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Sindrome dell’intestino irritabile: cause e trattamenti

Indice

Il colon irritabile, noto anche come sindrome dell’intestino irritabile (Irritable Bowel Syndrome – IBS), è una condizione medica cronica che colpisce il tratto gastrointestinale.

In questo articolo scopriamo sintomi, cause e trattamenti possibili.

Quanto è frequente il colon irritabile? Epidemiologia

La sindrome dell’intestino irritabile è una delle patologie gastrointestinali più comuni e colpisce circa il 10-15% della popolazione mondiale. Può insorgere a qualsiasi età, ma è più comune tra i 20 e i 40 anni e le donne sono colpite più frequentemente degli uomini.

L’incidenza varia a seconda della regione geografica, con tassi più elevati in Nord America, Europa e Asia, mentre è meno comune in Africa e America Latina.

Inoltre l’IBS è più comune tra i pazienti con disturbi psicologici, come la depressione e l’ansia. Può verificarsi anche in pazienti con patologie gastrointestinali sottostanti, come una malattia infiammatoria intestinale (IBD), la celiachia e la sindrome dell’intestino corto.

Il colon irritabile è una patologia cronica che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, influendo sui rapporti sociali e sulle loro attività quotidiane. Per questo motivo è importante seguire un trattamento adeguato e personalizzato.

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Quali sono le cause del'intestino irritabile? Eziologia

L’eziologia non è del tutto compresa, ma esistono diverse teorie sulla sua origine.

Si tratta infatti di una patologia complessa che può essere causata da molteplici fattori. Tuttavia i meccanismi specifici alla base della comparsa dei sintomi possono variare notevolmente da persona a persona.

Vediamo insieme le cause principali che possono determinare l’insorgenza di questa condizione.

Fattori psicologici

Lo stress, l’ansia e la depressione possono influire sul sistema nervoso intestinale, che controlla le attività dell’intestino e può essere influenzato:

  • da segnali nervosi provenienti dal sistema nervoso centrale, tra cui il cervello,
  • da segnali provenienti dal microbiota intestinale e dal sistema immunitario.

Alcune ricerche suggeriscono che lo stress cronico possa influenzare negativamente la funzione intestinale e causare sintomi dell’IBS.

Alimentazione

Alcuni alimenti possono irritare l’intestino e causare o peggiorare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.

In particolare:

  • alimenti ad alto contenuto di grassi,
  • bevande gassate,
  • alcol,
  • caffeina.

Inoltre alcuni pazienti possono avere intolleranze alimentari, ad esempio al lattosio o al glutine, che possono scatenare i sintomi.

Alterazioni della flora batterica intestinale

Il microbiota intestinale svolge un ruolo importante nella regolazione dell’attività intestinale e del sistema immunitario.

Alcune ricerche suggeriscono che un microbiota intestinale alterato possa causare infiammazione e irritazione dell’intestino, provocando o peggiorando i sintomi del colon irritabile.

Alterazioni della motilità intestinale

L’intestino è controllato da una serie di muscoli che spingono il cibo e i liquidi attraverso il tratto gastrointestinale.

In alcuni pazienti la motilità intestinale può essere alterata, causando costipazione o diarrea.

Sensibilità viscerale

La sensibilità viscerale si riferisce alla capacità dell’intestino di percepire e rispondere ai segnali provenienti dall’interno del corpo.

In alcuni pazienti con sindrome dell’intestino irritabile l’intestino può essere particolarmente sensibile e reattivo, causando sintomi gastrointestinali.

Alterazioni dell'asse intestino-cervello

L’asse intestino-cervello si riferisce alla comunicazione tra l’intestino e il cervello attraverso il sistema nervoso.

Alcune ricerche suggeriscono che questa comunicazione può risultare alterata nella sindrome da intestino irritabile, provocando sintomi gastrointestinali.

Quali sintomi provoca il colon irritabile? Sintomatologia

Dolore addominale eccessiva quantità di magnesio

I sintomi possono variare notevolmente da persona a persona e possono anche mutare nel tempo.

Tuttavia i più comuni sono:

  • Dolore addominale: è uno dei sintomi più comuni e può essere localizzato in diverse parti dell’addome. Il dolore può essere descritto come crampi o fitte e può essere alleviato o peggiorato dal movimento dell’intestino o dal passaggio di gas.
  • Gonfiore: può essere causato dall’accumulo di gas nell’intestino o dall’infiammazione intestinale. Può essere accompagnato da tensione, distensione o sensazione di pancia tesa e dura.
  • Alterazioni del transito intestinale: costipazione, diarrea o entrambi in alternanza.
  • Sensazione di evacuazione incompleta: i pazienti con IBS possono avere la sensazione di non aver completamente svuotato l’intestino dopo un’evacuazione.
  • Mucosità nelle feci: si può notare la presenza di muco nelle feci.
  • Nausea e vomito: si possono verificare, ma è un sintomo meno comune.
  • Aspetto e consistenza delle feci: possono essere più acquose o più secche, dure o granulose.
  • Stress, ansia o depressione.
  • Problemi di defecazione: può risultare necessario dello sforzo per evacuare.

Bisogna inoltre porre particolare attenzione alla presenza di alcuni sintomi che possono essere utili per una corretta diagnosi differenziale, tra i quali:

  • Sangue nelle feci,
  • Febbre,
  • Età superiore ai cinquant’anni,
  • Sanguinamento rettale,
  • Perdita di peso non volontaria,
  • Peggioramento dei sintomi in corrispondenza dei pasti,
  • Feci liquide e frequenti in pazienti con più di sessant’anni.

Diagnosi di intestino irritabile

La diagnosi viene solitamente posta durante una visita gastroenterologica, a seguito di un’anamnesi e di una serie di esami che confermino la patologia.

Anamnesi

L’anamnesi è un passo importante nella diagnosi del colon irritabile e aiuta il medico a escludere altre patologie gastrointestinali e a comprendere meglio la situazione del paziente.

Le informazioni raccolte per la sindrome dell’intestino irritabile riguardano in genere:

  • Analisi dei sintomi: descrizione dei sintomi che il paziente sta sperimentando, tra cui il tipo di dolore addominale, la presenza di gonfiore, le eventuali alterazioni del transito intestinale e la presenza di altri sintomi come nausea o vomito.
  • Storia medica: raccolta di informazioni sulla storia medica del paziente, compresi eventuali interventi chirurgici precedenti, patologie gastrointestinali pregresse e farmaci assunti.
  • Anamnesi familiare: viene chiesto se nella famiglia del paziente ci siano stati casi di patologie gastrointestinali o altre malattie.
  • Alimentazione e abitudini di vita: compresi eventuali cambiamenti recenti nella dieta, l’assunzione di integratori alimentari e l’attività fisica.
  • Stress e fattori psicologici: eventuale presenza di disturbi psicologici come l’ansia e la depressione.

I criteri Roma IV

La Fondazione Roma si occupa dello studio dei disturbi dell’asse intestino-cervello (DGBI, Disorders of Gut-Brain Interaction) e ha stilato una serie di criteri diagnostici per queste patologie.

In base ai criteri Roma IV è opportuno indagare la possibilità di colon irritabile se il paziente presenta dolore addominale almeno una volta a settimana per almeno tre mesi, insieme ad almeno due dei seguenti sintomi:

  1. Il dolore è legato alla defecazione;
  2. La frequenza della defecazione è cambiata;
  3. È cambiato l’aspetto/consistenza delle feci.

I sintomi avere avuto inizio almeno sei mesi prima della diagnosi ed i criteri devono essere stati rispettati negli ultimi tre mesi.

In base a questi è stato redatto un questionario che è possibile somministrare ai pazienti e che aiuta a riconoscere la frequenza e la gravità dei sintomi, supportando la diagnosi.

Inoltre la Fondazione ha distinto quattro sottocategorie di IBS basate sulla consistenza delle feci nei giorni in cui il paziente riporta una frequenza di transito intestinale anomalo. Le informazioni vengono raccolte per almeno due settimane e il paziente non deve star facendo uso di farmaci.

Le sottocategorie sono:

  • IBS-C, con prevalente stitichezza: feci dure o granulose in più del 25% delle evacuazioni;
  • IBS-D, con prevalenza di diarrea: feci liquide o acquose in più del 25% delle evacuazioni;
  • IBS-M, miste: feci dure e feci liquide si alternano, sia l’una che l’altra con frequenza superiore al 25%;
  • IBS-U, non classificabili: il paziente ha sintomi diagnostici correlabili al colon irritabile ma non rientra in nessuna delle altre tre categorie.

Determinare la corretta sottocategoria aiuta a somministrare il trattamento più adeguato per il singolo paziente.

Esame obiettivo

Durante l’esame obiettivo per il colon irritabile il medico esamina l’addome del paziente per valutare la presenza di gonfiore, dolore o altre anomalie.

Consiste di varie fasi, ovvero:

  • Palpazione addominale: per verificare la presenza di gonfiore, dolori addominali o aree di sensibilità e eventuali masse addominali o di organi ingrossati.
  • Auscultazione addominale: per valutare la presenza del corretto funzionamento dell’intestino, detto “peristalsi”, e rumori intestinali anormali, come rumori aumentati o diminuiti.
  • Valutazione dell’ano e del retto: in alcuni casi, il medico potrebbe effettuare una valutazione dell’ano e del retto per verificare la presenza di emorroidi, ragadi anali o altre anomalie.

Esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio per la sindrome dell’intestino irritabile vengono utilizzati per escludere altre patologie gastrointestinali che possono avere sintomi simili a quelli dell’IBS.

Ecco alcuni dei più comuni:

  • Esame delle feci: per cercare la presenza di sangue occulto nelle feci, batteri patogeni, parassiti o infezioni che possono causare sintomi gastrointestinali e per valutare eventuali infiammazioni o malfunzionamenti dell’intestino.
  • Emocromo completo: valuta i livelli di globuli rossi, globuli bianchi e piastrine e aiuta ad investigare la presenza di anemia, che può essere causata da perdite di sangue nell’intestino.
  • Esame delle urine: per escludere patologie renali o altre patologie che possono causare sintomi simili a quelli dell’IBS.
  • Test di funzionalità epatica: come le transaminasi, valutano la funzionalità del fegato e la presenza di eventuali anomalie per escludere eventuali patologie epatiche che possono causare sintomi gastrointestinali.
  • Test per la celiachia: valutano la presenza di anticorpi contro il glutine e altri marcatori che possono indicare la presenza di celiachia. La celiachia è una patologia autoimmune che può causare sintomi gastrointestinali simili a quelli del colon irritabile.
  • Test per la malattia infiammatoria intestinale (IBD): I test per la IBD, come la colonscopia e la gastroscopia, vengono utilizzati per escludere la presenza di patologie infiammatorie dell’intestino come la colite ulcerosa o la malattia di Crohn.

Esami strumentali

colonscopia e cancro colon-retto, screening

Vediamo ora insieme una descrizione degli esami strumentali utilizzati per la diagnosi di sindrome dell’intestino irritabile:

  • Colonscopia: consente di esaminare l’intestino crasso (colon) e il retto per verificare la presenza di eventuali anomalie, come infiammazione, polipi o tumori. La colonscopia può essere utilizzata per escludere altre patologie gastrointestinali che possono causare sintomi simili a quelli dell’IBS, come una malattia infiammatoria intestinale o il cancro intestinale.
  • Radiografia dell’addome: per escludere la presenza di altre patologie gastrointestinali, come l’ostruzione intestinale o la perforazione dell’intestino.
  • Ecografia addominale: per valutare la presenza di eventuali anomalie nelle strutture dell’intestino, ad esempio nei vasi sanguigni o nei tessuti circostanti.
  • Manometria esofagea e anorettale: valuta la funzionalità del tratto gastrointestinale superiore (esofago) e del retto. La manometria anorettale può essere utilizzata per valutare la funzione del muscolo sfintere anale e per escludere patologie come la disfunzione del pavimento pelvico.
  • Test con videocapsula endoscopica: utilizza una piccola capsula endoscopica che contiene una telecamera per produrre immagini dell’intestino tenue. Viene impiegata per verificare la presenza di anomalie in quel tratto intestinale difficilmente visibile con altri esami.

Diagnosi differenziale di colon irritabile

La diagnosi differenziale per la sindrome da intestino irritabile è importante per escludere altre patologie gastrointestinali che possono presentarsi con sintomi simili, tra cui:

  • Malattie infiammatorie intestinali (IBD): che includono la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, sono patologie infiammatorie dell’intestino che possono causare sintomi simili a quelli dell’IBS, come dolore addominale, diarrea e gonfiore. Tuttavia, a differenza del colon irritabile, possono causare infiammazione, ulcerazioni e lesioni nell’intestino che possono essere evidenziate tramite esami strumentali come la colonscopia.
  • Celiachia: una patologia autoimmune in cui l’assunzione di glutine provoca un’infiammazione dell’intestino tenue e una malassorbimento dei nutrienti. I sintomi della celiachia possono includere diarrea, gonfiore, dolori addominali e perdita di peso. Può essere diagnosticata mediante test sierologici per gli anticorpi contro il glutine, biopsie con esame istologico dell’intestino tenue o test genetici.
  • Sindrome dell’intestino irritabile post-infettiva: è una condizione in cui i sintomi dell’IBS si sviluppano dopo un’infezione intestinale, per cui è difficile da distinguere dal colon irritabile. Può essere riconosciuta ponendo particolare attenzione alla storia clinica del paziente.
  • Intolleranze alimentari: alcune intolleranze alimentari possono causare sintomi gastrointestinali simili a quelli dell’IBS, come gonfiore, diarrea e dolore addominale. Tuttavia queste possono essere diagnosticati tramite test di tolleranza alimentare o test diagnostici specifici per ciascuna intolleranza.
  • Tumori intestinali: possono causare sintomi simili a quelli dell’IBS, come dolore addominale, diarrea o stipsi, sangue nelle feci o perdita di peso. Tuttavia i tumori intestinali possono essere rilevati tramite esami strumentali come la colonscopia o la TC dell’addome.

Trattamento per il colon irritabile

Ci sono diverse terapie disponibili per la sindrome dell’intestino irritabile, ma la scelta della terapia più adatta dipende dai sintomi del paziente e dalla loro gravità.

L'alimentazione nella terapia per il colon irritabile

Le modifiche della dieta possono essere utilizzate come terapia in caso di sindrome da intestino irritabile, ma la scelta dei cibi dipende dai sintomi del paziente e dalle cause sottostanti.

Ecco alcuni consigli generali:

  • Evitare cibi che possono causare sintomi: come latticini, frutti di mare, cibi piccanti, bevande gassate, alcol, caffeina, cioccolato e alimenti ad alto contenuto di grassi. È importante identificare quali cibi peggiorino i sintomi ed evitarli. Per questo è possibile creare un DIARIO in cui si annotano i cibi assunti e i sintomi, per riuscire ad associare quali alimenti sono in grado di scatenare la maggior parte dei disturbi.
  • Aumentare l’assunzione di fibre: come avena, frutta, verdura e legumi per aiutare a regolare il transito intestinale e migliorare i sintomi della stipsi. Tuttavia alcuni pazienti potrebbero essere sensibili ad un’assunzione eccessiva di fibre, quindi è importante aumentare l’assunzione gradualmente.
  • Mangiare piccoli pasti frequenti: per evitare gonfiore e dolore addominale, mangiare lentamente e masticare bene per facilitare la digestione.
  • Bere molta acqua: per prevenire la disidratazione e migliorare il transito intestinale è importante bere almeno 8 bicchieri di acqua al giorno e limitare l’assunzione di bevande gassate e alcolici.
  • Evitare cibi fermentati: come i crauti, il kefir e il kombucha, possono causare gas e gonfiore nell’intestino, aggravando i sintomi.
  • Seguire una dieta a basso contenuto di FODMAP: la dieta a basso contenuto di FODMAP (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides, And Polyols) limita l’assunzione di carboidrati fermentabili che possono causare sintomi gastrointestinali, come gonfiore, dolore addominale e diarrea.

Approfondimento: si può usare la dieta low-FODMAP come prima linea nella sindrome dell’intestino irritabile?

L’acronimo low-FODMAP sta per low fermentable oligosaccharides, disaccharides, monosaccharides and polyols, ovvero una dieta a basso consumo di zuccheri fermentabili e polioli.

In questo recente studio si è voluta affiancare la dieta low-FODMAP al trattamento standard per la sindrome dell’intestino irritabile.

Farmaci antispastici nella terapia per il colon irritabile

I farmaci antispastici possono essere utilizzati per alleviare il dolore addominale e i crampi associati alla patologia.

