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Mal di schiena

Indice

Il mal di schiena è uno dei disturbi più comuni e fastidiosi e può essere causato da diverse condizioni.

In questo articolo vediamo cos’è il mal di schiena, da cosa può essere causato e quali trattamenti esistono.

Cos'è il mal di schiena?

È una condizione medica caratterizzata da dolore o fastidio che può manifestarsi nella parte inferiore della schiena, in quella superiore o tra le scapole.

Si tratta di una delle cause più comuni per cui il paziente si reca in pronto soccorso ed è un disturbo tipico sia dell’infanzia che dell’età adulta.

Quanto è frequente il dolore lombare? Epidemiologia

È una delle manifestazioni fisiche più comuni al mondo, che colpisce circa l’80% della popolazione almeno una volta nella vita. È una delle principali cause di assenza dal lavoro e, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la forma cronica è la principale causa di disabilità nei Paesi ad alto reddito.

La sua frequenza può variare a seconda della regione geografica, tuttavia le statistiche mostrano che è più comune tra le persone di età compresa tra i 30 e i 50 anni e colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini.

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Inoltre sembra essere prevalente tra le persone che esercitano professioni che richiedono:

  • di stare seduti per lunghi periodi di tempo
  • uno sforzo fisico e il sollevamento di pesi, come gli operatori sanitari, i magazzinieri e gli edili.

Alcuni studi hanno dimostrato che fino al 23% degli adulti nel mondo soffre di lombalgia cronica.

Quali sono le cause del dolore alla schiena? Eziologia

Può essere provocato da una serie di fattori, tra cui la genetica, l’età e lo stile di vita, che vanno a influenzare la colonna vertebrale, i muscoli, le articolazioni e i nervi della parte interessata. Molte persone sviluppano la condizione senza un motivo specifico identificabile.

Poiché le cause del mal di schiena sono molteplici, vengono raggruppate in cinque categorie principali:

  • Meccaniche: ad esempio lesione della colonna vertebrale, dei dischi intervertebrali o dei tessuti molli, o una gravidanza;
  • Degenerative: tipica è l’artrosi della colonna vertebrale ma anche la frattura da compressione osteoporotica;
  • Infiammatorie: principalmente a causa di spondiloartriti infiammatorie, come la spondilite anchilosante;
  • Oncologiche: come lesioni litiche alla colonna vertebrale, tumori del midollo, o fenomeni di nervo compressivo da adiacenti lesioni spazio-occupanti;
  • Infettive: come infezioni della colonna vertebrale o dei dischi, ascessi epidurali o muscolari, ascessi dei tessuti molli.

Le cause più comuni del mal di schiena

Tra le cause più comuni del dolore alla schiena abbiamo:

  • Problemi muscolari: la tensione dei muscoli e le contratture possono essere dovute a movimenti errati, posture scorrette, sollevamento di pesi e stress eccessivo a carico della schiena, con conseguente dolore acuto o cronico nella zona lombare o dorsale.
  • Problemi delle articolazioni: se subiscono un’usura eccessiva, causata da patologie come l’artrosi o la spondilite anchilosante, si possono manifestare dolore, rigidità articolare e limitazione dei movimenti.
  • Ernie del disco: gli anelli fibrosi dei dischi intervertebrali possono rompersi o spostarsi per movimenti errati, sollevamento di pesi o invecchiamento naturale, causando una riduzione di movimento, una modifica della pressione sulle struttura circostanti e conseguente dolore.
  • Lesioni: in seguito, ad esempio, a un incidente d’auto o una caduta, possono causare danni ai muscoli, ai legamenti e alle ossa.
  • Postura scorretta: sia da seduti che in piedi, può generare tensione muscolare e compressione delle articolazioni, causando dolore e limitazione dei movimenti. La curvatura o la sporgenza delle spalle possono inoltre influenzare l’aspetto fisico e accentuare ulteriormente la condizione.
  • Obesità: il peso può richiedere uno sforzo eccessivo alla colonna vertebrale e ai muscoli coinvolti, aumentando il rischio di sviluppare dolore.
  • Stress: è uno dei responsabili della tensione muscolare e postura scorretta.
  • Malattie: come l’artrite, l’osteoporosi e la fibromialgia.
  • Familiarità: eventuali casi nella propria famiglia possono essere un fattore di rischio per lo sviluppo della stessa condizione.

