del sospetto diagnostico il medico allergologo prescrive una spirometria, che può essere eseguita in un secondo tempo o direttamente al momento stesso della visita allergologica.

Con la spirometria può essere eseguito anche un test di reattività bronchiale, detto anche test con metacolina, che verifica se i bronchi dell’individuo sono iper-reattivi e si riducono di calibro durante lo stimolo dovuto alla sostanza.

 

La conclusione della visita allergologica: indicazioni e prescrizioni

La visita allergologica si conclude con le indicazioni da parte del medico allergologo.

 

Indicazioni a termine della visita allergologica: consigli di prevenzione

Se è stato trovato un allergene responsabile dei sintomi per cui si è giunti a visita, allora lo specialista, se possibile, suggerirà le misure di prevenzione per evitare il contatto con l’allergene.

Per esempio per il caso dell’allergia agli acari della polvere, darà delle indicazioni per evitare il più possibile il contatto con l’allergene, che in questo caso è costituito dall’acaro della polvere. Si tratterà di arieggiare frequentemente i locali, pulire frequentemente gli ambienti con dei panni cattura-polvere, evitare gli ambienti ricchi di polvere, eccetera.

Nel caso delle allergie alimentari lo specialista allergologo fornirà la lista degli alimenti che contengono l’allergene da evitare e concorderà l’esclusione dalla dieta di alcuni alimenti con un maggiore contenuto dell’allergene a la loro sostituzione con alimenti alternativi.

 

Prescrizioni a termine della visita allergologica: terapia

Se invece non è possibile prevenire il contatto con la sostanza che scatena l’allergia, allora occorre prescrivere una terapia, da assumere cronicamente oppure, più frequentemente, al momento in cui si scatena la reazione allergica indotta dal contatto con l’allergene.

 

Prescrizione di terapia per le forme allergiche minori

Per le forme allergiche minori, come riniti e problemi oculari si prescriveranno farmaci per alleviare i sintomi, come antistaminici, colliri e spray nasali.

 

Prescrizione di terapia per le forme allergiche di tipo asmatiforme

Nel caso si manifesti una forma allergica di tipo asmatiforme si utilizzano in genere farmaci in forma inalatoria, come il salbutamolo ad esempio, e sono generalmente ben tollerati e privi di effetti collaterali significativi.

 

Prescrizione di terapia per le forme allergiche di tipo cutaneo

Nel caso delle forme allergiche di tipo cutaneo, come le dermatiti da contatto, verrà suggerito l’utilizzo di creme come barriera protettiva, acqua termale spray e prodotti simili, da usare in modo differente in base al tipo di pelle, al tipo di allergene e alla frequenza di contatto con lo stesso.

 

Prescrizione di terapia per le forme allergiche gravi

Nelle forme allergiche più gravi, nelle quali si manifesta uno shock anafilattico, probabilmente verrà prescritta una terapia al bisogno con sistemi di iniezione di farmaci d’emergenza, come ad esempio la EPIPEN o dispositivi simili. L’allergologo farà la loro prescrizione e mostrerà come essi devono essere utilizzati.

 

Prescrizione di vaccini desensibilizzanti per allergeni respiratori

Nel caso dell’allergia a agenti inalanti (pollini, allergie stagionali a piante, acari domestici) potrebbe venir consigliata una terapia con un vaccino desensibilizzante, che contiene l’allergene responsabile dei sintomi respiratori e ha un effetto specifico per la sostanza verso la quale ridurre l’attivazione del sistema immunitario.

 

Prescrizione di attività di monitoraggio ulteriori, diario dei sintomi e diario alimentare

A termine della visita può emergere la necessità di fare ulteriori auto-valutazioni da parte del paziente. A volte accade, nonostante una visita accurata, che non sia possibile identificare con certezza l’allergene responsabile delle manifestazioni e dei sintomi del paziente. In questo caso l’allergologo chiederà probabilmente al paziente di tenere un diario dei sintomi, nel quale annotare tutti gli elementi a contorno della manifestazione allergica in modo da poterli poi identificare retrospettivamente con l’analisi del diario.

Allo stesso modo può rendersi necessaria la stesura di un diario alimentare per identificare l’associazione di uno o più specifici alimenti contenuti nei cibi e la manifestazione dei sintomi.

 

Come prepararsi alla visita allergologica?

Quale documentazione portare per una visita allergologica? Ci si può preparare in anticipo? È opportuno scrivere delle annotazioni? Lo scopriamo in questo articolo dedicato: