flebite, gambe arrossate

Flebite

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La flebite è una condizione medica caratterizzata dall’infiammazione delle vene che può colpire gambe, braccia o altre parti del corpo, e si manifesta con dolore, gonfiore, arrossamento e sensazione di calore.

Può essere provocata da una serie di fattori, tra cui infezioni batteriche, lesioni, chirurgia, malattie autoimmuni o disturbi della coagulazione del sangue.

In questo articolo esploreremo in dettaglio la flebite, compresi sintomi, cause, trattamento e misure preventive.

Flebite: quanto è frequente? Epidemiologia

L’epidemiologia della flebite varia a seconda della causa sottostante.

La flebite associata all’utilizzo di un catetere venoso centrale è una delle complicanze più comuni, e può verificarsi in circa il 50% dei pazienti che ne fanno uso per un periodo prolungato.

Le iniezioni endovenose costituiscono un’altra causa comune e la flebite può verificarsi in circa il 20-30% dei pazienti che le ricevono.

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flebite quanto è frequente

La trombosi venosa profonda è una delle cause più comuni di questa condizione e si verifica in circa l’1-2% della popolazione generale ogni anno.

L’età, il sesso e lo stile di vita possono influire sulla possibilità di contrarre flebite: le donne hanno un rischio maggiore rispetto agli uomini, specialmente durante la gravidanza e a causa dell’uso di contraccettivi orali; tuttavia anche gli anziani e le persone affette da problemi di circolazione sono maggiormente a rischio.

Le cause della flebite: eziologia

La causa principale della flebite è la formazione di un coagulo di sangue all’interno della vena, noto come trombo.

Tuttavia questa condizione può insorgere anche per altri motivi, ovvero:

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  • Trombosi venosa profonda (TVP): una delle cause più comuni; si verifica quando un coagulo di sangue si forma in una vena profonda del corpo, di solito nelle gambe o nei polpacci. Questo coagulo può causare l’infiammazione delle pareti venose e portare alla formazione di un trombo.
  • Iniezioni endovenose: possono causare l’infiammazione delle pareti venose e la formazione di un trombo. Ciò può accadere se l’ago perfora la parete della vena o se il farmaco iniettato è irritante per la parete venosa.
  • Dispositivi endovenosi o accessi vascolari: l’uso prolungato di cateteri può aumentare il rischio di flebite. Sono spesso utilizzati per la somministrazione di farmaci o per la raccolta di campioni di sangue; tuttavia possono causare irritazione e danneggiare la parete venosa, aumentando il rischio di infiammazione e formazione di un trombo.
  • Insufficienza venosa cronica: una condizione in cui le valvole venose non funzionano correttamente, causando un flusso sanguigno inefficiente e la formazione di un trombo. Ciò può essere causato da fattori come l’obesità, la gravidanza, l’età avanzata, il fumo e la predisposizione genetica.

Altre cause meno comuni di flebite includono l’aterosclerosi (la formazione di placche di grasso all’interno delle arterie), l’infiammazione cronica, le malattie autoimmuni e l’esposizione a sostanze chimiche irritanti.

Sintomatologia della flebite

I sintomi della flebite possono variare a seconda della gravità e della localizzazione dell’infiammazione, e possono includere:

  • Dolore: uno dei sintomi più comuni; può variare da lieve a grave e può essere costante o intermittente. Spesso si verifica nella zona dell’infiammazione e può peggiorare con la pressione o il movimento.
  • Gonfiore: può verificarsi nella zona dell’infiammazione ed essere associato a un senso di pesantezza o tensione.
  • Calore: la zona infiammata può essere calda al tatto rispetto al tessuto circostante; ciò è dovuto alla presenza di un’infiammazione locale.
  • Rossore: dovuto alla presenza di un’infiammazione locale e al dilatamento dei vasi sanguigni.
  • Febbre: in alcuni casi, la flebite può causare febbre, segno di un’infezione in atto.
  • Indurimento: raramente può causare indurimento sotto la pelle, dovuto alla presenza di un trombo all’interno della vena.

Diagnosi della flebite

La diagnosi di flebite si articola in diverse fasi che comprendono un colloquio anamnestico approfondito, esami fisici volti a ispezionare la zona colpita e alcuni esami di laboratorio per confermare l’analisi preliminare ed escludere altre patologie.

Di solito chi si occupa della valutazione e della terapia della flebite è un medico di famiglia o un chirurgo vascolare.

Vediamo quali sono i passaggi per giungere a una diagnosi definitiva.