Quali sono i sintomi del mal di schiena?

Può presentarsi in diverse forme e i fastidi variano a seconda della causa sottostante del dolore.

Tuttavia i più comuni includono:

  • Dolore: è il sintomo principale e può essere acuto, cronico, costante o intermittente e localizzato in diverse parti della schiena. Può variare da lieve a intenso e influenzare la qualità della vita.
  • Rigidità: può essere causata da una tensione muscolare e, in alcuni casi, essere così intensa da limitare seriamente la capacità di movimento e di svolgere le normali attività quotidiane come camminare, piegarsi o sollevare oggetti, influenzando anche l’abilità di svolgere attività lavorative.
  • Debolezza: può compromettere l’esercizio fisico, come correre o sollevare pesi, e causare una sensazione di stanchezza o affaticamento muscolare.
  • Formicolio: la sensazione di formicolio o di pizzicore nella schiena o nelle gambe può essere il segnale di una compressione dei nervi. Può affiancarsi a intorpidimento e condizionare la sensibilità.
  • Affaticamento muscolare: avviene per via della tensione prolungata dei muscoli, aumentando il rischio di sviluppare ulteriori complicazioni.

Diagnosi di mal di schiena

Per la valutazione del mal di schiena è necessario sottoporsi ad una visita ortopedica, una visita con un fisioterapista o una visita osteopatica. Importante è valutare il meccanismo di lesione, l’intensità e la qualità del dolore, infatti:

  • il carattere del dolore può aiutare nella distinzione tra dolore neuropatico e nocicettivo
  • la durata definisce la sua natura acuta o cronica.

Vi sono quindi tutta una serie di fattori da indagare che possono indirizzare verso la causa.

Le diagnosi più comuni all’origine del dolore lombare negli adulti sono:

  • Stiramenti/distorsioni dei muscoli lombosacrali;
  • Spondilosi lombare;
  • Ernia del disco;
  • Spondilolisi, spondilolistesi;
  • Frattura da compressione vertebrale;
  • Stenosi spinale.

Nell’adulto il mal di schiena potrebbe inoltre rappresentare un campanello d’allarme per patologie gravi, come:

  • Neoplasie: il mal di schiena si valuta insieme all’eventuale storia di tumori metastatici e una improvvisa perdita di peso;
  • Infezioni: soprattutto in caso di interventi alla colonna vertebrale da meno di 12 mesi, uso di droghe endovena, immunosoppressione, febbre, ferita in regione spinale e dolore localizzato;
  • Fratture: con un’eventuale storia di un trauma significativo, prolungato uso di corticosteroidi, osteoporosi, età superiore ai 70 anni, presenza di contusioni e/o abrasioni;
  • Disturbi neurologici: se è presente insieme a sintomi come una progressiva perdita della sensibilità e della motilità, ritenzione urinaria, incontinenza urinaria e fecale.

Anamnesi

Consiste nella raccolta di informazioni riguardanti la situazione del paziente, che fornirà una descrizione dettagliata dei sintomi, dei fattori di rischio e delle circostanze che hanno portato allo sviluppo della condizione. Questo aiuta a determinare la causa del dolore alla schiena e il trattamento più appropriato.

