Attacchi di panico, ansia

Attacchi di panico

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Gli attacchi di panico sono un improvviso e intenso episodio di ansia o paura acuta, che si verifica in modo imprevedibile e senza una causa apparente.

I sintomi dell’attacco di panico di solito comprendono manifestazioni fisiche e psichiche, come palpitazioni, tachicardia, cardiopalmo, sudorazione, tremori, senso di soffocamento o mancanza di respiro, di oppressione o di costrizione al petto, vertigini, sensazione di svenimento o di instabilità, di formicolio o intorpidimento delle mani o dei piedi, sintomi intestinali come nausea, mal di stomaco o diarrea, sensazione di panico o di terrore di perdere il controllo o di impazzire o di morire.

Gli attacchi di panico durano da pochi minuti a diverse ore e possono provocare un forte disagio e limitazioni significative nella vita quotidiana della persona che li sperimenta. In alcuni casi gli attacchi di panico possono diventare così frequenti e debilitanti da comportare una vera e propria patologia, chiamata disturbo di panico.

La causa degli attacchi di panico non è ancora del tutto compresa, ma sembra che siano il risultato di una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. Alcuni fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare attacchi di panico includono lo stress, i cambiamenti ormonali, l’abuso di droghe o alcol, la presenza di una malattia fisica o di un disturbo mentale, e la predisposizione genetica.

Quanto sono frequenti gli attacchi di panico?

Gli attacchi di panico sono abbastanza comuni e colpiscono circa il 2-3% della popolazione generale. Questo disturbo è più comune nelle donne rispetto agli uomini.

Di solito il disturbo si sviluppa in età adulta, mentre in alcuni casi può presentarsi anche in età adolescenziale.

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Talvolta gli attacchi di panico possono diventare così frequenti e debilitanti da interferire con la vita quotidiana del paziente e possono evolversi in un disturbo di panico. Il disturbo di panico è caratterizzato dalla presenza di attacchi di panico ricorrenti e improvvisi, insieme alla preoccupazione costante di avere nuovi attacchi di panico e al tentativo di evitare situazioni che potrebbero scatenarli.

Chi si occupa degli attacchi di panico?

I professionisti sanitari che si occupano degli attacchi di panico sono:

  • il medico di medicina generale, per un primo inquadramento
  • lo psicologo clinico
  • il medico psichiatra.

Definizione e diagnosi di attacco di panico

La definizione di attacco di panico prevede l’associazione di:

  • episodi isolati di paura e disagio intensi, a comparsa improvvisa ed autolimitati con picchi di 5-15 minuti e in assenza di pericolo reale;
  • almeno quattro tra i seguenti sintomi associati:
    • Palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia
    • Sudorazione
    • Tremori
    • Dispnea o senso di soffocamento
    • Sensazione di asfissia
    • Dolore al petto
    • Nausea o disturbi addominali
    • Sensazione di vertigine, di instabilità, “testa leggera” o di svenimento
    • Brividi o vampate di calore
    • Parestesie
    • Sensazione di irrealtà o di essere distaccati da sé stessi
    • Paura di perdere il controllo o di impazzire
    • Paura di morire.
 

Quando si manifesta un attacco di panico, il professionista sanitario che si occupa del problema valuterà la storia dei sintomi e del paziente, farà una visita e prescriverà degli esami strumentali.

Anamnesi nei pazienti con attacco di panico

L’anamnesi per l’attacco di panico è una valutazione dettagliata della storia clinica di una persona per determinare se ha avuto uno o più attacchi di panico e iniziare ad orientare le cause che li producono. In genere si indagano:

  • Sintomi attuali: il professionista chiede alla persona di descrivere i sintomi che sta sperimentando in questo momento, inclusi quelli fisici (ad esempio, palpitazioni, sudorazione, tremori) e i sintomi emotivi (ad esempio, paura, panico).
  • Storia dei sintomi: il paziente deve descrivere quando ha avuto il suo primo attacco di panico, quanti ne ha avuti e con quale frequenza si verificano. Si indaga inoltre se ci sono fattori scatenanti o situazioni che sembrano provocare gli attacchi.
  • Storia medica passata: il paziente descrive la sua storia medica pregressa, inclusi eventuali problemi di salute fisica o mentale, farmaci che assume, alcol o uso di droghe, allergie, malattie croniche, disturbi del sonno e precedenti interventi chirurgici.
  • Storia familiare: si chiede alla persona di descrivere la sua storia familiare, inclusi eventuali problemi di salute fisica o mentale tra i membri della famiglia.
  • Stress e stile di vita: si valuta il livello di stress e le abitudini di vita, come ad esempio l’esercizio fisico, l’alimentazione, il consumo di caffeina e la qualità del sonno.