Anamnesi

L’anamnesi della flebite è un processo di valutazione medica che prevede la raccolta di informazioni riguardanti lo stato di salute del paziente.

Le domande verteranno principalmente su:

Storia clinica per l'infiammazione delle vene flebite
  • Storia medica: ha avuto precedenti episodi di flebite, malattie cardiache, ictus, cancro, malattie autoimmuni o altro che potrebbe aver compromesso la salute dei vasi sanguigni?
  • Storia familiare: ha una storia familiare di malattie cardiovascolari o di trombosi?
  • Sintomi attuali: quali sintomi sta sperimentando? Avverte dolore, gonfiore o altro? Da quanto sono iniziati?
  • Attività recenti: il paziente ha eseguito viaggi lunghi in aereo o in auto? È stato sottoposto all’uso di cateteri venosi centrali? Ha avuto infezioni o sono stati somministrati farmaci per via endovenosa?
  • Altri fattori di rischio: il medico chiederà al paziente informazioni riguardanti eventuali fattori di rischio, tra cui il fumo, l’obesità, la sedentarietà e la predisposizione genetica.

Esame obiettivo

L’esame obiettivo della flebite consiste in una visita effettuata dal medico per verificare la presenza di segni e sintomi di infiammazione venosa. Durante l’esame il medico valuta diversi aspetti, tra cui:

  • Zona infiammata: verifica la presenza dei segni tipici della malattia, come gonfiore, rossore, calore e indurimento.
  • Segni vitali: viene misurata la temperatura corporea, la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca per valutare possibili segni di infezione.
  • Mobilità: il medico può chiedere al paziente di muovere l’arto affetto dalla flebite per verificare la presenza di dolore o limitazioni di movimento.
  • Circolazione: vengono valutati eventuali segni di insufficienza venosa, come edema o varici, che possono indicare un’infiammazione cronica.
  • Eventuali trombi: in alcuni casi, il medico può eseguire un esame ecografico per verificare la presenza di un trombo all’interno della vena.

Esami diagnostici

Gli esami di laboratorio e strumentali sono utilizzati per confermare la diagnosi di flebite, determinare la causa sottostante dell’infiammazione venosa e valutare la presenza di eventuali complicanze.

Tra quelli più utilizzati si trovano:

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  • Ecografia doppler venosa: un esame strumentale utilizzato per valutare il flusso sanguigno nelle vene. Può essere utilizzato per determinare la presenza di un trombo all’interno della vena.
  • Test D-dimero: un suo aumento è a volte correlato con la presenza di coaguli di sangue nel corpo.
  • Emocromo completo: utilizzato per valutare i livelli di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine ed escludere la presenza di un’infezione associata alla flebite.
  • Coltura del sangue: identifica la presenza di batteri o altri agenti infettivi nel sangue.
  • Angiografia: valuta il flusso sanguigno nelle arterie e nelle vene, individuando eventuali lesioni o occlusioni vascolari.
  • Tomografia computerizzata o risonanza magnetica: esami di imaging utili a valutare la presenza di eventuali complicanze associate alla flebite, come l’embolia polmonare o l’infiammazione del tessuto circostante.

Diagnosi differenziale di flebite

La diagnosi differenziale della flebite è necessaria per escludere altre patologie vascolari o infiammatorie con sintomi simili, tra cui:

  • Trombosi venosa profonda: una condizione in cui si forma un coagulo di sangue all’interno di una vena profonda; provoca gonfiore, calore, rossore e dolore.
  • Linfangite: un’infiammazione dei vasi linfatici; causa sintomi simili ma anche febbre, brividi e malessere generale.
  • Cellulite: un’infiammazione del tessuto sottocutaneo; può causare gonfiore, rossore e dolore, ma anche febbre e malessere generale.
  • Artrite settica: un’infezione delle articolazioni; oltre ai sintomi associati alla flebite, provoca anche febbre e dolore articolare.
  • Sindrome da compartimento: una condizione in cui si verifica un aumento della pressione all’interno di un compartimento muscolare. Tuttavia è molto più grave della flebite, in quanto provoca insufficienza circolatoria e danni muscolari spesso irreversibili.

Trattamento della flebite

Esistono diversi trattamenti per la flebite che variano a seconda della causa sottostante e della gravità dei sintomi.

Vediamo quali sono quelli più comunemente utilizzati.

Terapia anticoagulante

La terapia anticoagulante è un trattamento che consiste nella somministrazione di farmaci anticoagulanti, come warfarina o eparina, per prevenire la formazione di coaguli di sangue all’interno delle vene.