Durante questa fase il professionista sanitario potrebbe chiedere:

  • Che tipo di dolore sta sperimentando? Qual è la sua intensità, durata, frequenza e localizzazione? È migliorato o peggiorato in seguito a determinate attività o posture?
  • Ha avuto patologie pregresse o condizioni preesistenti? Sta seguendo delle terapie? Ha allergie o intolleranze a farmaci specifici?
  • Che tipo di lavoro svolge? Quale sport pratica? Quali sono le sue abitudini quotidiane?
  • Vive situazioni di stress o fa uso di tabacco?
  • Qualcuno nella sua storia famigliare ha sofferto di questa condizione?
  • Ha riportato traumi o lesioni in precedenza?

Importante è inoltre ricercare sintomi associati per escludere una patologia grave, quali:

  • debolezza
  • cambiamenti della sensibilità
  • difficoltà nella deambulazione
  • alterazioni intestinali o della vescica
  • febbre
  • brividi
  • perdita di peso inspiegabile
  • dolore che risveglia il paziente dal sonno.

Esame obiettivo

L’esame obiettivo consente di valutare l’aspetto fisico del paziente, rilevare eventuali anomalie e osservare la funzionalità della colonna vertebrale e dei muscoli tramite diverse tecniche, tra cui:

  • Ispezione: ricerca eventuali deformità, curvature anomale, lividi o arrossamenti della pelle.
  • Palpazione: verifica le aree di tensione muscolare, rigonfiamenti o dolori indotti, come sui trigger points.
  • Gamma di movimento: esegue o fa eseguire dei movimenti passivi o attivi della colonna vertebrale e degli arti inferiori per valutare la mobilità e la flessibilità.
  • Valutazione neurologica: analisi della funzionalità dei nervi della schiena e delle gambe, ma anche della forza muscolare, sensibilità e riflessi.
  • Test di forza: osservano la funzionalità dei muscoli che sostengono la colonna vertebrale, individuando possibili anomalie nella struttura.
  • Test e manovre specifiche, come la manovra di Giordano, ad esempio, che valuta la possibilità che un dolore alla schiena acuto sia causata da un’infezione renale, come una pielonefrite.

Esami di laboratorio

Il medico potrebbe richiedere alcuni esami di laboratorio, tra i quali:

  • Analisi del sangue: sono utili per rilevare eventuali patologie sistemiche che possono causare la condizione, come l’artrite reumatoide o l’infezione da virus dell’immunodeficienza umana (HIV).
  • Analisi delle urine: identificano la presenza di problemi renali che potrebbero provocare il dolore.

Esami strumentali

Possono essere utilizzati per confermare la diagnosi e per individuare anomalie e lesioni:

  • Radiografia: osserva la colonna vertebrale alla ricerca della presenza di fratture, segni indiretti di ernie del disco o deformità spinali. Può anche essere impiegata per valutare la densità ossea per la diagnosi dell’osteoporosi.
  • Tomografia computerizzata: anch’essa individua con maggiore precisione nei dettagli anomalie strutturali come fratture, ernie del disco o tumori spinali.
  • Risonanza magnetica: rileva anomalie come ernie del disco, tumori spinali, lesioni del midollo spinale o problemi dei tessuti molli come muscoli, legamenti e tendini.
  • Elettromiografia: valuta l’attività elettrica dei muscoli della schiena e delle gambe, evidenziando danni nervosi.
  • Scintigrafia ossea: verifica la densità delle ossa e possibili lesioni.

Diagnosi differenziale del mal di schiena

Poiché molte condizioni non strettamente legate alla schiena possono provocare questo dolore, come ad esempio la colica biliare, la polmonite e la malattia renale ostruttiva, è bene non escludere questi processi in fase di diagnosi.

La diagnosi differenziale è dunque un momento molto importante, che consiste nel prendere in considerazione ed escludere le diverse cause possibili, tra le quali:

  • Problemi muscoloscheletrici: come ernia del disco, stenosi spinale, scoliosi e fratture vertebrali.
  • Patologie gastrointestinali: ad esempio ulcere gastriche, pancreatite e colecistite.
  • Patologie renali: come pielonefrite e calcoli renali.
  • Patologie neurologiche: tra le quali sclerosi multipla e ictus.
  • Patologie neoplastiche: ad esempio tumore alla colonna vertebrale o alle strutture adiacenti.

Trattamenti per il mal di schiena

Esistono diversi approcci disponibili che dipendono dalla causa sottostante, dall’età e dalla cronicità del disturbo.

In particolare:

  • Per la lombalgia radicolare (dolore che si diffonde dalla schiena e scende lungo la gamba) si consigliano:
    • esercizio fisico
    • trazione
    • manipolazione della colonna con tecniche eseguite da un fisioterapista o osteopata
    • i farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) hanno una moderata evidenza di beneficio.
  • Per il dolore lombare non radicolare acuto si possono utilizzare:
    • FANS
    • calore
    • rilassanti muscolari.
  • Per il dolore lombare non radicolare cronico vi sono state evidenze di beneficio:
    • con la terapia fisica
    • nell’agopuntura
    • nell’utilizzo di FANS e duloxetina per la terapia farmacologica con effetti a lungo termine (gli oppioidi sembrerebbero dare beneficio solo a breve termine).

Vediamo nel dettaglio quali possono essere i trattamenti consigliati per il dolore alla schiena.

Riposo come terapia per il mal di schiena

Il riposo può essere un metodo efficace per il dolore alla schiena, soprattutto se la condizione è provocata da una lesione o da una tensione muscolare. Tuttavia è importante non eccedere, poiché se prolungato può contribuire ad aggravare il dolore.

Dovrebbe essere combinato con esercizi di stretching per:

  • evitare la perdita di tono muscolare
  • alleviare la pressione sui nervi spinali
  • ridurre l’infiammazione.

Il primo istinto potrebbe essere quello di limitare il movimento ed evitare lo sport: questa reazione può essere giustificata quando il fastidio è intenso o acuto, ma se l’inattività si protrae per troppo tempo può aumentare la rigidità muscolare e rendere più difficile il ritorno alla normalità.

Inoltre è importante evitare di stare seduti o di mantenere la stessa postura per troppo tempo, perché questo comporta una maggiore pressione sui dischi spinali.

Fisioterapia e Osteopatia

È consigliabile in particolar modo in caso di lesioni muscolari, tensioni o problemi di postura. Può includere:

  • Stretching: oltre ad essere importante per mantenere la mobilità, prevenire la rigidità e ridurre la pressione sui nervi spinali, aiuta anche a ridurre l’infiammazione e migliorare la flessibilità dei tessuti molli circostanti la colonna vertebrale.
  • Rafforzamento muscolare: gli esercizi di rafforzamento migliorano la stabilità della colonna vertebrale e prevengono il rischio di lesioni muscolari.
  • Terapia manuale: il massaggio terapeutico, ad esempio, può essere utilizzato per alleviare la tensione dei muscoli e migliorare la circolazione sanguigna nella zona interessata, riducendo il dolore e migliorando la flessibilità.
  • Tecniche di rilassamento muscolare: la biofeedback o il training autogeno aiutano a diminuire lo stress e la tensione muscolare, migliorando anche la qualità del sonno.

Terapia farmacologica

I farmaci comunemente utilizzati includono:

  • Analgesici: ad esempio antidolorifici come il paracetamolo e l’acetaminofene, possono essere utilizzati per ridurre il dolore acuto, ma non sono adatti per il trattamento a lungo termine di quello cronico.
  • Antinfiammatori non steroidei: ibuprofene, naprossene e diclofenac riducono il dolore e l’infiammazione, ma possono avere effetti collaterali come nausea, vomito e alla lunga determinare rischio di ulcere gastriche.
  • Miorilassanti: come il baclofene alleviano la tensione muscolare, ma possono indurre sonnolenza, vertigini e debolezza muscolare.
  • Antidepressivi triciclici: amitriptilina e la nortriptilina sono utili soprattutto se il dolore è associato a problemi di umore o a neuropatia, ma possono provocare sonnolenza, secchezza delle fauci e aumento di peso.
  • Altri farmaci: un’alternativa è rappresentata dagli oppioidi, farmaci potenti ma che presentano anche un alto rischio di dipendenza e di effetti collaterali. Dovrebbero essere utilizzati solo in casi estremi e sotto la supervisione di un medico.

Corticosteroidi

Sono utilizzati per ridurre l’infiammazione e il dolore associati a diverse patologie alla colonna vertebrale, come l’ernia del disco, la stenosi spinale e la sciatica.

Agiscono sui recettori dei glucocorticoidi e possono essere somministrati in diverse forme, tra cui compresse, pomate o iniezioni: quest’ultime sono preferibili perché permettono di somministrare il farmaco direttamente nella zona interessata.

Possono essere combinati con la fisioterapia per massimizzarne l’effetto, ma non sono adatti per il trattamento a lungo termine poiché possono avere effetti collaterali come:

  • aumento di peso
  • aumento della pressione arteriosa
  • aumento del rischio di infezioni e osteoporosi
  • manifestazioni locali, seppur generalmente transitorie, come dolore, arrossamento, gonfiore e perdita di sensibilità.

Questo tipo di terapia non è adatta a pazienti con infezioni in corso, allergici al medicinale o con problemi di coagulazione del sangue.

Chirurgia per il dolore alla schiena

Può essere raccomandata se altri trattamenti non hanno avuto successo nel ridurre il dolore e se la patologia è considerata sufficientemente grave da richiedere un intervento.

Gli approcci chirurgici generalmente utilizzati sono:

  • Laminectomia: allevia la pressione sui nervi spinali causata dalla stenosi, la riduzione del calibro del canale spinale, tramite la rimozione di una parte della lamina vertebrale.
  • Discectomia: viene eliminata la parte del disco intervertebrale che preme sui nervi spinali, causando dolore sciatico.
  • Fusione spinale o Artrodesi: si uniscono due o più vertebre della colonna vertebrale per risolvere problemi di instabilità vertebrale o fratture.
  • Sostituzione del disco: un disco intervertebrale danneggiato viene sostituito con un dispositivo artificiale.

Terapie alternative per il mal di schiena

Prevedono un insieme di tecniche e pratiche che possono gestire la condizione senza l’uso di farmaci o interventi e comprendono:

  • Manipolazione della colonna vertebrale: può essere eseguita da un chiropratico, un osteopata o un fisioterapista.
  • Tecniche di rilassamento: include esercizi di respirazione profonda e biofeedback, che aiutano a ridurre lo stress e la tensione muscolare.
  • Meditazione e yoga: favoriscono il miglioramento della postura e la flessibilità della colonna vertebrale.
  • Agopuntura: tramite aghi sottili vengono stimolati i punti di pressione del corpo, al fine di ridurre il dolore nella parte coinvolta e migliorare la circolazione sanguigna. Può essere combinata con altri approcci per massimizzarne gli effetti.
  • Terapia laser: utilizza un raggio laser per ridurre l’infiammazione e il dolore.

Ozonoterapia per il dolore alla schiena

L’ozonoterapia è una forma di terapia che utilizza l’ozono per trattare una serie di condizioni mediche, tra cui il mal di schiena. L’ozono è un gas incolore che è presente naturalmente anche nell’atmosfera. L’ozono medicale è prodotto a partire dall’ossigeno con appositi macchinari.

Questo tipo di terapia viene effettuata tramite l’iniezione di una miscela di ossigeno e ozono nel tessuto o nei muscoli della schiena. L’ozono è un gas molto reattivo e può ridurre l’infiammazione, migliorare la circolazione sanguigna e stimolare la guarigione dei tessuti.

Ci sono diverse modalità per somministrare l’ozono, tra cui:

INIEZIONI di ozono

  • Iniezione intramuscolare: questa modalità prevede l’iniezione della miscela di ossigeno e ozono direttamente nei muscoli della schiena.
  • Iniezione intradiscale: avviene all’interno del disco intervertebrale. Può aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore associati alle ernie del disco.