Tra questi:

  • Diciclomina: è un farmaco anticolinergico che agisce rilassando i muscoli dell’intestino e riducendo i crampi addominali. Disponibile in compresse o iniezioni, solitamente si consiglia l’assunzione 30 minuti prima dei pasti.
  • Ispagula: è un tipo di fibra solubile che può essere utilizzata come antispastico per alleviare il dolore addominale e la stipsi.
  • Mebeverina: agisce rilassando i muscoli dell’intestino e riducendo i crampi addominali e può essere assunta prima o dopo i pasti.
  • Olio di menta piperita: è un antispastico naturale che può essere utilizzato per alleviare il dolore addominale e la diarrea.
  • Antimuscarinici: come la scopolamina, possono essere utilizzati per alleviare il dolore addominale e la diarrea associati al colon irritabile. Questi farmaci agiscono bloccando i recettori muscarinici nell’intestino, riducendo così i crampi addominali e la motilità intestinale.
  • Prucalopride: agisce stimolando la motilità intestinale e migliorando il transito intestinale, può quindi essere utile per alleviare la stipsi.

I farmaci antispastici possono avere effetti collaterali, come secchezza delle fauci, visione offuscata, stipsi o sonnolenza.

Lassativi e antidiarroici per i sintomi del colon irritabile

I lassativi e gli antidiarroici possono essere utilizzati nel trattamento dei sintomi connessi alla sindrome dell’intestino irritabile.

Tra quelli consigliati troviamo:

  • Lassativi osmotici: come il lattulosio e il polietilenglicole, sono utilizzati per trattare la stipsi. Questi farmaci agiscono ammorbidendo le feci e migliorando la motilità intestinale. Serve bere molta acqua durante l’assunzione di lassativi osmotici per evitare la disidratazione.
  • Lassativi stimolanti: come il bisacodile e il sennoside, sono utilizzati per trattare la stipsi ma possono causare crampi addominali e diarrea.
  • Lassativi voluminosi: come il psillio e il metilcellulosa, sono utilizzati per trattare la stipsi. Questi farmaci agiscono aumentando il volume delle feci e migliorando la motilità intestinale. Serve bere molta acqua durante l’assunzione di lassativi voluminosi per evitare l’occlusione intestinale.
  • Antidiarroici: come il loperamide, sono utilizzati per trattare la diarrea. Questi farmaci agiscono rallentando il transito intestinale e riducendo la secrezione di fluidi nell’intestino.
  • Lubrificanti: i lubrificanti, come il glicerolo, sono utilizzati per trattare la stipsi. Questi farmaci agiscono ammorbidendo le feci e migliorando la motilità intestinale. Serve bere molta acqua durante l’assunzione di lubrificanti per evitare l’occlusione intestinale.
  • Enzimi pancreatici: gli enzimi pancreatici, come la pancreatina, possono essere utilizzati per trattare la malassorbimento associato all’IBS. Questi farmaci agiscono aiutando il corpo a digerire i nutrienti e ad assorbirli nell’intestino. Assumere gli enzimi pancreatici durante o dopo i pasti aiuta a  garantire un’efficace digestione.

I lassativi e gli antidiarroici possono avere effetti collaterali, come crampi addominali, diarrea o costipazione.

Farmaci antidepressivi per i sintomi del colon irritabile

I farmaci antidepressivi possono essere utilizzati per alleviare alcuni dei sintomi connessi alla patologia.

Ecco alcuni dei farmaci che potrebbero essere utilizzati:

  • Antidepressivi triciclici: come l’amitriptilina, sono utilizzati per alleviare il dolore addominale e migliorare la motilità intestinale. Questi farmaci agiscono riducendo la sensibilità dei recettori del dolore nell’intestino e migliorando la regolazione del tono muscolare. Tuttavia possono avere effetti collaterali, come sonnolenza, vertigini, secchezza delle fauci e costipazione.
  • Inibitori selettivi del reuptake della serotonina: come la fluoxetina e la sertralina, sono utilizzati per trattare la depressione e l’ansia associati all’IBS. Agiscono aumentando i livelli di serotonina nel cervello, che può aiutare a regolare il tono muscolare e migliorare la motilità intestinale. Tuttavia possono avere effetti collaterali, come nausea, diarrea e insonnia.
  • Agonisti del recettore della serotonina 5-HT4: come il prucalopride, agiscono stimolando la motilità intestinale e migliorando il transito delle feci nell’intestino. Possono avere effetti collaterali, come nausea, diarrea e cefalea.
  • Agonisti del recettore alfa-2 adrenergico: come la clonidina, sono utilizzati per alleviare il dolore addominale e migliorare la motilità intestinale. Questi farmaci agiscono riducendo la sensibilità dei recettori del dolore nell’intestino e migliorando la regolazione del tono muscolare. Possono avere effetti collaterali, come sonnolenza, vertigini e secchezza delle fauci.