E’ tanto più importante quanto più è estesa l’infiammazione venosa, in relazione anche alla zona coinvolta (per esempio gli arti inferiori)

Gli anticoagulanti agiscono interferendo con la coagulazione sanguigna, rallentando o prevenendo la formazione di coaguli nelle vene.

Possono essere somministrati per via orale o iniettiva, a seconda della gravità della condizione e delle esigenze del paziente.

La terapia può durare diverse settimane o mesi, periodo in cui il paziente deve essere monitorato regolarmente per controllare la corretta coagulazione del sangue e l’efficacia del trattamento.

Gli anticoagulanti possono causare effetti collaterali, tra cui sanguinamento eccessivo, ematomi e reazioni allergiche.

Terapia antibiotica

La terapia antibiotica è un trattamento volto a combattere le possibili infezioni batteriche responsabili di flebite.

Gli antibiotici agiscono uccidendo i batteri o inibendo la loro crescita, prevenendo la loro riproduzione e diffusione. In caso di flebite possono essere somministrati per via orale o iniettiva, a seconda della gravità della condizione e delle esigenze del paziente. Il tipo di antibiotico utilizzato dipende invece dal batterio responsabile dell’infezione.

Questi farmaci possono causare effetti collaterali, come diarrea, nausea e vomito e reazioni allergiche. Inoltre l’uso eccessivo o improprio può causare resistenza batterica, rendendo il trattamento meno efficace in futuro.

Supporto alle gambe

Il supporto alle gambe consiste nell’utilizzo di calze a compressione graduata o bendaggi elastici per ridurre la pressione sulle vene e prevenire la formazione di coaguli di sangue. Può essere sia una misura preventiva che parte della terapia per la flebite.

Nel caso delle calze a compressione, si tratta di indumenti elastici che esercitano una pressione crescente a partire dal ginocchio fino a raggiungere il punto massimo vicino alla caviglia. Possono essere utilizzate in diverse misure, a seconda della gravità della condizione.

I bendaggi elastici sono fasciature che vengono avvolte intorno alle gambe per esercitare una pressione costante sulle vene. Questo aiuta a ridurre il gonfiore e migliorare la circolazione sanguigna.

L’utilizzo di questi supporti può causare effetti collaterali, come sensazione di oppressione o fastidio alle gambe, pelle secca o prurito.

Elevazione dell'arto

Un altro metodo per ridurre il gonfiore e migliorare la circolazione consiste nel sollevare l’arto infiammato al di sopra del livello del cuore. Si tratta di una misura preventiva molto efficace, anche contro la formazione di coaguli.

Il paziente deve sdraiarsi e posizionare l’arto colpito su cuscini o altre superfici morbide in modo da alzarlo sopra il livello del cuore. È importante mantenere la posizione per almeno 20-30 minuti alla volta, e ripetere la procedura diverse volte al giorno, se possibile.

Gli effetti collaterali includono sensazione di formicolio o intorpidimento nell’arto elevato, ma solitamente scompaiono rapidamente.

Chirurgia vascolare

La chirurgia vascolare può essere utilizzata nel trattamento della flebite in casi gravi o quando altre terapie non hanno avuto successo. Il tipo di intervento dipende dalla gravità della condizione e dalla posizione del trombo.

In alcuni casi può essere necessario eliminare il coagulo di sangue tramite un intervento di trombectomia, eseguito inserendo un catetere attraverso una vena nella gamba e utilizzando strumenti specializzati per rimuovere il trombo.

In altri casi, si procede con un intervento di angioplastica, che consiste nella riparazione o sostituzione delle vene danneggiate tramite l’utilizzo di un catetere o altri strumenti specializzati.

La chirurgia è generalmente considerata un’opzione di trattamento di ultima istanza e può comportare alcuni rischi e complicanze. Alcuni degli effetti collaterali più comuni includono sanguinamento, infezione, formazione di coaguli, problemi di guarigione delle ferite e reazioni allergiche all’anestesia.

Flebite: in poche parole

La flebite è una condizione medica comune che può causare notevole disagio e complicazioni, tra cui dolore, gonfiore e indurimento.

Può essere provocata da diversi fattori, come l’inserimento di un catetere in endovena, insufficienza venosa e trombosi.

Esistono molte opzioni di trattamento disponibili, tra cui terapia anticoagulante, antibiotica, supporto delle gambe, elevazione dell’arto e, in casi gravi, intervento chirurgico.

Con una diagnosi e un trattamento tempestivi, molti pazienti possono ottenere un recupero completo e prevenire future complicazioni.