sindrome da shock tossico, rischi nell'utilizzo scorretto di assorbenti interni

Sindrome da shock tossico (TSS)

La sindrome da shock tossico (Toxic Shock Syndrome – TSS) è una condizione rara, ma potenzialmente fatale, dovuta alla presenza di tossine nel sangue che provocano una risposta immunitaria eccessiva. Spesso è associata erroneamente solo all’uso di tamponi super assorbenti durante il ciclo mestruale, ma può verificarsi per cause differenti.

In quest’articolo ne esploreremo i sintomi, le cause, le modalità di prevenzione e le opzioni di trattamento disponibili.

 

Sindrome da shock tossico: quanto è frequente?

sindrome shock tossico frequenza diffusione

La TSS è una condizione rara e la sua esatta prevalenza è difficile da determinare, in parte a causa della presentazione clinica variegata e in parte per via della possibile sottostima dei casi. Si ritiene che colpisca circa 1 persona su 100.000.

Nel corso degli anni ’70 e ’80, i casi associati all’uso di tamponi aumentarono, in particolar modo negli Stati Uniti, dove erano stati introdotti tamponi super assorbenti. Tuttavia, a seguito della rimozione di questi prodotti dal mercato e di una maggiore consapevolezza pubblica riguardo alla sindrome, il numero di casi è diminuito notevolmente.

Può colpire persone di tutte le età, ma è più comune nelle donne in età riproduttiva, probabilmente a causa dell’uso di assorbenti interni. Tuttavia circa la metà dei casi si verifica in uomini e bambini. Inoltre, una volta avuta la TSS, si è a rischio di sviluppare nuovamente la malattia.

 

Sindrome da shock tossico: quali sono le cause?

È spesso causata dalle tossine prodotte da due tipi di batteri, entrambi presenti in modo innocuo sul nostro corpo e nel nostro ambiente quotidiano:

  • Staphylococcus aureus: è il responsabile più comune e vive normalmente sulla pelle e nelle mucose senza causare problemi. Tuttavia, in caso di ferite o di uso di tamponi, può moltiplicarsi e produrre tossine che, se rilasciate nel flusso sanguigno, provocano la sindrome da shock tossico.
  • Streptococcus pyogenes: può provocare la condizione solitamente a seguito di infezioni cutanee come impetigine o infezioni della gola, come la faringite streptococcica.

Può quindi svilupparsi in una serie di situazioni diverse, come in seguito a:

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  • infezioni cutanee;
  • interventi chirurgici;
  • ustioni;
  • ferite;
  • sistema immunitario indebolito.

Va notato che non tutti coloro che vengono esposti a queste tossine sviluppano la condizione. Alcune persone possono avere un’immunità naturale o acquisita, mentre altre possono essere più suscettibili a causa di fattori genetici o di stato di salute generale.

 

Sintomatologia della sindrome da shock tossico

sindrome da shock tossico, sintomi, desquamazione della pelle

La sindrome da shock tossico può progredire rapidamente e portare a condizioni potenzialmente letali, come l’insufficienza d’organo.

I sintomi possono variare da persona a persona; tuttavia esistono alcuni segni e manifestazioni comuni che sono spesso associati a questa condizione:

  • Febbre alta e improvvisa: è spesso il primo sintomo e può essere accompagnata da brividi.
  • Ipotensione: la pressione bassa può portare a vertigini o svenimenti, soprattutto in posizione eretta.
  • Eruzione cutanea: la pelle può sembrare arrossata e bruciata dal sole, e l’eruzione può diffondersi su tutto il corpo. In alcuni casi, dopo una o due settimane, può iniziare a desquamarsi, in particolare sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi.
  • Malessere generale: ciò può includere mal di testa, mal di gola, dolori muscolari e articolari, stanchezza e debolezza.
  • Vomito o diarrea: può essere un sintomo precoce della condizione.
  • Confusione o alterazione dello stato di coscienza: in alcuni casi, le persone con TSS possono apparire confuse, avere difficoltà a concentrarsi o perdere conoscenza.
  • Sintomi simili a quelli dell’influenza: come tosse e congestione nasale.
  • Convulsioni.
  • Insufficienza multiorgano: può verificarsi in casi gravi e provocare difficoltà respiratorie, dolore toracico, edema (gonfiore dovuto a fluido nell’organismo), insufficienza renale e alterazione della funzione epatica.

È importante ricordare che si tratta di una condizione medica di emergenza, che richiede assistenza medica immediata.

 

Diagnosi di sindrome da shock tossico

Diagnosi di sindrome da shock tossico

La diagnosi della sindrome da shock tossico è generalmente effettuata da uno specialista come un ginecologo, un medico internista o un dermatologo, a seconda dei sintomi e del contesto in cui si presenta la condizione.

Si basa sui sintomi del paziente, sull’anamnesi medica (storia clinica) e su esami di laboratorio.

Vediamo insieme le diverse fasi diagnostiche.

Anamnesi

Storia clinica sindrome shock tossico

È un passaggio fondamentale che ha l’obiettivo di fornire al medico un quadro completo della situazione attuale del paziente e delle possibili cause dei sintomi. Durante questa fase lo specialista raccoglie informazioni specifiche attraverso domande come:

  • Fa uso di tamponi? Se sì, con quale frequenza vengono cambiati e qual è il loro livello di assorbenza?
  • Di recente si è sottoposto a qualche intervento chirurgico o ha riportato ferite, abrasioni, infezioni cutanee o ustioni?
  • Ha sintomi quali febbre, eruzione cutanea, malessere, vomito, diarrea e confusione?
  • Ha già avuto la TSS in passato?

Esame obiettivo

visita medica per sindrome da shock tossico

Il medico esaminerà il paziente alla ricerca di segni fisici che possono indicare la presenza della condizione. Questi includono:

  • febbre elevata e improvvisa;
  • eruzione cutanea;
  • segni di shock, come pelle fredda e umida, tachicardia, ipotensione e, in casi gravi, perdita di coscienza;
  • segni di disidratazione, come secchezza delle mucose, cute poco elastica e occhi infossati;
  • esame delle aree di infezione visibili;
  • segni di insufficienza d’organo, come di disfunzione renale (gonfiore o riduzione della produzione di urina), disfunzione cardiaca (come palpitazioni o dolore al petto) o problemi respiratori.

L’obiettivo è confermare la presenza dei sintomi riferiti durante l’anamnesi e cercare ulteriori indizi sulle possibili cause sottostanti.

Esami strumentali

Esami strumentali sindrome shock tossico

  • Ecografia: utilizzata per esaminare i reni, il cuore, l’addome e altri organi per rilevare eventuali anomalie o disfunzioni;
  • Tomografia computerizzata: può fornire un’immagine più dettagliata degli organi interni e aiutare a rilevare problemi come ascessi o altre infezioni;
  • Radiografia del torace: aiuta a escludere polmoniti o altre condizioni polmonari;
  • Elettrocardiogramma: può essere eseguito per valutare la funzione del cuore e rilevare qualsiasi segno di stress cardiaco.

Esami di laboratorio

esami di laboratorio nella sindrome da shock tossico

Sono importanti per confermare la diagnosi, valutare la gravità della malattia e monitorare l’efficacia del trattamento. Alcuni dei test che potrebbero essere utilizzati includono:

  • Emocromo completo: può mostrare alterazioni come la leucocitosi, ovvero l’aumento del numero di globuli bianchi, che è spesso presente nelle infezioni gravi.
  • Esame del sangue per funzione renale ed epatica: in quanto la condizione può influenzare la funzione di reni e fegato.
  • Esami di coagulazione: può interferire con il sistema di coagulazione del corpo; pertanto potrebbero essere effettuati degli esami per misurare la velocità di coagulazione del sangue.
  • Elettroliti sierici: possono essere alterati in caso di disidratazione o insufficienza renale.
  • Test per la presenza di tossine stafilococciche o streptococciche: non sono di routine, ma possono essere utili in alcuni casi per confermare la diagnosi.
  • Colture cutanee o coltura del sangue: se c’è una ferita o un sito di infezione sospetto, può essere prelevato un campione e inviato in laboratorio per essere esaminato. Ciò può aiutare a identificare il batterio responsabile della sindrome.

Diagnosi differenziale della sindrome da shock tossico

La diagnosi differenziale della TSS dipenderà dai sintomi specifici del paziente, dalla storia clinica e dai risultati dei vari esami diagnostici. Può presentare sintomi simili a molte altre condizioni, tra cui:

  • Sepsi: una risposta sistemica grave a un’infezione che può causare sintomi come febbre, tachicardia, confusione e ipotensione.
  • Meningite: un’infezione delle membrane che circondano il cervello e il midollo spinale. Può causare febbre, mal di testa, rigidità del collo e alterazioni dello stato mentale.
  • Endocardite: un’infezione del rivestimento interno del cuore che può provocare febbre, sudorazione notturna, affaticamento e altri sintomi associabili alla condizione.
  • Leptospirosi: una malattia batterica che può causare una vasta gamma di sintomi, molti dei quali possono assomigliare a quelli della TSS.
  • Reazioni farmacologiche: alcuni farmaci possono causare una reazione che imita questa sindrome, come l’eritema da farmaci con eosinofilia e sintomi sistemici.
  • Malattie autoimmuni: alcune di queste, come il lupus eritematoso sistemico, possono presentare sintomi simili.

 

Trattamento della sindrome da shock tossico

La TSS richiede un intervento immediato per il controllo dell’infezione e il sostegno delle funzioni vitali dell’organismo. Nelle situazioni più gravi, il paziente può aver bisogno di cure intensive.

Trattamento farmacologico

Terapia farmacologica pe la sindrome da shock tossico

Si concentra principalmente sull’eliminazione dell’infezione batterica attraverso l’uso di antibiotici, come:

  • Clindamicina: può inibire la produzione di tossine da parte dei batteri;
  • Vancomicina: è solitamente impiegata per trattare infezioni gravi da Staphylococcus aureus, inclusi ceppi resistenti alla meticillina.
  • Penicillina o cefalosporina: possono essere utilizzate per trattare le infezioni da Streptococcus pyogenes.

A volte, si può optare per una combinazione di antibiotici per garantire un trattamento efficace e coprire un ampio spettro di batteri potenzialmente coinvolti.

In genere per prima cosa si svolge un’emocoltura, poi una volta eseguita, si inizia la terapia antibiotica alla cieca. Se infatti si somministrano subito gli antibiotici c’è una forte probabilità che essi sterilizzino immediatamente il sangue ed impediscano l’individuazione del batterio responsabile della sindrome con l’emocoltura.

Possono essere somministrati anche altri farmaci a seconda delle condizioni del paziente, come quelli per il sostegno della pressione sanguigna se il paziente è in shock.

Terapia di supporto

Trattamento intensivo per sindrome dello shock tossico

Si tratta di una componente cruciale nel trattamento di questa condizione. L’obiettivo è di mantenere le funzioni vitali del corpo durante la lotta contro l’infezione. Le strategie di supporto possono includere:

  • Fluidi: i pazienti spesso necessitano di fluidi endovenosi per combattere la disidratazione e mantenere la pressione sanguigna.
  • Farmaci per la pressione sanguigna: se è pericolosamente bassa, possono essere somministrati dei vasopressori.
  • Ossigeno o supporto respiratorio: in caso di difficoltà respiratorie, può essere fornito ossigeno supplementare. Nei casi gravi, potrebbe essere necessaria anche la ventilazione esterna del paziente per aiutarlo nella respirazione.
  • Terapia renale sostitutiva (RRT): in caso di insufficienza renale acuta, potrebbe essere necessaria la dialisi o un’altra forma di RRT.
  • Trattamento delle complicanze: in caso, ad esempio, di coagulazione intravascolare disseminata o insufficienza multiorgano, queste dovranno essere gestite con ulteriori interventi.

Trattamento chirurgico

Può essere necessario se c’è una fonte localizzata di infezione che deve essere rimossa per permettere al corpo di riprendersi, tra cui:

  • Ascessi e ferite: in caso di ascesso cutaneo o ferita infetta, potrebbe essere necessario drenare o pulire la zona compromessa.
  • Corpi estranei: se la causa è dovuta a un tampone vaginale, questo dovrà essere estratto immediatamente.
  • Infezione all’interno del corpo: se la TSS è causata da un’infezione ossea o addominale, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico più esteso per rimuovere il tessuto infetto e controllare l’infezione.

È importante ricordare che ogni caso è unico e il trattamento sarà personalizzato per le specifiche esigenze del paziente.

 

Prevenzione della sindrome da shock tossico

Prevenzione della sindrome da shock tossico

La prevenzione è un elemento chiave nella gestione della sindrome da shock tossico, e seguendo alcune linee guida è possibile ridurre il rischio di svilupparla. Di seguito sono riportate alcune misure preventive:

  • Igiene personale: il lavaggio regolare delle mani può contribuire a prevenire l’infezione da Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes.
  • Uso corretto dei tamponi: se si utilizzano gli assorbenti interni durante il ciclo mestruale, è fondamentale seguire le istruzioni sulla confezione per il corretto utilizzo. Occorre cambiarli frequentemente, almeno ogni quattro-sei ore, e cercare di alternarne l’uso con altri prodotti per il ciclo, come le coppette o gli assorbenti esterni. È sconsigliabile l’uso di tamponi super assorbenti, poiché sono stati associati a un aumento del rischio di TSS.
  • Cura delle ferite: è importante pulirle e coprirle correttamente. Se si notano segni di infezione, come rossore, gonfiore, dolore o febbre, cercare subito assistenza medica.
  • Attenzione all’uso di contraccettivi diaframma e coppette mestruali: anche nel caso di questi prodotti si suggerisce di seguire le istruzioni per l’uso corretto e di non lasciare i dispositivi inseriti per periodi di tempo prolungati.

Inoltre, chi ha già sperimentato la condizione in passato dovrebbe evitare l’uso di tamponi e diaframmi: il rischio che si verifichi una seconda volta è significativamente aumentato in coloro che l’hanno già avuta.

 

Sindrome da shock tossico: punti salienti

La sindrome da shock tossico (TSS) è una condizione medica grave e potenzialmente letale che richiede un intervento sanitario immediato.

È causata solitamente da due tipi di batteri, Staphylococcus aureus e Streptococcus pyogenes, i quali producono tossine che possono provocare una risposta immunitaria eccessiva e dannosa nel corpo.

Nonostante la sua gravità, la comprensione e la consapevolezza di questa condizione possono giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione della malattia. Questo include pratiche igieniche corrette, l’uso sicuro dei tamponi e una rapida risposta ai sintomi.

La diagnosi tempestiva e il trattamento aggressivo sono essenziali per migliorare gli esiti e ridurre la mortalità. La terapia prevede un approccio combinato che comprenda antibiotici per combattere l’infezione, terapie di supporto per mantenere le funzioni vitali dell’organismo e, in alcuni casi, un intervento chirurgico per rimuovere la fonte dell’infezione.

I pazienti che sopravvivono a un primo episodio richiedono un monitoraggio a lungo termine, in quanto esiste un alto rischio di recidiva.