TERAPIA GENERALE con ozono

  • Insufflazione rettale: prevede l’insufflazione di ossigeno e ozono nell’intestino. L’ozono viene poi assorbito dal corpo e può aiutare a ridurre l’infiammazione e il dolore nella zona della schiena.
  • Endovenosa: si tratta della Auto-emoterapia con ozono, una metodica in cui viene prelevato del sangue, arricchito con ozono e reinfuso nel corpo, in modo che possa diffondersi in tutto l’organismo.

Complicazioni del dolore alla schiena

Le complicazioni sono in gran parte determinate dall’eziologia sottostante: possono per lo più suddividersi in complicazioni fisiche e sociali.

  • Fisicamente, le complicazioni possono includere dolore cronico, deformità, e/o impatto neurologico con deficit motori o sensoriali, o anche intestinali o con coinvolgimento della vescica.
  • Socialmente, le complicazioni sono solitamente misurate dalla disabilità, dall’aumento delle assenze sul lavoro.

Prevenzione per il mal di schiena

Fermare il dolore acuto prima che diventi cronico è il punto focale della prevenzione: molte forme di mal di schiena possono infatti essere prevenute con alcuni semplici cambiamenti nello stile di vita.

Ecco alcune strategie di prevenzione:

  • Mantenere una postura corretta: Assicurati di star seduto o in piedi con una postura corretta, mantenendo la schiena dritta e le spalle rilassate.
  • Fare esercizio fisico regolare: L’esercizio fisico regolare può aiutare a mantenere i muscoli della schiena forti e flessibili. Attività come il nuoto, lo yoga e il pilates possono essere particolarmente utili per prevenire il mal di schiena.
  • Evitare lo stress e la tensione muscolare: Cerca di ridurre lo stress nella tua vita attraverso attività come la meditazione o l’esercizio fisico regolare.
  • Evitare il sollevamento di oggetti pesanti: Se devi sollevare oggetti pesanti, assicurati di farlo in modo corretto, piegando le ginocchia e tenendo la schiena dritta.
  • Utilizzare un materasso adatto: Un materasso adatto può aiutare a mantenere la schiena in una posizione neutra durante il sonno e a supportarla adeguatamente.
  • Evitare il fumo di sigaretta: Il fumo di sigaretta può causare una serie di problemi di salute, tra cui il mal di schiena.
  • Mantenere un peso sano: L’eccesso di peso può aumentare la pressione sulla schiena e causare dolore.

Inoltre alcuni accorgimenti durante le attività quotidiane possono contribuire alla prevenzione.

Ad esempio se si trascorre molte ore seduti al lavoro, si dovrebbe cercare di fare pause frequenti per alzarsi e camminare. Inoltre, se si guida molto, è importante regolare il sedile in modo da mantenere una postura corretta e fare pause frequenti per distendere le gambe e la schiena.

Conclusioni

Il mal di schiena è un problema comune che può avere un impatto importante sulla qualità della vita delle persone. Esistono diverse cause e fattori di rischio, tra cui la sedentarietà, lo stress, l’eccesso di peso, l’età avanzata e le patologie alla colonna vertebrale.

Per prevenirlo è importante adottare uno stile di vita sano e attivo, mantenere una buona postura, evitare il sollevamento di oggetti pesanti e fare esercizi di stretching e di rafforzamento muscolare. Inoltre, occorre sottolineare l’importanza della prevenzione anche in ambito lavorativo, con la promozione di corretti comportamenti posturali e l’adozione di misure ergonomiche adeguate.

Infine la condizione può essere trattata con successo, ma richiede un approccio multidisciplinare e la collaborazione tra il paziente e il professionista sanitario. Una diagnosi tempestiva e una terapia adeguata possono migliorare significativamente la qualità della vita.