Il colon irritabile e la terapia cognitivo-comportamentale

La terapia cognitivo-comportamentale è un tipo di psicoterapia che può essere utilizzata per trattare i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile: questo sia a causa della cronicità della patologia, che potrebbe influenzare fortemente la qualità della vita e impattare sulla salute mentale del paziente, sia a causa dei fattori psicologici che possono giocare un ruolo nell’eziologia, come ansia e depressione.

Si concentra sul cambiamento dei pensieri e dei comportamenti del paziente al fine di alleviarne i sintomi. Ecco come si svolge:

  • Valutazione: il terapeuta esegue una valutazione del paziente per determinare i sintomi e la loro gravità.
  • Educazione: fornisce al paziente informazioni sulla natura dell’IBS e sulla relazione con lo stress.
  • Rilevamento dei sintomi: il paziente monitora l’andamento della patologia e i fattori scatenanti in un diario.
  • Identificazione dei pensieri e dei comportamenti che possono influenzare i sintomi del colon irritabile.
  • Strategie di coping: il terapeuta insegna strategie di coping per gestire lo stress e i sintomi, come la respirazione profonda, la visualizzazione e il rilassamento muscolare progressivo.
  • Modificazione dei pensieri e dei comportamenti: il paziente può imparare a identificare e modificare i pensieri negativi o catastrofici che possono peggiorare i sintomi del colon irritabile.
  • Gradual exposure: il paziente impara ad affrontare gradualmente le situazioni che possono causare ansia o stress, come le situazioni sociali o i viaggi, per sviluppare abilità di coping efficaci.
  • Supporto: il terapeuta fornisce supporto emotivo e sostegno al paziente durante il trattamento.

La terapia cognitivo-comportamentale può essere utilizzata come trattamento singolo o combinata con altre terapie, come la terapia farmacologica, e richiede un impegno da parte del paziente e alcune settimane o mesi per diventare efficace.

Probiotici nella terapia per il colon irritabile

I probiotici sono un tipo di integratore alimentare che può essere utilizzato per trattare la sindrome dell’intestino irritabile.

Sono costituiti da microrganismi vivi, come i batteri lattici, che possono aiutare a ripristinare l’equilibrio della flora intestinale e migliorare la funzione intestinale.

Tra questi:

  • Lactobacillus: è un tipo di batterio che si trova naturalmente nell’intestino umano e nei prodotti lattiero-caseari fermentati, come lo yogurt, e aiuta a ripristinare l’equilibrio della flora intestinale e migliorare la funzione intestinale.
  • Bifidobacterium: similmente al lactobacillus, si trova naturalmente nell’intestino umano e nei prodotti lattiero-caseari fermentati.
  • Streptococcus: anche questo batterio si trova naturalmente nell’intestino umano e nei prodotti lattiero-caseari fermentati e può aiutare nella gestione dei sintomi connessi al colon irritabile.
  • Saccharomyces boulardii: è un tipo di lievito che si trova naturalmente nell’intestino umano e può aiutare a ripristinare l’equilibrio della flora intestinale e migliorare la funzione intestinale. Può essere usato per trattare la diarrea associata agli antibiotici.

I probiotici sono disponibili in diversi formati, come capsule, polveri o bevande.

Conclusioni

Il colon irritabile, o sindrome dell’intestino irritabile (IBS), è una patologia comune e cronica che colpisce moltissime persone in tutto il mondo.

Le cause non sono ancora completamente note, ma si ritiene sia dovuta ad un insieme di fattori diversi, sia psicologici che ambientali.

Sono disponibili tanti tipi di trattamenti per i sintomi causati dal colon irritabile, sia farmacologici (come antidiarroici e antispastici), sia psicologici. Inoltre, apportare alcune modifiche alla dieta potrebbe essere d’aiuto per il controllo dei sintomi.

Con un approccio integrato e un sostegno adeguato, molte persone affette da IBS possono vivere una vita normale e attiva.