Esame obiettivo nelle persone con attacco di panico

L’esame obiettivo per i soggetti con attacco di panico è finalizzato a valutare la presenza di eventuali segni fisici che possono accompagnare gli attacchi di panico, escludere eventuali cause mediche sottostanti e valutare lo stato mentale del paziente.

Ecco alcuni degli elementi che potrebbero essere inclusi in un esame obiettivo:

  • Valutazione dei segni vitali: potrebbero essere valutati la pressione sanguigna, la frequenza cardiaca e la frequenza respiratoria per valutare eventuali anormalità.
  • Esame neurologico: l’esame neurologico potrebbe essere eseguito per escludere la presenza di problemi neurologici che potrebbero causare i sintomi di agitazione e attivazione del sistema ortosimpatico.
  • Esame del torace: si indagano i toni cardiaci e i rumori polmonari.
  • Valutazione della tiroide: anche un ipertiroidismo potrebbe essere alla base di un disturbo d’ansia.
  • Esame dell’addome: l’esame dell’addome potrebbe essere eseguito per escludere la presenza di problemi gastrointestinali all’origine dei sintomi.

Esami strumentali nei pazienti con attacco di panico

Gli esami strumentali nei pazienti con attacco di panico sono finalizzati a escludere eventuali patologie fisiche che potrebbero essere la causa dei sintomi o a supportare la diagnosi di disturbo di panico. Ecco alcuni degli esami strumentali che potrebbero essere utilizzati:

  • Elettrocardiogramma (ECG): l’ECG è un test che registra l’attività elettrica del cuore, e può essere utilizzato per escludere eventuali patologie cardiache che potrebbero essere la causa dei sintomi.
  • Esami del sangue: servono per escludere eventuali patologie fisiche che potrebbero essere all’origine dei sintomi, come l’ipoglicemia o l’ipertiroidismo.
  • Tomografia computerizzata (TC) o risonanza magnetica (RM) del cervello: questi esami possono essere utilizzati per escludere la presenza di lesioni cerebrali o altre patologie neurologiche.
  • Test di funzionalità polmonare: questi test possono essere utilizzati per escludere eventuali patologie polmonari, come l’asma o la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), che potrebbero essere la causa dei sintomi.
  • Esofagogastroscopia: l’esame endoscopico dell’esofago, dello stomaco e del duodeno può essere utilizzato per escludere eventuali patologie gastrointestinali, come il reflusso gastroesofageo o la sindrome dell’intestino irritabile..
  • Test psicologici: questi test possono essere utilizzati per valutare lo stato psicologico del paziente, per escludere eventuali disturbi psichiatrici.

Diagnosi differenziale di un attacco di panico

La diagnosi differenziale di un attacco di panico è finalizzata a escludere altre patologie o disturbi che possono presentare sintomi analoghi a quelli degli attacchi di panico. Ecco alcune delle condizioni che potrebbero essere prese in considerazione nella diagnosi differenziale di un attacco di panico:
  • Infarto miocardico: l’infarto miocardico può provocare sintomi simili a quelli degli attacchi di panico, come la sensazione di oppressione al petto e la tachicardia. Tuttavia, gli attacchi di panico di solito non causano un’alterazione significativa dell’ECG, mentre essa è presente in genere nell’infarto miocardico.
  • Ipotiroidismo: l’ipotiroidismo può provocare sintomi simili a quelli degli attacchi di panico, come la sensazione di oppressione al petto, la tachicardia e la sudorazione. Tuttavia, gli attacchi di panico di solito non provocano un’alterazione significativa dei livelli di ormone tiroideo, al contrario che nella condizione di ipertiroidismo.
  • Ipotensione ortostatica: l’ipotensione ortostatica può provocare sintomi simili a quelli degli attacchi di panico, come la sensazione di svenimento e la tachicardia. Tuttavia gli attacchi di panico di solito non provocano una diminuzione significativa della pressione sanguigna in posizione eretta, mentre l’ipotensione ortostatica di solito causa una diminuzione della pressione sanguigna in posizione eretta.
  • Asma bronchiale: l’asma bronchiale può provocare sintomi simili a quelli degli attacchi di panico, come la sensazione di soffocamento e la tachipnea. Tuttavia gli attacchi di panico di solito non causano un restringimento delle vie aeree, come accade invece per le malattie respiratorie ostruttive.
  • Disturbo ossessivo-compulsivo (DOC): può provocare sintomi simili a quelli degli attacchi di panico, come l’ansia e la paura. Tuttavia il DOC di solito causa sintomi ricorrenti e persistenti, mentre gli attacchi di panico di solito si verificano in modo improvviso e acuto.

Trattamento per l'attacco di panico

Il trattamento per un attacco di panico dipende dalla gravità e dalla frequenza degli episodi e può includere approcci vari e combinati.

Terapia psicologica cognitivo-comportamentale

La terapia psicologica di tipo cognitivo-comportamentale si concentra sulla gestione dei pensieri e dei comportamenti che contribuiscono agli attacchi di panico. Essa insegna al paziente tecniche per identificare e sostituire i pensieri negativi con pensieri più positivi e realistici, e per affrontare in modo efficace le situazioni che provocano ansia.

La terapia cognitivo-comportamentale è un approccio terapeutico basato sull’idea che i nostri pensieri, emozioni e comportamenti interagiscono tra loro e che il cambiamento di uno di questi aspetti può influire sugli altri.

Per quanto riguarda gli attacchi di panico, questo tipo di terapia si concentra sull’identificazione e la modifica dei pensieri negativi e distorti che possono alimentare l’ansia e sullo sviluppo di nuovi comportamenti per affrontare i sintomi di panico. In particolare questo approccio terapeutico prevede:

  • Educazione sulle cause e i sintomi degli attacchi di panico: il terapeuta fornisce informazioni sul funzionamento del sistema nervoso e sulle reazioni fisiologiche che si verificano durante un attacco di panico, aiutando il paziente a comprendere meglio la natura dell’ansia.
  • Identificazione dei pensieri negativi: viene aiutato il paziente a individuare i pensieri catastrofici o distorti che accompagnano gli attacchi di panico, come ad esempio “sto per morire” o “sto impazzendo”.
  • Modifica dei pensieri negativi: una volta identificati i pensieri negativi, il terapeuta aiuta il paziente a sostituirli con pensieri più realistici e funzionali. Ad esempio, invece di pensare “sto per morire”, il paziente potrebbe imparare a pensare “sono solo sintomi fisici e passeranno”.
  • Tecniche di rilassamento: vengono insegnate al paziente tecniche di rilassamento, come la respirazione diaframmatica o il rilassamento muscolare progressivo, che possono aiutare a ridurre l’ansia.
  • Esposizione graduale: il terapeuta aiuta il paziente ad affrontare gradualmente le situazioni che provocano ansia, in modo da ridurre la paura e l’evitamento.
  • Prevenzione delle ricadute: viene aiutato il paziente a sviluppare strategie per prevenire le ricadute, come ad esempio il mantenimento di uno stile di vita sano, il monitoraggio dei sintomi di ansia e l’uso delle tecniche di rilassamento.

Farmaci per attacchi di panico

La terapia farmacologica può essere utile nel trattamento degli attacchi di panico, soprattutto in combinazione con la terapia cognitivo-comportamentale o altre terapie non farmacologiche.

I farmaci più comunemente prescritti per gli attacchi di panico sono gli ansiolitici, come le benzodiazepine (ad esempio, il diazepam, il lorazepam, l’alprazolam), che agiscono sul sistema nervoso centrale riducendo l’ansia e il panico. Tuttavia questi farmaci possono dare assuefazione e causare effetti collaterali, come sonnolenza, confusione e problemi di memoria a breve termine.

Altri farmaci utilizzati per trattare gli attacchi di panico sono gli antidepressivi, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, ad esempio la fluoxetina, la sertralina e la paroxetina. Questi farmaci agiscono sul sistema serotoninergico del cervello e possono aiutare a ridurre i sintomi di ansia e depressione. Gli antidepressivi possono richiedere diverse settimane per avere effetto e possono causare effetti collaterali come nausea, secchezza delle fauci, insonnia e problemi sessuali.

Il trattamento farmacologico degli attacchi di panico deve essere prescritto e monitorato da un medico, in base alle esigenze individuali del paziente.

La durata del trattamento dipende dalla gravità dei sintomi e dalla risposta del paziente alla terapia. Generalmente i farmaci per gli attacchi di panico dovrebbero essere utilizzati solo per un periodo limitato di tempo e sotto stretta supervisione medica, per evitare il rischio di dipendenza e di effetti collaterali a lungo termine.

 

Tecniche di rilassamento per gli attacchi di panico

Le tecniche di rilassamento possono aiutare a ridurre l’ansia e i sintomi fisici associati. Ecco alcune delle tecniche di rilassamento più comuni utilizzate per trattare gli attacchi di panico:
  • Respirazione diaframmatica: questa tecnica prevede di concentrarsi sulla respirazione, inspirando profondamente dall’addome e espirando lentamente. In pratica si può appoggiare una mano sull’addome e fare in modo che si sollevi durante l’inspirazione, mentre si cerca di mantenere le spalle rilassate.
  • Rilassamento muscolare progressivo: prevede di contrarre e rilassare i muscoli in modo graduale, partendo dai piedi e salendo verso la testa. Ci si concentra sui singoli gruppi muscolari, contraendoli per alcuni secondi e poi rilassandoli.
  • Mindfulness: ci si concentra sull’esperienza presente, osservando i propri pensieri e le proprie sensazioni fisiche senza giudizio. Si può praticare la mindfulness in modo formale (meditazione) o informale (durante le attività quotidiane).
  • Yoga: questa pratica combina esercizi di respirazione e posture, che possono aiutare a ridurre lo stress e migliorare la flessibilità e l’equilibrio.
  • Training autogeno: prevede di ripetere mentalmente delle frasi che suggeriscono il rilassamento, come ad esempio “mi sento calmo e rilassato” o “i miei muscoli sono rilassati”.

Le tecniche di rilassamento possono essere utilizzate come parte della terapia cognitivo-comportamentale o come pratica autonoma per ridurre lo stress e migliorare il benessere mentale e fisico. Tuttavia è importante ricordare che possono richiedere tempo e pratica per diventare efficaci e che non esistono soluzioni rapide per trattare gli attacchi di panico.

Stile di vita salutare per gli attacchi di panico

Adottare uno stile di vita sano può aiutare a prevenire gli attacchi di panico e ridurre i sintomi associati. Ecco alcuni suggerimenti:
  • Fare attività fisica regolare: l’esercizio fisico può ridurre lo stress e l’ansia, migliorare l’umore e promuovere il benessere mentale e fisico. Si consiglia di praticare almeno 30 minuti di attività fisica moderata almeno 5 giorni a settimana.
  • Mantenere una dieta equilibrata: una dieta sana e bilanciata può fornire all’organismo i nutrienti necessari per funzionare correttamente. Si suggerisce di evitare cibi ad alto contenuto di zucchero e grassi saturi e di aumentare il consumo di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre.
  • Evitare il consumo di sostanze dannose: il fumo, l’alcol e le droghe possono aumentare l’ansia e il rischio di attacchi di panico. Si consiglia di evitare o ridurre al minimo il consumo di queste sostanze.
  • Mantenere un sonno adeguato: il sonno è essenziale per il recupero fisico e mentale. È consigliato dormire almeno 7-8 ore a notte e di mantenere un regolare ritmo sonno-veglia.
  • Ridurre lo stress: lo stress può aumentare l’ansia e il rischio di attacchi di panico. Si suggerisce di praticare tecniche di rilassamento, come la respirazione diaframmatica, il rilassamento muscolare progressivo o la meditazione, e di impegnarsi in attività piacevoli, come leggere un libro o ascoltare musica.
  • Avere una vita sociale attiva: mantenere relazioni sociali significative e impegnarsi in attività che piacciono possono aiutare a ridurre lo stress e migliorare il benessere emotivo. Si consiglia di partecipare a gruppi di sostegno o di frequentare attività che si amano.

Queste abitudini possono contribuire a mantenere uno stato di benessere mentale e fisico, riducendo il rischio di attacchi di panico. Tuttavia è importante sottolineare che ogni persona è unica e che ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra.

Prevenzione per l'attacco di panico

Non esiste una prevenzione specifica per gli attacchi di panico, ma ci sono alcune misure che possono essere utili per ridurre il rischio di sviluppare questi episodi di ansia acuta.

Ecco alcune strategie che potrebbero aiutare a prevenire un attacco di panico:

  • Gestione dello stress: lo stress può essere un fattore scatenante degli attacchi di panico, quindi la gestione dello stress può essere utile per prevenire tali episodi. Ci sono diverse tecniche di gestione dello stress che possono essere utilizzate, come la meditazione, lo yoga, la respirazione profonda e l’esercizio fisico regolare.
  • Riduzione del consumo di sostanze stimolanti: alcune sostanze stimolanti, come la caffeina, il tabacco e l’alcol, possono aumentare il rischio di sviluppare attacchi di panico. Ridurre o evitare il consumo di tali sostanze può aiutare a prevenire tali episodi.
  • Terapia: la terapia può essere utile per prevenire gli attacchi di panico, specialmente per coloro che hanno già sperimentato tali episodi in passato. La terapia cognitivo-comportamentale può aiutare a identificare i fattori scatenanti degli attacchi di panico e ad imparare a prevenirli o a gestirli in modo efficace.
  • Stile di vita salutare: un’alimentazione sana, l’esercizio fisico regolare e il sonno adeguato possono aiutare a ridurre lo stress e l’ansia, e quindi prevenire gli attacchi di panico.
  • Supporto sociale: il supporto da parte della famiglia, degli amici e di gruppi di supporto può aiutare a prevenire gli attacchi di panico, offrendo un sostegno emotivo e pratico in momenti di difficoltà.